Scicli, Festa della Madonna delle Milizie

Scicli

Festa della Madonna delle Milizie
(Rappresentazione Sacra del Miracolo della Madonna delle Milizie e Sagra delle Teste di Turco)

La festa della “Madonna delle Milizie” è la più importante della città di Scicli, in quanto essa è consacrata alla sua principale “Santa Patrona e Protettrice”, oltre ad essere una delle festività più importanti e rinomate della Provincia di Ragusa. Si tratta di una ricorrenza che ha origine dal (presunto) evento miracoloso avvenuto nel 1091 quando durante la conquista normanna della Sicilia, ci fu un’aspra battaglia tra l’esercito normanno (di fede cristiana) e saraceni (islamici) presso l’area nota oggi come “Contrada Milizie”, che si risolse a favore dei primi grazie all’apparizione della “Vergine Maria” che brandiva una spada in sella ad un cavallo bianco, ciò fece ritirare l’esercito saraceno facendo in modo che la città sciclitana venisse quindi liberata dall’egemonia araba. Questo evento fece in modo che la “Madonna” detta appunto “delle Milizie” venisse profondamente venerata anche grazie alla costruzione del “Santuario” presso il luogo in cui avvenne la battaglia, e da questo culto narrato nel (anch’esso presunto) manoscritto medievale noto come i “Codici Sciclitani”, nacque questa importante festa che viene celebrata l’ultimo Sabato di Maggio a Scicli.

La “Madonna delle Milizie” è quindi il più importante evento cittadino annoverato tra le più interessanti festività siciliane, comprendente vari riti religiosi e popolari come la tradizionale “Sacra Rappresentazione” del miracolo che permise all’esercito normanno di sconfiggere i saraceni iscritta nel 2010 all’interno del “Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia” (clicca qui), a cui si va ad aggiungere la “Processione” del simulacro raffigurante la “Madonna a Cavallo” (unico al mondo nel suo genere), il pellegrinaggio verso il Santuario della Madonna delle Milizie, spettacoli musicali, fuochi pirotecnici e eventi folcloristici di vario tipo, a cui si aggiunge la sagra dedicata al dolce tipico di questa festività, “A Testa ri Turcu” ossia una specie di grosso bignè farcito con crema pasticcera o ricotta dolce, e cosparso con abbondante zucchero a velo, la cui forma ricorda il turbante saraceno.

Il “Miracolo della Madonna delle Milizie”

Il culto alla “Madonna delle Milizie” nacque nell’ultimo decennio del XI secolo (1000 – 1101) in concomitanza con la conquista normanna della Sicilia avvenuta nell’anno 1091, con la conseguente cacciata degli arabi dall’isola.

In questo medesimo anno nei pressi dell’odierna Scicli (che all’epoca era quasi interamente arroccata sul Colle San Matteo), normanni e arabi si scontrarono in una cruenta battaglia che si tenne a sudovest della città sciclitana presso la località nota come “Milici” (o “Mulici”), nota per la presenza di un insediamento di origine greca, il cui nome deriverebbe dalla presenza di un tempio consacrato a “Bacco Milicio” (aggettivo inteso come “Fertile” ossia, indicante la fertilità delle limitrofe aree agricole in cui si coltivava la vite, coltura cara alla divinità); questo villaggio rimase abitato fino al periodo bizantino venendo poi abbandonato proprio in seguito alla conquista araba del limitrofo territorio sciclitano.

Tornando alla sopracitata battaglia, va detto che di essa non si sa l’effettiva data anche se viene citato l’anno 1091 (e molte volte, come detto in precedenza viene anche citato il mese di Marzo, seppure in maniera non del tutto ufficiale), e vide contrapporsi l’esercito normanno che secondo la tradizione era capitanato da Ruggero I d’Altavilla, a quello saraceno comandato dall’emiro noto come “Belcane” (di cui sul suo vero nome si fanno molte ipotesi). Lo scontro tra i due schieramenti fu cruento e, così come avveniva nelle guerre medievali, fu contraddistinto da un alto numero di morti e feriti. Nel bel mezzo della battaglia apparve all’improvviso  una “figura femminile” che brandiva una spada, che si scagliò contro l’esercito saraceno pronunciando la frase “En adsum Civitas mea dilecta, protegam te dextera mea” (“Ecco, io sono qui nella mia amata città, io ti proteggerò con la mia mano”). Ciò favorì le sorti della battaglia in favore dei normanni, che liberarono Scicli dal dominio arabo; mentre i saraceni furono costretti a fuggire in ritirata.

La “guerriera” che permise ai normanni di vincere questa battaglia venne identificata nella “Vergine Maria”, venne chiamata appunto “La Madonna delle Milizie”, che venne proclamata “Patrona e Protettrice” della città sciclitana, mentre sul luogo in cui avvenne lo scontro tra arabi e normanni venne costruito l’attuale Santuario consacrato appunto alla sopracitata “Madonna combattente”.

Questo “miracolo” (o presunto tale) è narrato nel manoscritto noto come “Codici Sciclitani”, che venne rinvenuto il 15 Marzo 1653 dal notaio sciclitano Giuseppe Di Lorenzo presso l’archivio del Castello dei Tre Cantoni di Scicli.

  L’origine del culto alla “Madonna delle Milizie” secondo i “Codici Sciclitani”

Il culto alla “Madonna delle Milizie” è il terzo più antico di rito cristiano dopo quelli consacrati a “Santa Maria della Pietà” e a “San Matteo Apostolo” che era il primo “Santo Patrono” cittadino a cui era consacrata l’ex Chiesa Madre cittadina posta sul colle noto appunto come “San Matteo”. Il culto nei confronti del “Santo Apostolo” era quindi il più antico in assoluto praticato a Scicli, ma in seguito alla proclamazione della “Madonna delle Milizie” a Patrona cittadina, venne quasi del tutto abbandonato.

Tornando all’origine del culto alla “Madonna delle Milizie”, oltre ad essere uno dei più antichi, è sicuramente quello più “misterioso”, e ciò che si sa riguardo ad esso è frutto dei dati estrapolati dai “Codici Sciclitani” oltre a quello di vari studi condotti da vari studiosi durante il corso dei secoli (per saperne di più cliccate qui). Infatti i misteri di questa apparizione e dell’anno preciso in cui il culto correlato ad essa venne messo in atto sono ancora tanti da chiarire.

Tenendo come riferimento i “Codici Sciclitani”, innanzitutto di Ruggero I d’Altavilla che comandava l’esercito normanno non se ne fa menzione sui medesimi manoscritti, il nome dell’emiro “Belcane” (“Bellicani”) potrebbe anche essere di fantasia e servirebbe ad identificare un “ignoto” ma realmente esistito cavaliere saraceno che comandava il suo esercito  (si fanno molte supposizioni su chi fosse stato davvero Belcane identificandolo con esponenti dell’esercito arabo di quell’epoca). La “Madonna delle Milizie” era inoltre nota come la”Madonna dei Milici”, appellativo derivante dal “toponimo” con cui l’area in cui avvenne il conflitto armato veniva chiamata; esso era attribuito ad tempio di epoca greco – romana facente parte di un insediamento della medesima epoca che durante il periodo bizantino precedente alla conquista araba della Sicilia e quindi anche del territorio sciclitano, con molta probabilità presentava anche una chiesa. Quest’ultima era posta nei pressi di un non più esistente tempio pagano consacrato al dio Dionisio (o Bacco) avente il titolo di “Milichio” o “Milicio (che significava “Fertile” o “Propizio” in quanto come detto in precedenza, a questa divinità era cara la pianta della vite e la sua coltivazione). Il santuario costruito sul luogo in cui avvenne la battaglia era quindi noto anche come “Madonna dei Milici”, termine da cui deriverebbe la dicitura “delle Milizie” anche grazie al suddetto “miracolo”. Comunque sia, dal 1091, il titolo sacro di colei che attualmente viene venerata come “Patrona di Scicli” è “Xanta Maria Militium”.

Il sopracitato villaggio venne raso al suolo dagli arabi durante un’operazione militare facente parte delle operazioni di conquista della Sicilia avvenute nel 902. L’egemonia araba sull’isola siciliana terminò nel 1091 con la conquista normanna condotta da Ruggero I d’Altavilla (che cominciò nel  1061 e che terminò dopo circa trenta anni). Proprio nel 1091 sarebbe avvenuta la battaglia tra arabi e normanni in cui comparì questa donna, che appunto venne chiamata “La Madonna delle Milizie”, divenuta “Patrona e Protettrice” di Scicli al posto di “San Matteo Apostolo”.

I “Codici Sciclitani”, ossia i manoscritti rinvenuti il 15 Marzo 1653 dal notaio sciclitano Giuseppe Di Lorenzo all’interno dell’archivio del non più esistente “Castello dei Tre Cantoni” (crollato in seguito al sisma dell’11 Gennaio 1693 e i cui ruderi sono posti ad oriente del Colle San Matteo, a poca distanza dall’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo), il cui contenuto venne copiato all’interno di un’agenda che venne conservata presso l’archivio dell’Arciconfraternita di Santa Maria la Nova. I Codici Sciclitani vennero rinvenuti nel 1878 e da allora studiati da molti grafologi e storici tra cui vanno citati i netini Corrado Avolio e Padre Corrado Sbano (che studiò una una copia dei medesimi manoscritti effettuata dal membro della suddetta arciconfraternita religiosa Guglielmo Pinsero, che egli stesso recapitò al sacerdote netino), il tedesco Wilhelm Kupsch e l’ispicese Melchiorre Trigilia; comunque sia, secondo gli studiosi Michele Catalano e Giuseppe Cusimano il contenuto dei manoscritti non sarebbero del tutto “autentico”. Ad oggi, questi manoscritti che narrano gli avvenimenti che hanno dato origine ai culti della “Madonna delle Milizie” e della “Madonna della Pietà” (rinvenuta nel 1111 e venerata durante la Domenica delle Palme, vedi il link “Pasqua Sciclitana” nella pagina precedente per saperne di più), se ritenuti “autentici”, andrebbero con molta probabilità ad essere compresi tra le più antiche forme di “siciliano scritto” ad oggi esistenti (per saperne di più clicca qui).

Nonostante l’autentica o meno veridicità dei “Codici Sciclitani” e dei vari studi condotti in merito su di essi e sul culto alla “Madonna delle Milizie” in generale, esso divenne il più importante di rito cristiano praticato all’interno della città sciclitana (a cui si aggiunse quello consacrato al “Beato Guglielmo Buccheri”, religioso originario di Noto che visse in eremitaggio a Scicli, anch’egli venerato come “Patrono” cittadino), tanto che furono in molti i devoti a chiedere varie grazie alla “Vergine Combattente” compiendo vari “pellegrinaggi” votivi da Scicli verso il Santuario di Contrada Milizie, che comprendeva una torre militare (di origine bizantina, ma ricostruita in epoca normanna) e che venne ampliato durante i secoli 1400, 1500 e 1600. Nei secoli successivi (1400, 1500 e 1600) l’Eremo della Madonna delle Milizie che apparteneva alla parrocchia della Chiesa Madre di San Matteo di Scicli, in seguito al popolamento della limitrofa area che attualmente è nota come “Donnalucata”, venne a trovarsi in posizione abbastanza limitrofa al centro abitato marittimo appartenente ai baroni Miccichè. In questo periodo di tempo l’eremo subì vari interventi di ampliamento e di restauro, divenendo dimora preferita da vari frati eremiti e da monaci di vari ordini religiosi che qui potevano praticare in maniera perpetua il loro culto alla “Madonna”. Tra essi citiamo “Fra’ Pietro di Dio” (vissuto tra il 1300 e il 1500), Fra’ Giorgio Lutri (vissuto nel 1600) e lo sciclitano Fra’ Mariano Perello che qui conduceva vari studi sulla città sciclitana, e che dal 1673 (anno della sua morte) riposa all’interno della chiesa di questo edificio monastico, ancora oggi aperto al culto (vedi link “Santuario dell’Eremo della Madonna delle Milizie” nella pagina precedente per saperne di più), e che oggi è ancora meta di pellegrini che compiono pellegrinaggi tra cui quello più interessante risulta essere “Il Cammino della Madonna delle Milizie” (vedi più sotto).

Inoltre alla “Madonna delle Milizie” sono attribuiti vari miracoli documentati all’interno di un volume conservato all’interno della sagrestia dell’Eremo di Contrada Milizie (in cui possiamo ammirare anche vari ex voto per grazie ricevute offerti alla “Patrona di Scicli”) , tra cui va citata l’apparizione in sogno al gran maestro dei Cavalieri di Malta di Scicli prima della battaglia nota appunto come “Assedio di Malta” del 1565, a testimonianza di ciò venne fusa una campana posta sulla torre campanaria del santuario. All’interno della chiesa di questo eremo vi è esposta anche la presunta “impronta” che lasciò il cavallo su cui apparve la “Madonna delle Milizie”, oltre ad una statua marmorea collocata sull’Altare Maggiore dell’edificio sacro, per l’appunto ritenuta miracolosa.

Va detto anche che un “miracolo” piuttosto simile a quello dell’apparizione della “Madonna delle Milizie” avvenuta presso il luogo in cui sorge il Santuario a lei consacrato, fu l’apparizione di “San Domenico Guzman” ad Augusta (SR) avvenuto il 24 Maggio 1594 sempre durante una battaglia che vedeva sempre i saraceni come antagonisti, questa volta contro le guarnigioni militari augustane facenti capo al Vicereame di Sicilia (appartenente all’Impero di Spagna retto dalla famiglia Asburgo). Questa volta a comparire su un cavallo brandendo la spada, era la figura del “Fondatore dell’Ordine Domenicano” (che, a differenza di “San Francesco d’Assisi” a sua volta fondatore dell’Ordine Francescano, non ha mai fatto parte di guarnigioni militari) posta su di un cavallo alato che piombò sui saraceni apparendo dal nulla, spaventandoli e costringendoli alla ritirata. “San Domenico” divenne per l’appunto “Patrono e Protettore” della cittadina costiera posta nella vicina provincia siracusana. Questo avvenimento era con molta probabilità il frutto di uno “stratagemma”, che venne appunto utilizzato per risolvere l’assedio in maniera rapida con lo scopo di mettere in fuga i saraceni che miravano alla conquista della città portuale augustana (probabilmente un soldato facente parte della guarnigione difensiva della città facente parte della provincia aretusea, indossò il saio domenicano per assomigliare a “San Domenico”, cavalcando su di un fantoccio a forma di cavallo che venne sospeso in aria con chissà quale meccanismo e lanciato contro i saraceni, accompagnato con molta probabilità dallo sparo di colpi di cannone). Ad oggi non si sa con certezza se le apparizioni della “Madonna delle Milizie” a Scicli o di “San Domenico” ad Augusta (di cui esiste una data certa a differenza di quella mariana avvenuta in territorio sciclitano) siano frutto di un piano militare oppure se siano state effettivamente un “vero miracolo”, ma entrambi questi avvenimenti che ovviamente sono stati documentati e narrati, hanno fatto in modo di preservare i due centri abitati da eventi bellici in cui a pagarne le sorti in modo cruento (e mortale) ovviamente sono sempre i cittadini inermi (uno di questi esempi fu il Massacro di Gulfi avvenuto nei pressi dell’attuale Chiaramonte Gulfi nel 1299 durante la Guerra del Vespro tra angioini e aragonesi, in cui venne rasa al suolo la non più esistente Gulfi con buona parte dei suoi cittadini massacrati dall’esercito angioino; l’attuale città chiaramontana venne costruita più a monte per poter ospitare i sopravvissuti all’eccidio). La buona riuscita di questi stratagemmi (se attuati veramente a prescindere dalle suddette “apparizioni”) può essere liberamente intesa come un vero e proprio “miracolo” che, nel limite del possibile, ha salvato molte vite umane e ovviamente l’esistenza di quelle che ora sono due importanti città della Sicilia sudorientale (ovviamente Scicli e Augusta).

Bisogna concludere i cenni riguardanti il culto con la conseguente devozione alla “Madonna delle Milizie” facendo notare che, derivando da un evento bellico, il tutto andrebbe interpretato come il frutto di un (presunto) “intervento divino” attuato per fare in modo che la battaglia tra cristiani e saraceni (che costò un alto numero di vittime in entrambi gli schieramenti), potesse terminare. Infatti a prescindere dalla diversa fede religiosa di coloro che combatterono, da chi è “credente” o meno e ovviamente dalla veridicità del “miracolo”, il culto alla “Madonna delle Milizie” non va a rimarcare vari “conflitti” (intesi come sospetti, discriminazioni e incomprensioni di vario tipo) tra “credi diversi”, ma invece fa in modo che essi possano essere finalmente terminare in modo che si possa vivere in pace a prescindere da religioni e culture diverse.

L’Origine e l’evoluzione dei festeggiamenti praticati a Scicli in onore della “Madonna delle Milizie”

In concomitanza al culto religioso legato all’apparizione (presunta) della “Madonna delle Milizie”, si aggiunsero ovviamente gli eventi “folcloristici” che comprendevano un tempo la “Festa Esterna” culminante con la Processione della “Madonna a Cavallo”, che veniva un tempo celebrata il Sabato che precedeva la “Domenica di Passione” (che veniva celebrata 14 giorni prima della Pasqua e che oggi è stata accorpata alla solennità della “Domenica delle Palme), ma che oggigiorno si celebra l’ultimo Sabato di Maggio (in quanto non si conoscono in maniera ufficiale né il mese né tanto meno il giorno dell’anno 1091 in cui avvenne questo “miracolo”, anche se molte volte viene citato il mese di Marzo).

Nel 18 Dicembre 1737 l’allora Arcidiocesi di Siracusa (di cui allora faceva parte Scicli) diede il permesso di festeggiare in maniera “esterna” la “Santa Patrona” sciclitana nei suddetti giorni, in cui veniva condotto in Processione l’attuale simulacro settecentesco in cartapesta raffigurante la “Madonna delle Milizie” su di un cavallo bianco mentre regge una spada. Prima del terremoto dell’11 Gennaio 1693 esisteva un’altra statua e, assieme ad essa, era venerata anche quella del Santuario di Contrada Milizie, che raffigura la “Vergine Maria col Bambino”, da molti ritenuta miracolosa (a testimonianza di ciò vi sono vari ex – voto esposti all’interno della sagrestia dell’eremo).

Un tempo i riti si tenevano all’interno della Chiesa Madre di San Matteo Apostolo, ma in seguito alla sua sconsacrazione avvenuta nel 1877, il culto alla “Madonna delle Milizie” venne spostato all’interno dell’attuale Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola (consacrata anche al culto del secondo Patrono cittadino, il “Beato Guglielmo Buccheri”), all’interno della quale è custodito il simulacro raffigurante la “Madonna a Cavallo”, venerato in precedenza presso l’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo.

Ai riti sacri e alla Processione della Madonna delle Milizie, si affiancò la “Sacra Rappresentazione” ossia la riproduzione di tipo “teatrale” del “Miracolo della Madonna delle Milizie” divenuta il principale “evento chiave della festa” il cui testo attuale, scritto nel 1933 dallo scrittore sciclitano Giuseppe Pacetto Vanasia, viene recitato da attori in costume presso un artistico palco allestito in Piazza Italia, che raffigura appunto il campo di battaglia in cui avvenne lo scontro presso quella oggi nota come “Contrada Milizie”, terminato poi con l’apparizione mariana. A ciò si aggiungono il corteo storico di coloro che sono i protagonisti della rappresentazione, e la Processione del simulacro della “Madonna delle Milizie”.

La “Sacra Rappresentazione” ha però origini ben più antiche rintracciabili sin dal periodo del Vicereame di Spagna (1600) e si presenta molto simile alle feste spagnole con cui si celebra la “riconquista cristiana della Penisola Iberica” (nate nei secoli seguenti alla cacciata degli arabi dalla medesima area) che comprendono rappresentazioni di battaglie tra saraceni e cristiani proprio come quella che contraddistingue la festività sciclitana. Essa si teneva presso il “Piano dell’Oliveto”, una contrada posta a sudovest della città sciclitana ed oggi inglobata all’interno di essa (Piazza Matteotti), e grazie al contributo dello scrittore Giuseppe Pacetto Vanasia divenne una vera e propria “opera teatrale” che, assieme all’intera festività in onore della “Madonna delle Milizie”, è stata iscritta nel 2010 all’interno del “Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia”.

Va inoltre detto che un tempo si teneva anche la Processione della “Madonna delle Milizie” da Scicli fino al Santuario costruito sul luogo in cui sarebbe avvenuta la battaglia in cui si manifestò il sopracitato “miracolo”, oggi sostituita da un corteo a cavallo che si tiene la Domenica seguente al giorno di festa consacrato alla “Patrona” cittadina.

Oggi la Festa della Madonna delle Milizie è uno dei principali eventi della città di Scicli che, confermando il suo ricco passato storico – culturale da cui derivano gran parte delle più festività folcloristiche cittadine divenute tra le più rinomate della Sicilia, attira molti devoti e turisti divenendo quindi uno dei principali motivi d’attrazione per il centro abitato sciclitano, che già di per se attira molti visitatori.

Ovviamente ai riti sacri e folcloristici si aggiunge una tradizionale preparazione dolciaria divenuta il “piatto tipico” di questa festività; si tratta di un grosso dolce simile ad un bignè farcito con crema pasticciera o ricotta zuccherata, chiamato “A Testa ri Turcu” (“La Testa di Turco”), la cui forma è simile a quella dei turbanti che gli occupanti arabi utilizzavano come copricapo.

Il “Cammino della Madonna delle Milizie”

Il “Cammino della Madonna delle Milizie”, ideato dallo scrittore e studioso avolese Francesco Urso, si tiene dal Maggio 2012, è pellegrinaggio compiuto a piedi circa una settimana prima della festa in onore della “Patrona di Scicli” e a Lei consacrato, solcando le aree iblee poste tra le Province di Siracusa e Ragusa.

La partenza di esso avviene dalla città di Avola (SR) e da qui il cammino attraversa l’area iblea attraversando i territori di Avola, Noto, Rosolini (in Provincia di Siracusa), Ispica, Modica e infine Scicli, da cui verrà raggiunto il Santuario della Madonna delle Milizie situato in Contrada Milici (a sudovest della città sciclitana). Il pellegrinaggio dura all’incirca tre giorni e, oltre ad essere un’occasione per poter ammirare le aree montane iblee tra le province di Ragusa e Siracusa, comprendendo anche varie soste effettuate presso alcuni importanti eremi e santuari situati nelle suddette aree. Al termine del pellegrinaggio, presso il Santuario della Madonna delle Milizie verrà celebrata una solenne Messa e verranno distribuiti gli attestati di partecipazione a questo cammino.

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Le “Teste di Turco”

Il prodotto tipico della festività in onore della “Madonna delle Milizie”, è rappresentato dai dolci noti come “Teste di Turco” (in siciliano “I Testi ri Turcu” ).

Si tratta di prodotti dolciari simili a grossi bignè caratterizzati da un soffice impasto a base di acqua, farina del tipo “00”, uova, strutto e zucchero (e una minima parte di sale), che dopo esser stati infornati vengono farciti al loro interno con crema di ricotta vaccina (o in alternativa con crema pasticcera o con altri tipi di farciture dolci), la cui sommità viene cosparsa infine con zucchero a velo, scaglie di cioccolato o granella di pistacchio. Il nome deriverebbe dalle teste dei soldati saraceni (chiamati “turchi” in maniera popolana) “cadute” in battaglia, e per questo il significato del prodotto dolciario in questione sembrerebbe “macabro”, ma in realtà esso si ispira al turbante che i saraceni utilizzavano come copricapo, assumendone una forma più o meno simile. 

Le “Teste di Turco”, che in origine venivano preparate all’interno degli edifici monastici femminili sciclitani, sono divenute uno dei principali prodotti tipici della città sciclitana che possiamo trovare all’interno di pasticcerie, bar, ristoranti, negozi alimentari ecc… Esse vengono commercializzate durante tutto l’anno, anche se il periodo in cui vengono maggiormente richieste è ovviamente quello in cui ricade la solennità della “Madonna delle Milizie”, ossia l’ultimo fine settimana di Maggio, in cui si svolge la sagra enogastronomica detta appunto “delle Teste di Turco”.

I Festeggiamenti in onore della “Madonna delle Milizie”

L’apertura dei Festeggiamenti (penultima Domenica di Maggio)

Il periodo di festa in onore della “Madonna delle Milizie” inizia la penultima Domenica di Maggio con la solenne Messa celebrata all’interno della Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola alle ore 19.30 circa, seguita da molti devoti. Hanno così inizio i riti in onore della “Patrona di Scicli” il cui simulacro verrà esposto ai fedeli e aperto alla venerazione dei medesimi per tutta la durata del periodo di festa. In questo periodo viene montata l’illuminazione artistica e composta la scenografia in Piazza Italia, presso la quale cui si terrà la “Sacra Rappresentazione”.

Il Triduo di Preparazione ai festeggiamenti (ultimo fine settimana di Maggio)

L’ultimo Mercoledì di Maggio inizia il “Triduo di Preparazione”, comprendente i tre giorni che precedono la festa in onore della “Madonna delle Milizie”, in cui all’interno della Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola si tengono la recita del Rosario alle ore 18.45, a cui segue la solenne Messa delle ore 19.30 circa (ciò avviene nelle giornate del Mercoledì e del Giovedì).

In concomitanza con le giornate del Triduo, presso la Piazza Italia viene allestita la scenografia della “Rappresentazione” che verrà poi inscenata la sera del Sabato della festa, e ad essa si aggiunge l’allestimento di un’area in cui è possibile degustare vari prodotti tipici locali. A ciò si aggiungono i preparativi per la “Sagra delle Teste di Turco” ed eventi storico – culturali che si tengono all’interno della città sciclitana a partire dal Giovedì che precede i festeggiamenti (passeggiate culturali all’interno del centro storico, eventi e mostre artistiche, spettacoli, convegni ecc… tutti incentrati sul culto alla “Madonna delle Milizie”). Va anche detto che il Santuario della Madonna delle Milizie presso la Contrada Milizie rimarrà aperto ai turisti e ai pellegrini (sciclitani e no).

La sera del Giovedì che precede i festeggiamenti, alle ore 20.30 circa presso la Piazza Italia vi sono spettacoli ed eventi curati da artisti locali (che variano di anno in anno a seconda del programma annuale dei festeggiamenti), che vanno ad aprire in maniera ufficiale la festa in onore della “Madonna delle Milizie”.

La Vigilia della Festa della Madonna delle Milizie
(ultimo Venerdì di Maggio)

La Processione del Simulacro della “Madonna delle Milizie”

L’ultimo giorno del Triduo coincide con la “Vigilia della Festa” in onore della “Madonna delle Milizie”, nella cui mattinata alle ore 08.00 lo sparo di colpi di cannone annunzia in maniera ufficiale l’inizio della tanto attesa festività consacrata alla “Patrona di Scicli”. La Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola per tutta la giornata rimarrà aperta ai devoti che andranno a rendere onore alla “Madonna delle Milizie”; nel frattempo in molti si recheranno in pellegrinaggio verso il Santuario di Contrada Milizie, laddove ebbe luogo il “miracolo” che diede origine al suddetto culto (viene effettuato anche un “servizio navetta” che collega Scicli e il suddetto santuario). Inoltre presso la Piazza Italia a partire dalle ore 10.30 inizierà la mostra – mercato dei prodotti tipici locali, mentre alle ore 18.30 comincerà la “Sagra delle Teste di Turco” (vedi più sotto).

Alle ore 19.15 all’interno della Chiesa Madre sciclitana inizierà la recita del Rosario, seguita alle ore 19.00 dalla solenne Messa seguita da un alto numero di fedeli, in attesa dell’uscita in Processione del simulacro raffigurante la “Madonna delle Milizie”, che viene posto su un ampio fercolo che verrà condotto per le vie della città sciclitana.

Alle ore 20.00 il vivace scampanio delle campane dell’attuale Chiesa Madre sciclitana, accompagnato da accensioni pirotecniche, annunzieranno l’uscita in Processione del Simulacro della “Madonna delle Milizie”, che viene acclamata dai molti devoti presenti presso la Piazza Italia.

Il fercolo su cui troneggia la statua della “Patrona di Scicli” (adornata da variopinte composizioni floreali), verrà spinta per buona parte del centro storico sciclitano, seguita da una festante folla e dalla banda musicale cittadina.

Dalla Piazza Italia, il corteo risalirà lungo la Via Nazionale oltrepassando le aree di Via Francesco Mormina Penna e di Piazza Busacca, arrivando presso Via San Nicolò (a nord della città) per poi imboccare il Corso Umberto I scendendo verso meridione; da qui tramite le Vie Ospedale e Colombo, il corteo percorrerà Corso Mazzini ritornando lungo il tratto meridionale del Corso Umberto I entrando nell’area nota come “Piano dell’Oliveto” in cui in passato si teneva la “Rappresentazione del Miracolo della Madonna delle Milizie”.

Da qui tramite il Corso Garibaldi la Processione fa ritorno presso la Piazza Italia dove avverrà il rientro in chiesa della statua della “Madonna delle Milizie”, salutata da accensioni pirotecniche.

Il simulacro della “Madonna delle Milizie” rimarrà esposto alla venerazione dei fedeli, mentre presso la Piazza Italia si svolge la “Sagra delle Teste di Turco” oltre ad eventi di vario tipo che allietano la sera della Vigilia della festività patronale.

La “Sagra delle Teste di Turco” e gli eventi conclusivi della Vigilia della Festa della Madonna delle Milizie

In parallelo ai riti sacri della Vigilia della Festa della Madonna delle Milizie, che prevede la Processione della statua che raffigura la “Patrona di Scicli”, a partire dalle ore 18.30 presso la Piazza Italia si tiene la “Sagra delle Teste di Turco”, ossia dei tipici dolci sciclitani preparati in occasione di questa festività.

In apposite postazioni vengono serviti questi grossi dolci più o meno simili a bignè dalla forma simile ad un turbante saraceno, colmi di ricotta dolce o crema pasticcera. Oltre ad essi verranno serviti anche “Cous Cous” (tipico piatto di origine mediorientale la cui preparazione è ampiamente diffusa anche in Sicilia) e altre preparazioni tipiche locali. La sagra, che si tiene anche nei due giorni successivi (per l’appunto il Sabato di festa e la Domenica a seguire), è affiancata anche da “passeggiate culturali” lungo il centro storico sciclitano e dalla suddetta mostra – mercato enogastronomica in Piazza Italia.

La Vigilia della Festa, comprendente anche la sopracitata “Sagra delle Teste di Turco”, si concluderà con uno spettacolo musicale curato da artisti locali che inizierà alle ore 21.00 circa, protraendosi fino a tarda serata.

La Festa della Madonna delle Milizie di Scicli

La Rappresentazione del “Miracolo della Madonna delle Milizie” e il corteo storico col simulacro della “Patrona” per le vie della città sciclitana (ultimo Sabato di Maggio)

L’ultimo Sabato di Maggio inizia ufficialmente la festa in onore della “Madonna delle Milizie”, e sin dal mattino la Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola si riempie di fedeli che vanno ad onorare il simulacro della “Santa Patrona” della città sciclitana. Alle ore 10.00 presso la Piazza Italia viene allestita nuovamente la mostra – mercato enogastronomica, in concomitanza con lo svolgimento della sopracitata “Sagra delle Teste di Turco” (queste due manifestazioni proseguiranno fino alle ore 22.30 circa). Alle ore 11.00 verrà celebrata la solenne Messa mattutina in onore della “Madonna delle Milizie”, seguita dalle autorità e dalle arciconfraternite religiose cittadine, oltre che da molti devoti. Durante le ore pomeridiane la Chiesa Madre sciclitana rimane aperta permettendo ai fedeli di poter onorare il simulacro della “Madonna delle Milizie”.

Alle ore 18.00 si entra nel vivo dei festeggiamenti col “Corteo Storico” di coloro che prenderanno parte alla “Rappresentazione del Miracolo della Madonna delle Milizie”, ossia molti figuranti vestiti con costumi medievali che impersonano gli eserciti arabo e normanno capitanati rispettivamente dall’emiro “Belcane” e da Ruggero I d’Altavilla, ma vi sono anche dame e cavalieri (in sella ai loro cavalli), giocolieri e artisti di strada, trombettieri e sbandieratori. Il corteo partirà dalla “scenografia” (a forma di castello) in cui si terrà la rappresentazione, percorrendo da Piazza Italia gran parte del centro storico sciclitano. Al corteo, che terminerà in Piazza Italia prima delle ore 20.00, assistono molti sciclitani ma anche numerosi turisti e visitatori che in occasione di questi festeggiamenti sono presenti presso la città di Scicli.

Nel frattempo presso la Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola, verrà celebrata una solenne Messa alle ore 19.30 circa seguita anch’essa da molti fedeli, che va a precedere l’uscita del simulacro della “Madonna delle Milizie” che avviene in occasione della suddetta rappresentazione scenica. Dopo la funzione eucaristica (ore 20.00 circa) dalla Chiesa Madre di Scicli esce la statua della “Madonna delle Milizie”, che viene portata presso l’area in cui è allestita la scenografia della rappresentazione posta presso la Piazza Italia, mentre molta gente accorre per assistere alla medesima.

Verso le ore 20.00 – 20.30 comincia il momento principale della festività. la “Sacra Rappresentazione” del miracolo con cui la “Madonna delle Milizie” apparve avvolta in una nube, permettendo ai cavalieri normanni (di fede cristiana) di sconfiggere l’esercito islamico nell’anno Questa rappresentazione, a cui partecipano i suddetti figuranti in costume, viene impersonata da attori che recitano i versi del copione ufficiale di questa specie di “rievocazione teatrale” del miracolo che salvò la città di Scicli, scritto nel 1933 dallo scrittore sciclitano Giuseppe Pacetto Vanasia. La scenografia che fa da sfondo alla “battaglia” posizionata presso la Piazza Italia, risulta inoltre “dominata” dalla mole del retrostante Colle San Matteo su cui è posta l’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo, rendendo unica nel suo genere questa particolare manifestazione storico – religiosa. Il culmine di essa lo si ha quando compare il simulacro della “Madonna delle Milizie” accolto da accensioni pirotecniche e vari effetti scenici, mettendo “fine” alla battaglia tra saraceni e cristiani. La rappresentazione termina col toccante “Canto dell’Angelo”, seguito dal ringraziamento collettivo degli attori ai molti presenti che, presso la Piazza Italia, hanno assistito a questo intenso spettacolo dall’alto valore storico – religioso (per vedere un video di questa rappresentazione clicca qui).

Dopo la rappresentazione, il simulacro della “Madonna delle Milizie” dalla Piazza Italia verrà scortato per le vie della città di Scicli accompagnato da coloro che hanno preso parte al suddetto spettacolo e ovviamente da moltissimi fedeli. La processione, allietata dalle note della banda musicale cittadina, percorrerà buona parte del centro storico sciclitano venendo accolta dai cittadini devoti alla loro “Santa Patrona” (oltre che da molti turisti presenti per l’occasione). A serata inoltrata, la statua della “Madonna delle Milizie” fa il suo ingresso presso la Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola venendo posto all’interno della medesima, concludendo così il giorno di festa a Lei consacrato.

A seconda del programma annuale, dopo il corteo presso la Piazza Italia si possono tenere spettacoli ed eventi vari che si protrarranno sino a tarda sera concludendo di fatto la giornata di festa.

La Conclusione della Festa della Madonna delle Milizie

Il Corteo a Cavallo verso il Santuario della Madonna delle Milizie e i riti conclusivi della festività (Domenica seguente al giorno di festa)

La Domenica seguente all’ultimo Sabato di Maggio in cui ricade la festività in onore della “Madonna delle Milizie” (che può far parte del suddetto mese, o essere la prima di Giugno a seconda del calendario annuale), si concludono i riti consacrati alla medesima “Patrona di Scicli” e con essi anche il relativo periodo di festa.

Alle ore 09.30 da Scicli parte il pellegrinaggio a cavallo verso il Santuario della Madonna delle Miliziepercorrendo la S.P. 95 Scicli – Spinazza – Giardinelli e da essa la traversa in direzione del suddetto eremo monastico sorto laddove si svolse la sopracitata battaglia. A questo particolare pellegrinaggio, che va a sostituire l’antica Processione della statua della “Patrona” che veniva trasportata dal centro urbano sciclitano al suddetto santuario, partecipano molti fantini in sella ai loro cavalli.

Alle ore 10.30 presso la Piazza Italia si tiene l’ultimo allestimento della mostra – mercato enogastronomica e della “Sagra delle Teste di Turco”, che durerà fino alle ore 22.30 circa.

Nel frattempo presso la Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola si svolgeranno solenni Messe a seconda dell’orario parrocchiale sia la mattina che il pomeriggio, e inoltre all’interno del medesimo luogo sacro si può continuare ad ammirare il simulacro della “Madonna delle Milizie”.

Alle ore 17.00 presso la Piazza Italia cominceranno i vari eventi conclusivi della festività (di solito mostre artistiche o spettacoli di vario tipo), affiancati alle sopracitate manifestazioni enogastronomiche. Alle ore 21.00 in Piazza Italia si terrà uno spettacolo musicale curato da artisti locali, atto conclusio ufficiale della bella festa in onore della “Patrona di Scicli”.

Nonostante il termine dei festeggiamenti in onore della “Madonna delle Milizie”, la devozione nei confronti della medesima rimane tale e quale da parte degli sciclitani, che la venerano per tutto l’anno all’interno della Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola dove la statua che la raffigura rimane esposta al culto, venendo di nuovo festeggiata l’anno venturo.

Per saperne di più visita il sito web www.ilovescicli.it e le pagine facebook Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola – Chiesa San Bartolomeo e “Scicli in Festa e Dintorni”.

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