Scicli, Palazzo Comunale (Ex Convento delle Suore Benedettine – Lapide in memoria del Milite Ignoto – Stanze interne del Municipio)

Scicli

Palazzo Comunale
(Ex Convento delle Suore Benedettine e Ospedale – Lapide in memoria dei Caduti della I guerra mondiale – Stanze interne del Municipio)

Il Palazzo Comunale di Scicli è uno dei più importanti ed eleganti edifici storici della città, collocato presso il vertice nordorientale di Via Francesco Mormina Penna (numero civico 2), ad angolo con le Vie Nazionale e Barone La Rocca. Questo edificio è inoltre uno dei più importanti “Luoghi di Montalbano”, dato che esso compare più volte all’interno del noto telefilm “Il Commissario Montalbano” (tratto dai romanzi dello scrittore Andrea Camilleri originario di Porto Empedocle in Provincia di Agrigento) in quanto l’edificio svolge il duplice ruolo di “commissariato di pubblica sicurezza” del paesino immaginario noto come “Vigata”, ma anche quello di “questura” dell’immaginaria provincia di “Montelusa”, località in cui il protagonista degli episodi di questa serie televisiva svolge il proprio lavoro; nella realtà il palazzo ovviamente svolge l’importante funzione di sede municipale della città sciclitana.


Il Palazzo Comunale di Scicli, posto lungo il tratto orientale della Via Francesco Mormina Penna.

In origine, sul sito in cui è posto l’attuale municipio cittadino, vi era ubicato il Convento delle Suore Benedettine costruito in adiacenza alla trecentesca Chiesa di San Giovanni Evangelista che apparteneva alla “Confraternita dei Nobili Bianchi” (che risultava attiva a Scicli fino al 1860 e che all’interno della medesima compiva opere di carità verso gli indigenti). L’edificio conventuale risulterebbe già presente già dal secolo 1400, venendo ampliato assieme alla limitrofa chiesa a partire dal 1651 quando per volere della nobildonna Giovanna Di Stefano baronessa di Donnabruna (moglie del barone Girolamo Ribera) venne istituito il convento benedettino femminile, attiguo alla Chiesa di San Giovanni Evangelista. L’edificio conventuale crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 assieme alla vicina chiesa, venendo riedificato nella seconda metà del 1700, presumibilmente nel periodo di tempo che va dal 1760 / 1765 al 1803 in cui venne costruita la limitrofa Chiesa di San Giovanni Evangelista (quest’ultima progettata dall’architetto sciclitano Fra’ Alberto Maria di San Giovanni Battista, anche se con molta probabilità la progettazione dell’edificio sacro fu coadiuvata con l’ingegnere netino Vincenzo Sinatra).

Il convento, che comprendeva anche una piccola Cappella collocata nel suo vertice orientale, rimase aperto al culto fino alla seconda metà del 1800; per la precisione fino al 1866 quando l’allora Regno d’Italia approvò il decreto dell’eversione dell’asse ecclesiastico con cui si approvava la sconsacrazione di molti edifici sacri e la loro conseguente demolizione. L’edificio conventuale venne quindi chiuso al culto divenendo sede del primo vero e proprio “ospedale” cittadino affidato alla Congregazione della Carità prima, e in seguito all’Opera Pia Busacca. L’esigenza di avere un ospedale più moderno fece si che nel 1908 si concluse la costruzione dell’odierno “Ospedale Busacca” progettato dall’architetto sciclitano Ignazio Emmolo e posto sulla riva occidentale della Fiumara di Modica (numero civico 25 della “Via Ospedale”). Il vecchio convento benedettino venne demolito tra gli ultimi anni del 1800 e l’inizio del 1900 assieme alla piccola chiesa collocata nel suo vertice orientale (in corrispondenza alla Via Nazionale), all’interno della quale era venerato il simulacro di “Santa Maria Addolorata”, noto ancora come la “Madonna dell’Ospedale” (oggi posto all’interno della Chiesa di San Giovanni Evangelista), che viene portato in Processione la sera del Venerdì Santo (a ciò si aggiunse la demolizione della Chiesa di Santa Maria la Piazza avvenuta nel 1883). Il posto dell’edificio conventuale venne preso dall’odierno Palazzo Comunale, progettato dall’architetto netino Sergio Sallicano e costruito tra il 1902 e il 1906 in stile liberty neogotico, abbellito dai fregi dello scalpellino sciclitano Carmelo Mormina. Da allora il Palazzo Comunale assunse l’attuale funzione di “Municipio” cittadino (la cui sede era collocata provvisoriamente all’interno dell’ex Convento dei Gesuiti che si affacciava sull’attuale Piazza Italia) nonché quella di “Circolo di Conversazione” collocato nell’ala orientale dell’edificio (la dove era ubicata la piccola Chiesa dell’Ospedale), che però venne soppressa negli anni del secondo dopoguerra. Oggi il Palazzo Comunale ricopre la sua funzione di “Municipio” essendo sede degli uffici comunali della città sciclitana (nonché di un “centro incontro”); ma anche quella sopracitata di “Luogo di Montalbano” in quanto al suo interno sono state effettuate varie riprese durante l’omonima serie televisiva, all’interno del quale vengono effettuate varie visite guidate da parte dell’associazione culturale sciclitana “Agire”.

Dopo gli ampi cenni introduttivi e storici, passiamo alla descrizione del Palazzo Comunale di Scicli. Si tratta di un edificio in stile liberty neogotico collocato tra il tratto di Via Francesco Mormina Penna noto come “Piazza del Municipio”, Via Nazionale e Via Barone La Rocca (in cui si affacciano rispettivamente i prospetti sud, est e nord), confinante ad ovest con la barocca Chiesa di San Giovanni Evangelista.


Il Palazzo Comunale di Scicli visto dalla “Piazza Municipio”.

La facciata principale dell’edificio è dislocata lungo la Via Francesco Mormina Penna presentando una particolare parete a lastroni. Essa è suddivisa in due ordini orizzontali solcati da dieci pilastri (di cui due coppie di essi collocate ai vertici del prospetto), mentre al centro vi sono due robuste colonne che vanno ad inquadrare il corpo centrale dell’edificio; sia i pilastri che le colonne poggiano su robusti contrafforti a sezione quadrangolare, mentre in sommità vi sono eleganti capitelli corinzi che sorreggono il frontone superiore del palazzo. Nell’ordine inferiore possiamo ammirare al centro l’arcuato portale d’ingresso posto su di una breve scalinata, inquadrato dalle suddette colonne, e affiancato da otto balconi incassati nella parete (quattro per lato) all’interno di grandi corpi arcuati, aventi tutti aperture rettangolari racchiuse da artistiche inferriate in ferro battuto, e sormontate da travoni (su cui è posto un timpano semicircolare) retti da mensole caratterizzate da eleganti fregi decorativi. L’ordine superiore presenta al centro un elegante balcone sorretto da mensoloni caratterizzati da fregi floreali, delimitato da un’elegante balaustra e avente un’apertura arcuata “a bifora” (ossia avente due aperture delimitate ai vertici da eleganti colonnine con eleganti capitelli terminali, divise al centro da una colonnina simile) in stile neogotico su cui vi sono eleganti fregi decorativi, affiancato da otto balconcini incassati nella parete (quattro per lato) delimitati da balaustrini e aventi aperture “a bifora” simili a quella appena citata. Un elegante frontone merlato, sorretto dai sopracitati pilastri e dalle due colonne che inquadrano il portale ed il balcone centrale, orla la facciata principale del Palazzo Comunale di Scicli; infatti al centro di esso vi è posta la scritta “Municipio”. 

Il prospetto principale del Palazzo Comunale di Scicli.

Sui pilastri posti nel vertice sinistro invece è posto L’ordine superiore reca al centro una lapide commemorativa collocata il 4 Novembre 1921 che funge da “monumento ai caduti” in onore del “Milite Ignoto” e dei soldati sciclitani morti durante la I guerra mondiale. Sopra il balcone collocato immediatamente a destra del portale d’ingresso vi è posta una lastra in marmo dedicata agli sciclitani garibaldini posta il 2 Giugno 1960. Presso i basamenti dei pilastri posti nel vertice destro dell’edificio invece è posta la targa di pietra con cui viene attestato il riconoscimento a Scicli di “Luogo Patrimonio dell’Umanità” Unesco nell’ambito delle “Città tardobarocche del Val di Noto”.

Il prospetto di Via Nazionale solcato da tre pilastri a capitello corinzio che sorreggono il frontone merlato dell’edificio, è anch’esso diviso in due ordini orizzontali, presenta elementi architettonici simili a quelli collocati in Via Francesco Mormina Penna. L’ordine inferiore presenta un balcone incassato nella parete nel vertice sinistro, mentre al centro e a destra vi sono due aperture di accesso; sull’ordine superiore vi sono tre balconi incassati nella parete aventi apertura “a bifora”, delimitata da balaustrini.

Il prospetto di Via Barone La Rocca non presenta elementi architettonici di chissà quale pregio, eccezion fatta per un “cancello” (oggi sostituito da una saracinesca) che conduce al cortile interno del palazzo (ex chiostro del Convento delle Benedettine), delimitato da due colonne.

L’interno del Palazzo Comunale di Scicli è caratterizzato da ariose stanze caratterizzate da interessanti elementi architettonici in stile liberty, e decorate con stucchi ed affreschi decorativi. Possiamo ammirare la scalinata interna che conduce al primo piano dell’edificio all’interno della quale vi è posta la “Stanza del Sindaco” (adornata da eleganti affreschi) che nel telefilm “Il Commissario Montalbano” svolge la funzione di “ufficio del questore”; degne di nota sono anche l’Aula Consiliare, i locali interni dell’ex Circolo di Conversazione ed altre stanze utilizzate anch’esse durante le riprese del citato telefilm del Commissario Montalbano, in cui è possibile ammirare anche ggetti scenici utilizzati durante le riprese cinematografiche del suddetto. Nel retro del palazzo è posto un cortile che in passato svolgeva la funzione di “chiostro” del non più esistente Convento delle Benedettine, caratterizzato dalla presenza di un piccolo ma interessante giardino in cui è collocato un secolare albero di palma.

All’interno del Palazzo Comunale di Scicli, aperto alle visite guidate durante tutto l’anno (il cui biglietto d’ingresso costa 3 euro), si svolgono inoltre vari eventi di vario tipo durante l’anno; per informazioni più dettagliate riguardanti ticket d’ingresso e orari visitate la pagina facebook dell’associazione Agire.

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