Scicli, Quartiere “Santa Maria la Nova” (Santa Maria della Consolazione – Monte Campagna – Santa Cassa – Santa Maria la Nova)

Scicli

Quartiere “Santa Maria la Nova”
(Santa Maria della Consolazione – Monte Campagna – Santa Cassa – Santa Maria la Nova)


Il quartiere “Santa Maria la Nova” di Scicli visto dal Colle San Matteo.

Il quartiere noto come “Santa Maria la Nova”, che prende il nome dall’omonima ed importante chiesa barocca, è collocato nella cuspide nordorientale del centro storico di Scicli compresa all’interno di un “sito ibleo” delimitato a sud dal Colle San Matteo tra i quartieri “Matrice”, “Maestranza Nuova” e “Carmine”, e a nord dal Colle del Rosario lungo l’area nota come “Monte Campagna”, mentre ad est vi è collocato un breve rilievo noto come “Cozzo Santa Cassa”; questi rilievi di tipo ibleo formano la cavità nota appunto come “Cava di Santa Maria la Nova”. Le due strade formano il principale asse viario del quartiere, contraddistinto anche dalla presenza di aiuole alberate disposte lungo i marciapiedi.

Questo quartiere è raggiungibile dalla Via Santa Maria la Nova (il cui imbocco è posto presso il vertice sudorientale di Piazza Busacca), strada che forma un bivio che si dirama a destra nella Via Dolomiti, strada che conduce lungo il fondo della Cava Santa Maria la Nova. Sotto queste due strade scorre il Torrente noto appunto come “Santa Maria la Nova” che confluisce ad occidente nella Fiumara di Modica, incanalato ad est di Via Dolomiti dal 1932 in seguito ai lavori di canalizzazione progettati dagli ingegneri sciclitani Guglielmo Emmolo e Salvatore Scimone – Mormina; il corso d’acqua (che si presenta secco nei periodi caldi ma che possiede una discreta portata idrica durante le piogge), però riaffiora ad ovest di Piazza Busacca venendo costeggiato dalla Via Aleardi (vedi link “Quartiere Fontana e tratto urbano del Torrente Santa Maria la Nova” per saperne di più). Presso la Cava di Santa Maria la Nova si immette inoltre un’altra piccola cavità nota come “Cava di San Guglielmo” posta tra il Colle del Rosario e il Cozzo Santa Cassa, il cui tratto è costeggiato dalla Via San Guglielmo.


Un tratto della Via Santa Maria la Nova.

Il quartiere di Santa Maria la Nova, da cui possiamo inoltre ammirare i sopracitati siti collinari, è il più grande del centro storico sciclitano, essendone anche uno dei più antichi ed interessanti sia dal punto di vista architettonico che paesaggistico dato che venne costruito in epoca medievale lungo la sopracitata cava (e per questo chiamato localmente “A Cavuzza” ), andando ad occupare le pendici dei Colli San Matteo a sud, del Rosario a nordovest e del Cozzo Santa Cassa a nordest, inglobando vari siti rupestri scavati nelle limitrofe pareti rocciose, divenuti vere e proprie “case – grotta” simili a quelle collocate nel vicino sito di “Chiafura” (posto lungo il versante meridionale del Colle San Matteo a poca distanza dall’area occupata dal quartiere di San Bartolomeo). Oltre a ciò va citata la presenza del cunicolo noto come “Galleria delle Cento Scale”, cunicolo che si metteva in collegamento col soprastante Colle San Matteo ma che ormai risulta interrotto dato che molto probabilmente il tunnel scavato nella roccia crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693; oggi nel suo tratto inferiore (l’unico rimasto integro) è collocato il “Presepe nella Grotta”. Adiacente ad esso vi sono vari siti rupestri tra cui una grande grotta al cui interno vi è collocato un caratteristico ristorante.

L’area risultava comunque già frequentata nei periodi protostorico, greco – romano e bizantino, dato che nei limitrofi rilievi (Colli San Matteo e del Rosario, alture delle Contrade Spana e Balata) e sono stati rinvenuti resti appartenenti alle corrispondenti epoche. Tra di essi vanno citati quelli di antichi siti funerari collocati lungo il “Cozzo Santa Cassa”, rilievo posto dietro la Chiesa di Santa Maria la Nova sulla cui vetta vi sarebbero i resti di un antico villaggio di epoca neolitica, composti da varie tombe rupestri a forno del medesimo periodo, che si possono ammirare anche dalla Via Dolomiti, a cui si aggiunge il più lontano sito dei “Rutti Pirciati” collocato nell’area più interna della Cava di Santa Maria la Nova presso la Contrada Quartarella (l’esplorazione diretta di questi due siti funerari è piuttosto difficile da effettuare data la loro collocazione, ed è altamente sconsigliata). Oltre a ciò vi sono sono anche i resti altri numerosi siti rupestri nonché di cave di pietra note come “Pirrere” , il tutto dislocato lungo le pareti della cavità di Santa Maria la Nova e negli anfratti rocciosi collocati tra i Colli San Matteo, del Rosario e Cozzo Santa Cassa (alcuni facili da esplorare, altri no; per saperne di più vedi i link “Cozzo Santa Cassa e necropoli rupestre”, “Cava e Torrente di San Guglielmo”, “Cava e Torrente di Santa Maria la Nova”, “Colle del Rosario – Monte Campagna e sito archeologico di Contrada Balata” e “Colle San Matteo e rovine archeologiche” nella pagina precedente).

Ritornando al periodo medievale, come è già stato detto in precedenza il quartiere attuale risultava già popolato nelle sopracitate epoche passate, anche se esso cominciò ad avere una certa importanza dal periodo bizantino tra i secoli XI (501 – 600) e XII (601 – 700), a cui risalirebbe la costruzione di un sito ecclesiastico identificato come “Santa Maria Pietatis” ossia “Santa Maria della Pietà” (che assieme alla Chiesa Madre di San Matteo Apostolo, era uno degli edifici sacri più antichi della città sciclitana), a cui si aggiungeva il sopracitato sistema di caverne utilizzate a scopo abitativo divenute col passare del tempo vere e proprie “case – grotta”. Le prime vere e proprie costruzioni vennero edificate con molta probabilità in seguito all’espansione urbana della città di Scicli avvenuta tra i secoli 1300 e 1400 in cui il sito urbano, il cui nucleo storico era ubicato sulla sommità del Colle San Matteo, andò ad ingrandirsi occupando la breve conca che si affaccia sulla sponda orientale della Fiumara di Modica, solcata dai Torrenti San Bartolomeo e appunto Santa Maria la Nova. Ciò comportò la costruzione della Chiesa di Santa Maria della Consolazione eretta nel 1400 e dell’Eremo del Beato Guglielmo Buccheri, collocato presso il luogo in cui dimorò in eremitaggio l’omonimo eremita netino (che in futuro verrà poi proclamato “Patrono” della città sciclitana assieme alla “Madonna delle Milizie”), posto in prossimità della sopracitata Chiesa di Santa Maria della Pietà. Tra la seconda metà del 1500 e il secolo 1600, grazie al lascito testamentario devoluto dal mercante e filantropo sciclitano Pietro Di Lorenzo noto come “Busacca” devoluto alla Confraternita della Chiesa di Santa Maria della Pietà, venne costruita la Chiesa di Santa Maria la Nova voluta dall’omonima Confraternita religiosa, andando ad inglobare la preesistente costruzione bizantina di Santa Maria della Pietà. Ovviamente vennero anche edificati isolati abitativi lungo le pendici dei Colli San Matteo, del Rosario e Santa Cassa, circondando il corso del Torrente Santa Maria la Nova lungo il punto di confluenza con la piccola Cava di San Guglielmo. Il quartiere venne distrutto dal terremoto dell’11 Gennaio 1693, venendo ricostruito durante il secolo 1700 assieme ai principali monumenti ecclesiastici (le Chiese di Santa Maria della Consolazione e di Santa Maria la Nova, oltre all’Eremo del Beato Guglielmo Buccheri). Tra la seconda metà del 1800 e gli inizi del 1900 il quartiere andò ad espandersi lungo la Cava di Santa Maria la Nova, e ciò comportò anche la copertura del corso del torrente che attraversa la cavità e l’area settentrionale del centro storico sciclitano, avvenuta nel 1932 in seguito al sopracitato progetto di canalizzazione dei due ingegneri sciclitani Salvatore Scimone – Mormina e Guglielmo Emmolo.

Oggigiorno il quartiere di Santa Maria la Nova rappresenta un miscuglio di varie architetture, che comprendono raffinate costruzioni barocche settecentesche che si alternano ad edifici in stile neoclassico, liberty e moderno sorti tra pittoresche quanto rustiche costruzioni abbarbicate sui limitrofi rilievi, a cui si aggiungono le caratteristiche “case – grotta” scavate nella roccia.

L’area occidentale del quartiere è adiacente alla Piazza Busacca, ed è caratterizzata dal tratto iniziale di Via Santa Maria la Nova da cui, tramite la Via Alessandro Manzoni possiamo raggiungere a nordest la Piazza Armando Diaz in cui è collocato il monumentale Palazzo Mormina (ex sede della caserma dei carabinieri), mentre tramite la Via San Filippo raggiungiamo un’area collocata a ridosso del margine nordorientale di Via Nazionale, dove sono posti eleganti palazzi aristocratici, tra cui quello noto come “Palazzo Montalbano” (appartenente un tempo ad una famiglia avente questo cognome, e non avente a che fare con il noto “telefilm” girato a Scicli); in quest’ultima zona anticamente era ubicata una chiesa consacrata ai “Santi Filippo e Lorenzo”.

Poco più ad est, all’incrocio con le Vie Villari (in cui è posta un’altra pittoresca scalinata) e Consolazione vi è il settecentesco spiazzale che funge da sagrato della settecentesca Chiesa di Santa Maria della Consolazione, una delle più grandi della città di Scicli costruita sul luogo in cui era ubicato un altro luogo sacro consacrato a “San Tommaso Apostolo”, nota per la presenza di alcuni corpi mummificati all’interno di essa tra cui quello di una donna vissuta nel 1800 la cui mummia è nota come “Regina dei Mori”. La chiesa e l’adiacente area, sono note in dialetto come “U Cunsulu” e si sviluppa lungo le Vie Villari e Consolazione, in cui possiamo ammirare anche interessanti edifici settecenteschi e ottocenteschi.


La Chiesa di Santa Maria della Consolazione.

Presso il retro della chiesa è posta un’interessante costruzione barocca settecentesca, affiancata dal vicolo noto come “Via Arco Iurato”, contraddistinto da un interessante portico.


La Via Arco Iurato col suo portico.

A nord di questa chiesa è posta l’area nota come “Monte Campagna” toponimo con cui è conosciuto il “Colle del Rosario” e che da il nome a questo quartiere ubicato lungo il suo versante, raggiungibile da Via Santa Maria la Nova tramite le Vie Villari, Consolazione, Sempione, Zanella e Giuseppe Giusti, percorrendo da esse appunto la Via Monte Campagna; questo pittoresco quartiere collocato sotto la Chiesa del Rosario (da qui raggiungibile tramite Via Villari) risulta composto da abitazioni terragne dal tetto basso note come “Dammusi” dislocate lungo le Vie Monte Campagna e Monte Cucco, dove in quest’ultima via vi è anche la presenza di “case – grotta” scavate nella roccia, di cui alcune di esse oggi sono utilizzate come magazzini.

Poco più a sud della Chiesa di Santa Maria della Consolazione invece è posto il Largo dei Mille, al centro del quale è posto il monumento in onore dell’ingegnere Salvatore Scimone – Mormina su cui è posto il mezzo busto che lo raffigura.


Il Largo dei Mille.

Da questa piazzetta, tramite la Via Zaccaria, raggiungiamo il quartiere della “Matrice”, più precisamente la strada che conduce sulla sommità del Colle San Matteo raggiungendo l’ex Chiesa Madre sciclitana,


La Via Zaccaria.

Proseguendo verso est, arriviamo al bivio tra le Vie Santa Maria la Nova e Dolomiti, che conducono rispettivamente presso la Chiesa di Santa Maria la Nova, e lungo il fondo della cava iblea avente il medesimo nome.

Dalla Via Santa Maria la Nova (posta alla nostra sinistra nel sopracitato bivio venendo da Piazza Busacca) raggiungiamo ovviamente la  Chiesa di Santa Maria la Nova, uno dei più importanti ed antichi edifici sacri di Scicli che da il nome a tutto il quartiere, consacrato ai culti di “Santa Maria della Pietà” (il cui simulacro viene portato in corteo per la città durante la celebrazione della Domenica delle Palme), del “Cristo Risorto” meglio noto come “U Gioia” (celebrato la Domenica di Pasqua con una vivace Processione), e della “Madonna Immacolata” (che invece viene festeggiata l’8 Dicembre).


La Chiesa di Santa Maria la Nova, che da il nome all’omonimo quartiere.

Dietro la chiesa, tramite Via Selinunte (oppure da Via San Guglielmo venendo da Via Dolomiti), raggiungiamo l’Eremo del Beato Guglielmo Buccheri, ubicato all’interno di una piccola Cappella che si affaccia lungo il tratto terminale della breve Cava di San Guglielmo, anch’essa solcata da un corso d’acqua (che si presenta secco durante i periodi caldi, mentre in occasione di forti piogge vi è un modesto scorrimento idrico) costeggiato dalla Via San Guglielmo, che si immette nel Torrente Santa Maria la Nova sotto la Via Dolomiti. Questa piccola ma interessante costruzione religiosa, durante il periodo della festa in onore dell’Eremita originario di Noto (SR) che si tiene il secondo Venerdì dopo Pasqua, viene visitata da molti devoti in pellegrinaggio. Da qui inoltre possiamo raggiungere la breve altura del “Cozzo Santa Cassa” sulla quale vi sono i sopracitati siti rupestri che comprendono una necropoli neolitica di tipo rupestre (che si può ammirare dalla Via Dolomiti).

Seguendo invece la Via Dolomiti (posta invece alla nostra destra presso il bivio citato in precedenza, venendo sempre da Piazza Busacca), oltre al prospetto meridionale della Chiesa di Santa Maria la Nova, possiamo ammirare il sopracitato sito rupestre comprendente ciò che resta della “Galleria delle Cento Scale” all’interno del quale è allestito dal 1985 il Presepe in Grotta “Giovanni Marinero” curato dall’omonima famiglia e intitolato ad uno dei fondatori all’interno del quale vi è un pozzo sotterraneo raggiungibile da una scala scavata nella roccia (ciò che rimane dell’originaria “Galleria delle Cento Scale), con l’adiacente ristorante ubicato all’interno di una caverna (per saperne di più visita il sito web www.lagrottascicli.it); da qui possiamo salire la caratteristica scalinata di Via San Vito, che conduce sulla sommità del Colle San Matteo.

Continuando a proseguire verso est, attraversiamo l’isolato più moderno del quartiere collocato tra il Colle San Matteo e il Cozzo Santa Cassa costeggiando a nord la “Piazza Padre Pio”, un largo spiazzale in cui è posta la statua raffigurante “San Pio da Pietrelcina”. Da qui arriviamo al termine della Via Dolomiti  presso la quale il Torrente Santa Maria la Nova viene incanalato sotto il centro storico sciclitano, potendo ammirare il “Lavatoio Pubblico” della città sciclitana. Da qui possiamo seguire il sentiero che costeggia il fondo della Cava di Santa Maria la Nova.

Lungo le Vie Santa Maria la Nova e Dolomiti si affacciano i pittoreschi i vicoli del quartiere, che comprendono anche porticati e scalinate.

Il quartiere di Santa Maria la Nova, per la presenza di vari locali di ritrovo e piazzette, rappresenta un interessante punto di incontro per gli sciclitani, animandosi nei periodi in cui si tengono la festa di Pasqua con la Processione del “Gioia”, e le solennità in onore del “Beato Guglielmo Buccheri” e della “Madonna Immacolata”. Infine in questa zona vi sono collocate anche varie strutture ricettive  collocate all’interno di interessanti edifici settecenteschi, ottocenteschi e novecenteschi che compongono gran parte di questo quartiere del centro storico di Scicli.

Per saperne di più sugli eventi che si tengono in questa zona del centro storico sciclitano, visita la pagina facebook del Quartiere Santa Maria la Nova.

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