*Scicli, Valle del Fiume Irminio; Tratto “San Giuliano – Cozzo Grande – Fossa Stabile – Cozzo Galesi – Canonico – Cancellieri – Monsovile – Lanterna – Perrone – Cava Taddarita” (Masseria e Area iblea di Contrada San Giuliano – Area iblea di Cozzo Grande – Area iblea e sito archeologico di Contrada Fossa Stabile – Area iblea di Cozzo Galesi e rovine archeologiche – Aree iblee delle Contrade Canonico e Cancellieri, “Fattoria delle Api” e siti archeologici – Aree iblee delle Contrade Monsovile, Lanterna, Perrone, Ferrante e Cava Taddarita)

Scicli

Valle del Fiume Irminio

*Tratto “San Giuliano – Cozzo Grande – Fossa Stabile – Cozzo Galesi – Canonico – Cancellieri – Monsovile – Lanterna – Perrone – Ferrante – Cava Taddarita”
(Masseria e Area iblea di Contrada San Giuliano – Area iblea di Cozzo Grande – Area iblea e sito archeologico di Contrada Fossa Stabile – Area iblea di Cozzo Galesi e rovine archeologiche – Aree iblee delle Contrade Canonico e Cancellieri, “Fattoria delle Api” e siti archeologici – Aree iblee delle Contrade Monsovile, Lanterna, Perrone, Ferrante e Cava Taddarita)

Il Fiume Irminio, a sud delle aree iblee poste presso le Contrade Cottonari in territorio sciclitano e Maggio in quello ragusano (rispettivamente a sud e a nord del corso d’acqua), presenta un tratto comprendente profonde anse poste tra i limitrofi rilievi calcarei delle Contrade Cozzo Grande, Fossa Stabile, Cozzo Galesi, Canonico e Cancellieri poste rispettivamente presso la riva meridionale del fiume e raggiungibili dalla S.P. 119 Lincino – Spinazza – Donnalucata (il cui imbocco è posto sulla S.P. 37 Scicli – Santa Croce Camerina andando in direzione “Donnalucata – Marina di Ragusa – Istituto Agrario”), mentre a nord del fiume vi sono le aree delle Contrade Monsovile, Ferrante e Perrone, raggiungibile dalla S.P. 78 Maggio – Caddamè – Ferrante.

Tratto “San Giuliano – Cozzo Grande – Fossa Stabile – Cozzo Galesi – Canonico – Cancellieri

Percorrendo la S.P. 119 arriviamo presso un bivio delimitato da un grosso albero di carrubo, imboccando la traversa “Cancellieri – Fondo Oliva” alla nostra destra (venendo da Scicli), che costeggia la sponda meridionale di questo tratto del Fiume Irminio oltrepassando il tratto iniziale del Vallone Piano Grande posto in Contrada San Giuliano, arra che da il nome all’omonima Masseria raggiungibile da una traversa posta alla nostra destra che presenta già un bivio diviso da muri a secco in cui alla nostra sinistra raggiungiamo l’edificio rurale di tipo fortificato (formato da residenza colonica, stalle e magazzini che si affacciano sul cortile interno) utilizzato ancora da contadini e allevatori locali, mentre a destra raggiungiamo l’area posta a nord della masseria. Presso la Contrada San Giuliano, coperta da folti alberi di carrubo, vi sono collocati dei siti sepolcrali di epoca greco – romana composti da sepolcri a fossa (collocati poco più a nord della suddetta masseria), in cui sono state rinvenute monete del medesimo periodo.

Tornando alla sopracitata strada, oltrepassando l’imbocco di una traversa posta alla nostra sinistra che costeggia il Vallone Piano Grande, proseguiamo verso nordovest in direzione del Fiume Irminio fino all’imbocco di una strada sterrata delimitato da un palo elettrico, che conduce ad una casa rurale a destra della quale vi è un sentiero che scende verso un edificio rurale in rovina noto come “Casa Scrofani”, da cui inizia un sentiero che scende presso la riva del Fiume Irminio posta sotto l’antistante rilievo ibleo noto come “Cozzo Grande” (che si può anche raggiungere dalla S.P. 37 Scicli – Santa Croce Camerina dalla stradina sterrata posta a sinistra del ponte sul Fiume Irminio che conduce presso quest’area). Qui possiamo ammirare le pareti del rilievo ibleo e della limitrofa vallata solcata dal Fiume Irminio, che a nord riceve l’immissione di una breve cavità posta tra le Contrade Maggio e Monsovile (vedi link “Valle del Fiume Irminio; Tratto Cottonari – San Diego – Maggio – Serramezzana” nella pagina precedente per saperne di più), oltre ad appezzamenti di terreno coltivati noti localmente come “Cannavati”.

Poco più ad ovest è posta la Contrada Fossa Stabile, posta su un altopiano che culmina a nordovest nell’altura di Cozzo Galesi, raggiungibile da un sentiero sterrato posto di fronte ad un pozzo irriguo collocato alla nostra destra sulla strada che costeggia a sud la vallata in cui scorre il Fiume Irminio. Da questo sentiero, proseguiamo verso nord arriviamo sull’altura di Cozzo Galesi, notando alla nostra sinistra un altro sentiero che scende verso sud, che conduce ad una necropoli di epoca greco – romana collocata ad est di questa strada. Essa è formata da varie tombe a fossa scavate nella roccia tufacea, delimitate da alberi di olivo e carrubo. All’interno di queste tombe, individuate nel secolo 1800 dallo studioso sciclitano Giovanni Pacetto vennero ritrovati scheletri umani e monete metalliche. A poca distanza vi sono i ruderi di un insediamento rurale la cui datazione è collocata nel periodo tra i secoli IX a.C. (900 a.C. – 801 a.C) e VI a.C. (600 – 501 a.C.).

Lungo le pareti del limitrofo rilievo di Cozzo Galesi, raggiungibili proseguendo dal limitrofo sentiero andando verso nord (oltrepassando un gruppo di edifici rurali andati ormai in rovina), vi sono i resti di una necropoli rupestre di epoca neolitica formata da varie tombe a grotta, riconducibile alla presenza di un limitrofo insediamento abitativo che venne abitato anche in epoche successive. Qui sono stati rinvenuti frammenti ceramici di epoca neolitica e greca. Dall’altura del Cozzo Galesi, presentante anche vari terrazzamenti, si può ammirare un ottimo panorama della limitrofa cava in cui scorre il Fiume Irminio, il cui fondo presenta sempre terreni coltivati.

Le aree di Fossa Stabile e Cozzo Galesi le si possono anche ammirare dalla strada che, iniziando dalla S.P. 119, più a valle si immette presso la S.P. 89 Interna Marina di Ragusa – Donnalucata; da qui possiamo ammirare per intero questo rilievo ibleo. Da qui cominciamo a costeggiare le Contrade Canonico e Cancellieri, posta presso un altopiano che si frappone tra il Vallone Piano Grande a sud e il Fiume Irminio a nord, essendo quindi un importante punto panoramico contraddistinto dalla presenza di masserie e caseggiati rurali posti a sud della strada che stiamo percorrendo, mentre a nord possiamo ovviamente ammirare il panorama della cava solcata dal Fiume Irminio.

Qui notiamo una stradina sterrata che conduce al ciglio della cavità sotto la quale scorre il fiume; qui presso una breve altura sono state rinvenute le rovine di un insediamento rurale di epoca ellenistica noto come “Fattoria delle Api” il cui ritrovamento compiuto dall’archeologo ragusano Giovanni Di Stefano, risale al 1979. Si tratta di una fattoria risalente al periodo tra i secoli V a.C. (500 – 401 a.C.) e IV a.C. (400 – 301 a.C.)  in cui sono stati rivenuti interessanti reperti ceramici aventi interessanti elementi pittorici, nei cui ruderi sono stati individuati ambienti per la produzione del miele che veniva posto dentro varie anfore (in gran parte ritrovate durante gli scavi archeologici condotti), da cui deriva il nome dato alle rovine di questo edificio.

Proseguendo per questa strada, alla nostra sinistra possiamo ammirare un breve rilievo transennato (posto di fronte ad un’abitazione privata) in cui vi è collocata una piccola necropoli rupestre di epoca neolitica posta su di una balza poco distante dall’area di Contrada Maestro, nota per la presenza di un altro interessante sito archeologico di epoca greca (vedi link “Valle del Fiume Irminio; Tratto “Giummarra – Maestro – Fornelli – Maulli – Plaja Grande” nella pagina precedente per saperne di più). Va detto comunque che, in gran parte della Contrada Cancellieri, sono stati effettuati rinvenimenti di reperti vari (anfore, monete ecc…) risalenti sempre al periodo greco.

Al termine della strada arriviamo presso la S.P. 89 all’altezza del ponte sul Fiume Irminio, da cui possiamo o ritornare a Scicli.

Tratto Monsovile – Lanterna – Perrone – Ferrante – Cava Taddarita

La sponda a settentrione di questo tratto del Fiume Irminio la si raggiunge dalla S.P. 78 Maggio – Caddamè – Ferrante i cui imbocchi sono posti sulle S.P. 37 per Santa Croce Camerina (andando in direzione Donnalucata – Marina di Ragusa) e S.P. 89 “interna” per Donnalucata e Marina di Ragusa (andando in direzione Ragusa – Scicli). Da est ad ovest questa strada solca un altopiano posto nel territorio comunale di Ragusa tra le Contrade Monsovile, Ferrante e Perrone che domina a nord il sopracitato tratto del Fiume Irminio, frapponendosi con una breve cavità iblea nota come “Cava Taddarita” posta poco più a nord (che si immette anch’essa nel Fiume Irminio).

Superando l’Agriturismo Monsovile scendiamo dalla S.P. 78 potendo ammirare alla nostra sinistra la vallata solcata dall’Irminio presso la quale si immette una breve cavità iblea che confluisce nel fiume a nord del Cozzo Grande, raggiungibile dalla prima traversa asfaltata alla nostra sinistra (per saperne di più vedi sempre “Valle del Fiume Irminio; Tratto Cottonari – San Diego – Maggio – Serramezzana” nella pagina precedente). Percorrendo sempre strada provinciale arriviamo presso una masseria posta immediatamente a sinistra del bordo della strada, da cui inizia un sentiero sterrato che conduce ad un altro edificio rurale collocato presso il ciglio settentrionale della vallata del Fiume Irminio posto di fronte al Cozzo Galesi, arrivando nell’area orientale della Contrada Lanterna. Qui si possono ammirare oltre all’area di Cozzo Galesi e Fossa Stabile, anche terrazzamenti e sentieri che, seguendo la morfologia montuosa delle pareti della cavità, scendono lungo la riva settentrionale del Fiume Irminio.

Dalla S.P. 78 proseguiamo verso sudovest costeggiando la Cava Taddarita a nord e l’altopiano di Contrada Perrone a sud, che raggiungiamo da una traversa alla nostra sinistra contraddistinta da un’isola spartitraffico che, andando verso sudest, conduce ad un bivio dove a destra raggiungiamo il corso del Fiume Irminio, mentre a sinistra costeggiamo il ciglio della vallata sotto la quale vi scorre il corso d’acqua. Presso la Contrada Perrone, sede di insediamenti rurali contraddistinti da masserie a cui appartenevano i terrazzamenti a ridosso del fiume ed una strada carraia delimitata da muri a secco. Sono state rinvenute anche tracce di insediamenti di epoca neolitica oltre a diversi reperti di varie epoche.

Percorrendo infine il tratto finale della S.P. 78, ci immettiamo sulla S.P. 89 in direzione di Marina di Ragusa, notando lo sbocco dell’ampia “Cava Taddarita” che scavalchiamo tramite un breve ponte, ma il cui fondo lo si può raggiungere da un sentiero sterrato posto alla nostra destra. Si tratta di un’ampia cavità solcata da un corso d’acqua che più a sud si immette nel Fiume Irminio all’altezza delle poco distanti Contrade Maestro e Fornelli, contraddistinta dalla presenza di terrazzamenti e caseggiati rurali. In questa cava venne rivenuta una catacomba paleocristiana nota come “Grotta della Taddarita” (termine siciliano che, oltre a dare il nome alla limitrofa cavità, significa “Pipistrello”). Questa catacomba del IV secolo d.C. (301 – 400 d.C.) che purtroppo non è facilmente raggiungibile, venne studiata dall’archeologo Luigi Bernabò Brea negli anni 1940.

Ad occidente di tutta questa ampia area iblea, il Fiume Irminio, delimitando sempre l’area di confine tra i territori comunali di Scicli e Ragusa, attraversa una breve area pianeggiante prima di sfociare nel Mare Mediterraneo tra le località di Donnalucata e Marina di Ragusa.

Torna indietro

Torna alla pagina principale di Scicli