Dalla S.P. 12 Cassibile – Floridia, seguendo le indicazioni per la Grotta Monello e per l’Agriturismo La Perciata, si arriva all’imbocco della riserva in cui vi è un piccolo caseggiato di proprietà del Cutgana che serve per l’accoglienza ai visitatori ma soprattutto come museo fotografico e centro educativo didattico (Ecomuseo del Carsismo Ibleo) con cui chi tramite i recapiti nel loro sito (www.cutgana.unict.it) riceve informazioni dettagliate su questa riserva e su come si deve comportare nel visitarla.
Dopodiché si entra nella riserva imboccando il sentiero che attraversa la cava iblea nota come Vallone Moscasanti (o Cava della Perciata), in cui scorre una fiumara di origine meteorica che andrà ad alimentare il tratto finale del Vallone Cavadonna.
Presso questa breve ma interessante cava vi sono numerose concrezioni rocciose poste sulle pareti rocciose. Alcune di esse prendono il nome di oggetti ed animali e difatti le più interessanti sono le Rocce del Flauto (concrezione a forma allungata che ricorda l’omonimo strumento musicale) e del Basilisco (che somiglia all’omonima creatura mitologica). Addentrandoci all’interno della cava tramite i sentieri (recentemente antropizzati) troviamo vasti pianori su cui si affacciano altre piccole caverne di formazione naturale che molto probabilmente erano abitate in epoca neolitica e che, sarebbero servite anche da Necropoli in epoca neolitico – sicula (come la limitrofa Grotta del Conzo) mentre sull’altopiano vi sarebbero state rinvenute le rovine di un villaggio neolitico. Un’area di questa cava serviva come miniera di pietre, difatti proprio da qui sarebbero stati presi i blocchi con cui venne ricostruita la città di Siracusa dopo il terremoto del 1693. A poca distanza inoltre vi è un piccolo bosco di Lecci.
Dal punto di vista naturalistico, il Vallone Moscasanti si presenta ricco di organismi animali e vegetali che, grazie al particolare ecosistema di tipo ibleo, contribuiscono a rendere questa piccola zona naturalistica unica al mondo.