Siracusa, Catacombe di San Giovanni (Chiesa di San Giovanni alle Catacombe – Catacombe di San Giovanni – Cripta di San Marziano)

Siracusa

Catacombe di San Giovanni
(Chiesa di San Giovanni alle Catacombe – Catacombe di San Giovanni – Cripta di San Marziano)


La Chiesa di San Giovanni alle Catacombe, sotto la quale sono poste le “Catacombe di San Giovanni”.

Il complesso monumentale comprendente sia le Catacombe di San Giovanni (ubicate sotto le rovine della trecentesca Chiesa consacrata a “San Giovanni Battista” meglio nota come la “Chiesa di San Giovanni alle Catacombe”) sia la Cripta di San Marziano, è uno dei più interessanti dell’intera Sicilia. Esso è ubicato presso la Piazza San Giovanni e il Largo San Marziano, che si trovano a poca distanza sia dal Viale Teocrito (periferia sud orientale della città), sia dal Santuario consacrato alla “Madonna delle Lacrime”. Le Catacombe di San Giovanni sono tra le più grandi mai esistite in Sicilia e in Italia (bisogna dire che Siracusa è la seconda città italiana dopo Roma ad essere provvista del maggior numero di ipogei sepolcrali di epoca paleocristiana). Esse sono ubicate sotto la Chiesa diroccata di San Giovanni Battista, considerata come il più grande monumento sacro costruito nell’Alto Medioevo assieme alle basiliche bizantine di Ravenna.

Questa Chiesa, che venne costruita in epoca bizantina (VI secolo d.C. ossia 501 – 600 d.C.) sulle preesistenti Catacombe (vedi più sotto), era l’antichissima Cattedrale di Siracusa (ruolo che perse a favore della nuova Cattedrale costruita dai Normanni ad Ortigia sulle rovine dell’antico Tempio di Atena, crollata nel terremoto del 1693 e ricostruita nel settecento assumendone forme barocche). Qualche secolo dopo questa Chiesa venne distrutta dagli Arabi e ricostruita poi dai Normanni. La Chiesa venne poi modificata nel 1300 con la costruzione di una seconda facciata con cui venne modificato l’assetto della Chiesa (difatti questa è una delle poche chiese al mondo ad avere due facciate diverse). Dopo i secoli del Rinascimento la Chiesa passò ai Carmelitani di Montesanto che, dopo aver riadattato l’ex sede vescovile facendola divenire un “convento” (vedi link nella pagina precedente) a tutti gli effetti, la tennero fino al crollo della volta avvenuto nel 1693 a causa del tanto citato terremoto che seminò morte e distruzione in tutta la Sicilia sud orientale. Dopo alcuni interventi di restauro la Chiesa riprese la sua funzione ecclesiastica per il limitrofo convento, fino a quando il suo tetto crollò definitivamente nel 1908 in seguito ad un altro sisma. Oggigiorno restano in piedi solo le mura perimetrali e le due facciate esterne.

 La facciata di epoca normanna è ubicata nella parete sinistra della Chiesa. Essa è caratterizzata da un portale murato inquadrato da due pilastri in pietra che sorreggono quel che resta di un arco cuspidato, sovrastato da un bel rosone circolare.


La facciata normanna della Chiesa di San Giovanni alle Catacombe.


Particolare del rosone normanno della Chiesa.

 La facciata di epoca trecentesca (che è quella principale dell’edificio sacro) è caratterizzata da un porticato che precede il bel portale d’ingresso di forma arcuata inquadrato da due pilastri recante splendidi bassorilievi. Sopra di esso vi è una nicchia arcuata e una finestra circolare sovrastata da una statua che raffigura “San Giovanni Battista”, affiancata da quattro semi obelischi piramidali. Infine a destra vi è quel che resta della torre campanaria di forma arcuata, sormontata da una piccola “Croce” di pietra.


La facciata trecentesca della Chiesa di San Giovanni alle Catacombe.


Particolare del portale d’ingresso della Chiesa.

L’interno, interamente scoperchiato a causa del crollo della volta avvenuto nel terremoto del 1693, si doveva presentare diviso da tre Navate poste a “Croce Greca” (che a differenza di quella “Latina”, simbolo del Cattolicesimo, si presenta più regolare). Qui possiamo ammirare quel che resta delle massicce colonne che sorreggevano la volta della Chiesa, gli antichi Altari votivi e l’Altare Maggiore in pietra ricavato da un sarcofago proveniente dalle limitrofe catacombe, dietro cui vi è l’ingresso che conduce all’attrazione principale, le Catacombe di San Giovanni.

Le catacombe sono state costruite nell’epoca di Costantino il Grande e formano uno dei complessi catacombali più interessanti al mondo, anche perché esse sono molto più “fitte” delle più note Catacombe cristiane ubicate nel sottosuolo di Roma, visto che queste di Siracusa formano un vero e proprio “labirinto sotterraneo” (recante le rispettive indicazioni per non far perdere l’orientamento ai turisti che le visitano) colmo di cunicoli (crivellati di sepolcri rettangolari o arcuati alcuni dei quali recanti anche pregevoli affreschi) che partono da un corridoio centrale (che in origine era un acquedotto sotterraneo costruito in epoca greca). I cunicoli presentano vari tipi di loculi sepolcrali, semplici di forma rettangolare o ad “arcosolio” di forma arcuata; tra questi ultimi vi sono anche grandi loculi polisomi (che potevano ospitare più salme).

I cunicoli sepolcrali sono interrotti da cinque stanze più grandi di forma circolare provviste di un lucernario, che erano le Cripte in cui venivano sepolte le personalità più importanti della città aretusea. Le più importanti di esse sono: la “Rotonda di Marina”, la “Rotonda delle Sette Vergini”, la “Rotonda di Antiochia”, la “Rotonda di Adelfia” e infine la “Rotonda di Eusebio”.

Nella cosiddetta “Rotonda di Marina” vi era molto probabilmente la tomba in cui vi era sepolto il vescovo Siracosio. Qui vi è conservato il prezioso Sarcofago in pietra in cui riposavano le ossa del Vescovo, ricco di iscrizioni raffiguranti simboli evangelici.

Nella “Rotonda delle Sette Vergini” vi sono i resti di numerosi sarcofagi cavati all’interno della stessa roccia calcarea in cui sono scavati i cunicoli delle Catacombe. Questa “Rotonda” ospitava le tombe di una comunità religiosa a cui appartenevano sole donne, che a quei tempi era molto attiva nella città aretusea.

Nella “Rotonda di Antiochia” vi erano forse tombe riservate a personalità importanti della Siracusa bizantina; nelle pareti vi sono una serie di tombe scavate nella roccia di varie forme (rettangolari e arcuate) che circondano un Sarcofago posto al centro della stanza.

La “Rotonda di Adelfia” è nota per un reperto paleocristiano molto importante, il cosiddetto “Sarcofago di Adelfia” (esposto tuttora nel Museo Archeologico di Siracusa, poco distante da queste Catacombe) che vi conteneva le spoglie di una certa Adelfia, moglie di Valerio (forse due coniugi facenti parte dell’aristocrazia siracusana di allora). Questo Sarcofago scolpito in epoca bizantina si presenta di ottima fattura ed è ricoperto da splendidi bassorilievi raffiguranti vari episodi appartenenti all’Antico e al Nuovo Testamento. Al centro vi sono ritratti i due coniugi. Sulle pareti della “Rotonda” vi sono notevoli tombe ad arcosolio.

L’ultima “Rotonda” è quella di Eusebio. È chiamata così perché vi venne sepolto il “Papa Eusebio” (seppur per poco tempo). Questa rotonda è nota a causa di un’iscrizione posta in un sepolcro monumentale sempre ad arcosolio in cui vi era sepolta una certa Euskia (nome tradotto erroneamente in “Eusebio”). Questa iscrizione, scoperta nel 1894, riconduce all’antica festività consacrata a “Santa Lucia”, poiché in questa epigrafe vi era scritto “Euskia, l’irreprensibile, vissuta buona e pura per 25 anni, morì nella festa della mia Santa Lucia, per la quale non vi ha elogio abbastanza degno; fu cristiana fedele, perfetta, grata al suo marito di molta gratitudine”. In poche parole questa certa Euskia (forse moglie di un nobile siracusano) morì proprio nel giorno consacrato alla “Vergine Siracusana” (13 Dicembre). Da questa iscrizione risalente probabilmente all’ultimo periodo di vita dell’Impero Romano di Occidente, possiamo capire quanto il culto e la festa consacrata a “Santa Lucia” fossero importanti sia per i siracusani di allora, sia per i siracusani di oggi (vedi il link sulla festa di “Santa Lucia” per saperne di più sull’origine dei festeggiamenti in onore della “Patrona di Siracusa”).

Dopo aver visitato le Catacombe, non resta altro che visitare la Cripta di San Marziano, ubicata sotto quel che resta della Navata della Chiesa di San Giovanni Battista. Essa è stata ricavata all’interno di una piccola cava di estrazione di epoca greca (forse una Latomia interrata) che divenne in epoca tardo greca un’attiva officina in cui lavoravano alcuni vasai e ceramoplasti. In epoca romana quest’ipogeo venne trasformato in una cosiddetta “Chiesa clandestina” in cui i Cristiani siracusani si nascondevano dai Romani e nel frattempo veniva celebrato il “Rito dell’Eucarestia” con cui si rimembrava il momento in cui “Cristo spezzò e distribuì il pane e il vino agli Apostoli” (rito considerato da i Romani come offensivo nei riguardi degli Dei e dell’Imperatore). Bisogna sapere inoltre che all’interno di quest’ipogeo venne a predicare anche “San Paolo” durante il suo soggiorno a Siracusa (da qui “L’Apostolo delle Genti” giunse a Solarino presso la località “Pozzo di San Paolo”; vedi la sezione riguardante la città solarinese per saperne di più). Nel 68 d.C. in questa cripta venne sepolto il corpo di “San Marziano” primo Vescovo di Siracusa lapidato nel 68 d.C. poiché era cristiano. Probabilmente il corpo del “Santo” venne dato alle fiamme durante le invasioni arabe (con cui venne danneggiata sia la Chiesa di San Giovanni, sia la Cripta di San Marziano) e parte delle sue Reliquie vennero inviate a Gaeta (Provincia di Latina). mentre qualche frammento osseo è conservato nella Cattedrale di Siracusa, nell’Urna reliquiaria di “Santa Lucia”.

La Cripta si presenta a pianta quadrata delimitata da poderosi pilastri che sorreggono la volta formando arcate massicce. Dietro l’Altare principale vi è il cosiddetto “Sarcofago di San Marziano” in cui vi erano riposte le spoglie del “Santo Martire”.

Le pareti presentano sepolcri arcuati in cui vi erano sepolti altri Cristiani uccisi in epoca romana e anche quel che resta di notevoli affreschi tra cui citiamo l’affresco detto “Delle due Alessandre”, che raffigura i “Santi Pietro e Paolo” (questo affresco, così come tutti gli altri, è ormai rovinato e necessita di urgenti restauri).

 Bisogna dire infine che nelle Catacombe di San Giovanni e nella Cripta di San Marziano non si corre il rischio di rimanere impressionati da scheletri o da mummie poiché sono state intermanete bonificate e tutti i resti umani sono stati sepolti negli ossari delle Chiese barocche di Ortigia (soprattutto la Cattedrale e le Chiese collegate a Monasteri, che hanno veri e propri “Cimiteri” sotto le loro fondamenta).

L’orario di visita alle Catacombe di San Giovanni e alla Cripta di San Marziano è il seguente: dal 15 Marzo al 14 Novembre (orario estivo) va dalle 9.00 alle 18.00; dal 15 Novembre al 14 Marzo (orario invernale) va dalle 9.00 alle 13.00 (orario mattutino) e dalle 15.00 alle 18.00 (orario pomeridiano). L’ingresso alle Catacombe di San Giovanni costa 5 euro (3.50 ridotto), per saperne di più bisogna telefonare al numero +39 0931 64694. Per ulteriori informazioni visitate i siti web www.kairos-web.com e www.catacombesiracusa.it.

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