Siracusa, Catacombe di Santa Lucia

Siracusa

Catacombe di Santa Lucia

Le Catacombe di Santa Lucia, dopo un periodo di chiusura durato per oltre 50 anni, sono state riaperte al pubblico solo da pochi anni a questa parte. Il motivo più plausibile è dovuto all’instabilità delle caverne sotterranee e all’abbandono a cui esse sono state soggette (anche se nel 1919 sono state esplorate in parte dall’archeologo Paolo Orsi).

Comunque sia a Siracusa si dice questa prolungata chiusura sia dovuta a presunti fenomeni paranormali come schiamazzi, urla di dolore e apparizioni di fantasmi che terrorizzavano coloro che scendevano in questi cunicoli. La motivazione più plausibile di questi “fenomeni” è quella legata alle persecuzioni perpetrate nei confronti della comunità cristiana che risiedeva a Siracusa nel periodo in cui l’Imperatore Diocleziano ordinò il totale sterminio dei Cristiani. Difatti, oltre a “Santa Lucia”, in queste Catacombe vi venne sepolta numerosa gente torturata e uccisa con la semplice colpa di aver abbracciato il Cristianesimo, proprio come fece la giovane “Patrona di Siracusa”. Nonostante ciò, coloro che visitano le Catacombe di Santa Lucia hanno espressamente dichiarato di non aver visto o sentito niente. Si dice inoltre che queste grotte siano state chiuse perché sarebbe successo un fatto analogo a quello della “Grotta di Archimede”, cioè la scomparsa di un maestro con la sua scolaresca nei meandri inesplorati di queste catacombe che, a detta di tanti, sarebbe un unico fatto che, per sentito dire, è diventato una “leggenda metropolitana”. Altre dicerie su queste Catacombe sono che esse siano collegate alle altre più note (Vigna Cassia e San Giovanni) o ad altre ipotetiche Catacombe non ancora scoperte e che tutti questi sotterranei avessero vari accessi nei pressi del Mare di Siracusa (uno di questi ipotetici accessi è dato dalla cosiddetta Grotta delle Cornacchie).

Tornando a parlare delle Catacombe di Santa Lucia, va detto che queste sono le Catacombe più antiche della città che occupano buona parte del sottosuolo della “Borgata di Santa Lucia” considerando che vi sono alcune aree inesplorate poiché impraticabili, ma che potrebbero nascondere ancora cadaveri e reperti archeologici e attendono solo di essere esplorate (si dice che queste catacombe si colleghino con la sopracitata grotta marina posta presso la Riviera Dionisio il Grande, nota come “Grotta delle Cornacchie”, il cui interno andrebbe a collegarsi sia con le Catacombe di Santa Lucia, sia con altri ipotetici ipogei che sono ubicati nel sottosuolo siracusano). L’area visitabile si snoda attorno alla “Tomba di Santa Lucia” (che un tempo era inglobata nelle Catacombe assieme ad ipogei andati persi a causa della costruzione della Basilica di Santa Lucia al Sepolcro e del monumento sepolcrale che dovrebbe ospitare la “Santa”) si presenta divisa in quattro aree denominate “Regione A”, “Regione B”, “Regione C” e “Regione D”.

La “Regione A” è ubicata a nord est rispetto alla “Tomba di Santa Lucia”. Questa parte di Catacombe è caratterizzata da strette gallerie avente unicamente semplici sepolcri di forma rettangolare (probabilmente qui vi era seppellita gente appartenente a ceti sociali di rango inferiore). Qui vi sono i resti di un Oratorio di epoca bizantina.

La “Regione B”, posta poco più a sud della precedente, risulta caratterizzata da un’ampia galleria (probabilmente un acquedotto di epoca greca) da cui si snodano cunicoli provvisti di tombe piuttosto semplici. Qui vi è un Ipogeo di una certa importanza per la presenza di decorazioni pittoriche (ormai andate danneggiate per colpa dell’umidità) in cui vi era sepolta una donna di nome Castina. 

La “Regione C” è la più vasta ed interessante di queste Catacombe poiché si presenta ricca di fitti cunicoli colmi di interessanti Ipogei sepolcrali di varie forme tra i quali va citato il cosiddetto “Cubicolo del Buon Pastore”, in cui è raffigurato il medesimo soggetto evangelico. Qui vi è anche un interessante Ipogeo bizantino chiamato “Oratorio dei Quaranta Martiri di Sebaste”, poiché qui vi sono degli affreschi che raffigurano il martirio di 40 Cristiani (I “Santi Aezio, Eutichio, Cirione, Teofilo, Sisinnio, Smaragdo, Candido, Aggia, Gaio, Cudione, Eraclio, Giovanni, Filottemone, Gorgonio, Cirillo, Severiano, Teodulo, Nicallo, Flavio, Xantio, Valerio, Esichio, Eunoico, Domiziano, Domno, Eliano, Leonzio, Valente, Acacio, Alessandro, Vicrazio, Prisco, Sacerdote, Ecdicio, Atanasio, Lisimaco, Claudio, Ile, Melitone e Eutico”) uccisi presso la città armena di Sebaste.

La “Regione D” è la più misteriosa perché è quella che si presenta ancora inesplorata. Quindi non si consiglia di avventurarsi in questa parte delle Catacombe poiché non è provvista di luce elettrica, ma anche perché gli ipogei possono contenere ancora ossa e cadaveri, per cui vi è rischio di impressionarsi.

Le Catacombe di Santa Lucia sono aperte al pubblico dalle ore 9.30 alle 12.30 (orario mattutino perenne), 15.00 alle 17.30 (orario pomeridiano estivo) e dalle 15.00 alle 16.30 (orario pomeridiano invernale in vigore con l’ora solare). Il biglietto d’ingresso costa 5 euro, per informazioni visitate il sito www.catacombesiracusa.it.

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