Siracusa, Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro

La Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro (o di Santa Lucia fuori le Mura) sorge presso la Piazza Santa Lucia (importante area verde della città di Siracusa ubicata al centro della “Borgata di Santa Lucia). Essa è considerato come uno dei più importanti luoghi di culto consacrati alla “Patrona di Siracusa”, assieme alle Chiesa di Santa Lucia alla Badia e alla maestosa Cattedrale barocca intitolata alla “Vergine Siracusana”. Questa Chiesa, assieme all’attiguo Convento francescano, sorgono nel punto in cui venne martirizzata “Santa Lucia”. Bisogna dire che la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro è chiamata così perché in prossimità di essa vi è il “Sepolcro di Santa Lucia”, sotto di cui si snoda un vasto complesso catacombale (Catacombe di Santa Lucia), il tutto racchiuso da una costruzione circolare tardoseicentesca. È nota anche come “Santa Lucia Fuori le Mura” poiché un tempo si trovava fuori dalla città (che fino agli ultimi anni dell’800 era circoscritta solo all’isolotto di Ortigia e all’area occupata tuttora dal Corso Umberto I). 

La Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro è una delle più antiche Chiese cristiane della Sicilia, poiché venne eretta in periodo bizantino in prossimità delle Catacombe in cui venne sepolto il corpo di “Santa Lucia” (che tuttora giace a Venezia presso la Chiesa di Sant’Elia). Rimameggiata e utilizzata come Moschea in epoca araba, la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro venne ristrutturata e ampliata in epoca normanna (anno 1115). Nel 400 la facciata della Chiesa venne ulteriormente consolidata assumendo forme rinascimentali e sorse anche il Convento che a partire del 1618 ospiterà (e ospita tuttora) i Frati Minori Riformati (appartenenti al ramo dei Frati Francescani). Grazie ai continui rifacimenti effettuati nei secoli passati, durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693 la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro seppur venendo gravemente danneggiata non crollò del tutto mantenendo la struttura originaria. La Chiesa venne restaurata nei primi anni del 700 grazie all’architetto siracusano Pompeo Picherali, che progettò le fastose forme barocche interne ed esterne dell’edificio sacro. La Chiesa, dopo aver subito vari interventi di restauro, è tuttora aperta al pubblico.


La facciata della Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro.

La facciata della Chiesa presenta vari elementi architettonici appartenenti ad epoche epoche diverse. La parte inferiore (opera di Pompeo Picherali) è stata interamente ricostruita nei primi anni del 700 e si presenta in forme barocche. Esso, che funge da vestibolo d’ingresso sia all’interno della Chiesa, sia all’interno del Convento ad essa attaccato, presenta otto colonne massicce di tipo tuscanico – classicheggiante; due di esse sostengono il timpano spezzato che delimita l’ingresso alla Basilica, mentre le altre 6 sorreggono la trabeazione centrale dell’edificio sacro. Accanto al portale d’ingresso (chiuso da una bella cancellata in ferro battuto) vi sono due pregevoli nicchiette inquadrate da due colonnine che sostengono eleganti timpani spezzati (una tipica orlatura barocca che prende il posto dei timpani triangolari o trapezoidali utilizzati in epoca rinascimentale per orlare portali, finestre, trabeazioni o frontoni a seconda dei casi). A destra vi è un arco in stile semplice affiancato da una bella finestrella rettangolare incorniciata da decorazioni geometriche scolpite con la tecnica del bassorilievo (che è la parte frontale del porticato laterale della Basilica di cui parleremo più sotto). La parte superiore della Chiesa presenta uno stile architettonico differente risalente ad epoca bizantina (con rifacimenti normanni – rinascimentali) caratterizzato da una facciata semplice di forma regolare recante un ricco Rosone circolare al centro. La parte superiore della Chiesa è orlata ai lati da merlature (di epoca settecentesca) che cingono il tetto di forma spiovente. A sinistra della facciata vi è il massiccio Campanile di epoca normanna (con rifacimenti quattrocenteschi e settecenteschi) presentante quattro celle campanarie poste nei quattro lati della parte superiore del Campanile, inquadrate da eleganti pilastrini. La sommità della torre campanaria è orlata da una merlatura di ispirazione medievale.

A destra della facciata possiamo ammirare l’ardito porticato barocco (sempre opera di Pompeo Picherali) che cinge la parte destra della Chiesa e funge da atrio d’ingresso al Convento dei Frati Minori Riformati. Esso presenta una parte frontale ubicata a lato della facciata della Chiesa (appena descritta poch’anzi), mentre il porticato vero e proprio presenta una serie di 11 archi (di cui uno centrale che funge da ingresso laterale alla Chiesa) sostenuti da 12 colonne.

Dopo aver valicato il portale d’ingresso posto nella facciata, possiamo ammirare il portale originario della Chiesa costruito in epoca arabo – normanna di forma arcuata. Da qui ci immettiamo all’interno della Chiesa, che presenta tre Navate disposte a “Croce Latina” ricostruite nel 700 sotto forme barocche, anche se la struttura si presenta di matrice normanna.

La Navata centrale presenta una pregevole Volta lignea dal 400 (scoperta dopo un intervento di restauro effettuato nel 1946) sostenuta da eleganti colonne coronate da eleganti capitelli corinzi.

 Sull’Altare Maggiore della Chiesa (in marmo policromo) possiamo notare una copia dello splendido dipinto del 1608 di Michelangelo Merisi meglio noto come “Caravaggio” (uno dei più importanti pittori della storia dell’arte italiana) che raffigura “Il Seppellimento di Santa Lucia” (l’originale è esposto sempre a Siracusa presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia posta nel centro storico di Ortigia).

Questa è una delle opere d’arte più importanti del panorama pittorico italiano in cui si nota la mano del pittore che, colpito dalla vita di “Santa Lucia”, descrive con serenità il seppellimento della “Martire Siracusana”, ambientato probabilmente all’interno dell’Orecchio di Dionisio dando indirettamente una congiunzione storica con la Siracusa greca (rappresentata dall’Orecchio di Dionisio) potente ma priva di religiosità cristiana, e la Siracusa tardoromana, i cui abitanti abbracciarono la Religione Cristiana dopo aver visto le atroci sofferenze in cui la giovane “Santa Lucia” andò incontro per essersi dichiarata Cristiana davanti alle autorità romane di quel tempo (rappresentato con il seppellimento della “Santa”). bisogna dire che questo dipinto non mostra scene di strazio o di tristezza, ma di onore verso la giovane “Martire” (che i realtà era stata decapitata ma nel quadro presenta solo una ferita al collo appena accennata) che ben presto diverrà il principale punto di riferimento dei siracusani (assieme alla “Madonna delle Lacrime”). Si dice anche che questo dipinto fosse stato dettato dall’incubo che il Caravaggio aveva sempre in quel periodo, quello di essere catturato e decapitato per alcuni guai con la giustizia (tra cui vi era anche una condanna per omicidio). In quel periodo Caravaggio, ospite del pittore siracusano Mario Minniti (amico di Caravaggio) dipinse proprio questa opera d’arte molto importante per la città aretusea. Dopo un lungo restauro questa importante tela del Caravaggio è posta tuttora sull’Abside centrale della chiesa.

Presso l’Altare Maggiore possiamo anche ammirare la cosiddetta “Colonna del Martirio”, ubicata nel punto in cui probabilmente venne uccisa “Santa Lucia”.

Nella Chiesa si conservano anche due preziosi “Crocifissi” lignei di cui uno dipinto su tavola risalente al XIII secolo e altre pere d’arte sacra (dipinti e statue) poste negli Altari posti nelle Navate e nelle Cappelle laterali.

Nella Sacrestia della Chiesa vi è un prezioso “Casserizio” ligneo settecentesco che raffigura episodi legati alla vita di “San Francesco d’Assisi”. Da qui si accede all’attiguo Convento Francescano (ampiamente rimodernato).

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