Siracusa, Museo Archeologico Paolo Orsi

Il Museo Archeologico “Paolo Orsi” venne inaugurato nel 1988, dopo due decenni che videro la sua costruzione. La prima sede di questo Museo intitolato all’archeologo trentino Paolo Orsi (che dedicò parte della sua vita allo studio delle rovine neolitiche, sicule, greche, romane, bizantine e medievali ubicate a Siracusa e Provincia) era presso un palazzo settecentesco ubicato nella centrale Piazza Duomo in Ortigia (ora sede del Gabinetto Numismatico). Quando questa sede divenne inopportuna per raccogliere reperti e turisti, si decise nel 1964 di utilizzare i soldi stanziati dalla “Cassa per il Mezzogiorno” per costruire un nuovo Museo più grande, più moderno e più funzionale, che venne inaugurato dopo due decenni di lavori.

Il Museo sorge presso il Viale Teocrito tra le Catacombe di San Giovanni e di Vigna Cassia) all’interno del parco della Villa Landolina – Navanteri, posta all’interno dei resti di una piccola latomia (vedi il link “Villa Landolina – Navanteri, Latomia e Cimitero Protestante” per saperne di più).

Il Museo Archeologico “Paolo Orsi” possiede un ingresso a parte in cui sono esposte grosse statue di epoca greco – romana che immette subito nell’ampia struttura espositiva contenente numerosi reperti archeologici provenienti da Siracusa e dai siti archeologici ubicati nella sua Provincia (in particolare dalle rovine delle antiche città di Akrai, Casmene, Megara Hyblea, Thapsos, Eloro, Netum dalle rovine di Castelluccio, dalla Necropoli di Pantalica, dal Promontorio di Pachino, da Cozzo Cisterna e da altre aree del siracusano) e da altri siti archeologici siciliani (quali quelli di Kamarina, Cava d’Ispica, Castiglione, Mendolito, Tindari ecc…). Infatti questo è il museo archeologico più importante della Sicilia orientale con i suoi 9000 metri quadri di spazio espositivo divisi in tre settori chiamati A, B e C.

Il Settore A comprende tutti i reperti di epoca preistorica, neolitica e sicula tra cui vanno menzionati i due scheletri di Elefante Nano ritrovati presso la Grotta di Spinagallo vicino Cassibile (cavità rocciosa posta nelle alture iblee ubicate tra i territori comunali di Siracusa, Noto e Canicattini Bagni) e moltissimi oggetti in bronzo, in osso e in pietra, anfore e giare in terracotta, armi in rame bronzo e monili in metallo provenienti da Stentinello (contrada posta preso il confine tra i territori comunali di Siracusa e Melilli), Pantalica (Sortino), Megara Hyblaea (Augusta), Thapsos (Priolo Gargallo), Castelluccio (Noto). Inoltre vi sono conservati alcuni fossili di animali preistorici provenienti da molte cave iblee della Provincia di Siracusa (tra cui quelli rinvenuti nella cosiddetta “Valle di Ternullo” presso Carlentini e presso le grotte del Promontorio di Pachino oltre a varie aree collocate sui Monti Iblei) e molti graffiti preistorici come quelli rinvenuti nella “Grotta di San Corrado” ubicata presso Palazzolo Acreide. Vi sono anche numerosi reperti provenienti dalle province di Ragusa, Catania, Caltanissetta e Agrigento.

Il Settore B comprende tutti i reperti di età greco – romana provenienti da Siracusa e dalle zone limitrofe alla città. Qui possiamo ammirare due statue “acefale” (senza testa) raffiguranti due “Kouros” (giovani di sesso maschile) ritrovate presso le aree archeologiche di Leontinoi (Lentini) e Megara Hyblaea (Augusta); una statua raffigurante la “Dea Madre” che allatta due gemelli, proveniente da Megara Hyblaea; un fregio proveniente dall’antico Tempio di Atena (ora Cattedrale cittadina) raffigurante la “Gorgone” (un mostro mitologico che al posto dei capelli aveva dei serpenti, uccisa secondo la leggenda dall’eroe greco Perseo); un cavallino bronzeo di epoca greca ritrovato a Siracusa presso la Necropoli greca ubicata in Contrada Fusco (vedi link “Territorio ibleo siracusano” per saperne di più); una serie di ceramiche dipinte provenienti da Ortigia; un “Kouros” acefalo rinvenuto a Siracusa presso l’area archeologica) infine la cosiddetta “Venere Anadiomene” o “Venere Landolina” (dal nome del suo scopritore) rinvenuta a Siracusa presso il quartiere Acradina; un sarcofago marmoreo con varie figure in bassorilievo e la nota “Epigrafe di Euskia” (molto importante per il culto storico di “Santa Lucia”) provenienti dalle Catacombe di San Giovanni. Vi sono inoltre altri piccoli reperti (vasi, statuette, fregi, monete ecc…) esposti presso questo settore del Museo.

Nel Settore C sono esposti i reperti provenienti sia dalle città sottomesse a Siracusa e dalle aree archeologiche del territorio provinciale in particolare dalle città di Noto (rovine di Netum ed Eloro), Palazzolo Acreide (rovine di Akrai), Lentini (rovine di Leontinoi), Augusta (rovine di Megara Hyblea), Buscemi (rovine di Casmene); sia da altre aree della Sicilia in particolare dalle Province di Ragusa (in particolare reprti provenienti dall’antica città di Camarina, ubicata presso l’attuale Santa Croce Camerina), Catania (reperti provenienti da Catania, Adrano. Belpasso, Paternò e Caltagirone), Caltanissetta (reperti provenienti dagli scavi archeologici di Gela), Agrigento (reperti provenienti dalla “Valle dei Templi” e da altre zone archeologiche dell’agrigentino) e Messina (reperti provenienti da Tindari, Naxos e Taormina).

Sotto le ale del Museo vi è un Auditorium piuttosto funzionale in cui si svolgono proiezioni sulla storia del Museo Archeologico (giornaliere) e convegni vari.

Il Museo Archeologico “Paolo Orsi” è aperto al pubblico tutti i giorni. Gli orari di visita sono i seguenti: il Lunedì dalle 15.00 alle 17.00; dal Martedì al Sabato dalle 9.00 alle 13.00 (orario mattutino) e dalle 15.00 alle 17.00 (orario pomeridiano); la Domenica dalle ore 9.00 alle ore 13.00. L’ingresso costa 4 euro (2 euro ridotto). Per informazioni più dettagliate bisogna telefonare al numero +39 0931 464 022.

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