*Siracusa, Necropoli di Contrada Fusco – Canalicchio (Galere di Fusco – vera Tomba di Archimede?)

Siracusa

*Necropoli di Contrada Fusco – Canalicchio
(Galere di Fusco – vera Tomba di Archimede?)

Percorrendo la SS 124 Siracusa – Floridia in direzione della cittadina floridiana (e dell’imbocco della A 18 Siracusa – Gela), nel retro del Cimitero di Siracusa in Contrada Canalicchio vi è un rilievo montuoso sopra cui sorgono i quartieri “Epipoli – Villaggio Miano”, “Pizzuta” e le case periferiche della frazione di Belvedere nel cui crinale vi è ubicata la Necropoli greca più antica di Siracusa, chiamata “Necropoli di Fusco – Canalicchio” dall’archeologo Paolo Orsi che la scoprì negli ultimi anni dell’800. Essa forma assieme ai sepolcri di Contrada Fusco – Regina lungo la limitrofa S.P. 14 Siracusa – Canicattini – Palazzolo la vasta Necropoli del Fusco, il più grande sito funerario dell’antica città siracusana con oltre 700 sepolcri.

Questa Necropoli risale probabilmente al 700 a.C. ed è caratterizzata da grotte naturali ed artificiali (le più antiche di epoca siculo – castellucciana) nonché di sepolcri a fossa dentro cui sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici (urne cinerarie, monili, vasellame ecc…) tra cui un pregevole cavallino bronzeo esposto al Museo Archeologico della città aretusea. Si presume che in una di queste tombe rupestri sia stato sepolto lo scienziato siracusano Archimede dopo esser stato assassinato durante l’assedio romano di Siracusa. Si diceva che era formata da un pinnacolo sferico sorretto da un cilindro (lo stesso Cicerone la cita in suo manoscritto) ed era circondata da una folta vegetazione (molti però pensano che questa tomba si trovi più a sud a ridosso delle sponde dell’Anapo, e le tombe più vicine a quell’area sono quelle di Cozzo Pantano).

Oltre alla Necropoli, vi sono i resti di una Latomia nota come “Galere di Fusco” nei pressi della quale vi sorgeva un carcere naturale simili a quelle della Latomia del Parco Archeologico della Neapolis. Essa è formata da vari tagli longitudinali e da conche scavate artificialmente dagli schiavi assoggettati ai tiranni siracusani.  Da citare anche le tracce di alcuni tratti delle Mura Dionigiane e tracce di rovine varie come ruderi di antichi edifici residenziali o presunti templi.

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