Ortigia, Castello Maniace (Piazza d’Armi “Arena Maniace” – Castello Svevo – Bastione Cinquecentesco)

Ortigia
(Centro storico di Siracusa)

Castello Maniace
(Piazza d’Armi “Arena Maniace” – Castello Svevo – Bastione Cinquecentesco)


L’imponente Castello Maniace, il principale monumento medievale di Ortigia.

Il Castello Maniace è il monumento medievale più importante e misterioso di Siracusa nonché uno dei pochi castelli di epoca sveva dell’area geografica del Val di Noto (gli altri sono il Castello Svevo di Augusta e il Castello Ursino di Catania) rimasti in piedi dopo il tremendo terremoto che l’11 Gennaio 1693 portò distruzione e morte nella Sicilia sud orientale compresa Siracusa. Questo è l’edificio medievale più importante della città aretusea che si presenta velato da un alone di mistero comune a gran parte dei castelli svevi fatti erigere da Federico II (in particolare il cosiddetto “Castel del Monte” posto vicino la città pugliese di Andria), vista la sua particolare struttura costruttiva che si presenta molto dissimile ad una fortezza difensiva; secondo molti studiosi si tratterebbe di una postazione per lo studio dei corpi celesti da collegarsi in ambito religioso – astrofisico. La vera fortezza militare era il non più esistente “Castello Marieth” che era ubicato nell’area occupata attualmente dalla Piazza Lepanto (vedi link nella pagina principale di Siracusa per saperne di più).

Il Castello venne fatto edificare in epoca normanna nel 1038 da generale Giorgio Maniace (per questo è noto come “Castello Maniace”) nel luogo in cui molto probabilmente vi era il “Palazzo dei Tiranni” ossia la residenza di coloro che regnarono all’epoca della “Sicilia Greca” sulla città aretusea e sulle loro colonie, presso cui vi era anche un tempio dedicato alla Dea Giunone; questo “palazzo” in epoca araba molto probabilmente venne adibito a “moschea” di tipo fortificato. Inizialmente si presentava come una piccola fortezza utilizzata per controllare lo specchio di mare tra Ortigia e la Penisola della Maddalena e sventare così eventuali attacchi marittimi dei saraceni verso il porto della città aretusea (l’attuale Porto Grande). Nel 1240 questa fortezza venne ampliata dall’architetto militare Riccardo da Lentini in collaborazione con maestranze sveve e monaci – ingegneri molto probabilmente cistercensi (anche se si dice sia intervenuto anche qualche esponente dei leggendari Cavalieri Templari nella sua costruzione) per ordine del Re Federico II di Svevia che volle una sua residenza anche a Siracusa, in cui lui soggiornò molto spesso (e molto probabilmente vi effettuava gli studi di cui abbiamo parlato prima). Passata l’epoca sveva, il Castello Maniace divenne “fortezza” a tutti gli effetti, ospitando anche la sede del Parlamento Reale Siciliano nel periodo in cui la capitale venne spostata a Palermo (mentre la Camera Reginale presieduta dalla Regina era posta in prossimità dell’attuale Piazza Duomo) fino alla prima metà del 1400 quando la Sicilia fece parte del Regno di Napoli. Durante questo periodo questo castello vi alloggiarono i Sovrani e le Regine di Sicilia della famiglia Aragona. Dopo il 1500 il Castello assunse di nuovo le funzioni di fortezza (dotata di cannoni) sotto il Vicereame di Sicilia per volere dell’Imperatore Carlo V di Asburgo, divenendo in grado di ospitare anche i massimi esponenti militari dell’epoca (tra tutti l’ammiraglio genovese Andrea Doria). Nel 1600 il Castello Maniace divenne anche uno dei carceri più noti della Sicilia in cui venivano rinchiusi principalmente detenuti di guerra (in special modo soldati saraceni). Nel 1693 venne danneggiato dal terremoto, ma non venne distrutto vista la sua solidità strutturale, ma nel 1704 un locale in cui era posta la polvere da sparo per i cannoni esplose danneggiando buona parte dell’antica fortezza sveva che, oltre ad essere restaurata, venne rinforzata ancora di più. Durante le epoche napoleoniche e borboniche il castello mantenne la funzione di fortezza marittima perdendo quella di carcere (che venne spostato dietro la Piazza Duomo nei pressi dell’attuale Via Carceri Vecchie) e, per proteggerlo da eventuali attentati antiborbonici (che avvenivano nell’epoca del risorgimento) venne dotato di casematte provviste di cannoni. Dopo l’Unità d’Italia il Castello venne abbandonato per essere poi restaurato, dato in gestione al Demanio Militare di Siracusa e infine reso fruibile ai turisti dal 2009 in poi. Sempre nel 2009 il Castello Maniace ha ospitato le riunioni del “G8 Ambiente” che ha visto Siracusa come protagonista. Oggigiorno il Castello Maniace è uno dei principali monumenti che vengono visitati presso il centro storico siracusano di Ortigia.

L’ingresso al castello è posto a sud di Piazza Federico II di Svevia, in cui è posta la biglietteria da cui si accede ad un largo spiazzale, in cui è posta la cosiddetta “Arena Maniace” in cui si svolgono concerti e spettacoli musicali e numerose altre rassegne culturali.

Da qui arriviamo presso lo sperone meridionale di Ortigia in cui è collocato il Castello Maniace. La fortezza è raggiungibile tramite un ponte che oltrepassa un breve fossato che conduce ad un portico arcuato d’ingresso delimitato da due grossi pilastri sopra cui vi sono due nicchie che servivano per sostenere un ponte levatoio (il ponte di accesso è di costruzione relativamente recente).

Attraversato il portico entriamo nell’ampio spiazzale delimitato da una possente cerchia muraria (fortificata nel 1500) noto come la “Piazza d’Armi” del castello che un tempo ospitava un inespugnabile bastione (di cui resta l’ingresso con una parte delle sue poderose mura) che proteggeva l’accesso a questo particolare Castello Svevo di Siracusa, collegato ad Ortigia dal sopracitato ponte levatoio posto sul fossato che formava un isolotto artificiale (che venne interrato). La Piazza d’Armi venne ampliata nel 500 con la conseguente fortificazione del Castello Maniace per volere dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo, che fece trasformare questo sito svevo in una vera e propria fortezza militare a difesa di Siracusa e della sua costa.

All’interno della Piazza d’Armi possiamo ammirare oltre all’edificio principale del Castello Maniace (di cui parleremo più sotto) l’edificio che un tempo ospitava la Chiesa di San Giacomo al Castello, sconsacrata nella seconda metà dell’800, modificata nel prospetto e che tuttora ospita la “Sala delle Cartografie del Castello Maniace”, piccolo spazio museale utilizzato per convegni e vari eventi culturali.

Alla nostra destra, presso la sede delle stalle cinquecenteche della Piazza d’Armi, è stato posto l’Antiquarium del Castello Maniace; esso è un piccolo museo in cui sono esposti vari reperti rinvenuti presso il castello. Qui sono esposti due arieti di fattura gotica che vennero donati al Cavaliere Antonio Ventimiglia da Palermo dal Re Alfonso il Magnanimo nel 1448 e collocati un tempo presso l’ingresso principale del castello. Inoltre vi sono fregi e capitelli medievali, frammenti litici e vasellame di vario tipo. 

Di fronte a noi si affaccia il Castello vero e proprio, che si presenta di forma quadrangolare ai cui vertici sono poste quattro torri cilindriche di cui una ospita un faro a luce intermittente verde, che segnala ai naviganti la presenza della punta meridionale di Ortigia. La presenza di torri cilindriche ai vertici dei “castelli svevi” fatti erigere dall’Imperatore Federico II è un’altro mistero sugli studi del sovrano, poiché in molti suoi castelli ricorre sempre questa forma quadrangolare con quattro torri o bastioni ai vertici, che sembrerebbero riconducibili alle “Quattro Virtù Teologali” ossia le sono le quattro torri, legate a “Dio Padre” simboleggiato nel corpo centrale del castello (una conformazione simile al Castello Maniace ce l’ha il “Castello Ursino” di Catania). Il portale d’ingresso del Castello Maniace si presenta ad arco cuspidato arricchito con bassorilievi raffiguranti ghirlande floreali. Qui vi erano posti gli arieti bronzei ora collocati nell’Antiquarium, che erano posti su due mensole in pietra situate nei vertici del portale. Sopra di esso è collocato un bassorilievo raffigurante lo stemma del Vicereame di Sicilia. Accanto al portale vi sono due strette feritoie di forma arcuata. La parete esterna del Castello presenta numerose feritoie di questo tipo, ma nella parte sudorientale vi è una grande finestra arcuata che molto probabilmente fungeva da postazione panoramica (anche se in epoca sveva potrebbe essere stata utilizzata per lo studio dei corpi celesti da parte di Federico II di Svevia).

L’interno del Castello Maniace presenta un ampio cortile che, come in gran parte dei castelli svevi voluti dall’Imperatore Federico II, non svolgeva la funzione di “Piazza d’Armi” interna (spiazzale posto in tutti i castelli medievali in cui venivano collocate catapulte e altri strumenti per la difesa del palazzo) ma di atrio delimitato da arcate cuspidate sostenute da massicce colonne con capitelli recanti bassorilievi floreali al centro delle quali si aprono le finestre feritoie. Un altro fattore misterioso del Castello Maniace è dato dall’assenza di magazzini e di stalle presso questo cortile (a parte quelli facente parte della fortezza cinquecentesca posti presso la Piazza d’Armi), cosa che rende ancor più dubbioso l’utilizzo di questo castello svevo.

Da questo atrio si accede ai locali del castello in cui vi sono poste numerose stanze una più particolare dell’altra. Degne di nota sono i grandi saloni in cui sono posti i particolari camini che in inverno servivano per scaldare tutto il castello.

Qui possiamo ammirare la Cappella del Castello chiamata ora “Sala Caravaggio” (in cui è posta una riproduzione del “Martirio di San Giovanni Battista” del Caravaggio) presso cui vi è un Altare recante la “Croce dei Cavalieri di Malta” (che senza ombra di dubbio frequentavano questo castello).

La sala più bella del Castello è senza dubbio il “Salone Ipostilo” (che ha ospitato le riunioni del G8 Ambiente tenutosi a Siracusa nell’Aprile del 2009), in cui vi sono ben 20 colonne in marmo bianco e nero che sorreggono una particolare volta a crociera. Senza dubbio questa era la sala principale del Castello Maniace in cui Federico II di Svevia vi presiedeva le sue udienze. Presso questa sala sono stati rinvenuti alcune lastre di pietra con iscrizioni che si avvicinano all’alfabeto runico del Nord Europa (da cui deriva la lingua sveva, progenitrice delle lingue tedesche e olandesi) probabilmente simboli utilizzati durante gli studi arcani di Federico II. Secondo gli studiosi, questa sala per la sua struttura si presenta simile ad una moschea ed è plausibile l’ipotesi che Giorgio Maniace costruì la primitiva fortezza da cui si sarebbe sviluppato l’attuale Castello riadattando una moschea islamica di tipo fortificato.

Le quattro torri poste ai vertici del castello presentano una particolare scala a chiocciola che conducono alle loro sommità. Negli ingressi alle torri sono posti bassorilievi raffiguranti altri misteriosi simboli tra i quali un’aquila con le vele spiegate, un volto molto simile a quello delle raffigurazioni dell’Imperatore Federico II, delle figure nude, un ragazzo ferito ecc… che sono visibili anche in altri castelli svevi sempre voluti dallo stesso Federico II.

Va detto infine che, presso il Castello Maniace è stato rinvenuto un ipogeo che conduce ad una cisterna sotterranea (alimentata da una sorgente di acqua dolce che proviene dal sottosuolo siracusano) chiamata “Bagno della Regina”.

La cinta muraria esterna del castello è stata completamente rinforzata agli inizi del 500 arrivando a circondare il Castello Maniace; essa è delimitata da una passerella che parte dalla Piazza d’Armi e arriva fino al bastione difensivo posto a sud del castello. Ad est della Piazza d’Armi è posto una piccola fortezza (la polveriera del castello?) in cui vi è un arco di accesso che conduce ad una torretta di avvistamento a circolare e ad un cunicolo che conduce presso la scogliera limitrofa al castello.

Dalla passerella, andando dietro il castello, si raggiunge un bastione cinquecentesco di forma triangolare posta presso la punta meridionale di Ortigia (la cosiddetta “Bocca del Porto”), chiamato “Bastione Maniace” o della “Vignazza”. Questo bastione serviva per controllare il tratto marino tra il Porto Grande e il Mare Ionio per evitare attacchi saraceni mediante potenti cannoni. Gli interni del bastione fungevano da magazzino per il Castello Maniace (collegato ad esso da una piccola porta) e presentano interessanti arcate.

Il Castello Maniace è visitabile tutti i giorni dalle 09.00 alle 13.00 e per visitarlo bisogna munirsi del biglietto d’ingresso (venduto dalle 09.00 fino alle 12.30) che costa 4 euro (2 euro ridotto, gratuito per i minorenni e per i maggiori di 65 anni). In occasioni speciali (in prossimità delle feste natalizie o in estate) l’ingresso al Castello Maniace può essere totalmente gratuito, a seconda degli eventi organizzati dall’ente (la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa) che gestisce e preserva il Castello Maniace.

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