Ortigia, Mercato di Ortigia

Il “Mercato di Ortigia” vero e proprio, si è trasferito tutt’attorno al Palazzo del Mercato tra la Piazza Pancali e le Vie Trento, Giaracà, Lanza e De Benedictis; proprio in quest’ultima viuzza vi è concentrato il cuore pulsante di questo folcloristico mercato, considerato come il più importante della città insieme a quello giornaliero ubicato nel quartiere “Santa Panagia” (periferia nord est di Siracusa).


Il “Mercato di Ortigia”.

Qui possiamo ammirare le bancarelle colme di vivande come ortaggi, carni, latticini, legumi ma soprattutto pesci, frutti di mare e vari prodotti ittici, le cui bancarelle corrispondenti alle attigue botteghe (appartenenti a svariate famiglie di pescatori abbastanza note a Siracusa e in provincia), ma soprattutto le cosiddette “Vanniate” (grida) di coloro che devono venderlo, portano il turista in un’atmosfera molto lontana dalla fredda modernità di oggi, quando i prodotti erano veramente genuini e venivano venduti folcloristicamente alla gente che, attratta dalle grida del “Principale” (colui che aveva in gestione la bancarella, ossia ne era il “capo” o “padrone”) o dei cosiddetti “Picciotti” (letteralmente significa “Ragazzi”, ma indica coloro che, assieme al “Principale”, gestivano la bancarella; di solito erano soci o parenti di quest’ultimo) oppure dai “Iarzuni” (il significato letterale è “Garzone”, ma indica coloro che lavoravano per il “Principale” o per i “Picciotti”), accorrevano per comprare le vivande (genuine e più saporite e naturali di quelle che si comprano nei moderni centri commerciali) che la terra o il mare dava con il sacrificio di chi lavorava duramente per sfamare le proprie famiglie. E tutto questo avviene ancora qui in questo mercato e nei tanti altri mercati giornalieri, settimanali o quindicinali (che si tengono ogni 15 giorni) nei centri della provincia aretusea.


Bancarelle del Mercato di Ortigia in cui si vendono prodotti ittici.

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