Siracusa, Villa Landolina – Navanteri (Villa nobiliare – Latomia Navanteri – Ipogei sepolcrali paleocristiani – Cimitero Protestante di Siracusa)

Accanto al Museo Paolo Orsi notiamo una villetta settecentesca fatta erigere dalla famiglia Landolina, ma poi acquisita in seguito dai Marchesi Navanteri un’altra famiglia nobile siracusana. Questa villa, così come la zona limitrofa comprendente anche buona parte della Balza Acradina, è nota anche come “A Testa o’ Re” per la presenza di un fregio recante un mascherone grottesco riportante una corona in testa. La villa, raggiungibile dal museo, possiede una bella facciata contraddistinta da un portale arcuato incassato dentro una scalinata riportante fregi in bassorilievo che raffigurano figure geometrico – floreali; accanto vi sono due piccoli portali arcuati. La parte superiore della facciata, orlata da una elegante merlatura, possiede piccoli balconcini. Il frontone della facciata ospita una piccola cella campanaria. Di fronte alla villa vi è posta una grande fontana. L’interno della villa appartiene ancora alla famiglia Navanteri presenta interessanti interni d’epoca. Accanto alla villa vi sono due eleganti torrette e i locali ospitanti stalle e magazzini.

Attorno alla villa vi sono degli ipogei rupestri che formano la cosiddetta “Latomia Navanteri”, una piccola cavità che serviva in epoca greca per l’estrazione di materiali di costruzione (blocchi di pietra) che ospitano un interessante quanto poco noto sistema di catacombe di epoca paleocristiana formato da grotticelle ipogeiche (che non sono collegate con le limitrofe di “San Giovanni” malgrado alcune credenze popolari) suddivise in vari ambienti sotterranei composti da 8 siti sepolcrali di cui il primo noto come “Ipogeo 1 -Assennato” è posto a nord della Villa Landolina – Navanteri (all’incrocio tra Viale Teocrito e Via Von Platen) e presenta una camera sepolcrale con i resti di una tomba “a baldacchino”; il secondo ambiente ipogeico è formato dagli “Ipogei I, II, III – Arancio” (ad ovest della villa a poca distanza dal Museo Paolo Orsi) che è quello più interessante visto che è formato da un gran numero di sepolcri (formati da loculi quadrangolari e arcosoli arcuati) dislocati in tre camere aventi anche raffigurazioni pittoriche ormai poco leggibili; gli ipogei IV, V e VI sono posti a sudovest del Museo Paolo Orsi di Siracusa e purtroppo non visitabili poiché ricadono all’interno del perimetro delle fondamenta del museo e pertanto sono stati murati (ma non per questo distrutti e in un futuro si parla di una riapertura al pubblico) e sono piuttosto simili agli Ipogei Arancio; l’ultimo ambiente ipogeico è formati dagli “Ipogei VII, VIII, IX e X” e sono i più grandi della Latomia Navanteri poiché formati da quattro cameroni riportanti vari sepolcri a fossa o a nicchia (nonché sepolcri a baldacchino) posti a sud della Villa Navanteri. Questo sistema di catacombe è stato studiato da molti archeologi tra i quali vanno citati lo stesso Paolo Orsi a cui è intitolato il museo di Siracusa, Luigi Bernabò Brea e il canicattinese Giuseppe Agnello. Tutti i reperti ritrovati all’interno di questi siti sepolcrali (tracce di affreschi, mosaici, iscrizioni, frammenti ceramici, lucerne e vasellame vario) è esposto all’adiacente Museo Paolo Orsi di Siracusa.

All’interno di essa vi è un grande parco con alberi secolari, che ospita anche l’antico Cimitero dei Protestanti, in cui è sepolto il poeta di origini tedesche Augusto Von Platen, che proprio come la danese Christiane Reimann (vedi link “Villa Reimann” nella pagina precedente), rimase affascinato dalle bellezze della città aretusea tanto da risiedervi fino alla morte.