*Santa Maria del Focallo, Pantano Longarini

Homepage – IspicaS. M. del FocalloPantano Longarini

Santa Maria del Focallo
(Frazione di Ispica)

*Pantano Longarini
(Saline del Pantano Longarini – Spiaggia a sud del Pantano Longarini)


L’area umida di Pantano Longarini.

Il Pantano Longarini è il più grande specchio d’acqua salmastra delle Province di Ragusa e Siracusa (essendo ubicato lungo la linea di confine che le delimita), corrispondenti ai territori di Ispica e Pachino (rispettivamente ad ovest e ad est), mentre a nord il pantano bagna una minima porzione dell’estremità sudoccidentale del vasto territorio comunale di Noto (Contrade Cozzo Lomo, Passo Corrado e Case Ramaddini).

Si tratta di uno dei più grandi “laghi costieri” della Sicilia (il secondo per estensione dopo il Biviere di Gela) essendo di conseguenza il “pantano” più grande e profondo della Sicilia sudorientale, la cui salvaguardia oggigiorno è curata dall’associazione italo – tedesca “Stiftung Pro Artenvielfalt” ossia “Fondazione Pro Diversità”, che si occupa anche del limitrofo “Pantano Cuba” posto poco più ad est in territorio pachinese.

Esso fa parte dell’area umida nota come “Pantani della Sicilia Sudorientale” comprendente anche i Pantani Bruno, Gorgo Salato (Ispica), Cuba, Auruca, Baronello – Ciaramiraro, Ponterio – Pilieri e Morghella (territori di Pachino – Marzamemi) e altri specchi d’acqua simili minori posti tra i territori ispicesi, pachinesi e portopalesi .

Il Pantano Longarini lo si raggiunge da Ispica percorrendo la S.P. 50 “Favara – Marza – Bufali” (imbocco dalla SS 115 “Ispica – Rosolini”) oppure da Santa Maria del Focallo la S.P. 67 “Pozzallo – Marza”, entrambe andando in direzione “Pachino”.

In ogni caso arriviamo all’incrocio tra le due strade provinciali proseguendo lungo l’estremo tratto orientale della S.P. 50 (che in territorio siracusano assume la denominazione di S.P. 44 “Pachino – Marza”).

Questa strada oltrepassa il vasto Pantano Longarini, potendolo da qui ammirare in maniera molto nitida.

A sud del Pantano Longarini (in territorio ispicese), tramite una traversa sterrata alla nostra destra (venendo da ovest) possiamo raggiungere la spiaggia posta ad est della località ispicese di “Porto Ulisse”, che comprende la “foce” dello specchio lacustre presso il Mare Mediterraneo (che a seconda del periodo può essere insabbiata), confinando col litorale sabbioso di “Granelli” posto in territorio di Pachino.

Il Pantano Longarini è alimentato a nord dal corso d’acqua noto come “Torrente Carruba – Lavinaro” che si origina dalla confluenza dei corrispettivi piccoli ruscelli lungo la S.P. 49 “Ispica – Pachino” al confine tra le Province di Ragusa e Siracusa (vedi link “Cava Carrubba – Lavinaro” nella sezione “Ispica” per saperne di più).

Questo corso d’acqua che lambisce le Contrade Cancaleo e Roselle Bruno in territorio ispicese, è in parte costeggiato da una strada che si collega alla S.P. 49 “Ispica – Pachino”, e il cui imbocco è posto lungo la S.P. 50 ad ovestdell’incrocio con la S.P. 67  (direzione Ispica), imboccando la prima traversa alla nostra destra venendo da Santa Maria del Focallo.

Il pantano inoltre sembrerebbe alimentato anche da una sorgente sotterranea di cui non si conosce l’ubicazione.

Essendo il pantano della Sicilia sudorientale con i fondali più profondi, risulta popolato da varie specie ittiche di cui gambusie, noni, spigole, cefali e anguille.

Considerevole la presenza di uccelli migratori quali fenicotteri rosa, anatre, germani reali, cormorani, folaghe, aironi, cigni ecc…

Da citare anche la presenza di anfibi (rane e rospi), rettili (serpenti quali biscia dal collare, biacco, colubro leopardino ecc…), insetti (quali farfalle, api, bombi, scarabei e gerridi che galleggiano in acqua grazie alle loro zampe), e infine mammiferi (conigli selvatici, topi, porcospini, istrici, volpi ecc…).

Il Pantano Longarini ospitava in passato un allevamento ittico di cui restano ancora intatte le vasche per l’allevamento di pesci poste lungo la S.P. 44 “Pachino – Marza”(Provincia di Siracusa), ad est del tratto della corrispettiva strada che attraversa il pantano.

Le sponde nord del pantano invece ospitano le antiche saline del medesimo.

Il Pantano Longarini avrebbe svolto anche la funzione di “porto naturale” durante le dominazioni greche, romane e bizantine, ma ancora rovine certe di impianti portuali non sono state rinvenute, anche se si presume che esso sia stato il porto dell’insediamento greco – romano noto come “Apolline” la cui ubicazione sarebbe stata localizzata presso la poco lontana area marina di Porto Ulisse – Punta Castellazzo posta ad ovest del pantano (vedi link “Area marina di Porto Ulisse – Punta Castellazzo” nella pagina precedente per saperne di più).

Nel 1963 in seguito alla costruzione del suddetto allevamento ittico, lungo le sponde del pantano è stata rinvenuto il relitto di una nave di epoca bizantina risalente al periodo tra i secoli 500 e i 600 d.C. 

Il relitto venne ritrovato in maniera casuale dagli operai che trovarono alcune travi di legno che vennero analizzate approfonditamente dall’archeologo tedesco Gerald Kapitan, dall’architetto navale Andrea Platania e dall’allora direttore della Sovraintendenza ai Beni Culturali di Siracusa, l’archeologo genovese Luigi Bernabò Brea.

Tra il 1963 e il 1964 vennero condotti degli scavi archeologici mediante i quali venne ritrovato il resto del relitto, rimasto quasi intatto sotto il fango e i detriti sedimentati in fondo allo specchio d’acqua.

Oggigiorno i resti di questa nave sono a Siracusa e non sono purtroppo esposti al pubblico, ma sicuramente essi verranno esposti presso l’ex Macello di Ispica posto presso l’ingresso del “Parco Forza” (futuro Museo Archeologico di Cava Ispica).

Furono comunque in molti gli archeologi e gli storici locali ad interessarsi al relitto, e tra i tanti va citato l’ispicese Melchiorre Trigila che a riguardo pubblicò un libro sui resti di questa nave di epoca bizantina (per leggerlo clicca qui).

L’ex impianto di itticoltura è posto in un terreno di proprietà privata ed è costeggiato da un sentiero  i cui accessi sono posti a nord della S.P. 44 (quello occidentale delimitato da una sbarra di ferro, mentre quello orientale ubicato nei pressi di una costruzione diroccata).

Questo sentiero costeggia le vasche scavate nel terreno all’interno delle quali venivano allevate varie specie ittiche (sicuramente spigole e cefali).

A settentrione invece possiamo ammirare il sito delle vecchie saline del pantano, che è raggiungibile dalla S.B (Strada di Bonifica) “Pantano Longarini” che costeggia la sponda nord dello specchio d’acqua posta tra le Contrade Cozzo Lomo e Passo Corrado (l’imbocco è posto presso un bivio posto sulla S.P. 44 in cui dobbiamo imboccare la strada alla nostra sinistra venendo da ovest).

Questa salina venne costituita con molta probabilità nel periodo finale dell’alto medioevo, in concomitanza con il periodo della conquista araba della Sicilia iniziata nell’827.

In seguito l’area divenne di proprietà delle famiglie Caruso e dei Marchesi Statella di Spaccaforno, facendo parte del Feudo della Marza retto da quest’ultima fino alla prima metà del 1800.

Oggigiorno le saline sono abbandonate, ma presentano ancora le vaste vasche utilizzate per la produzione di sale.

Lungo la S.B. “Pantano Longarini”, ci dirigiamo verso nord lungo la strada che mediante la S.P. 101 “Panze – Saline – Longarini” si collega alla S.P. 49 – S.P. 22 “Ispica – Pachino”, presso l’area nota come “Case Ramaddini” (territorio di Noto) costeggiamo un impianto serricolo all’interno del quale è posta una masseria nei pressi della quale è stato rinvenuto un insediamento di epoca ellenistico – romana (raggiungibile dalla prima strada posta alla nostra sinistra venendo da sud dopo aver costeggiato il pantano).

Ai margini del pantano sono poste le opere di canalizzazione formate da vari invasi e canali.

Il Pantano Longarini lo si può comunque ammirare nitidamente dall’estremo tratto est della S.P. 50 presso l’esatto punto di confine tra le due Province di Ragusa e Siracusa (bisogna lasciare il veicolo presso la traversa che conduce alla suddetta spiaggia posta a sud del pantano in cui è posta la foce del medesimo), o dalla S.B. “Pantano Longarini”.


L’area meridionale del Pantano Longarini.


L’area settentrionale del Pantano Longarini.

Per visitare il Pantano Longarini vanno seguite le seguenti regole:

  • L’esplorazione “diretta” del Pantano Longarini, dell’ex impianto ittico e delle saline va effettuata con molta prudenza in quanto essa è piuttosto difficoltosa dato che vi è il rischio di scivolare in acqua, pertanto si consiglia quindi di rimanere nei punti più “asciutti”  lontano dalle immediate sponde dello specchio d’acqua salmastra;
  • è vietato disturbare o spaventare la fauna che popola il pantano, in particolare gli uccelli migratori;
  • è vietato lasciare ogni tipo di rifiuti presso le sponde del pantano;
  • lungo le sponde del pantano è vietato in maniera assoluta accendere fuochi di qualsiasi tipo;
  • è altamente sconsigliato accamparsi negli immediati pressi dello specchio d’acqua, o praticare la balneazione all’interno di esso;
  • non sono consentite attività di caccia e pesca.

Per saperne di più sul Pantano Longarini bisogna rivolgersi all’ente incaricato della salvaguardia dell’area lacustre coadiuvato dall’associazione “Stiftung Pro Artenvielfalt” (sito web lifemarbledduck.eu).

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