*Sortino, Sito Archeologico di Sortino Diruta; Cava Torrente Ciccio – Guccione e Rovine Varie

A sud di Sortino è posta la cava iblea in cui scorre il Torrente Ciccio o Guccione che dir si voglia, che è il corso d’acqua principale che bagna la cittadina sortinese ed era la principale risorsa idrica dell’antica città medievale le cui rovine sono poste nel sito di “Sortino Diruta”, sulla sponda nord del corso d’acqua collocata nelle pareti meridionali del Monte Aita. Questa cava si origina dalla confluenza di altre tre cave iblee, la Cava Miello (posta ad ovest di Sortino, la Cava Cugni – Vallonazzo in cui è posta la sorgente originaria del torrente e la Cava Grottaparrino. La confluenza di queste tre cave la si può ammirare dal ponte posto presso la S.R. 11 che collega Sortino a Pantalica (e che conduce nel limitrofo sito di Santa Sofia ‘a Rassu) in cui è posto anche l’imbocco al sentiero che costeggia buona parte del fondo della cavità (e che si collega anche ai sentieri che costeggiano l’area di Cava Miello e delle Contrade Prita e Lardia, poste a ovest di Sortino).

Il Torrente Guccione si immette ad est nel Fiume Anapo prima della Contrada Fusco in cui è posta l’ex stazione ferroviaria omonima posta all’ingresso orientale della Riserva di Pantalica; il vecchio tracciato ferroviario scavalca proprio questo torrente prima di entrare all’interno di Pantalica tramite un piccolo ponte circondato da un canneto.

Le pareti della Cava Guccione (o Ciccio) poste tra il Monte Aita, la Costa Giardini (a nord) e i rilievi di Serramezzana (a sud) alterna strettoie a ampie vallate comprendenti coltivazioni di olivi o agrumi oppure pareti che formano terrazzamenti in cui sono posti fondi coltivati. Oltre ad essi vi sono numerosi siti rupestri di cui tanti facenti parte dell’antica città di Sortino come ad esempio le antiche Concerie rupestri, le “Carcare” (fornaci per la calce) di Grotta Tramontana o i frantoi rupestri posti nell’area nota come ” ‘Za Pasqua”. Oltre ad essi vi sono anche i resti di oratori rupestri di epoca bizantina (alcuni di essi aventi ancora tracce di affreschi) oppure di tombe rupestri di epoche che vanno da quella neolitica (simile alle tombe di Pantalica) fino a quella bizantino – altomedievale comprendente piccole catacombe rupestri con sepolcri ad arcosolio. Oltre ad essi vi sono anche rovine di cave di pietra simili alle “Latomie” greche in cui si ricavavano blocchi di pietra per costruire anticamente edifici (tra cui quelli dell’attuale Sortino posta sul Monte Aita).

Lungo il corso del fiume troviamo infine le rovine di mulini ad acqua di cui restano tracce delle “Saie” che convogliavano le acque del torrente sotto di essi per azionare le grosse macine tonde con cui venivano macinati i cereali, ma anche grossi macigni forse residui di una grossa frana (come quella che distrusse l’antica Sortino in seguito alle scosse sismiche dell’11 Gennaio 1693, e si presume che questi massi si siano originati proprio in occasione del terremoto).

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