Sortino, Festa di San Sebastiano

Sortino

Festa di San Sebastiano

Il 20 Gennaio di ogni anno, presso Sortino viene festeggiato “San Sebastiano”, questa festività viene celebrata dopo tantissimi anni in cui il “Santo” non veniva più solennemente festeggiato ed il suo culto era stato pian piano sostituito con quello praticato nella limitrofa Melilli. Dal 2011 si è deciso di rifesteggiare solennemente “San Sebastiano” anche a Sortino facendo rinascere così l’antico culto cittadino al “Santo Bimartire” venerato in territorio sortinese sin dal ritrovamento del Simulacro di San Sebastiano di Melilli presso la Penisola Magnisi (a poca distanza da Priolo Gargallo).

Storia di San Sebastiano

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Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani intorno al 256 d.C. Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei Classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora. Sebastiano, cresciuto con la dottrina cristiana non ebbe scelta, per diventare qualcuno doveva studiare le presunte “gesta” di dei pagani il cui culto stava man mano scemando poiché nessuno si beveva più che ogni cosa (il sole, l’acqua, la terra ecc..) avesse un proprio dio bizzoso che voleva essere venerato con inutili privazioni di denaro e assurdi sacrifici (di animali). Anche il culto sull’Imperatore di Roma stava scemando a favore del Culto Cristiano in cui si venera “Cristo”, la sua “Famiglia” e tutti i “Martiri” morti sotto le persecuzioni romane (tra cui molti Santi che hanno calcato il suolo aretuseo come “San Paolo”, “Santa Venera”, i “Santi Alfio Cirino e Filadelfo”; e addirittura Santi originari del siracusano come “Santa Lucia”, “Santa Sofia” e “San Marziano”); così l’Imperatore di allora, Diocleziano, ordinò che tutti i Cristiani venissero torturati ed uccisi in modo che il Cristianesimo svanisse facendo spaventare chiunque volesse seguire la “Religione infedele all’Imperatore di Roma”.

A Sebastiano non importava e andò a Roma sia per fare la carriera militare, sia per “Aiutare i Cattolici romani a continuare a perseguire la loro fede”. L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia, Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto; così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”. Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i Cristiani”, ma lui, all’insaputa dell’Imperatore, aiutò moralmente molti Cristani durante la prigionia e fece scagionare tanti di essi salvandoli dal martirio.

Dopo i primi miracoli (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai Cristiani, incominciò a predicare il Cristianesimo davanti a tutti senza paura di essere arrestato e torturato. Un tirapiedi dell’Imperatore lo spiò e andò a riferire a Diocleziano quanto visto. L’Imperatore non volle credere che il suo allievo prediletto fosse uno “Sporco Cristiano” (così venivano chiamati dai Romani coloro che credevano in “Cristo”) e lo fece chiamare. Diocleziano allora chiese a Sebastiano se era vero quanto detto sul suo conto. Il giovane rispose di si, e che fin dalla nascita era stato educato col “Cristianesimo” e che era ormai stanco di queste assurde persecuzioni contro gente civile che dovrebbe “Amarsi come è stata amata da Gesù” e no ammazzarsi a vicenda. Diocleziano andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco nel “Colle Palatino”, venne legato ad un albero e trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) che lo lasciarono in un primo momento esanime. Ma alcuni suoi proseliti si accorsero poi che “Sebastiano non era morto” poiché “Gesù Cristo lo aveva protetto dalle frecce”. Così, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), presero il giovane e lo curarono fino a quando non guarì.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro” , Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>. L’Imperatore sentito quanto detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte. Sebastiano venne frustato ininterrottamente finché per le ferite e per il dolore perse i sensi cadendo esanime. Non contento delle torture inflitte al giovane, Diocleziano lo fece strangolare e annegare finché Sebastiano morì definitivamente. Era il 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” (nel frattempo venne canonizzato dal Papa di allora) apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”. Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà; dopo alcuni anni scesero i Barbari (Ostrogoti, Vandali ecc..) e, dopo aver causato numerosi danni alle città dell’Impero,costrinsero Diocleziano a ritirarsi a Spalato dove morì di morte naturale ma tra sofferenze atroci; dopo di lui venne un nuovo grande Imperatore, Costantino il Grande, che abolì il paganesimo e fece divenire il Cristianesimo “Unica religione dell’Impero Romano”. Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano”; lì riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

[riduci]

Culto sortinese a “San Sebastiano”

Dalla limitrofa Melilli, il culto a “San Sebastiano” si propagò anche presso la vicina Sortino. Difatti molti sortinesi, sin dagli inizi in cui venne cominciato ad essere celebrato il “Santo Martire” ritrovato presso la Penisola Magnisi nel 1414, sono sempre andati a celebrarlo presso la Basilica melillese in cui tuttora è posto. Col passare del tempo anche a Sortino venne costruita una chiesa in onore di “San Sebastiano” al cui interno venne collocato il Simulacro sortinese tuttora venerato. Dopo una lunga flessione, dal 2011 il 20 Gennaio di ogni anno “San Sebastiano” viene ricelebrato a Sortino con una solenne ricorrenza mentre la più fastosa festa esterna, a cui accorrono molti sortinesi, la si tiene a Melilli.

I festeggiamenti sortinesi in onore di “San Sebastiano”

Il “Triduo di Preparazione e la Festa Liturgica (20 Gennaio)

Presso la Chiesa di San Sebastiano di Sortino, il Simulacro del “Santo Bimartire” viene esposto al pubblico durante il consueto “Triduo” (i tre giorni prima della festa ossia il 17, il 18 e il 19 Gennaio) in cui si tengono solenni Messe presso la chiesa posta nella parte bassa del centro storico sortinese che si tengono il tardo pomeriggio (verso le ore 18.00).

All’alba del 20 Gennaio, i fedeli a “San Sebastiano” noti come “Nuri” effettuano un pellegrinaggio verso la Chiesa di San Sebastiano intonando le consuete invocazioni in dialetto al “Santo”. Durante la giornata si tengono solenni Messe in onore di “San Sebastiano” presso la chiesetta sortinese a Lui intitolata in cui si può dare onore al “Santo Bimartire”. Prima della Messa Serale delle 18.00 si tiene una piccola vendita all’asta il cui vengono venduti prodotti tipici del territorio; il ricavato va in beneficenza. Dopo la Messa serale il Simulacro di “San Sebastiano” verso le ore 19.00 viene portato in Processione per le vie del centro storico di Sortino seguito da molti fedeli. Al rientro in chiesa viene fatto un breve spettacolo pirotecnico.

Va detto infine che i dolci tipici della festività di “San Sebastiano” sono i cosiddetti “Sanfurricchi”, particolari dolci caramellato a base di miele, zucchero e olio di oliva che richiedono una particolare lavorazione, molti di questi vengono venduti alla consueta asta benefica in onore di “San Sebastiano”.

Il Pellegrinaggio a Melilli di San Sebastiano (3 – 4 Maggio)

La notte tra il 3 e il 4 Maggio di ogni anno, da Sortino partono numerosi pellegrini che scendono a Melilli a piedi in pellegrinaggio in occasione della grande festa consacrata a “San Sebastiano” di Melilli, che è uno dei primi Simulacri del “Santo Bimartire” ad essere venerato in Sicilia ed in Provincia di Siracusa proprio da Melilli si diffuse il suo culto, così come anche nella limitrofa Sortino (come è stato scritto in precedenza). Molti devoti percorrono a piedi (talvolta scalzi) la strada (S.P. 30) che collega Sortino a Melilli come “Voto” verso il “Santo”. A loro si uniscono molti pellegrini provenienti da vari paesi della provincia, in particolare dalle vicine Floridia, Solarino, Ferla, Cassaro e dai paesi di Buscemi, Palazzolo, Francofonte, Pedagaggi e Carlentini.

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