Sperlinga – Mazzarronello – Fegotto, Villa Fegotto (Casa Padronale, Frantoio dell’Olio, Corte Interna e Chiesa di San Giovanni Evangelista, Corte degli Ulivi, Palmento del Vino e Cantine, Scuola di Villa Fegotto, Giardino di Villa Fegotto)

Sperlinga
(Mazzarronello – Fegotto)

Villa Fegotto
(Casa Padronale, Frantoio dell’Olio, Corte Interna e Chiesa di San Giovanni Evangelista, Corte degli Ulivi, Palmento del Vino e Cantine, Scuola di Villa Fegotto, Giardino di Villa Fegotto)


Il prospetto principale dell’elegante Villa Fegotto.

A nord della frazione chiaramontana di Sperlinga, all’interno della Contrada Fegotto, è posta l’elegante tenuta nobiliare nota come “Villa Fegotto”, considerata come una delle ville di campagna più sontuose dell’intera Sicilia. La si raggiunge dalla S.P. 5 Vittoria – Cannamellito – Pantaleo da una traversa chiusa da un cancello di ferro, collocata a fianco ad un vigneto delimitata da tre pini posta in adiacenza ad un traliccio dell’alta tensione. Un altro accesso è posto lungo la S.P. 6 Gulfi – Prete Paolo – Pantaleo collocato dopo il ponte sul Torrente Sperlinga e contraddistinto dalla scritta “Villa Fegotto” in ferro battuto posta in esso; comunque sia, i due accessi sono collegati da una traversa che conduce proprio di fronte alla Villa Fegotto e che è delimitata da altre due eleganti cancellate: quella occidentale sorretta da due robusti pilastri bugnati collocata a destra di una fonte di pietra che poggia su una scalinata affiancata da un pozzo, mentre quella orientale posta tra due caseggiati rurali; da queste due cancellate si accede al “Bagghiu” ossia al cortile interno su cui si affaccia questa elegante tenuta.

La Villa Fegotto assieme ai suoi limitrofi edifici rurali, noti anche come “Case Rizza”, venne fatta edificare affianco ad un casale feudale seicentesco che apparteneva alla famiglia netina dei Landolina che comprese anche la tenuta feudale sorta al centro dell’area nota come “Fegotto” che da il nome a questo edificio. Dopo il 1700 la feudalità passò alla famiglia vizzinese dei baroni Cannizzo e poi ai baroni La Jacona che acquisì anche il titolo di “Baroni di Fegotto”. Nei primi anni del 1800 il feudo passò alla famiglia chiaramontana Rizza, di cui l’esponente Vito Rizza nel 1830 fece costruire l’attuale villa in stile neoclassico a poca distanza dalla masseria rurale. Nel 1870 il figlio Evangelista Rizza fece costruire una borgata feudale comprendente una piccola chiesa parrocchiale consacrata a “San Giovanni Evangelista”, con a fianco una scuola e un ufficio postale creando un vero e proprio “borgo” adiacente alle residenze dei “Massari” e ai palmenti per la lavorazione dell’olio e del vino con le adiacenti stalle, fienili e magazzini, oltre ad un’area utilizzata per la produzione di formaggi; il tutto posto all’interno della grande tenuta. Particolare menzione merita il proprio il palmento per la produzione di vino, uno dei più grandi ed attrezzati sorti in epoca ottocentesca, che diede alla Villa Fegotto l’appellativo di “Cattedrale del Vino”. La villa svolse la sua funzione rurale venendo poi venduta negli anni 1990 all’avvocato ragusano Aldo D’Avola, attuale proprietario della residenza, che ne curò un profondo restauro portandola ad essere come uno dei luoghi più eleganti ed esclusivi della Sicilia sudorientale in cui vengono organizzati ricevimenti ed eventi di vario tipo. Va detto inoltre che Villa Fegotto è stata teatro di riprese televisive di vari film e telefilm di cui vanno citati “Marianna Ucria” e “I Viceré” del regista Roberto Faenza, oltre ad alcune scene del telefilm “Il Commissario Montalbano” (quest’ultimo girato all’interno della Provincia di Ragusa).

L’area della Villa Fegotto si divide in:

  • La tenuta principale nota come “Casa Padronale” comprendente l’elegante appartamento feudale;
  • Il sottostante “Frantoio” per la produzione di olio di oliva;
  • La “Corte Interna” comprendente stalle, magazzini, abitazioni dei “Massari” (coloro che lavoravano all’interno del feudo) con al centro la Chiesa di San Giovanni Evangelista;
  • La “Corte degli Ulivi” comprendente un grande cortile ad est della villa in cui si affaccia una grande stalla;
  • Il grande “Palmento” per la lavorazione del vino posto ad ovest della residenza comprendenti le cantine in cui veniva posto il vino oltre ad un piccolo ufficio postale;
  • La retrostante “Scuola di Villa Fegotto” che comprendeva anche gli appartamenti in cui dimoravano i maestri posti a sudovest della tenuta principale;
  • L’elegante “Giardino di Villa Fegotto” posto dietro la tenuta.

La “Casa Padronale” ossia la vera e propria “Villa Fegotto”, si presenta come un’elegante palazzina in stile neoclassico che si affaccia presso il grande cortile interno lastricato con blocchi di pietra basaltica, racchiuso a sud dalla “Corte” feudale di cui parleremo dopo.

L’edificio si presenta come un palazzo di due ordini orizzontali recante sei balconcini ad apertura rettangolare racchiusa da balaustrini con elegante travone di coronamento (tre per lato) e da sottostanti aperture arcuate (due a destra fungenti da porte secondarie mentre a sinistra vi sono due finestrelle arcuate) ai cui vertici partono le ale laterali che si protendono verso il cortile interno racchiudendolo, formate da edifici ad unico ordine recanti tre aperture arcuate al cui centro vi sono due finestre della medesima forma; essi fungevano da alloggi per i lavoratori all’interno del feudo. Al centro della tenuta è posto l’elegante corpo principale della villa caratterizzato da un’ elegante scalinata a doppia rampa delimitata da inferriate in ferro battuto al cui centro è posto il portale principale di forma arcuata. Ai lati della scalinata vi sono due accessi rettangolari e due finestre rotonde (uno per lato ciascuno). Al termine della scalinata è posto un loggiato delimitato da quattro colonne a capitello tuscanico che sorreggono la soprastante veranda, al cui interno vi sono un portale rettangolare affiancato da due finestre della medesima forma, il tutto inquadrato da quattro pilastri a capitello tuscanico. La veranda è delimitata da pilastrini che reggono le inferriate in ferro battuto che delimitano un ampio spazio su cui si affacciano due aperture laterale di forma rettangolare che recano al centro un orologio, poste in tre arcate incassate in un corpo che funge da ordine superiore della villa, il cui frontone liscio è abbellito da due carciofi di pietra posti ai vertici, mentre al centro è posta una piccola torretta campanaria ad apertura circolare posta in un corpo semicircolare avente in sommità un pinnacolo simile a quelli già citati. Il retro della Villa Fegotto presenta un’elegante prospetto diviso sempre in due ordini orizzontali recanti eleganti finestre e accessi, sopra cui è posta una torretta che funge da veranda panoramica che si frappone tra due verande panoramiche. I prospetti laterali sono sempre composti da due ordini orizzontali recanti sempre una veranda su cui si affacciano tre aperture rettangolari (di cui la centrale è quella più grande) sormontate da travoni, con un elegante frontone triangolare posto a coronamento di esse; la veranda destra reca due contrafforti semisferici ai vertici di essa.

L’interno della tenuta presenta al piano superiore la vera e propria “area nobile” dell’edificio contraddistinta da diciotto stanze decorate con eleganti affreschi oltre a vari elementi architettonici e decorativi in stile neoclassico; da citare la pavimentazione in Ceramica di Caltagirone. 

Il piano inferiore invece si divide tra gli appartamenti della servitù, le cucine, i magazzini, e il grande frantoio per la lavorazione delle olive posto nell’area nordoccidentale dell’edificio. Il frantoio presenta al suo interno un magazzino per le olive posto sull’estremità occidentale (dietro agli alloggi posti nel corpo di sinistra antistante alla villa) mentre al centro dell’ala inferiore della tenuta è posto il grande palmento contraddistinto da interessanti arcate che formano una volta a crociera. Qui possiamo ammirare la grossa macina ad azione meccanica provvista di due ruote circolari di pietra che schiacciavano le olive rendendole simili ad un impasto che veniva posto su dischi collocati all’interno di presse ad alta pressione (esposte all’interno del palmento) in cui avveniva la “spremitura a freddo” da cui fuoriusciva l’olio lampante che veniva poi filtrato dentro centrifughe in cui avveniva il concaggio dell’olio (ossia la separazione dalle molecole acquose tramite centrifugazione) che poi veniva stoccato all’interno dell’oliaio dentro grosse cisterne metalliche in cui poi veniva posto in recipienti di vetro per essere conservato e nel contempo subire un processo di “affinamento” simile a quello del vino, oppure veniva subito imbottigliato a seconda delle circostanze. Tutti questi macchinari sono stati posti all’interno del frantoio agli inizi del 1900 (i più moderni risalgono agli anni 1940), ma un tempo la lavorazione dell’olio avveniva grazie all’ausilio di macine azionate da muli, la spremitura avveniva tramite torchi di legno, il concaggio avveniva dentro apposite vasche di pietra in cui l’olio affiorante veniva raccolto con speciali mestoli e poi convogliato dentro l’oliaio per essere affinato o imbottigliato. 

Di fronte alla tenuta è posta la “Corte Interna” recante al centro la Chiesa feudale consacrata a “San Giovanni Evangelista” (che fungeva da vera e propria “parrocchia” della zona fino agli anni 1970) affiancata dalla casa del custode (a destra) e dal granaio principale della tenuta (a sinistra) e da alcuni alloggi (immediatamente accanto alla chiesa).

La Chiesa di San Giovanni Evangelista posta al centro della Corte, si presenta come un elegante edificio con frontone triangolare avente un’elegante facciata contraddistinta da un portale arcuato delimitato ai lati da due nicchie arcuate. L’interno reca una Cappella ad unica Navata con un interessante Altare Maggiore marmoreo recante un dipinto raffigurante “San Giuseppe con Gesù Bambino”; da citare la presenza di un’antico Confessionale e di interessanti quadretti in rilievo raffiguranti le “Stazioni della Via Crucis”. A fianco della chiesa vi sono due corpi con portale arcuato che conducono agli alloggi interni.

Ai vertici della “Corte” sono posti rispettivamente gli edifici ospitanti la casa del custode della tenuta feudale (vertice sudoccidentale) e il granaio (vertice sudorientale) contraddistinti da un frontone triangolare con aperture e finestrelle arcuate in stile rustico. Nel retro vi sono i ricoveri per i bovini, il pollaio (posto in un edificio a parte) e la limitrofa concimaia.

Ad est della tenuta, raggiungibile da una piccola cancellata collocata presso l’accesso orientale sopracitato contraddistinta da un corpo che forma un’arcata triangolare su cui è posta una torretta con feritoia, è posta la grande “Corte degli Ulivi” ossia un grande cortile recante al centro un pozzo contraddistinto dalla presenza di alberi di olivo. Qui possiamo ammirare edifici in stile rustico come le principali stalle della tenuta collocate ad est, mentre a sud vi sono le scuderie con la bottega del maniscalco ed il fienile; a fianco alla tenuta (ad ovest del cortile) vi è la panetteria comprendente il grande forno a legna, affiancata da un altro magazzino.

A sudovest della Villa Fegotto è posto l’interessante Palmento per la produzione di vino, che per la sua importanza era definito come la “Cattedrale del Vino”, comprendente l’area di lavorazione dell’uva in cui avveniva la diraspatura, la pigiatura e la fermentazione del mosto, e l’adiacente cantina in cui avveniva l’invecchiamento del vino.

Il palmento è collocato in un lungo edificio posto nell’estremità sudoccidentale della tenuta (attaccato alla Scuola della Villa Fegotto di cui parleremo dopo) il cui accesso è formato da eleganti portici arcuati, con finestrelle rustiche di forma rettangolare. L’interno di esso presenta una volta lignea e presenta l’area di carico dell’uva da lavorare, una canaletta in cui i residui della lavorazione erano convogliati al di fuori del palmento, l’area in cui erano poste le pigiatrici meccaniche in cui avveniva la pigiatura e la diraspatura dei grappoli d’uva e i torchi di legno in cui avveniva la torchiatura con cui si otteneva finalmente il mosto (il succo dell’uva) separato dalle vinacce. Il mosto e parte delle vinacce veniva posto dentro vasche di pietra note come “tini” in cui avveniva la “fermentazione” ossia il processo con cui il mosto fermenta trasformando gli zuccheri in molecole alcoliche (che è variabile a seconda del vino che si vuole ottenere); tutti questi macchinari e vasche sono ancora presenti.

Dopo la fermentazione, il mosto veniva convogliato nelle limitrofe vasche di svinatura e inviato quindi alle limitrofe “cantine” di cui una piccola posta a sud del palmento, mentre quella principale è collocata a nord del medesimo. L’esterno di questa cantina si affaccia presso il vialetto occidentale che conduce all’interno del cortile principale in cui si affaccia la Villa Fegotto presentando diverse finestre di forma rettangolare. L’interno invece presenta un’interessante volta sorretta da imponenti arcate che formano una lunga stanza in cui possiamo ammirare le grosse botti di legno in cui avveniva l’affinamento e l’invecchiamento del vino prima di essere imbottigliato e consumato (o lasciato ad invecchiare in bottiglia). In fondo alla cantina è posto un affresco che raffigura il dio Bacco (il protettore dei vinificatori) a cavalcioni su una botte di vino. Va detto inoltre che limitrofo all’area del palmento vi era posto l’Ufficio Postale della Villa Fegotto.

Limitrofa al palmento, raggiungibile da una passerella di pietra, è posta la “Scuola di Villa Fegotto” costruita nel 1908 e intitolata a Evangelista Rizza rimanendo in funzione sino agli anni 1970, in cui i figli dei “Massari” che lavoravano all’interno del feudo potevano apprendere i basilari studi scolastici. Essa si presenta come un edificio di colore rosso delimitato da pilastri bugnati che sorreggono il frontone triangolare recante un lucernario, con portale arcuato d’ingresso. L’interno reca l’aula in cui vi sono ancora affissi cartelloni didattici. Adiacente alla scuola era la dimora del maestro che insegnava all’interno di essa, mentre a poca distanza vi erano altri alloggi riservati ai “Massari” e un’area in cui avveniva la produzione di formaggi e latticini. 

A nord della tenuta è posto l’ampio “Giardino di Villa Fegotto” caratterizzato da vialetti contraddistinti da siepi, aiuole fiorite e aree alberate. Qui troviamo un grazioso gazebo di pietra a sezione ottagonale la cui copertura sormontata da un “tamburo” caratterizzato da otto arcate con copertura sormontata da un pinnacolo, è sorretto da eleganti colonne a capitello tuscanico.

Va detto infine che per visitare la Villa Fegotto bisogna contattare i proprietari della tenuta tramite il sito www.fegotto.it rivolgendosi ai recapiti elencati in esso, e per informazioni più dettagliate sull’utilizzo della villa per scopi turistici, per l’organizzazione di vari eventi o di dati più approfonditi sulla medesima, visitate sempre il corrente sito.

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