*Villasmundo, Valle del Fiume Mulinello (Sorgenti Cozzofico e Gancio – Tratto Monte Gancio e Monte Cassarà – Sorgente e Torrente Tranese e Bosco Demaniale – Monte Girello – Confluenza Torrente Tranese e Diga Fiume Mulinello – Gebbiazza – Tenuta Grande – Tenuta Mandre – Petraro – Timpa Dieri – Bacino Ogliastro e Tratto Augustano del Fiume Mulinello)

Villasmundo

*Valle del Fiume Mulinello
(Sorgenti Cozzofico e Gancio – Tratto Monte Gancio e Monte Cassarà – Sorgente e Torrente Tranese e Bosco Demaniale – Monte Girello – Confluenza Torrente Tranese e Diga Fiume Mulinello – Gebbiazza – Tenuta Grande – Tenuta Mandre – Petraro – Timpa Dieri – Bacino Ogliastro e Tratto Augustano del Fiume Mulinello)

Il Fiume Mulinello è uno dei più importanti corsi d’acqua della zona settentrionale della Provincia di Siracusa ed è il terzo per importanza dopo i Fiumi San Leonardo e Marcellino (questi tre fiumi sfociano tutti e tre in territorio augustano). È chiamato “Mulinello” per via di marmitte e cascatelle localmente chiamate “Mulineddi” che si generano dalle acque del fiume poste tra vari dislivelli. La lunga cava di tipo ibleo in cui scorre il fiume si presenta a tratti come stretta con pareti rocciose poste proprio a ridosso del corso d’acqua principale (e pertanto preferiamo che l’esplorazione in questi luoghi sia riservata ad esperti in alpinismo e speleologia) e in alcuni come un’ampia vallata in cui presso le rive del fiume vi sono vasti campi comprendenti oliveti o agrumeti. Va anche detto che questa lunga cava comprende zone incontaminate (specie quelle più ad ovest) a zone molto antropizzate per la presenza di terreni coltivati; nel suo ultimo tratto lambisce il polo petrolchimico siracusano e il porto commerciale di Augusta sfociando nel Mare ionio proprio presso l’ingresso allo scalo augustano.


Il Fiume Mulinello che scorre tra i territori di Villasmundo ed Augusta.

Il fiume nasce in territorio carlentinese venendo alimentato dalla Sorgente Cozzofico (collocata nell’estremo versante settentrionale dei Monti Iblei) anche se la principale sorgente è quella di Monte Gancio, che è quella che alimenta il fiume in maniera vera e propria. Il principale affluente del fiume è il Torrente Tranese che si immette nel Mulinello a sudovest di Villasmundo; i due corsi d’acqua sono divisi tra loro dal Monte Girello su cui è collocato un piccolo bacino idrico formato da due dighe (una posta presso il Torrente Tranese, l’altra collocata presso il Fiume Mulinello). Sotto Villasmundo il Fiume Mulinello entra nella sua principale area di tipo archeologico composta dalle aree di Tenuta Grande, Tenuta Mandre e Petraro – Timpa Dieri, interamente collocata presso la riva nord del fiume. A sud di questa zona vi è il Bacino Ogliastro che serve a prelevare le acque del fiume e ad immagazzinarle per vari usi. Il Fiume Mulinello entra così in territorio augustano presso l’area di Fondo Gallina passando sotto il Viadotto Mulinello che fa da collegamento tra la nuova Autostrada Siracusa -Catania e la vecchia SS 114 bis (ex asse attrezzato principale del petrolchimico siracusano che ora è elevato a standard autostradali) scendendo quindi presso l’area montuosa di Costa Mendola dove riceve le acque del Torrente Scirumi – San Fratello. L’ultimo tratto del fiume è prevalentemente pianeggiante anche se si incontrano modesti rilievi; in questa zona è posta la Catacomba del Mulinello, un’importante sito funerario composto da tombe neolitico – sicule e bizantine posta presso l’area nota come “Cozzo del Monaco”. Il Fiume Mulinello sfocia presso il Mare Ionio a poca distanza dal Porto Commerciale di Augusta in Contrada Costa Pisone, li dove sono collocate alcune antiche saline (che prima dell’apertura delle raffinerie erano la principale fonte di reddito dell’area augustana).

La valle del Fiume Mulinello venne popolata quasi per intero da moltissimi secoli visto che i primi insediamenti erano di epoca neolitico – sicula (su tutti vanno citati quelli di Petraro e di Timpa Dieri) in cui erano annesse numerose necropoli dislocate in tutta la lunghezza della cava (quella più importante è la Catacomba del Mulinello posta in Contrada Costa Pisone in territorio augustano, seguono i siti funerari di Petraro, Tenuta Mandre, Tenuta Grande, Gebbiazza e Monte Girello in territorio melillese e di Costa Mendola in quello augustano). In epoca greca il fiume era chiamato “Damiryas” e fu teatro di una battaglia tra siracusani e cartaginesi condotta dal guerriero siracusano Timoleonte (si presume che l’area della battaglia fosse compresa tra le zone di Fondo Gallina, Costa Mendola e Cozzo del Monaco in territorio augustano). L’area era anche popolata in epoca romana e paleocristiana visti i numerosi insediamenti rupestri come quelli di Timpa Dieri che vennero sicuramente popolati a partire da questa epoca o i siti funerari come le già citate Catacombe del Mulinello poste molto più a valle. La Timpa Dieri molto probabilmente venne popolata anche in epoca araba. Dal basso medioevo fino ad oggi l’area attorno al Fiume Mulinello divenne una fiorente zona agricola. Buona parte di quest’area venne studiata da numerosi archeologi in special modo da Paolo Orsi che condusse studi approfonditi presso i siti del Petraro e della Timpa Dieri, considerati come quelli più interessanti di tutta la cava in cui scorre il Fiume Mulinello. Dal punto di vista naturalistico la cava alterna aree incontaminate a zone che, a causa dell’industrializzazione avvenuta negli anni passati, sono un po’ degradate ma non per questo non degne di essere ammirate. Come fauna terrestre (rettili, mammiferi, volatili, insetti) e flora vi possiamo trovare le tipiche piante dei Monti Iblei (vedi sezione “Territorio Ibleo di Melilli”) mentre per quanto riguarda la fauna acquatica di tipo ittico va detto che il Mulinello non presenta molta vita, fatta eccezione per il suo tratto finale in cui possiamo trovare specie anadrome di pesci in grado di vivere in acque salmastre come anguille, cefali e spigole. Presso la foce (e nel limitrofo sito delle Saline del Fiume Mulinello) possiamo incontrare anche molti uccelli migratori che dimorano qui.

Dopo i lunghi cenni introduttivi possiamo descrivere dettagliatamente l’interessante valle in cui scorre il Fiume Mulinello.

La Sorgente Cozzofico in cui cominciano a sgorgare le acque che più a valle andranno a formare il Fiume Mulinello è collocata presso la S.P. 9 Carlentini – Sortino sotto l’omonimo rilievo montano (in cui vi sarebbero anche delle rovine rupestri) collocato invece nei pressi della strada provinciale che collega Carlentini a Pedagaggi. Il corso più a monte del fiume si presenta come un piccolo ruscello che passa sotto la provinciale che collega Carlentini a Sortino, Da Villasmundo la si può raggiungere tramite la S.P. 95 Villasmundo – Carlentini o tramite un sentiero che mette comunicazione il Borgo Angelo Rizza (borgata situata in territorio di Carlentini sorta in epoca fascista ma mai del tutto abitata tant’è che oggi è ancora semi abbandonata) con le alture del Monte Gancio il cui imbocco è posto sulla nostra sinistra (venendo da Carlentini) del tornante collocato prima dell’ingresso al borgo presentandosi come una traversa sterrata (che volendo si potrebbe collegare anche a Villasmundo anche se bisognerebbe guadare il Fiume Mulinello e oltrepassare oltre a dei terreni privati anche dei tratti abbastanza impervi per cui si consiglia la percorrenza solo fino all’altura di Monte Gancio).

Proprio a nord del Borgo Angelo Rizza il tratto iniziale del fiume passa sotto il Monte Gancio posto al confine tra i territori comunali di Carlentini e Melilli (raggiungibile dal sentiero che collega il Borgo Angelo Rizza al Monte Gancio di cui abbiamo parlato prima). Il Monte Gancio è uno dei rilievi più alti dei Monti Iblei settentrionali e proprio ai suoi piedi è collocata la principale fonte che alimenta il Fiume Mulinello, che da qui in poi scenderà impetuoso verso est entrando nell’area villasmundese. La sommità del Monte Gancio (che ospita anche una sughereta) è raggiungibile dal sentiero Borgo Rizza – Monte Gancio da una stradina posta alla nostra destra (venendo da Borgo Rizza).

A nord del Monte Gancio è collocato il rilievo noto come “Monte Cassarà” (riconoscibile perché dominato da un’imponente antenna – ripetitore) che sorge sulla sponda nord del tratto iniziale del Fiume Mulinello raggiungibile da due traverse collocate presso la S.P. 95 Carlentini – Villasmundo (poste alla nostra sinistra venendo da Villasmundo, basta andare sempre in direzione della grossa antenna). Dal Monte Cassarà parte un altro sentiero che non era altro che un’antica “Trazzera” che collegava l’area di Lentini – Carlentini a quella di Villasmundo – San Giuliano, posta quasi a metà strada da Augusta e dal suo importante porto.

A sud del Borgo Angelo Rizza è posta l’area nota come “Tummarello” in cui è collocata la sorgente del Torrente Tranese, il principale affluente del Fiume Mulinello le cui sorgenti sono collocate nel versante settentrionale del Monte Carrubba (uno dei più alti ed importanti rilievi dei Monti Iblei settentrionali posto tra i territori di Carlentini, Sortino ed appunto Melilli) che scorre a sud del Monte Gancio in cui è presente un’interessante area boschiva demaniale nota come “Bosco Tranese” comprendente diverse specie arboree quali pini marittimi e d’Aleppo, carrubi, querce da sughero ecc… solcata da un sentiero che scende lungo il corso del Torrente Tranese il cui primo tratto è scavalcato dalla S.P. 9 in prossimità di una traversa che lo costeggia posta di fronte al versante settentrionale del Monte Carrubba (da questa traversa si può anche raggiungere la fonte principale), mentre superando un tornante alla nostra sinistra notiamo l’ingresso al Bosco Tranese. Da qui parte un sentiero che costeggia il torrente che più a valle presso la Contrada Girello si immette presso il Fiume Mulinello. Da questo sentiero possiamo imboccare a sud il guado della Fiumara Grande ossia il tratto iniziale del Fiume Marcellino (per saperne di più visitate il link “Valle del Fiume Marcellino” posto nella pagina precedente) mentre a nord si scende presso il letto del Torrente Tranese che, se guadato, potremmo avere la possibilità di raggiungere da sud il sentiero che collega il Borgo Rizza al Monte Gancio.

Presso i Monti Gancio e Cassarà nonché presso la zona di Tranese sono poste rovine rupestri di varie epoche (che vanno da quelle neolitico – sicule a quelle bizantine) come tombe o insediamenti rupestri, ma vanno citati anche i resti di caseggiati ed insediamenti rurali visto che la zona era (e tuttora ancora lo è) a forte carattere agricolo.

Il basso corso del Torrente Tranese è invece raggiungibile dalla S.P. 95 Melilli – Villasmundo andando in direzione di Melilli imboccando la prima traversa alla nostra destra dopo aver superato il ponte di pietra sulla cava del Fiume Mulinello trovando anche le indicazioni per il bacino idrico del suddetto fiume recanti la dicitura “Diga Mulinello” e “Diga Fiumara Grande” collocata sul Fiume Marcellino (che in questo punto scorre a poca distanza a sud del Mulinello). Giustamente andiamo in direzione della Diga Mulinello tramite questa stradina entrando presso l’area nota come “Girello” in cui scavalchiamo il tratto finale del Torrente Tranese che pochi metri ad est confluisce nel Fiume Mulinello arrivando presso la piccola diga – sbarramento collocata presso il medesimo fiume. Si tratta di una chiusa corredata di pompa di sollevamento idrico che utilizza le acque del fiume per l’acquedotto locale. Anche in questa zona vi sono sparute rovine rupestri (grotte utilizzate come rifugio o come stalla durante il periodo medievale). Qui sono presenti molte rovine rurali di insediamenti coltivativi nonché di terrazzamenti e fabbricati (anche se l’area ha ancora un ruolo prettamente agricolo viste le molte coltivazioni agrumicole). Dalla sommità del Monte Girello possiamo ammirare inoltre un ottimo panorama delle vallate circostanti e volendo, si potrebbe andare in direzione del retrostante Monte Gancio andando sempre verso ovest (anche se il percorso è difficoltoso vista l’assenza di sentieri praticabili).

Nel punto in cui avviene la confluenza tra il Torrente Tranese e il Fiume Mulinello, si entra presso l’area di Gebbiazza (quella in cui la S.P. 95 scavalca tramite un ponte di pietra il fiume). Da questa zona partono vari sentieri di mezzacosta che costeggiano il corso del fiume utilizzati dai contadini locali per raggiungere gli agrumeti e gli oliveti che in questo tratto si affacciano presso le rive del Fiume Mulinello. Qui vi sono anche i ruderi di opere fondiarie molto antiche come per esempio i ruderi di un antico mulino posti a poca distanza dal ponte della S.P. 95 (visibili sulla nostra destra venendo da Villasmundo). In questa zona è collocata anche la “Sorgente Fondacazzo” da cui sgorga un ruscello le cui acque si immettono da nord presso il fiume.

Scendendo verso est il Fiume Mulinello entra nella zona più interessante dal punto di vista archeologico del suo tratto che va dalla Contrada Tenuta Grande all’area nota come “Petraro”, sotto la quale è collocato il sito rupestre della “Timpa Dieri”.

Il primo sito archeologico di questa zona è collocato tra le Contrade Tenuta Grande, Cezza e Tenuta Mandre e si tratta di una Necropoli rupestre dell’età del bronzo, raggiungibile da Villasmundo tramite la Via Giacomo Leopardi dalla seconda traversa posta dopo il Cimitero di Villasmundo andando verso est in cui vi è un bivio con al centro un palo della luce; in questo punto bisogna andare a destra (a sinistra si prosegue verso l’area di Mungina e quindi con la S.P. 3 Augusta – Villasmundo). Si scende verso la cava entrando nell’area nota come “Tenuta Grande” e da qui si prosegue verso est lungo vari sentieri di mezzacosta resi praticabili per la presenza di impianti estrattivi e terreni coltivati. In questo punto cominciamo ad ammirare molte cavità rupestri che formavano una necropoli di epoca neolitico – sicula a grotticella artificiale formate da cameroni all’interno del quale erano collocati i loculi sepolcrali. Si presume che questa fosse l’area funeraria del limitrofo villaggio neolitico le cui rovine sono poste presso la vicina Contrada Petraro.

Ad est dell’area di Tenuta Grande – Cezza – Tenuta Mandre è posto il vero e proprio “cuore” della Cava del Mulinello, le rovine archeologiche del villaggio neolitico del Petraro comprendente anche la “Timpa Dieri”. La zona è raggiungibile da Villasmundo sia dalla Via Giacomo Leopardi, sia dalla S.P. 3 Augusta – Villasmundo da una traversa posta alla nostra destra (venendo da Villasmundo) seguendo il cartello con la scritta “Discarica SMA.RI. SRL.” . Questa traversa (che si collega anche alla Via Giacomo Leopardi) è posta in prossimità di un grosso cartello con spia lampeggiante che ci consiglia di rallentare vista la presenza di tornanti. Superata questa discarica (ricavata all’interno di una vecchia cava di pietre con annesse caverne venutesi a formare a causa dell’estrazione di blocchi di pietra) imbocchiamo un sentiero alla nostra sinistra (posto a sud della cava di pietre sopracitata) che ci conduce direttamente alle aree del Petraro e della Timpa Dieri, delimitate da alcuni cartelli dell’Unione Europea che delimitano il sito archeologico (visitabile da tutti).

Le rovine del villaggio neolitico della Contrada Petraro (chiamata così proprio per la presenza di una grande cava di pietre) è senza ombra di dubbio uno dei più vasti esempi di primi esempi di urbanizzazione dei villaggi neolitici seminomadi e, secondo qualche studioso, sarebbe uno primi esempi di “villaggi che si evolvevano in primitive città” andando a collocare queste rovine come il più antico “centro abitato” della provincia aretusea assieme al villaggio di Castelluccio (le cui rovine sono poste in territorio di Noto). Esse sono poste su di uno sperone roccioso a strapiombo collocato presso un’ansa del Fiume Mulinello.


Il sito del Petraro (ospitante anche la Timpa Dieri) posto a strapiombo presso la Cava Mulinello.

L’area che questo villaggio rupestre occupava era molto vasta, poiché comprendeva buona parte del rilievo ibleo che sovrastava sia la Cava del Mulinello. Dell’antico villaggio neolitico formato da capanne in legno e paglia sappiamo che era protetto da una rudimentale cinta muraria formata da palizzate in legno rinforzate da blocchi di pietra posta a nord del sito, mentre a sud vi sono i resti di due torrioni di guardia costruiti in epoca sicula (che attestano la presenza di una seconda cinta muraria), quando il villaggio andò ad espandersi e divenire una primitiva città, popolata sporadicamente fino a quando non venne fondata la grande città di Megara Hyblea sulla costa augustana. Al centro dell’insediamento vi sono i basamenti di pietra delle antiche abitazioni con i buchi circolari che servivano per porre i pali di sostegno delle capanne, ma anche numerosi resti di focolari in cui sono stati rinvenuti frammenti ossei inceneriti dalle fiamme (molto probabilmente si tratta di animali arrostiti sulle fiamme) nonché numerosi reperti in osso, ossidiana e ceramica rinvenuti dentro piccole tombe a fossa limitrofe al villaggio.


Rovine rupestri poste all’interno del sito del Petraro.

Sotto il sito del Petraro, tramite sentieri e cunicoli scoscesi nella roccia o antichi “Scalandrini” (scale scavate nella viva roccia) raggiungiamo la cosiddetta “Timpa Dieri”, uno dei più interessanti siti rupestri della Provincia di Siracusa noti appunto come “Dieri” (altri importanti siti noti come “Dieri” sono posti presso Avola nella Cava Grande di Cassibile, presso Noto nella Cava Baulì, a Rosolini in Contrada Grotticelli, a Canicattini Bagni presso la Cava Bagni mentre in buona parte dei Monti Iblei del siracusano vi sono siti simili più piccoli o ancora sconosciuti).

Le Rovine della Timpa Dieri poste a strapiombo sulla cava del Fiume Mulinello.

La Timpa Dieri, le cui caverne sono localmente note per la presenza di asparagi e capperi selvatici, è considerata come uno dei più interessanti siti rupestri dell’intera area dei Monti Iblei. Il significato del nome di questo sito è di chiara origine greco – araba significa “Pietra con le case” (dal greco “Tymba” che significa “Pietra” e “Ad Deyar” significante “Casa”). Essa è una rupe posizionata sulla parete settentrionale della Cava del Fiume Mulinello sotto il sito del Petraro posta su di uno strapiombo di circa 100 metri sulla gola in cui scorre il Fiume Mulinello. Essa è formata da un insieme di caverne artificiali provviste di scale scavate nella roccia e di cunicoli interni che le mettono in comunicazione sia internamente, sia esternamente. Accanto ai “Dieri” vi sono delle grotte artificiali scavate in epoca neolitico – sicula di alcune delle quali utilizzate come tombe rupestri. Il sito venne utilizzato certamente nelle epoche paleocristiane, bizantine e arabe.

L’esplorazione della Timpa Dieri comincia da una galleria posta a media altezza nel rilievo ibleo posto sulla parete settentrionale della Cava del Mulinello in un anfratto protetto da quella che sembrerebbe una cinta muraria (in questo punto si può raggiungere anche un’interessante Necropoli di cui parleremo più avanti). Questa galleria (molto probabilmente ricavata dai resti di un acquedotto greco) si presenta piuttosto stretta ed è necessario entrarvi e camminarvi gattonando, mentre l’ingresso principale ai Dieri è stato inspiegabilmente chiuso negli anni 80. Ciononostante, dopo aver camminato a carponi per i primi metri, il corridoio d’accesso diventa ampio e si può proseguire all’impiedi. La galleria termina e inizia un tratto scoperto protetto da un’incavatura che lo separa dallo strapiombo. Qui possiamo ammirare una Catacomba rupestre in cui, oltre ad esser stato ritrovato un sepolcro di colore ocra (forse la tomba di una persona importante) negli ultimi anni del 1800 in seguito alle esplorazioni dell’archeologo Paolo Orsi, sono stati rinvenuti numerosi reperti in ceramica, pietra ed osso facenti parte di un corredo funerario.

In questo punto cominciano a snodarsi interessanti scalinate cavate nella roccia iblea che conducono alle grotte della Timpa Dieri, utilizzate come abitazione semi rupestre poiché dai reperti ritrovati, esse sarebbero state coperte con una tettoia di fogliame, legno e lastroni in terracotta sorretta da robusti pali di legno o da muretti a secco (di cui ormai restano poche tracce), formando così un’interessante città tlogloditica. Difatti davanti alle grotte sono state rinvenuti numerosi buchi in cui venivano sistemati questi pali, ma sono state rinvenuti anche manufatti simili a vasche per la raccolta di acqua piovana sia dentro che fuori le grotte. La presenza di numerose nicchie quadrate presume che in questo insediamento rupestre venissero adorate delle primitive forme di divinità le cui statue erano poste in questi nicchioni che fungevano da veri e propri altari. All’interno di alcune grotte si snodano gallerie che si collegano ad altre grotte assicurando internamente il collegamento tra di esse (oltre al sistema di scale esterno). Infine va detto che presso alcune grotte sono presenti tracce di incisioni e di pitture rupestri.

Sopra la Timpa Dieri vi è un’interessante Necropoli di epoca neolitico – sicula provvista di grottoni e tombe “a forno” simili a quelle del vicino sito di Pantalica, interamente scavate nella roccia. Al loro interno presentano cavità di forma trapezoidale recanti quel che resta dei loculi sepolcrali. Si tratterebbe sempre di un sito funerario utilizzato da coloro che abitarono le alture del Petraro.


Ruderi dell’insediamento rupestre della Timpa Dieri.

Di fronte alla Timpa Dieri è posta l’altura nota come “Ogliastro” (da non confondere col “Cozzo Ogliastri” posto nella zona sudovest del territorio villasmundese) di cui anche le pareti poste a strapiombo sul Fiume Mulinello presentano qualche rudere rupestre; si tratterebbe di piccoli siti sepolcrali contemporanei all’area di Petraro – Timpa Dieri. Qui è posto il Bacino Ogliastro, un grande invaso artificiale che è raggiungibile dalla SS 193 Villasmundo – Augusta (strada a scorrimento veloce che collega Villasmundo ed Augusta all’Autostrada Siracusa – Catania) superando la “Pista del Sole” alla nostra destra proseguiamo fino a quando non incontriamo una traversa alla nostra sinistra che conduce ad un grosso acquedotto sopraelevato che termina presso la grande vasca che forma un grosso serbatoio idrico. In questo invaso sono convogliate sia le acque provenienti dal Fiume Mulinello sia da altre sorgenti della zona andando a formare la più importante riserva idrica per Villasmundo e Augusta (quest’acqua viene utilizzata anche dal limitrofo polo petrolchimico).

Siamo già entrati in territorio augustano, quello in cui è posto l’ultimo tratto del Fiume Mulinello. Quest’ultimo tratto del fiume è raggiungibile dalla SS 193 Villasmundo – Augusta (piccola superstrada che collega i due centri abitati nonché gli impianti portuali augustani e la parte settentrionale del polo petrolchimico siracusano all’Autostrada SR – CT) tramite gli svincoli “Zona Industriale” e “Porto Commerciale di Augusta”.

Il fiume passa sotto i viadotti della SS 114 e dell’Autostrada SR – CT presso la Contrada Fondo Gallina scorrendo tra le zone denominate Pezzalunga e Correale (comprendenti vasti agrumeti). In questo punto riceve le acque del Torrente San Fratello, piccolo corso d’acqua che si origina nell’omonima contrada posta a ridosso del sito del Tavoliere (vedi link riguardante il Vallone Maccaudo posto nella pagina precedente) e che si immette nel Fiume Mulinello presso la Contrada Palmeri – Ferrante, in cui è posto un piccolo altopiano (ricoperto da un vasto agrumeto) nelle cui pareti scavate sia dal Fiume Mulinello, sia dal Torrente San Fratello vi sarebbero collocati dei siti rupestri (molto probabilmente ovili rupestri ricavati da antichi siti sepolcrali).

Dopo la confluenza col Torrente San Fratello, il Fiume Mulinello compie una curva verso sud scorrendo sotto l’altopiano noto come “Costa Mendola” (comprendente anche la limitrofa zona nota come “Case Mangano”), solcato da un inghiottitoio del fiume su cui si affacciano numerose cave di pietra ormai abbandonate (quest’area è raggiungibile dallo svincolo sulla SS 193 per la “zona industriale” e quindi per la vecchia SS 114 che si va a collegare a Priolo Gargallo passando attraverso le raffinerie del petrolchimico siracusano). In questo punto (ormai occupato da agrumeti) si presume si sia tenuta una delle tante battaglie che vide antagoniste Siracusa a Cartagine, in cui il guerriero siracusano Teocrita sconfisse il lentinese filocartaginese Iceta e molti archeologi (tra cui lo stesso Paolo Orsi) sembrerebbero confermare questa ipotesi. Presso le pareti della Costa Mendola (in particolare sotto il viadotto “Mulinello” della SS 193 Villasmundo – Augusta) vi sono varie grotte facenti parte di un insediamento risalente all’età del bronzo comprendente anche dei siti sepolcrali. Vi sono anche rovine di un’insediamento rurale di epoca romana e i resti di antiche strade carraie. Tutte queste zone sono raggiungibili tramite gli svincoli sopracitati indirizzandoci sulla S.P. 114 in direzione “Punta Cugno” e da qui proseguendo sulla S.P. 193 Punta Cugno – Augusta andiamo verso ovest in direzione Augusta passando proprio sotto il sito rupestre delle Catacombe del Mulinello (di cui parleremo più sotto) trovandoci proprio sotto la Costa Mendola, in cui scorre l’ultimo tratto del lungo fiume che bagna i territori di Villasmundo e di Augusta.

Dopo aver oltrepassato la Costa Mendola comincia il tratto finale del Fiume Mulinello quasi prevalentemente pianeggiante compreso tra le aree di Cozza del Monaco e Costa Pisone. In questa zona vi è collocato il sito funerario noto come “Catacombe del Mulinello”, posto sotto una masseria rurale posizionata su di un piccolo rilievo calcareo noto appunto come “Cozzo del Monaco”. Si tratta di un complesso sepolcrale che comprende tombe neolitiche, ellenistiche e paleocristiane, scoperto sempre dall’archeologo Paolo Orsi durante degli scavi effettuati tra il 1891 e il 1901. Vennero studiate varie grotte scavate appunto in epoca neolitica, caratterizzata da numerosi loculi di cui va citata una tomba con ingresso monumentale. Altre tombe, anch’esse scavate nella roccia, si presentano del tipo “a fossa”. Il più importante sito funerario è però la grande catacomba di epoca paleocristana scavata in profondità nella roccia calcarea comprendente al suo interno una monumentale tomba “a baldacchino” in cui molto probabilmente era sepolto qualche “predicatore” di queste zone. Presso queste tombe rupestri furono ritrovati alcuni reperti in ceramica, osso e pietra, forse frammenti di giare, armi e monili. Adiacente all’area di questa necropoli molto probabilmente vi era anche un sito abitativo. In quest’area sorgerà anche un parco a tema provvisto di aree culturali curato dal Comune di Augusta e da associazioni locali.


Il sito di Cozzo del Monaco in cui è collocata la Necropoli del Mulinello.

Il tratto finale del Fiume Mulinello, posto tra le Contrade Punta Cugno (a sud), Pastandrea (nord) e Costa Pisone (nordest) sfocia presso il Mare Ionio a poca distanza dal Porto Commerciale di Augusta (raggiungibile dallo svincolo sulla SS 193 riportante la dicitura “Porto di Augusta”). Prima dell’accesso al porto vi è una traversa sulla nostra destra che costeggia la foce del Mulinello, comprendente anche un’importante area umida nota appunto come “Saline del Fiume Mulinello” (meno note di quelle presenti all’interno di Augusta ma non per questo meno interessanti). Da questa strada si può anche raggiungere il sito che ospita le Catacombe del Mulinello.


La foce del Fiume Mulinello in territorio augustano.

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