*Villasmundo, Vallone Maccaudo – Porcaria – Tavoliere e Rovine Archeologiche (Sorgente Maglitto – Casitte – Piano Torre – San Domenico e San Domenichello – Contrada Aliana – Lugo Grande – Cozzo Battaglia – San Fratello – Occhiali – Tavoliere – Trotylon? – Tratto augustano del Torrente Porcaria)

Il Vallone Maccaudo è un’importante cava di tipo ibleo che si origina ad ovest di Villasmundo in Contrada Maglitto per poi attraversare le contrade a nord della frazione melillese fino ad arrivare in territorio augustano nei pressi di Brucoli sfociando proprio presso il centro marinaro che funge da frazione della città augustana (la foce di questo fiume ospita il porticciolo di Brucoli). Si tratta di un interessante sito aventi molte curiosità paleontologiche ed archeologiche poiché si presume che in questa piccola ma interessante cava la presenza dell’uomo è molto antica (infatti è uno dei siti paleontologici più importanti di Sicilia).

Il tratto iniziale del Vallone Maccaudo è posto interamente in territorio villasmundese. La sorgente di questo corso d’acqua è collocata in Contrada Maglitto ed è attraversata dalla S.P. 95 Carlentini – Villasmundo (è posta prima della traversa che conduce al Monte Cassarà ed è delimitata da un filare di alberi); il tratto iniziale del torrente è raggiungibile da una traversa della provinciale 95 alla nostra destra posta dopo una masseria abbandonata nota come “Masseria San Nicola” andando verso Carlentini).

Percorrendo questa stradina arriviamo al primo tratto del Torrente Porcaria, noto in epoca greca come “Pantakyas”, italianizzato “Pantagia” ma popolanamente chiamato “Ciumara i Purcaria”; è noto anche come Fiume Bruca o Auruca (da cui derivò il nome Brucoli, luogo in cui è posta la foce di questo corso d’acqua). Il torrente viene anche citato dal poeta romano Virgilio nella sua opera “L’Eneide” con i seguenti versi “… passò la foce, che era di vivo sasso del Fiume Pantagia, e i seni ancora di Megara e Tapso…” riferendosi all’eroe troiano Enea che passò dalla Sicilia orientale durante il suo viaggio verso il Lazio in cui secondo l’antica leggenda narrata da Virgilio, fondò Roma da cui si sviluppò l’omonima civiltà che divenne un grande impero; anche se Virgilio molto probabilmente il poeta si riferiva al Fiume Marcellino (che è quello posto a poca distanza tra i siti di Thapsos e di Megara Iblea) e il nome “Pantakyas” è molto più simile ad una contrada posta presso il basso tratto fluviale del Marcellino nota come “Pantalone” (vedi link riguardante la Valle del Marcellino nella pagina precedente per saperne di più) anche se si narra di un antico villaggio noto come “Trotylon” che doveva sorgere presso il Fiume Bruca o Auruca che in passato veniva chiamato anch’esso “Pantakyas”, le cui rovine sembrerebbero essere collocate al confine tra i territori comunali di Melilli ed Augusta (sito del Tavoliere in territorio villasmundese oppure l’area di Gisira posta ad ovest di Brucoli).

Questo primo tratto è collocato tra le Contrade Maglitto ad ovest, Fontanazzi a sud e Casitte – Piano Torre a nord e possiamo ammirare alcuni caseggiati rurali come la Masseria della Piccola (utilizzata ancora a scopi agricoli) e la Masseria San Nicola (posta sulla S.P. 95 ma ormai ridotta in rovina).

Più ad est il Torrente Porcaria comincia a solcare una lunga cavità rocciosa presso le Contrade San Domenico e San Domenichello (poste a nord della cava) e l’area di San Giuliano in cui sono poste delle cavità rupestri che andavano a formare un insieme di “case – grotta” formato da caverne dislocate per buona parte della cava da Villasmundo fino a Brucoli che vanno a formare un grande complesso rupestre le cui rovine più antiche sono addirittura di epoca paleolitica secondo alcuni studi condotti da archeologi locali con la supervisione del Museo Paolo Orsi di Siracusa. L’area è raggiungibile da varie traverse poste a nord di Villasmundo (in particolare dalla Via Po) ma anche dalla “Traversa Sant’Antonio” posta alla nostra destra andando verso Carlentini (percorrendo la S.P. 95 da Villasmundo) appena prima di un curvone, che conduce alla Masseria Sant’Antonio (ormai semi abbandonata). Altre rovine rurali (terrazzamenti o insediamenti delimitati da muri a secco) sono sparsi nella zona limitrofa. Sull’altra sponda del torrente troviamo la Masseria San Domenico (raggiungibile dalla S.P. 57 Carlentini – Brucoli andando in direzione dell’agriturismo Le Terre di San Domenico).

Proseguendo per la Traversa Sant’Antonio, giungiamo nella zona nota come “Aliana” (raggiungibile anche dalla Via Po da Villasmundo seguendo il sentiero posto alla fine della strada asfaltata) posta ad ovest della località nota come “San Giuliano” (in cui è posta la tenuta feudale dei Marchesi di San Giuliano) in cui è collocata una grande masseria feudale facente sempre parte del feudo da cui si sviluppò l’attuale Villasmundo (tuttora utilizzata dai contadini). Essa è posta su un piccolo sperone roccioso noto come “Poggio Antella” posto tra il Torrente Porcaria e un piccolo corso d’acqua (Torrente Antella – San Giuliano) che si immette a sud del Vallone Maccaudo. A nord della masseria vi sono rovine appartenenti rispettivamente ad un tempio di epoca greca e ad un insediamento paleocristiano di tipo rupestre formato da varie grotte di cui quella più grande che molto probabilmente fungeva anche da chiesa. Il tutto si affaccia sulla sponda meridionale del Vallone Maccaudo

Da qui il torrente scende verso nord attraverso la Contrada Lugo Grande cominciando a fungere da confine tra i territori di Melilli ed Augusta attraversando uno dei tratti più interessanti del Vallone Maccaudo posto sotto il rilievo noto come “Cozzo Battaglia”. In questo punto il torrente entra completamente in territorio augustano scorrendo fino a Brucoli in cui è posta la sua foce. Questa zona è raggiungibile dalla “Traversa Monte Carmelo” posta alla nostra sinistra sulla S.P. 3 Augusta – Villasmundo (andando in direzione Augusta) seguendo l’omonima indicazione marrone; arrivati ad un bivio che a destra conduce alla località “Monte Carmelo” in cui è posto il Convento Carmelitano di Santa Maria del Carmelo e a sinistra conduce alle Contrada Luco Grande quindi al Vallone Maccaudo, per cui bisogna imboccare la strada alla nostra sinistra fino al suo termine. In questa zona sono collocate alcune caverne che ospitarono sia sepolcri di epoca neolitica sia grotte artificiali di epoca bizantina (utilizzate come abitazioni, tombe o chiese rupestri).

Da qui in poi il Vallone Maccaudo, che in questo tratto è superato dall’Autostrada CT – SR e dalla SS 114, comincia ad essere alimentato da altre sorgenti sotterranee poste nelle limitrofe contrade di Occhiali, Tavoliere (in territorio melillese), Mangiamela, Arcile superiore e Cozzo dei Turchi (in territorio augustano) cominciando ad avere un discreto scorrimento idrico a differenza del tratto più a monte in prevalenza secco poiché la fonte di Contrada Maglitto non ha la forza necessaria nel formare un vasto corso d’acqua. Questa zona è raggiungibile (venendo da Villasmundo) dalle S.P. 3 Augusta – Villasmundo e S.P 57 Carlentini – Brucoli tramite la S.P. 105 San Fratello – Porcaria (prima traversa posta alla nostra sinistra dopo l’Hotel Sicilfuel sulla S.P. 3; seconda traversa alla nostra destra dopo aver superato la statale 114 tramite la S.P. 57) che oltrepassa prima il Torrente San Fratello – Mendola (affluente del Fiume Mulinello) tramite un ponticello, e poi il letto stesso del Torrente Porcaria (il cui attraversamento è altamente sconsigliato durante i periodi piovosi poiché il torrente passa proprio sulla strada e col la forza acquisita dalle acque piovane potrebbe avere la forza di sommergere e/o trascinare veicoli e persone). Il toponimo “San Fratello” è ancora di ignota matrice ma molto probabilmente indicherebbe un’antico romitorio altomedievale in cui dimoravano alcuni frati eremiti e la radice potrebbe derivare da “Santu Frati” o “Frateddu” che starebbe ad indicare la presenza di frati in questa zona (e quindi non ha nessun legame con il centro messinese che si chiama appunto “San Fratello”). A nord di Contrada San Fratello è posto l’altopiano noto come “Tavoliere”, lambita a nord dal Vallone Maccaudo. Verosimilmente questo toponimo farebbe a capo in base alle rovine rupestri del vallone molto probabilmente utilizzate da eremiti durante il periodo medievale. Questa zona è chiamata appunto “Tavoliere” così poiché si presenta come un altopiano piuttosto regolare che si affaccia sulla piccola ma interessante cava del Torrente Porcaria. La zona è raggiungibile dalla S.P. 105 da un sentiero posto prima dell’attraversamento del Torrente Porcaria in cui si può decidere di andare sulla parte superiore oppure di addentrarci all’interno della cava.

Questa zona del vallone è la più interessante dal punto di vista archeologico. Essa si presenta crivellata dalle principali grotte a “camerone” che servivano come rifugio, casa, luogo sacro e sepolcrale per moltissimi secoli. Si presume che l’area fosse abitata proprio dall’età paleolitica fino a quella alto medievale vedendo il passaggio e di dimora di primitive tribù che poi si inserirono nel contesto “siculo”. Col passare dei secoli questa zona divenne utilizzata da greci e romani come area agricola e, molto probabilmente nella limitrofa Contrada Tavoliere (posta sulla sponda meridionale di questo tratto del Porcaria) venne molto probabilmente fondato in epoca sicula il villaggio noto come “Trotylon” (citato da molti storici e saggi greci e romani), che venne abitato anche nei periodi greco, romano e bizantino per poi essere abbandonato del tutto dall’alto medioevo. Da allora di questo villaggio non se ne riesce a trovare traccia e come detto prima non si sa se esso sia stato collocato proprio nell’area nota come “Tavoliere” (che è quella più ad est dell’intero territorio comunale melillese) oppure più a nord presso l’area di Gisira (ricadente in territorio di Augusta). Vi sono però numerose rovine rupestri che attesterebbero la presenza di un abitato fungendo prima da cimitero rupestre, poi da “casa – grotta”. In quest’area sono stati rinvenuti molti reperti ceramici ma anche alcune armi rudimentali (punte di frecce in pietra). Molto probabilmente gli ultimi ad usufruire di questa zona furono gli arabi che qui favorirono lo sviluppo dell’agricoltura impiantando vari agrumeti (coltura che sopravvive anche oggi e che troviamo in entrambe le sponde di quest’ultimo tratto del torrente).

Comunque sia sull’altopiano posto nel tratto questa zona sono state rinvenute delle rovine appartenenti ad un insediamento rurale di epoca tardoromana – bizantina che in un primo momento confuse con il misterioso villaggio di Trotylon le cui rovine dovrebbero sorgere o qui oppure in Contrada Gisira ad ovest di Brucoli (in territorio augustano), ma altri numerosi scavi non hanno dato alla luce niente di particolare (se non consideriamo le rovine di tipo fondiario come terrazzamenti ed insediamenti coltivativi visto che questa era ed è un’importante area agricola). Non meno interessanti sono le limitrofe zone di Occhiali ad ovest della S.P. 105 in territorio melillese) e di Piano Camera – Costa Rossitta (ad est del Tavoliere in territorio augustano) in cui sono collocati caseggiati rurali anche piuttosto imponenti e scenografici terrazzamenti agricoli che si alternano a varie rovine rupestri collocate lungo il corso del Vallone Maccaudo (vedi link nella pagina precedente per saperne di più).

Le rovine di questo insediamento rurale sono state studiate dall’archeologo Paolo Orsi alla fine del 1800. Esse sorgono su di una collinetta posta a strapiombo nei pressi della confluenza del Vallone Maccaudo con un’altro piccolo corso d’acqua noto come “Torrente Scirumi – San Fratello” che separa il Tavoliere dall’area nota come “Cozzo dei Turchi” formata dalle aree di Piano Camera, Costa Rossitta, Mortelleto e Samperi (tutte situate in territorio augustano). In questa zona, all’interno di un’area agricola (raggiungibile dal entiero che costeggia il Vallone Maccaudo andando sempre verso est fino alla confluenza col piccolo Torrente Scirumi) sono stati rinvenuti i resti di un villaggio abitato prevalentemente da contadini di cui restano i basamenti di edifici all’interno dei quali sono stati rinvenuti numerosi reperti ceramici, nonché resti di palmenti e macine per il grano e le olive. L’interno del Tavoliere possiede alcuni sporadici ritrovamenti dovuti alla presenza di insediamenti rurali che un tempo ospitavano oliveti e mandorleti, mentre ora l’area presenta anche terreni ortivi e agrumeti. Attorno all’area sono stati rinvenuti crateri di origine greca che attestano la frequentazione di questo sito anche in epoca preromana, facendo pensare che da qualche parte in queste contrade a cavallo tra Villasmundo, Augusta e Brucoli vi sorgano davvero le rovine dell’antica Trotylon.

Il Vallone Maccaudo superata questa zona ora entra completamente in territorio augustano scorrendo sotto il sito rupestre di Cozzo Telegrafo (posto alla nostra sinistra sulla S.P. 57 Carlentini – Brucoli) che si presenta come una cava di pietra ma che nasconde origini molto più antiche e, tramite un’ansa posta in località “Cozzo dei Turchi” ricevendo le acque di un piccolo corso d’acqua che si origina in Contrada San Fratello (“Torrente Scirumi – San Fratello”). Dopodiché entra in un’area urbana formata dalle contrade augustane di Arcile, Gisira, Samperi, Percettora effettuando un’ultima curva verso nord sfociando quindi presso il porticciolo di Brucoli. Anche in quest’ultimo tratto sono poste varie cavità rupestri, di cui quelle collocate presso la foce che sono utilizzate dai locali pescatori di Brucoli come depositi rupestri per le loro attrezzature da pesca. Quest’ultimo tratto lo si può ammirare dalla S.P. Brucoli – Gisira o dal porticciolo di Brucoli.

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