Vittoria, Chiesa Madre di San Giovanni Battista

Vittoria

Chiesa Madre di San Giovanni Battista


La grande Chiesa Madre di San Giovanni Battista.

La bella Chiesa Madre di San Giovanni Battista è l’edificio sacro più importante di Vittoria, ed è anche uno dei principali monumenti turistici cittadini oltre ad essere una delle più grandi e belle chiese barocche della Provincia di Ragusa e della Sicilia sudorientale. Essa è posta al centro della Piazza Ferdinando Ricca (nota anche come “Piazza San Giovanni”) presentandosi in maniera imponente ed elegante allo stesso tempo e contenendo moltissime pregevoli opere d’arte al suo interno.

La Chiesa Madre di Vittoria venne edificata per la prima volta nei primi anni del 1600 a nordovest dell’attuale sito (attuale Piazza Unità), venendo consacrata a “San Giovanni Battista” e divenendo la principale chiesa cittadina seppur la città non avesse ancora un vero e proprio “Patrono”; alcuni fonti storiche indicherebbero però la palermitana “Santa Rosalia” come prima “Patrona” della città in seguito ad un miracolo avvenuto intorno al 1631 in cui la città per intercessione della “Santa di Palermo” venne guarita da un’epidemia di peste, tant’è che viene ancora indicata come “Vetusta Patrona della Città di Vittoria” a cui venne consacrato un Altare all’interno dell’attuale Chiesa Madre vittoriese (oltre ad una non più esistente Chiesa semi rupestre le cui rovine sono poste presso la limitrofa Valle del Fiume Ippari). La prima chiesa venne gravemente danneggiata durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693 assieme a buona parte della città di Vittoria che però subì complessivamente meno danni (e meno vittime) delle altre città limitrofe (completamente rase al suolo) dato che il centro abitato era di recente costruzione. All’interno della chiesa danneggiata comunque venne rinvenuta la statua di “San Giovanni” decapitata (con la testa del santo adiacente ad essa) e i vittoriesi credettero così che il “Santo” (ucciso proprio per decapitazione) si sia “sacrificato” per loro venendo così proclamato ufficialmente “Patrono” della città vittoriese. Venne inoltre indetta una votazione tra vari “Santi” venerati a Vittoria per decidere in maniera ufficiale chi doveva essere il “Patrono” cittadino, e quello più votato risultò appunto “San Giovanni Battista”. Nel 1695 partì la ricostruzione totale della chiesa presso la “Piazza Grande” della città vittoriese, curata molto probabilmente da architetti e maestranze locali (in cui figura anche lo scultore Benedetto Cultraro di Chiaramonte Gulfi), che terminò nel 1734 anche se parte di essa venne aperta al culto già dal 1706; nel sito della vecchia “Matrice” venne costruita la Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori, oggi nota come “Chiesa della Santissima Trinità” (che ingloba un portale laterale e parte del campanile della primitiva Chiesa Madre vittoriese). Nel 1750 venne proclamata “Basilica Minore” (tantè che viene chiamata tuttora come “Basilica di San Giovanni”). Negli anni seguenti la chiesa ha subito vari interventi di restauro, manutenzione e pavimentazione che hanno fatto in modo di tenerla sempre aperta al culto. Oggigiorno la Chiesa Madre di San Giovanni Battista rimane la più importante di Vittoria e, come detto prima, è considerata come uno dei più importanti monumenti cittadini venendo particolarmente apprezzata dai turisti per le sue forme architettoniche e per la presenza di molte opere d’arte sacra al suo interno.

Passiamo ora alla descrizione della Chiesa Madre di San Giovanni Battista. Questo edificio sacro è posto all’esatto centro della Piazza Ferdinando Ricca affiancata dalle Vie Carlo Alberto e Cavour rispettivamente ad ovest e ad est di essa, essendo collocata su una breve scalinata.

La facciata “a torre” della chiesa, piuttosto imponente rispetto a quella delle altre chiese cittadine, presenta tre ordini orizzontali aventi eleganti decorazioni in stile barocco.

L’ordine inferiore, delimitato da quattro pilastri con capitello di tipo tuscanico, reca al centro l’elegante portale arcuato della chiesa avente chiave di volta formata da un mascherone fanciullesco (oltre che da rosette poste ai vertici di esso)sopra il quale è posto uno stemma raffigurante il titolo della chiesa che riporta la dicitura “Mater Ecclesia Populo Costructa 1706” (“Chiesa Madre costruita dal popolo nel 1706), abbellito in sommità da una corona e da un mascherone fanciullesco. Il portone ligneo è stato scolpito nel 1732. Di fianco vi sono due pilastri a capitello corinzio aventi varie decorazioni in bassorilievo raffiguranti stemmi araldici nei contrafforti di sostegno posti alla base dei pilastri, mentre nella parte mediana vi sono raffigurazioni di coppie di angeli. Un travone merlato (sostenuto dai due pilastri) corona il portale centrale. Adiacente ad esso vi sono i portali laterali di forma rettangolare abbelliti in sommità da vari bassorilievi di tipo floreale affiancati da lesene a spirale (portale destro, mentre quello sinistro possiede una nicchia rettangolare), sormontati da eleganti timpani triangolari affiancati da contrafforti in altorilievo della medesima forma sopra i quali vi sono sfere di pietra; sui due portali laterali vi sono scudi araldici. Tutte queste decorazioni sono opera dello scultore chiaramontano Benedetto Cultraro.

L’ordine centrale, delimitato ai lati da due pinnacoli a “carciofo”, è delimitato da due pilastri con capitelli ionici, al cui centro è posto il finestrone rettangolare sormontato da un timpano semicircolare. L’ordine superiore è delimitato da pilastri con capitelli corinzi che sorreggono l’elegante frontone triangolare dell’edificio sacro recante in sommità un’elegante “Croce” in ferro battuto; al centro è posta la nicchia campanaria di forma arcuata sotto la quale sono posti balaustrini in pietra, mentre a fianco risulta inquadrata da pilastrini (aventi sempre capitelli corinzi) che sorreggono un elegante timpano spezzato. 

Di fianco agli ordini superiori della facciata sono posti inoltre due cupolette a sezione ottagonale, mentre al centro dell’edificio sacro è posta una grande cupola progettata nel 1854 dall’architetto gelese Giuseppe Di Giacomo – Morselli (lo stesso che progettò anche il Teatro “Vittoria Colonna” posto in Piazza del Popolo), comprendente otto coppie di sedici colonne che inquadrano otto finestre arcuate. Al centro di essa vi è un piccolo corpo cilindrico con varie colonnine, delimitato da un’inferriata nella sua parte inferiore mentre in quella superiore vi è posto un pinnacolo di coronamento.

I prospetti laterali delle Vie Carlo Alberto e Cavour presentano eleganti portoni laterali sormontati da timpani spezzati posti su una scalinata che recano al centro una finestrella (a sua volta sormontata da un timpano semicircolare) oltre a varie finestre poste nell’area delle navate, del transetto e delle cappelle laterali (quest’ultime aventi forma rettangolare, sormontate da eleganti travoni nel prospetto di Via Carlo Alberto, in quello di Via Cavour vi è una finestra arcuata ed una rettangolare, sormontata da un timpano spezzato, stessa cosa dicasi di un’apertura ormai murata); in Via Carlo Alberto vi è un contrafforte a sezione poligonale che termina con una piccola cupoletta simile a quelle collocate a fianco degli ordini superiori della facciata della chiesa, collocato in corrispondenza dell’Altare consacrato a “Santa Maria Addolorata” posto nella Navata sinistra della chiesa (vedi più sotto).

L’interno della Chiesa Madre di San Giovanni presenta tre Navate disposte a “croce latina” abbellite da stupendi stucchi bianchi, azzurri e dorati ottocenteschi nonché da varie figure (sempre in stucco), opera di tre stuccatori, il comisano, Giuseppe Sesta, il palazzolese Giovanni Tanasi e il catanese Carmelo Guglielmino.

Presso il vestibolo della chiesa, possiamo ammirare la stupenda raffigurazione in stucco posta sul portale centrale d’ingresso in cui è posta una citazione biblica in latino proveniente dall’Antico Testamento, affiancata da tre eleganti figure umane in stucco. Affiancate al portale vi sono le iscrizioni, sempre in latino, che attestano i titoli di “Chiesa Madre” e “Basilica Minore” di questo importante edificio sacro. Nelle pareti del vestibolo vi sono i monumenti funebri in marmo (opere degli scultori palermitani Benedetto Civiletti e Benedetto De Lisi) in cui sono tumulati rispettivamente il Marchese Federico Ricca e Mario Pancari – Leni (appartenente alla famiglia dei Baroni Pancari e protagonista di un gravissimo fatto di sangue in cui rimase vittima nel 1871), posti rispettivamente nelle pareti di sinistra e di destra del vestibolo.

Nella Navata centrale, delimitata da dodici eleganti arcate sorrette da altrettante colonne in marmo aventi capitelli corinzi (sei per lato) possiamo ammirare l’ampia volta “a botte” della chiesa. Sia le arcate che la volta recano eleganti stucchi (opera degli stuccatori sopracitati) raffiguranti eleganti motivi decorativi di tipo geometrico – floreale.

Qui, alla nostra sinistra, possiamo ammirare l’elegante pulpito ligneo (opera dello scultore vittoriese Carmelo D’Asta) contraddistinto da eleganti intarsi dorati in cui possiamo notare nella parte bassa il “grifone” che funge da sostegno del pulpito, che reca al centro la testa mozzata di “San Giovanni Battista” a testimonianza del suo martirio. Un elegante baldacchino sormonta il pulpito.

Di fianco al pulpito è collocato l’elegante organo a canne del 1748 (opera dell’organaro napoletano Donato Del Piano), il cui elegante piano di sostegno in legno (ricco di intarsi dorati) è sorretto da robusti pilastri.

Alla fine della Navata, nella parte centrale del transetto, vi è l’interno dell’elegante cupola della chiesa che riportava nei pennacchi di sostegno le figure affrescate dei “Quattro Evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni” dipinte nel 1877 dal pittore vittoriese Giuseppe Mazzone. Le figure di “San Matteo” e “San Giovanni Evangelista” però si deturparono irrimediabilmente dopo una decina di anni, venendo ridipinte nel 1880 dal pittore Domenico Provenzani su tele che vennero appuntate nei pennacchi interessati dallo scolorimento. Il tamburo interno della cupola presenta eleganti decorazioni in stucco.

Oltrepassata la cupola, possiamo notare l’elegante Presbiterio della Chiesa Madre vittoriese, delimitato da una breve scalinata e da una balaustra in marmo policromo. All’interno dell’area presbiterale possiamo notare ai lati il Coro ligneo (opera dello scultore Carmelo Poidomani) e sulla sommità un affresco del 1859 che raffigura  “La Decapitazione di San Giovanni Battista” (opera del pittore chiaramontano Gaetano Di Stefano). Da ammirare la pavimentazione in ceramica che raffigura tralci di vite (che chiaramente si ispira alla principale risorsa economica cittadina, la produzione di uva da cui si otteneva il vino oggi noto come “Cerasuolo di Vittoria”)

Nell’Abside della chiesa possiamo ammirare il maestoso Altare Maggiore in marmo policromo formato da un elegante Tabernacolo riportante un quadretto raffigurante “La Madonna col Bambino” di cui non si conosce l’artista. In alto è posto un elegante frontone di coronamento composto da un grande timpano, sorretto da colonne marmoree aventi eleganti capitelli. Al centro è posto il dipinto raffigurante “San Giovanni Battista” che copre la nicchia arcuata contenente la seicentesca statua lignea del “Santo Patrono di Vittoria”, protagonista della sopracitata “decapitazione” avvenuta durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693. Questa statua viene solennemente festeggiata dai vittoriesi a Gennaio e a Giugno, in cui viene portata in Processione per le vie della città.

Passiamo ora alla descrizione della Navata sinistra della Chiesa Madre di San Giovanni Battista, che presenta cinque stupendi Altari laterali.

Il primo Altare (venendo dall’ingresso della chiesa) è quello di “Santa Maria Addolorata” o “delle Reliquie” dato che in esso sono incastonate oltre 120 piccole reliquie appartenenti a vari “Santi” oltre a tre statue – reliquiarie poste in vetrate collocate presso l’Altare in cui sono posti frammenti dei corpi dei “Santi Vittoria, Vittorio e Vincenzo” (molto probabilmente Martiri); esso è formato da quattro arcate che vanno man mano a restringersi dando profondità ad esso venendosi a trovare al di fuori della parete esterna della chiesa (ed è proprio per questo che venne eretto il contrafforte con la piccola cupola laterale posta presso Via Carlo Alberto) in cui, all’interno della quale, è posto il dipinto ottocentesco della “Madonna Addolorata” (opera del pittore Domenico Provenzani).

Il secondo Altare è quello consacrato a “Santa Barbara Martire” contraddistinto da colonne a capitelli corinzi che sorreggono un elegante frontone al cui centro è posto uno scudo in cui è raffigurata una palma (simbolo dei “Santi Martiri”). Al centro dell’Altare, arricchito da volti fanciulleschi in rilievo, è posto un dipinto che raffigura “Santa Barbara” (opera del 1759 dipinta dal pittore modicano Stefano Ragazzi); da ammirare un paliotto settecentesco in marmo bianco raffigurante “La Natività di Gesù” incastonato nella parte inferiore dell’Altare (affiancato da raffigurazioni che ritraggono spighe di grano e stelle) e una statuina in gesso (di fattura contemporanea) che raffigura “Gesù Bambino” posta sull’Altare.

Il terzo Altare è quello consacrato a “Santa Rosalia”, formato da due coppie colonne a capitello corinzio che sostengono il frontone di coronamento in cui è raffigurata la colomba che simboleggia lo “Spirito Santo” su cui è posto un mascherone fanciullesco, coronato da un timpano semicircolare. Al centro è posta una nicchia quadrangolare decorata con ghirlande dorate in stucco nella cui sommità è posto un mascherone sempre di tipo fanciullesco. Al centro di essa, protetta da una vetrata, è posta la statua raffigurante “Santa Rosalia de’ Sinibaldi” (una delle più importante “Sante” siciliane che per un periodo venne venerata a Vittoria come “Patrona”), che nel 1880 venne indorata dal palazzolese Paolo Cappellani.

Al centro della Navata sinistra è posta la porta laterale che si affaccia presso Via Carlo Alberto, sormontata da uno scudo collocato tra due colonne d’alloro, riportante un mascherone fanciullesco.

Proseguendo troviamo il quarto Altare, consacrato a “San Giacomo Apostolo”, caratterizzato da eleganti colonne tortili che sorreggono un timpano spezzato con lesene a spirale (che sorreggono degli Angeli svolazzanti) al cui centro è posto uno scudo recante una “Croce”. Al centro vi è una nicchia arcuata, sormontata da Angeli svolazzanti che recano una corona, in cui è posta la statua che raffigura “San Giacomo Apostolo”. Vicino al’Altare vi sono le figure raffiguranti la “Madonna” con un calice in mano e “San Giovanni Battista”, con su ricchi medaglioni lignei con intarsi decorativi, che raffigurano “Gesù Cristo” e la “Madonna” (posti rispettivamente a sinistra e a destra dell’altare). Qui vi sono posti anche la statua di “Santa Lucia Martire” proveniente dalla non più esistente Chiesa di San Vito (posta un tempo presso la Piazza Vittoria Colonna) e festeggiata il 13 Dicembre di ogni anno (a sinistra dell’altare) e il monumento sepolcrale in cui è tumulato Iacopo Giudice, affiancato da due sculture raffiguranti dei leoni (a destra dell’altare).

Il quinto ed ultimo Altare della Navata sinistra è quello consacrato a “Santa Maria Immacolata” che risulta abbellito per intero da eleganti stucchi dorati che raffigurano fregi geometrico – floreali altamente decorativi; nella sua parte inferiore da volti fanciulleschi, oltre ad essere inquadrato da due coppie di colonne tortili (e altre due colonne esterne semplici) tutte con capitelli corinzi che sorreggono un elegante mensolone su cui è collocato un timpano spezzato recante al centro uno scudo araldico. Sui vertici dell’Altare vi sono due statue che raffigurano i “Santi Pietro e Paolo”. Al centro dell’Altare è posta la nicchia arcuata in cui è collocata la settecentesca statua marmorea della “Madonna Immacolata” (opera dello scultore trapanese Vito Corolla).

Al termine della Navata, è collocato il Transetto sinistro della Chiesa Madre, sulla cui sommità vi è posto un’affresco raffigurante il “Not Licet di San Giovanni Battista” (opera del pittore gelese Emanuele Catanese, dipinta nel 1861). Nella parete è posto l’Altare del “Crocifisso” contraddistinto da coppie eleganti colonne a capitello corinzio che sorreggono un elegante corpo collocato su un frontone merlato abbellito da stucchi policromi e figure di “Santi” e di Angeli. Al centro di esso è collocata la nicchia arcuata in cui è posto un pregevole “Crocifisso” ligneo (opera di artista ignoto). Qui possiamo ammirare anche il monumento sepolcrale in cui è tumulato Monsignor Ferdinando Ricca (a cui è intitolata la piazza in cui è posta la chiesa).

In fondo alla Navata sinistra è posta la stupenda “Cappella del Santissimo Crocifisso”. Un tempo era nota anche come “Oratorio del Crocifisso” poiché vi si riuniva la “Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria”, ossia una delle principali confraternite religiose cittadine. Essa è considerata la parte più bella di tutta la Chiesa Madre vittoriese per le importanti decorazioni in stucco che adornano la volta a botte e per le sculture nelle pareti (opera dello scultore Benedetto Cultraro) che raffigurano le “Virtù Cristiane” di cui nella parete sinistra vi sono quelle raffiguranti “Temperanza, Prudenza, Penitenza, Gloria” e in quella destra “Giustizia, Mansuetudine, Obbedienza, Serenità”. Qui vi erano poste le tele che raffiguravano “Il Compianto del Cristo Morto” (opera settecentesca di artista ignoto, molto probabilmente proveniente da un allievo del pittore marchigiano Antonio Mercurio Amorosi) e “Santa Maria Immacolata” (opera ottocentesca del pittore vittoriese Giuseppe Mazzone) ora collocate nel limitrofo Museo d’arte sacra “Monsignor Federico La China” (posto al numero civico 51 della vicina Via Cavour). Sulla sommità della cappella vi sono stucchi che adornavano sei medaglioni in cui un tempo erano collocati affreschi settecenteschi (attributi ad allievi del pittore palermitano Vito D’Anna) di cui l’unico rimasto integro raffigura “L’Ascensione di Cristo”. Al centro della Cappella vi è l’Altare del Santissimo Crocifisso formato da coppie di colonne tortili che sorreggono un timpano spezzato facente parte di uno stupendo frontone avente le figure di vari angeli svolazzanti. Al centro è posta la grande tela che raffigura “La Deposizione di Cristo dalla Croce” (opera del 1752 attribuita al pittore Antonio Scalogna).

Dopo aver descritto la Navata sinistra, ora passiamo alla descrizione della Navata destra della Chiesa Madre di Vittoria, avente anch’essa cinque stupendi Altari laterali.

Il primo Altare alla nostra destra (venendo dall’ingresso della chiesa) è quello del settecentesco Fonte Battesimale; qui è posto un elegante Altare semplice contraddistinto da stucchi dorati al cui centro è posto un dipinto seicentesco (attribuito al pittore Mariano Gusmano da Licodia Eubea, che molto probabilmente era allievo del pittore e maestro di pittura siracusano Mario Minniti) che raffigura “Il Battesimo di Cristo”; sulla sommità due angeli svolazzanti sorreggono il cartiglio in cui è inciso il passo del Vangelo in cui “Dio” si compiace di suo figlio dopo aver ricevuto il battesimo da “San Giovanni Battista”.

Il secondo Altare è quello consacrato alla “Madonna del Rosario” adornato da eleganti stucchi dorati, nonché da coppie di colonne a capitello corinzio che sorreggono un timpano spezzato al cui centro vi è un piccolo frontone rettangolare (sopra il quale è posto un timpano semicircolare) contraddistinto da angeli che sorreggono il cartiglio riportante il titolo in latino dell’altare. Al centro è posta una tela del 1900 del pittore Giuseppe La Leta di Comiso, raffigurante “La Madonna di Pompei recante Gesù Bambino in mano, tra i Santi Domenico e Caterina”.

Il terzo Altare è consacrato alla “Madonna della Mercede” ed è contraddistinto da varie decorazioni geometriche in stucco dorato oltre che da due coppie di colonne (una semplice, l’altra tortile) che sorreggono un timpano spezzato recante al centro la raffigurazione di “San Giorgio Martire a cavallo”. Al centro è posta la tela settecentesca raffigurante “Santa Maria della Mercede” (opera di artista ignoto). Di fianco è posto il monumento sepolcrale in pietra iblea e marmo scuro del Barone Francesco Leni di Spatafora, scolpito nel 1818.

Al centro della Navata destra vi è posta la porta laterale che si affaccia presso Via avour, anch’essa sormontata da uno scudo agghindato da due colonne d’alloro, che al centro reca un mascherone fanciullesco.

Il quarto Altare è consacrato alla “Madonna Annunziata” e anch’esso si presenta decorato da stucchi dorati, nonché avente due coppie di colonne a capitello corinzio sorreggenti un timpano spezzato che al centro reca un bassorilievo raffigurante due Angeli in mezzo ai quali vi è la colomba simboleggiante lo “Spirito Santo”. Al centro è posto una lastra di marmo recante il bassorilievo che raffigura “La Sacra Famiglia” (opera del 1898 dello scultore vittoriese Salvatore Sciacco).

Il quinto ed ultimo Altare posto nella Navata destra è quello intitolato al “Cristo alla Colonna” ed è contraddistinto sempre da due coppie di colonne (una semplice e l’altra tortile) con capitelli corinzi che sorregge un frontone adornato con vari bassorilievi decorativi (di cui anche mascheroni fanciulleschi) che reca in sommità un corpo delimitato da statue di angeli e sorretto da un piccolo timpano anch’esso spezzato, recante al centro uno scudo col titolo abraso (vi era una “M” in rilievo, molto probabilmente era consacrato a “Santa Maria Assunta”), dato che un tempo non era consacrato al “Cristo alla Colonna” la cui statua settecentesca (proveniente dalla non più esistente Chiesa di San Vito come la statua di “Santa Lucia”) è posta al centro di esso; un tempo questa statua veniva portata in Processione durante il “Giovedì Santo” ma per un decreto da parte delle autorità ecclesiastiche locali questa solennità che ne prevedeva il giro nel centro storico vittoriese, è stata ormai abolita.

Al termine della Navata è posto il Transetto destro della Chiesa di San Giovanni, nella cui parete sommitale è posto un affresco raffigurante “L’Ultima Cena”, dipinto dal pittore Giuseppe Mazzone nel 1860. Nella parete destra è posto l’Altare consacrato a “Santa Maria del Carmine” che si presenta piuttosto simile a quello del “Crocifisso” posto di fronte ad esso nel già citato transetto di sinistra. Al centro dell’altare è posta la nicchia arcuata al cui interno è posta la bella statua settecentesca raffigurante la “Madonna del Carmine” (opera attribuita allo scultore Benedetto Cultraro). Vicino all’Altare è posto il monumento funebre in cui sono poste le spoglie del Marchese Salvatore Ricca (scolpito nel 1810 dallo scultore trapanese Federico Siragusa).

In fondo alla Navata destra è posta la “Cappella del Sacro Cuore di Gesù” in cui possiamo ammirare gli stupendi stucchi che adornano la volta raffiguranti varie formelle floreali. L’Altare principale presenta otto colonne di cui sei centrali e due laterali sorreggenti l’elegante frontone adornato con stucchi decorativi di tipo floreale, al cui centro è collocata la statua del “Sacro Cuore di Gesù” scolpita nel 1878 dallo scultore palermitano Vincenzo Genovese. Nel fianco destro della cappella vi era il dipinto raffigurante “Il Transito della Vergine Maria” (opera di Giuseppe Mazzone ora esposto nel Museo Federico La China) mentre in quello sinistro è posta la tela raffigurante “La Decollatura di San Giovanni Battista” (opera seicentesca del pittore Mariano Gusmano, molto probabilmente proviene dall’antica Chiesa Madre di Vittoria). Sotto quest’ultimo dipinto è posto il monumento funerario in cui sono tumulate le spoglie della contessa Vittoria Colonna, fondatrice della città vittoriese che vennero collocate qui nel 1990 dopo esser state tumulate per molti secoli presso la città spagnola di Medina de Rioseco, all’interno della locale Chiesa di San Francesco. Il monumento funebre, opera dell’architetto vittoriese Giuseppe Areddia e del marmista comisano Vaccaro, si presenta in marmo rosso con la raffigurazione in pietra bianca dello stemma cittadino vittoriese.

Presso la Chiesa Madre di San Giovanni Battista possiamo ammirare la limitrofa Sacrestia con annessa la Casa Canonica collocata tra le Vie Carlo Alberto, dei Mille e Cavour presentando sobri ma eleganti elementi architettonici tra portali e balconi. Un tempo essa era piuttosto grande essendo la sede del clero vittoriese, mentre ora è stata lottizzata in vari locali (alcuni di essi avente funzione commerciale) e solo una piccola parte di essa appartiene alla Parrocchia di San Giovanni Battista. All’interno di essa, specie in Sacrestia, vi sono ugualmente opere d’arte sacra di cui va citata la grande tela che raffigura la “Passione di Cristo” (opera del pittore Giuseppe Vaccaro) nota come “A Taledda” che viene esposta nel periodo della Settimana Santa; degna di nota è la “biblioteca parrocchiale” in cui vi sono volumi piuttosto antichi. Va detto infine che in Chiesa Madre sono poste anche le statue del “Cristo Morto” e della “Madonna Addolorata” portate in Processione in occasione del Venerdì Santo.

Per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook della Chiesa Madre di San Giovanni Battista.

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