Vittoria, Festa di San Francesco di Paola

Vittoria

Festa di San Francesco di Paola

La vivace festa consacrata a “San Francesco di Paola” si tiene nella città di Vittoria nel mese di Aprile venendo celebrata in forma liturgica nella data del 2 Aprile (giorno consacrato appunto al “Santo Calabrese”) mentre quella esterna viene celebrata la Domenica limitrofa alla data citata (se il 3 Aprile ricade di Domenica, la festa liturgica viene celebrata il giorno seguente). Si tratta di una sentita festività che si tiene nel quartiere adiacente alla Chiesa di San Francesco di Paola posta nella zona meridionale del centro storico vittoriese, molto sentita da coloro che abitano in quest’area della città di Vittoria e celebrata in maniera gioiosa con riti religiosi e varie manifestazioni folcloristiche. Va anche detto che presso la vicina Scoglitti viene celebrata una sentita festa consacrata a “San Francesco di Paola” che però viene celebrata la seconda Domenica di Luglio.

Storia di “San Francesco di Paola”

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“San Francesco di Paola” (al secolo Francesco D’Alessio) nacque a Paola (CS) da Giacomo D’Alessio detto “Martolilla” e Vienna da Fuscaldo, una coppia di coniugi dalla salda fede cattolica, devoti, in particolare, a San Francesco d’Assisi, all’intercessione del quale, pur trovandosi già in età avanzata, chiesero la grazia di un figlio.

Da bambino, Francesco contrasse una forma grave d’infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente in preghiera al “Poverello d’Assisi”, promettendogli, in caso di guarigione, che il piccolo avrebbe indossato per un anno intero (il cosiddetto “Famulato”) l’abitino dell’ordine francescano. Fin da piccolo, Francesco fu particolarmente attratto dalla pratica religiosa, denotando umiltà e docilità all’obbedienza. All’età di tredici anni narrò della visione di un “Frate francescano” (“San Francesco d’Assisi”) che gli ricordava il voto fatto dai genitori. Accolto nel convento francescano di San Marco Argentano (CS), vi rimase per un anno, adempiendo alla promessa dei genitori. L’anno di “Famulato” evidenziò le attitudini mistiche del giovane, compresi quei fenomeni soprannaturali che accompagneranno tutta la sua biografia, aumentandone la fama in vita ed il culto dopo la morte. Durante quest’anno di dedizione al convento, il piccolo Francesco si adoperò nell’osservanza regolare e nello sbrigare le mansioni umili della casa come la pulizia dei pavimenti, la cucina, il servizio della mensa e la questua, e praticava già molti digiuni e astinenze.

Concluso l’anno, i frati di San Marco Argentano avrebbero voluto trattenerlo, ma Francesco conservava il desiderio di conoscere anche altre modalità di vita consacrata prima di fare la sua scelta. Nel 1430 svolse, con la famiglia, un lungo pellegrinaggio che, avendo Assisi come mèta principale, coinvolse alcuni dei principali centri della spiritualità cattolica italiana: Loreto, Roma e Montecassino, toccando anche i romitori del Monte Luco. Lo sfarzo della “Città Eterna” (Roma) lo impressionò negativamente, spingendolo, sembra, a redarguire un cardinale, al quale fece notare che “Gesù non aveva avuto abiti così sontuosi”. Rientrato a Paola, iniziò un periodo di vita eremitica, utilizzando un luogo impervio compreso nelle proprietà della famiglia e suscitando lo stupore dei paolani.

Nel 1435, altri si associarono a questa esperienza, riconoscendolo come guida spirituale. Con i suoi, costruì una cappella e tre dormitori, dando, di fatto, inizio all’esperienza, tutt’ora in corso, del cosiddetto “Ordine dei Minimi”. Alle prime adesioni, se ne aggiunsero molte altre, tanto che il 31 agosto 1452 il nuovo Arcivescovo di Cosenza, monsignor Pirro Caracciolo, concesse l’approvazione diocesana, atto che comportava la facoltà di istituire un oratorio, un monastero ed una chiesa. La fama di santità di Francesco si diffuse rapidamente, tanto che nel 1467 Papa Paolo II inviò a Paola un suo emissario per avere notizie sull’eremita calabrese. Il 4 luglio dello stesso anno, quattro cardinali firmarono la lettera che concedeva l’indulgenza a coloro che avrebbero contribuito alla costruzione della chiesa del monastero di Paola, nonché a coloro che l’avrebbero visitata.Nel 1470 ebbe inizio il procedimento giuridico – canonico per l’approvazione definitiva del nuovo ordine di eremiti. La “Causa Paolana” fu patrocinata da monsignor Baldassarre da Spigno. Il 17 maggio 1474, Papa Sisto IV riconosceva ufficialmente il nuovo ordine con la denominazione “Congregazione eremitica paolana di San Francesco d’Assisi”. Con l’approvazione, gli eremitaggi, sul modello di quello di Paola, fiorirono in Calabria (Paterno Calabro nel 1472, Spezzano della Sila nel 1474, Corigliano Calabro nel 1476), e Sicilia (Milazzo nel 1480). Francesco divenne quindi un punto di riferimento essenziale per la gente e per i poveri della sua terra.

Nel frattempo il Regno di Napoli era in quel periodo retto dagli aragonesi, che avevano instaurato un regime coloniale, a scapito della popolazione. Francesco adempì anche in tale contesto storico la missione della diffusione della vita cristiana. Fra i fenomeni soprannaturali attribuiti a Francesco vi è quello della guarigione di un ragazzo affetto da un’incurabile piaga ad un braccio, sanata con delle banali erbe comuni; lo sgorgare miracoloso dell’acqua della “Cucchiarella”, che Francesco fece scaturire colpendo con il bastone una roccia presso il convento di Paola e che ancora è meta di pellegrinaggi; le pietre del miracolo che restarono in bilico mentre minacciavano di cadere sul convento. Ma il miracolo più famoso è certamente quello noto come “L’attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello steso”, dopo che il barcaiolo Padron Maso si era rifiutato di traghettare gratuitamente lui ed alcuni seguaci, che ha contribuito a determinarne la nomina a patrono della gente di mare d’Italia. Altro carisma attribuito al santo eremita fu la profezia, come quando previde che la città di Otranto sarebbe caduta in mano ai turchi nel 1480 e riconquistata dal re di Napoli. La notizia delle sue doti di santità e taumaturgia raggiunse anche la Francia. Il re Luigi XI il quale, ammalatosi gravemente, lo mandò a chiamare chiedendogli di visitarlo. Francesco era molto restio all’idea di lasciare la sua gente bisognosa tanto da indurre il sovrano francese ad inviare un’ambasceria presso il Papa affinché ordinasse a Francesco di recarsi presso di lui. Il Papa e il Re di Napoli colsero l’occasione per rinsaldare i fragili rapporti con l’allora potentissima Francia, intravvedendo in prospettiva la possibilità di raggiungere un accordo per abolire la “Prammatica Sanzione di Bourges” del 1438. Ci vollero alcuni mesi però per convincere Francesco a lasciare la sua terra per attraversare le Alpi e ad abbandonare il suo stile di vita austero per passare a vivere in un palazzo reale.

Il 2 febbraio 1483 lasciò la Calabria alla volta della Francia. Passò per Napoli dove fu accolto da una grande folla acclamante e dallo stesso re Ferdinando I. A Roma incontrò diverse volte Papa Sisto IV che gli affidò diversi incarichi. Si imbarcò quindi a Civitavecchia per la Francia. Al suo arrivo presso la corte, nel Castello di Plessis – lez – Tours, Luigi XI gli si inginocchiò. Egli non lo guarì dal male ma l’azione di Francesco portò ad un miglioramento dei rapporti tra la Francia e il Papa. Francesco visse in Francia circa venticinque anni e seppe farsi apprezzare dalla popolazione francese. Molti religiosi francescani, benedettini ed eremiti, affascinati dal suo stile di vita, si aggregarono a lui anche in Francia, contribuendo all’universalizzazione del suo ordine. Questo comportò gradualmente il passaggio da un puro eremitismo ad un vero e proprio cenobitismo (ordine conventuale), con la fondazione di un secondo ordine (per le suore) ed un terzo (per i laici). Le rispettive regole furono approvate da Papa Giulio II il 28 luglio 1506. Il re Carlo VIII, successore di Luigi XI, stimò molto Francesco e contribuì alla fondazione di due monasteri dell’Ordine dei Minimi, uno a Plessis – les – Tours ed uno sul monte Pincio a Roma. Nel 1498, alla morte di Carlo VIII, ascese al trono Luigi XII che, benché Francesco chiedesse di tornare in Italia, non glielo lo concesse. Trascorse gli ultimi anni in serena solitudine. Approssimandosi la sua fine chiamò a sé i suoi confratelli sul letto di morte esortandoli alla carità vicendevole e al mantenimento dell’austerità nella regola. Nominò il vicario generale ed infine, dopo avere ricevuto i sacramenti, si fece leggere la “Passione secondo Giovanni” mentre la sua anima spirava. Fu canonizzato nel 1519, a soli dodici anni dalla morte, durante il pontificato di Papa Leone X, evento molto raro per i suoi tempi. Nel 1562, gli ugonotti forzarono la sua tomba, trovarono il corpo incorrotto, e vi diedero fuoco.

Le Ceneri di “San Francesco di Paola” riposano in pace nella Basilica di Paola a lui consacrata. e da lì una moltitudine di ceneri e frammenti ossei sono stati dati in consegna alle principali chiese italiane consacrate al “Santo Paolano”.

“San Francesco di Paola” è il “Protettore dei marinai e delle città di mare”, nonché “Santo Patrono e Protettore di Calabria e Sicilia”.

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Origini del culto vittoriese a “San Francesco di Paola”

Il culto consacrato a “San Francesco di Paola” (diffusosi in Sicilia dagli inizi del 1500) ha origine nella città di Vittoria verso la fine del 1600 in quanto presso la città ipparina dall’anno 1677 era in costruzione la Chiesa e il Convento dei Frati Minimi (ordine fondato dal “Santo Calabrese”), che vennero terminati nel 1732 per i rallentamenti avuti a causa del terremoto dell’11 Gennaio 1693 che danneggiò gravemente la città. Quando la chiesa venne completata, venne posta al suo interno la statua raffigurante “San Francesco di Paola” che divenne subito oggetto di culto tra i vittoriesi. I festeggiamenti nella forma odierna consacrati al “Santo Calabrese” molto probabilmente hanno origine in seguito alla riapertura della chiesa avvenuta nei primi anni del 900, culminata con l’istituzione della “Parrocchia di San Francesco di Paola” nell’anno 1956. Va detto infine che a Vittoria si venera una Reliquia del “Santo Calabrese” (un piccolo frammento osseo).

I festeggiamenti in onore di “San Francesco di Paola”

La Festa Liturgica (2 Aprile)

I riti in onore di “San Francesco di Paola” cominciano con l’apertura del “Triduo di Preparazione” ossia i tre giorni che precedono la solennità liturgica, composto dalle date del 30, 31 Marzo e del 1 Aprile. In questi tre giorni presso la Chiesa di San Francesco di Paola alle ore 17.30 viene recitato il Rosario e varie preghiere all’indirizzo di “San Francesco di Paola”, seguiti alle ore 18.00 da una solenne Messa. La sera del 1 Aprile, dopo la Messa, avviene la discesa della statua di “San Francesco di Paola” che viene collocata al centro della chiesa assieme al Reliquiario per essere adorata dai suoi fedeli. In queste giornate viene anche montata l’artistica illuminazione colorata che caratterizzerà il quartiere limitrofo alla chiesa durante i festeggiamenti.

Il 2 Aprile, giorno della ricorrenza liturgica, presso la Chiesa di San Francesco di Paola si terranno alle ore 18.00 il Rosario seguito dalle preghiere al “Santo Calabrese”, e alle ore 18.30 circa una solenne Messa che prevede la partecipazione di numerosi devoti vittoriesi al “Santo Paolano”. Dopo la Messa, a seconda del programma annuale, possono tenersi anche vari eventi ricreativi nei locali appartenenti alla Parrocchia di San Francesco di Paola.

La Festa Esterna (Domenica limitrofa al 2 Aprile)

La Domenica che può precedere o seguire la data del 2 Aprile (o il 2 Aprile stesso se ricade di Domenica) viene celebrata la “Festa Esterna” in onore di “San Francesco di Paola”.

I festeggiamenti saranno preceduti sempre da giorni in cui si “prepara” la festività con Rosari (alle ore 17.30) e Messe (ore 18.00), di cui va citata la data del  “Sabato di Vigilia” che precede il giorno di festa, in cui oltre ai riti ecclesiastici (il Rosario delle ore 17.30 e la solenne Messa delle 18.00), presso l’area di Piazza Indipendenza vi sono spettacoli per adulti e bambini nonché degustazioni di prodotti tipici che iniziano tra le 19.00 e le 20.30 allietando così la Vigilia fino a tarda serata.

La Domenica limitrofa al 2 Aprile la città di Vittoria si sveglia col festante scampanio delle campane della Chiesa di San Francesco di Paola che annunziano l’inizio dei festeggiamenti esterni in onore del “Santo Calabrese”. Alle ore 11.00 viene celebrata la solenne Messa mattutina con la presenza di un buon numero di devoti. Alle ore 12.00 un festoso scampanio sancisce la conclusione dei riti mattutini in onore di “San Francesco di Paola”.

I riti serali comprendono la solenne Messa serale delle ore 19.00 seguita da molti fedeli che attendono l’uscita in Processione del Simulacro del “Santo Paolano”, che verrà collocato sul fercolo processionale subito dopo la funzione religiosa.

Alle ore 20.00 un vivace scampanio seguito dal lancio di fuochi artificiali saluta l’uscita in Processione della statua di “San Francesco di Paola”. Il Simulacro del “Santo Calabrese” e la sua “Reliquia” verranno seguiti da un buon numero di fedeli per buona parte del centro storico vittoriese. Dopo un lungo giro, la Processione ritornerà poi presso la Piazza Indipendenza verso le ore 21.00 dove avverrà il rientro in Chiesa del Simulacro di “San Francesco di Paola” salutato da fuochi pirotecnici e da un vivace scampanio. Alle ore 21.30 la statua di “San Francesco di Paola” verrà ricollocata sul suo Altare salutata dall’applauso dei fedeli. Si conclude così la solenne festività vittoriese in onore di “San Francesco di Paola”.

Per informazioni più dettagliate visita la pagina facebook “Festa san Francesco – Santa Rita Vittoria”.

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