*Avola, Monte Sant’Elia

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Avola

*Monte Sant’Elia
(Antenne di Sant’Elia – Chiesa Rupestre di Sant’Elia Eremita – Costa Lunga – Bellicci – Spineta Superiore)

Il Monte Sant’Elia è posto nell’estrema punta nordoccidentale del territorio di Avola al confine con il comune di Noto.

Difatti questo monte è per metà avolese e per metà netino in quanto ricade tra i due territori comunali.

La sommità di questo rilievo è infatti raggiungibile da Noto, tramite la SS 287 Noto – Palazzolo in prossimità di San Corrado Fuori le Mura seguendo le indicazioni con la scritta “Sant’Elia” (mentre la parte “bassa” del sito montano la si raggiunge tramite la “Traversa Meti” collocate sulla S.P. 15 Avola – Bochini – Noto).


Il Monte Sant’Elia sulla cui cima sono posti vari ripetitori, fotografato da Avola Antica.

Dalla 287 tramite una serie di traverse raggiungiamo lo spiazzale con i ripetitori televisivi noti come le “Antenne di Sant’Elia” (localmente “L’Antinni ri Sant’Elia” ) da cui si può ammirare un ottimo panorama della zona meridionale della Provincia di Siracusa in quanto il Monte Sant’Elia è il più alto rilievo montuoso di tipo ibleo posto (almeno in parte) in territorio avolese (ed è chiaramente visibile in lontananza anche da Avola).

Va anche detto che sotto di esso vi è una ricca riserva idrica in grado di alimentare i seguenti torrenti: Bochini, Eughini – Fiumarella – Spineta inferiore, Talibelli e parte del limitrofo Torrente Risicone noto anche come Fiume Erineo (che sfocia nel Mare Ionio in località Zuccara), posti in territorio avolese; San Giovanni, San Corrado (che scorre sotto l’eremo di San Corrado di Fuori), Baronazzo e Spineta superiore, posti in territorio di Noto.

Da qui si gode di un ottimo panorama su gran parte della punta sudorientale della Sicilia arrivando a scorgere una vasta area compresa nell’area meridionale della Provincia di Siracusa.

Presso il Monte Sant’Elia vi sono anche aree archeologiche piuttosto interessati, di cui la più importante è la Chiesa Rupestre di Sant’Elia Eremita (o “Sant’Elia di Noto”). Si tratta di uno dei più importanti oratori bizantini di tipo rupestre della Provincia di Siracusa posto a nord della cima del Monte Sant’Elia presso il tratto iniziale della Cava Fiumarella (raggiungibile da un sentiero sterrato), al cui interno vi sono ancora resti di pitture rupestri.

In questa grotta venne in eremitaggio “Sant’Elia da Noto”, un mitologico eremita che, molti anni prima della venuta di “San Corrado Confalonieri” nel territorio netino (la data della morte di questo eremita è stimata intorno all’anno 1100, circa due secoli prima della nascita di Corrado Confalonieri) scegliendo una dura vita di stenti e rimanendo a vivere in questa grotta fino alla sua morte.

Delle sue reliquie non se ne sa ancora niente (in molti sostengono che vennero traslate nell’antica Noto presso una chiesa a lui consacrata, ma in seguito al sisma che nel 1693 distrusse l’antica città netina esse vennero disperse, oppure trafugate e finite chissà dove).

Comunque sia la grotta viene da sempre associata al culto di questo misterioso “Santo” tant’è che, come detto in precedenza, il suddetto rilievo montano prese appunto il nome di questo eremita. Vi sono anche ruderi riconducibili ad altri siti rupestri (ovili fortificati e necropoli di varie epoche) oltre a siti rurali formati da masserie e caseggiati delimitati da muri a secco.


Varie foto del Monte Sant’Elia scattate da Avola Antica.

A nord del Monte Sant’Elia sono poste le Contrade Costa Lunga e Bellicci, raggiungibili da una traversa posta a nord del Monte Sant’Elia andando in direzione della Contrada Baronazzo.

Sono le aree più ad ovest del territorio avolese poste sulla sommità del rilievo noto come “Cugno Spineta” da cui si originano le Cave iblee note come Talibelli (solcata da un corso d’acqua che si immette presso il Torrente Risicone) e Spineta inferiore (che va ad alimentare il Torrente Eughini che sfocia nel Mare Ionio in territorio avolese in località Cicirata) con versante collocato in direzione meridionale.

E le contrade Barone, Spineta superiore e Baronazzo, il cui versante è posto a nord, confluendo presso le Cave di Santa Chiara e San Giovanni Lo Vecchio in territorio netino.

Presso queste aree incontaminate troviamo vari ruderi di insediamenti rurali e di antichi terrazzamenti, ma ovviamente vi sono anche molte rovine di tipo rupestre (necropoli, siti paleocristiani o ovili fortificati?) da esplorare con attenzione e aree avente grande valenza paesaggistica.

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