Avola, Territorio ibleo avolese

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Avola

Territorio ibleo avolese

I Monti Iblei che circondano la città di Avola.

Il vasto territorio ibleo avolese, collocato ad ovest della città di Avola, è considerato come uno dei più interessanti della Provincia di Siracusa e del sud est della Sicilia.

Esso si affaccia presso la breve e fertile pianura in cui è collocata l’odierna città avolese sovrastandola con l’insieme dei suoi rilievi di cui i più importanti sono i Monti d’Oro, Sant’Elia e Aquilone, quest’ultimo comprendente le contrade montane limitrofe ad Avola Antica, in cui era posta l’antica città avolese distrutta dal terremoto dell’11 Gennaio 1693, di cui ora rimangono solo i ruderi dislocati per buona parte del rilievo montano.


Le alture iblee a ridosso di Avola da cui si può ammirare un ottimo panorama dell’estrema punta meridionale della Sicilia.

Le campagne limitrofe alla città presentano numerose rovine del passato ancora da studiare e da valorizzare, come per esempio numerose rovine di epoca neolitico – siculo – greca.

Da citare anche la presenza di numerose cave iblee interessate dalla presenza di brevi corsi d’acqua che tendono ad ingrottarsi nel sottosuolo per alimentare una ricca falda acquifera posta nel sottosuolo avolese.

Di essi citiamo le cave in cui scorrono i Torrenti Campana – Borgellusa (che sfocia ad Avola presso il Lungomare Tremoli), Risicone (ricalcante l’antico corso del “Fiume Erineo” in cui avvenne una cruenta battaglia durante la guerra tra Atene e Siracusa), Eughini, Bochini, San Giovanni e Cava L’Unica (oltre ad altri piccoli corsi torrentizi).

Ma la cavità iblea avente un considerevole scorrimento idrico più importante del territorio avolese è la “Cava Grande del Cassibile” in cui l’omonimo fiume scorre dando vita ad una delle più interessanti aree naturalistiche (ed archeologiche) della Sicilia sudorientale.

Non meno importante il corso del Fiume Asinaro che, seppur bagnando il territorio di Avola per un breve tratto, è collocato anch’esso in un’importante area archeologica, riconducibile al luogo in cui si svolse appunto la “Battaglia dell’Asinaro” durante la sopracitata guerra tra ateniesi e siracusani.

La flora presente nel territorio ibleo di Avola (comprendente anche le aree dell’antico sito sul Monte Aquilone e l’area solcata dalla Cava Grande) comprende oltre alle numerose colture formate da alberi di agrumi (limoni e arance), mandorle, carrube e olivi, la presenza di vari tipi di piante erbacee quali le orchidee, l’asparago selvatico, la coda di volpe, la senape dei campi, la borragine, la malva oltre a vari tipi di erbe aromatiche (capperi, salvia, origano, timo ecc…) e varie piante arbustive e arboree di cui citiamo il il rovo, il pero selvatico, l’arancio amaro, querce, roverelle, pini marittimi ecc…

Per quanto riguarda la fauna, sono presenti insetti di varie specie quali api, bombi (simili alle api ma contraddistinti da una caratteristica peluria), farfalle, libellule, gerridi (negli specchi d’acqua) ecc…; rettili come serpenti innocui (bisce, biacchi, colubri leopardini ecc…) e talvolta anche vipere (anche se ormai sono quasi assenti in quanto venivano ammazzate a vista) oltre a lucertole di vario tipo di cui la specie predominante è la “Lucertola Iblea” e infine anche rare tartarughe terrestri; volatili di varie specie come rapaci (gufi, civette, poiane, falchi di palude e raramente anche aquile verso le aree più interne della Cava Grande), passeriformi (verdoni, cardellini, martin pescatori, pettirossi ecc…) oltre a merli, gazze, tordi, colombacci, quaglie ecc… mammiferi quali volpi, donnole, topi di campagna, gatti selvatici, porcospini e istrici; infine nei Fiumi Asinaro e Cassibile nei tratti più profondi anche fauna ittica di acqua dolce di cui vari pesci quali trote, tinche, carpe e anguille, granchi di fiume e lumache d’acqua dolce (oltre a quelle terrestri).

Va detto infine che presso le campagne iblee avolesi sono presenti numerose “Gebbie” (in dialetto locale “Ghiebbie” ), ossia grandi vasche circolari in cemento che in estate vengono colmate di acqua (che servirà per irrigare i terreni, specie quelli in cui sorgono gli agrumeti) proveniente da pozzi sotterranei fatta salire in superficie dalle cosiddette “Travelle” e condotta tramite tubature o “Saie” dentro questi profondi serbatoi. In inverno le “Ghiebbie” invece fungono da serbatoio per l’acqua piovana.

Adiacenti ad esse vi sono molti caseggiati di tipo rurale che si alternano ad eleganti tenute feudali di cui quelle delle famiglie D’Agata e Toscano, oltre alla costruzione in stile liberty nota come “Villa Mimma”.


Quercia posta sui rilievi iblei di Avola Antica.


Terrazzamenti in cui sono collocati alberi di Mandorlo.


Un Mandorlo con i suoi frutti.


Un Ulivo secolare.


Un fiore di Cappero Selvatico.

Dal punto di vista paleontologico ed archeologico, il territorio ibleo di Avola, assieme al sito di Avola Antica presenta molte aree interessanti in cui vi sono rovine di insediamenti rupestri e ruderi medievali, nonché di necropoli di varie epoche.

Le aree più interessanti sono quelle a ridosso di Avola Antica e le cave iblee che la circondano, colme di siti rupestri. Presso queste zone vi sono anche dei fossili marini incastonati nella roccia, rimasti intrappolati in seguito all’innalzamento del tavolato ibleo dal fondo del mare avvenuto milioni di anni fa. 

Le zone iblee avolesi (comprendenti anche l’area di Avola Antica) presentano quindi importanti testimonianze archeologiche di varie epoche dislocate in varie zone che ora ospitano agrumeti, oliveti e mandorleti comprendenti vari siti rupestri e ruderi di vario tipo (aventi avuto in passato funzioni abitative, militari e funerarie) in cui sono avvenuti anche determinati eventi storici (come le sopracitate battaglie dei Fiumi Erineo e Asinaro durante la guerra tra Atene e Siracusa, o la distruzione dell’antica Avola avvenuta durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693).


Un sito rupestre posto presso Avola Antica.


Fossile marino collocato presso un’area limitrofa ad Avola Antica.

Le regole per visitare il territorio ibleo avolese sono le seguenti:

  • Avere un buono stato di salute non essendo soggetti a problemi psichici e motori o a malattie di qualsiasi genere;
  • Avere una buona dimestichezza nel sapersi muovere presso aree montane;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo/canyoning (riguardo ad arrampicate ed esplorazioni su pareti montane) o torrentismo (specie se si devono guadare fiumi e torrenti di qualsiasi portata);
  • Si possono visitare i territori iblei durante tutto l’anno, preferibilmente  nei periodi  primaverile o estivo o durante le giornate soleggiate, non è consigliabile effettuare ciò durante le giornate piovose o ventose (autunno o inverno) poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi a causa degli agenti atmosferici (essendo roccia calcarea è soggetta a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici all’interno delle aree iblee (zone naturalistiche o meno);
  • Non accendere fuochi di qualsiasi tipo specialmente in estate e non gettare mozziconi di sigaretta, poiché potrebbero svilupparsi dei focolai incendiari che potrebbero propagarsi colpendo le circostanti contrade iblee;
  • Non disturbare la fauna;
  • Non danneggiare la flora e tagliare alberi;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • La raccolta di funghi, la caccia e la pesca sono consentite solo grazie alle apposite autorizzazioni rilasciate dagli enti competenti, nelle aree in cui ciò è vietato tramite l’apposita segnaletica queste attività non sono assolutamente consentite;
  • È possibile effettuare scampagnate, escursioni o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sopracitate e soprattutto non bisogna campeggiare in aree potenzialmente pericolose da visitare o all’interno di proprietà private;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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