Cassaro, Ex Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini e Stazioni di Cassaro e Giambra

Il tratto appartenente a Cassaro della vecchia Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini faceva parte della linea ferroviaria che dal 1924 al 1956 svolse un’importante funzione logistica all’interno dei Monti Iblei siracusani mettendo in comunicazione le principali città della Sicilia meridionale, Siracusa e Ragusa, con la Sicilia centrale (ramo per Vizzini). Di questo tracciato ferroviario resta solo un grande sentiero che dalla Contrada Fusco (Sortino) arriva fino a Palazzolo Acreide (Contrada Giannavì) attraversando tutta la valle in cui scorre il Fiume Anapo, su cui si affaccia anche il sito archeologico di Pantalica.

La zona appartenente a Cassaro è compresa tra le Contrade Ponte Diga, Giambra inferiore  e superiore, Isola Grotta (ad est di Cassaro), Fosso Nocilla, Bosco Rotondo e Bibbinello (ad ovest di Cassaro) attraversando tratti in curva ed in pendenza comprendenti ponti e gallerie, e possiede due stazioni ferroviarie denominate “Cassaro – Ferla” e “Cassaro – Giambra”.

La stazione di Cassaro – Ferla è posta presso la S.P. 45 Cassaro – Montegrosso a poca distanza dal bivio con la S.P. 40 Cassaro – Ferla. Essa è stata recentemente restaurata per svolgere determinate funzioni turistiche legate alla promozione del sito di Pantalica (si dice che verrà messo in funzione un piccolo trenino tra questa stazione e quella di Sortino – Fusco). Si presenta come un edificio di due piani formato da aperture rettangolari (ingressi e finestre) di fianco al quale vi era il magazzino merci ed una cisterna d’acqua per le locomotive a vapore.

La stazione di Cassaro – Giambra è posta ad est tra le località Giambra Superiore (Cassaro) e Inferiore (Sortino) e si trattava di una piccola area di rifornimento per le locomotive che sta venendo restaurata per ospitare un piccolo museo.

Il tracciato cassarese della Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini è l’ideale per compiere escursioni a piedi o in bici in mezzo alla Valle dell’Anapo e raggiungere vere e proprie “oasi” all’interno della riserva che sono descritte nei link posti nella pagina precedente.

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