Casuzze e Caucana, Sito Archeologico di Kaukana

Casuzze e Caucana

Sito Archeologico di Kaukana

 Il sito archeologico dell’insediamento marittimo di Kaukana, posto in territorio di Santa Croce Camerina, è uno dei più importanti di epoca greco – romana della Provincia di Ragusa assieme a quelli di Kamarina (Ragusa), Cava d’Ispica (tra Modica e Ispica), Akrillai e Scornavacche (Chiaramonte Gulfi), posto presso la località nota appunto come “Caucana”. Esso è raggiungibile dal Corso Oceano Indiano (tratto urbano della S.P. 88 per Punta Secca e Marina di Ragusa) tramite gli ingressi di Via Bizantina e di Lungomare delle Anticaglie, strada in cui sono poste altri ruderi che fanno parte di questo sito archeologico.

“Kaukana” in realtà non era un unico insediamento, ma un insieme di villaggi sparsi all’interno del territorio comunale di Santa Croce Camerina che comprendeva: le aree delle Contrade Mirio e Mezzagnone in cui sono posti le rovine dei rispettivi ed omonimi siti della Necropoli e del Bagno; di Contrada Pirrera in cui vi sono i resti di una Latomia, di un sito funerario e di una Basilica bizantina; e infine l’area adiacente alla Torre di Mezzo e alla limitrofa Contrada Cannitello, all’area di Punta Braccetto e Vigna di Mare. Questi insediamenti noti come “Kaukanae” (o “Kaucanae”) sono sorti in epoca greca tra il III – II secolo a.C. (300 – 101) e con molta probabilità dipendevano dalla limitrofa città di Kamarina che venne fondata nel 598 a.C. da coloni provenienti da Siracusa ma che venne conquistata dai romani nel 258 a.C. Dopo la caduta della città kamarinense a cui ne conseguì un periodo di decadimento, gli insediamenti acquisirono una certa “indipendenza” favorendo così l’approdo costiero posto presso l’attuale Lungomare delle Anticaglie.

La presenza di esso viene citata dal geografo romano Claudio Tolomeo (vissuto tra il 100 e 175 d.C.)  attorno al II secolo d.C. (101 – 200 d.C.) definendo Kaukana col termine “Limen” ossia “Porto”. L’insediamento costiero divenne molto importante soppiantando man mano l’antico porto di Kamarina posto lungo la foce del Fiume Ippari, divenendo un’importante infrastruttura logistica antenata dei moderni “porti commerciali” che favoriva lo scambio di merci tra la Sicilia sudorientale e il resto dell’Impero Romano (Africa Settentrionale e Roma in particolare); con molta probabilità da questo porto venivano imbarcate le scorte di grano coltivato sulle alture iblee di questo lembo di Sicilia (isola che veniva definita come “il Granaio di Roma” per le infinite distese di frumento che venivano e che tuttora vengono coltivate all’interno della regione siciliana). Infatti presso questo importante villaggio oltre al porto, vennero costruite anche depositi di merci che dovevano essere imbarcate o che sbarcavano dalle imbarcazioni ormeggiate presso questo impianto portuale. Il porto molto probabilmente svolgeva anche funzioni militari.

L’espansione massima di Kaukana e dei suoi traffici si ebbe tra il periodo tardo romano e la caduta dell’impero di Roma collocato tra i secoli IV d.C. (301 – 400 d.C.) e V d.C. (401 – 500 d.C.), in cui si sviluppò il Cristianesimo con la conseguente costruzione di vari siti sacri tra cui la Basilica i cui ruderi sono posti all’interno dell’area archeologica di Kaukana (a cui si aggiunsero anche quelle di Contrada Pirrera e di Contrada Mirio – Castello a ridosso di Santa Croce Camerina); in questo periodo cominciarono gli scambi commerciali con Costantinopoli, la futura capitale dell’Impero Romano di Oriente. Kaukana subì però molte incursioni barbariche, in particolare dai Vandali che saccheggiarono l’insediamento spingendo la popolazione a rifugiarsi presso i villaggi situati nell’entroterra ibleo (facendo in modo di andare a popolare quello posto tra le Contrade Mirio, Mezzagnone e Castello, da cui sarebbe nata l’attuale Santa Croce Camerina).

Alla fine dell‘Impero Romano di Occidente che coincideva con l’inizio del medioevo, Kaukana divenne assieme a tutta la Sicilia dominio bizantino facente capo all’Impero Romano d’Oriente (con capitale Costantinopoli) continuando comunque ad avere una notevole importanza grazie al suo approdo marittimo. Da qui, secondo lo storico bizantino Procopio di Cesarea, nel 533 d.C. la flotta bizantina comandata dal generale Belisario partì alla conquista dell’isola di MaltaNonostante ciò in molti andarono a popolare le sopracitate aree dell’entroterra santacrocese.

La fine di Kaukana avvenne nell’anno 827 in seguito alla conquista araba della Sicilia, in cui l’esercito saraceno guidato da Asad ibn al Furat distrusse l’antico ed importante approdo oltre a ciò che rimaneva della vicina Kamarina; l’area venne chiamata prima “Ayn al Qasab” (“Fonte delle Canne”) e infine “Ras al Karam” (“insenatura” o “golfo”), facendo così parte di un vasto feudo delimitato dalle valli solcate dai torrenti Grassullo (ad ovest dell’attuale Casuzze) e Petraro (che sfocia presso Punta Braccetto). Con la conquista normanna della Sicilia avvenuta nell’anno 1061, l’area venne chiamata “Rosacambra” (o “Risgalambro”) e, dal 1090, appartenne alla Contea di Ragusa retta dal Conte Goffredo I d’Altavilla. Con molta probabilità il Conte Ruggero I d’Altavilla utilizzò l’antico approdo di Kaukana per imbarcarsi alla conquista di Malta nel 1091. Nel 1140 Silvestro d’Altavilla Conte di Marsico e Ragusa cedette il feudo di Rosacambra comprendente l’attuale area di Caucana al Monastero di Santa Maria la Latina, prendendo ufficialmente il nome di “Feudo di Santa Croce”, toponimo che venne dato alla futura città di Santa Croce Camerina. Kaukana e le sue aree limitrofe che formavano il sopracitato feudo passarono alla famiglia modicana dei Celestri il 30 Aprile 1470.

A causa di una contesa tra le famiglie Celestri e Bellomo, il feudo venne diviso in due parti in seguito all’accordo tra i due nobili Giovan Battista II Celestri e Giovanni Cosimo Bellomo del 23 Dicembre 1580; il Feudo di Santa Croce (corrispondente all’area adiacente a Santa Croce Camerina) rimase ai Celestri, mentre quello di Rosacambra (che comprendeva Kaukana e le aree di Punta Secca e Punta Braccetto) divenne di proprietà della famiglia Bellomo. Qualche tempo dopo tutto il feudo ritornò ad essere tutto di proprietà della famiglia Celestri.

Questa zona in cui già da allora si potevano ammirare le rovine dell’antica Kaukana venne chiamata col toponimo di “Anticaglie” che ne indicava la presenza dei ruderi dell’antico insediamento portuale, venendo citata nel 1558 dallo storico Tommaso Fazello all’interno della sua opera “De Rebus Siculis” col il nome di “Kaukana”. Localmente l’area veniva chiamata col termine siciliano “Finaita”, che indicava un’area di confine in quanto l’area di Caucana e dell’attuale Casuzze confinava con la Contea di Modica (che non comprendeva al suo interno il Feudo di Santa Croce.

Il periodo tra il 1600 e il 1700 vide l’area di Kaukana interessata da invasioni saracene (contrastate grazie alle fortezze situate presso le limitrofe Torri Scalambri, di Mezzo, Vigliena e Mazzarelli) e dal terremoto dell’11 Gennaio 1693 (che provocò danni poco considerevoli all’area popolata da contadini, pastori e pescatori), si perse l’interesse alle rovine delle “Anticaglie”, che però vennero cominciate ad essere studiate dal principe Ignazio Paternò Castello proprio a partire dal periodo settecentesco.

Tra la seconda metà del secolo 1800 e gli inizi del 1900 l’area di Kaukana, che divenne di proprietà del Comune di Santa Croce Camerina, venne studiata dagli archeologi Julius Schubring, Paolo Orsi, Biagio Pace e Arthur Evans. Dopo il periodo solcato dalle due guerre mondiali, conseguente all’espansione urbana di Casuzze e di Caucana, si risvegliò un certo interesse per le rovine delle “Anticaglie” ossia dell’antica Kaukana, minacciate dall’urbanizzazione, facendo in modo che a partire dagli anni 1960 l’area venne sottoposta a campagne di studi e di scavi archeologici condotte rispettivamente dall’archeologo messinese Cesare Zipelli dal 1959 al 1963, e dall’archeologa bolognese Paola Pelagatti dal 1964 al 1972; gli ultimi studi sono stati condotti dall’archeologo ragusano Giovanni Di Stefano, proseguiti nel periodo tra il 1964 e il 1972 venendo curati dall’archeologa bolognese Paola Pelagatti; altri studi sono stati condotti dall’archeologo ragusano Giovanni Di Stefano.

Nel 2012 grazie all’interessamento del “Comitato Kaukana Zona Archeologica”, è stato inaugurato e aperto al pubblico il “Parco Archeologico” che comprende le rovine dell’insediamento portuale di Kaukana, andando a rivalutare anche gran parte della limitrofa area costiera lambita dal Lungomare delle Anticaglie.

Dopo gli ampi cenni storici, passiamo alla descrizione del sito archeologico di Kaukana. Esso è diviso in tre distinti settori di cui il primo è quello collocato tra il Corso Oceano Indiano, le Vie Bizantina e Belisario e il Lungomare delle Anticaglie; il secondo è posto tra il Lungomare delle Anticaglie e le Vie Belisario, delle Magnolie e delle Begonie; e il terzo è situato lungo il litorale di Caucana solcato sempre dal Lungomare delle Anticaglie.

Il primo settore è quello più grande del sito archeologico i cui ingressi sono posti lungo Via Bizantina e il Lungomare delle Anticaglie, ed è caratterizzato dai ruderi più importanti tra quelli rinvenuti. Tra essi va citata la presenza dell’antica Basilica bizantina le cui rovine sono protette da una tettoia. Essa si presentava come una chiesa a pianta rettangolare divisa in tre navate con vestibolo d’ingresso ad ovest, chiusa da un’abside semicircolare ad est. Qui possiamo ammirare i resti della pavimentazione in mosaico raffigurante motivi geometrico – floreali decorativi e formelle in cui sono raffigurati vari animali, mentre su alcuni blocchi vi sono tracce di incisioni. Sia all’interno che all’esterno della chiesa vi sono vari sarcofagi sepolcrali formati da blocchi di pietra concavi, facenti parti di un’antica necropoli collocata sotto l’edificio sacro. A sud della chiesa vi sono le rovine di un grande edificio che si presume esser stato un grande “magazzino portuale” comprendente anche botteghe commerciali, caratterizzato da una grande stanza centrale delimitata da vari locali (il tutto a pianta quadrata). A nordovest della chiesa è posto un grande edificio anch’esso sede di locali commerciali e per questo identificato come “bazar” (termine persiano che indica un edificio o un’area avente funzioni prettamente commerciali). Gli altri ruderi invece apparterrebbero ad abitazioni comuni.

Il secondo settore, il cui ingresso è precluso ai visitatori ma che si può ammirare dal Lungomare delle Anticaglie, è stato studiato nel 2008 dall’equipe del professor Roger Wilson (docente di archeologia della canadese University of British Columbia di Vancouver), presenta le rovine di tre edifici (molto probabilmente abitativi e/o commerciali), posti l’uno di fianco all’altro. Di essi quello centrale a pianta rettangolare, è il più grande e presenta una grande stanza affiancata da ambienti più piccoli; l’edificio a sinistra (antistante ad una villetta privata) presenta la parete meridionale a sezione semicircolare con vari ambienti a nord formati da due stanze a sezione rettangolare, mentre ad occidente è posto un piccolo ambiente delimitato da una parete. Il terzo edificio posto a destra di quello centrale (il più manomesso) presenta i basamenti di pareti che delimitavano stanze quadrangolari. Vicino a questi ruderi vi sono state rinvenute alcune sepolture a fossa.

Il terzo settore dell’area archeologica presenta le rovine archeologiche degli edifici di Kaukana collocati lungo il Litorale delle Anticaglie, composti da ambienti aventi stanze a sezione quadrangolare. Il più grande è collocato di fronte all’ingresso del sopracitato primo settore collocato presso il lungomare, mentre ad ovest di esso ve ne sono altri due di considerevoli dimensioni. Essi sono stati classificati come “abitazioni” ma molto probabilmente potevano essere anche infrastrutture militari o portuali; presso il tratto occidente del lungomare vi sono le rovine di quello che sarebbe stato identificato come un “impianto termale”.

Da citare infine anche una vasta area posta al di fuori del sito archeologico collocata tra il Corso Oceano Indiano, la Via Vignazze e il Lungomare delle Anticaglie in cui sono state localizzate alcune rovine tra cui quelle di un piccolo edificio collocato in un terreno posto a nord del Lungomare delle Anticaglie, e di due edifici di cui quello più grande riconducibile ad un romitorio, posto sull’estremità occidentale del litorale di Caucana nei pressi della vicina scogliera di Punta Longobardo.

L’antico porto di Kaukana era posto lungo il Lungomare delle Anticaglie ed era certamente formato da banchine che servivano per l’ormeggio delle imbarcazioni oltre che per le operazioni di carico e scarico delle merci.

Il sito archeologico di Kaukana è visitabile grazie al “Comitato Kaukana Zona Archeologica” che ne cura le aperture durante l’arco dell’anno, l’ingresso è gratuito anche se è molto consigliabile lasciare un’offerta libera all’associazione che ne cura la salvaguardia e le aperture al pubblico; per informazioni più dettagliate visitate il sito www.kaukana.it.

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