*Donnalucata, Plaja Grande; Area iblea e sito archeologico di Contrada Maestro

Donnalucata

Plaja Grande

*Area iblea e sito archeologico di Contrada Maestro

Da Plaja Grande e Donnalucata, tramite le S.P. 89 e S.P. 63 per Marina di Ragusa, raggiungiamo la Contrada Maestro, la cui area iblea è posta lungo la riva sudorientale dell’ultimo tratto del Fiume Irminio.

L’altopiano della Contrada Maestro lo si raggiunge dal bivio tra le S.P. 63 e S.P. 89 imboccando quest’ultima andando in direzione “Contrada Ferrante”, arrivando presso un vasto caseggiato rurale di proprietà privata noto come “Masseria Maestro” il cui ingresso è posto alla nostra sinistra (venendo dal sopracitato bivio) sulla S.P. 89 lungo una serie di tornanti. La masseria svolge tuttora funzioni agricolo – zootecniche ed è caratterizzata dalla residenza feudale affiancata da stalle e magazzini posti presso il cortile centrale.

Dietro la masseria è collocato il sito archeologico di Contrada Maestro, che è invece raggiungibile dalla S.P. 63 tramite un sentiero alla nostra destra (collocato poco più a sud del viadotto che oltrepassa l’ultimo tratto del Fiume Irminio), delimitato da una sbarra di ferro; percorrendolo si arriva nei pressi di un impianto serricolo in cui vi è un bivio in cui a destra si va verso il sito in cui è posta la necropoli di Contrada Fornelli, mentre alla nostra sinistra arriviamo a ridosso dell’area archeologica di Contrada Maestro.

Il vasto sito archeologico situato presso la Contrada Maestro, studiato dal 1949 dall’archeologo genovese Luigi Bernabò Brea e da allora esplorato da vari archeologi locali tra cui citiamo lo sciclitano Pietro Militello e il ragusano Giovanni Di Stefano (che ha condotto una serie di scavi in quest’area tra il 1983 e il 1985). In base a tutti gli studi effettuati, si presume che l’area venne popolata a partire dal periodo neolitico, in cui venne costruito un insediamento abitativo la cui datazione è compresa nel periodo che va dal 1800 al 1300 a.C. mentre a partire dal 1200 a.C. l’area  venne popolata dai siculi a cui, con molta probabilità a partire dal 700 a.C. seguirono i greci. In quest’area nel periodo posteriore al 590 a.C. venne costruito un villaggio rurale con annesso emporio commerciale, dipendente dalla vicina città di Kamarina (a sua volta fondata nel 598 a.C.), che venne abbandonato probabilmente a causa della guerra tra Kamarina e Siracusa avvenuta nel 552 a.C.

Del villaggio rimangono vari ruderi tuttora transennati dato che l’area è ancora sotto vincolo archeologico. Essi comprendono i basamenti di quattro edifici classificati come “Case A, B, C e D” delimitati da stradine laterali. Qui sono stati rinvenuti vari reperti ceramici di epoca neolitica e greca (stoviglie e anfore), di cui alcuni posti all’interno del Museo Archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa.

Nelle aree limitrofe vi sono anche tracce di siti sepolcrali di epoche varie composti da vari tipi di sepolcri (rupestri o a fossa), tra cui citiamo le Necropoli di Contrada Fornelli e di Contrada Canonico – Cancellieri (quest’ultima famosa per la presenza del sito archeologico noto come “Fattoria delle Api”).

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