Ferla, Feste di Santa Maria Immacolata, Santa Lucia e Natale Ferlese

Ferla

Feste di Santa Maria Immacolata, Santa Lucia e Natale Ferlese

Le festività natalizie ferlesi sono tra le più belle dell’intera Provincia di Siracusa per le sue profonde tradizioni sacre radicate alla vita popolare dei secoli passati.

Esse iniziano ufficialmente l’8 Dicembre con la bella festività consacrata a “Santa Maria Immacolata”, giorno in cui la città si “veste ufficialmente a festa” in occasione delle feste natalizie, prosegue con la festa consacrata a “Santa Lucia” per poi comprendere i riti natalizi veri e propri che cominciano con la Novena di Natale proseguendo poi con la Natività, il Capodanno e l’Epifania.

Festa di Santa Maria Immacolata

Con la Festa consacrata alla “Vergine Immacolata” (per saperne di più sul suo culto clicca qui), molto sentita dai ferlesi, iniziano le celebrazioni natalizie di Ferla. Il 29 Novembre inizia la “Novena” alla “Madonna Immacolata” che dura fino al 7 Dicembre, in cui si tengono Rosari e solenni Messe verso le ore 20.30 presso la Chiesa Madre di San Giacomo. L’8 Dicembre cominciano i solenni riti sacri legati a questa festività che prevedono solenni Messe nella Chiesa Madre di San Giacomo durante l’arco della giornata di cui quelle più importanti sono quelle delle ore 10.30 circa e delle ore 18.30. Dopo le Messe mattutine e serali, la statua della “Madonna Immacolata” viene fatta uscire nelle Processioni di cui quella diurna delle ore 12.00 e quella serale delle ore 19.00 venendo salutata dallo scoppio di fuochi d’artificio, lanci di bigliettini e scampanii solenni, In entrambe le Processioni il Simulacro della “Madonna Immacolata”, che verrà portato per le vie del centro storico ferlese e a sua volta seguito da un buon numero di fedeli.

Al termine della Processione Serale, possiamo ammirare uno splendido spettacolo pirotecnico che conclude si i festeggiamenti alla “vergine Immacolata”, ma inaugura simbolicamente l’arrivo delle belle festività natalizie ferlesi.

La Festa di Santa Lucia

La Festa di Santa Lucia  (per saperne di più sulla sua vita clicca qui) si tiene il 13 Dicembre in concomitanza con quella di Siracusa e i riti consacrati alla “Martire Siracusana” cominciano il 5 Dicembre con la Novena che termina il 12 Dicembre (Vigilia della Festa) presso la Chiesa di Santa Sofia comprendente solenni Messe che iniziano alle ore 18.00.

Il 13 Dicembre inizia la festa in onore della “Santa Siracusana”. Essa è caratterizzata dalla solenne Messa Vespertina consacrata alla “Santa Martire” aretusea che si tiene nella Chiesa di Santa Sofia alle 18.00. Dopo la Messa inizia la Processione del Simulacro della “Vergine Siracusana” che girerà per buona parte del centro storico. Dopo alcune ore il “Simulacro” rientrerà nella Chiesa di Santa Sofia salutato da un buon fuoco pirotecnico. La tradizione ferlese vuole che per “Santa Lucia” si prepari la cosiddetta “Cuccìa” (dolce tipico delle festività in onore della “Santa Siracusana”), una specie di budino cremoso ottenuto dalla bollitura dei chicchi di frumento e insaporito con crema pasticcera (o ricotta), scorzette di cioccolato, zucca dolce e ciliege candite. In origine la “Cuccia” si limitava a chicchi di grano bolliti in acqua zuccherata, olio di oliva e latte.

Il Natale Ferlese e il Presepe Vivente di Ferla

L’inizio del periodo natalizio ferlese

Dopo le festività della “Madonna Immacolata” e di “Santa Lucia”, iniziano i riti prenatalizi veri e propri consacrati alla “Nascita di Gesù” (per saperne di più clicca qui). Innanzitutto verranno aperti al pubblico i pittoreschi Presepi artigianali situati nelle vie del centro storico cittadino (Via Pellaro, Via dell’Acqua, Via Cavour, Via Rudinì, Via Orto Peluso, Via Parrocato e Ronco Minerva). Questi Presepi sono la testimonianza di un’antica forma di arte sacra di tipo popolare che pian piano sta andando a scomparire, ma che i cittadini di Ferla vogliono tenere ancora in vita. Il più bello di questi Presepi riceverà un ricco premio alla fine delle festività natalizie. Nel frattempo la cittadina viene addobbata a festa con eleganti luminarie natalizie.

Presso l’Auditorium comunale verranno organizzati dei piccoli spettacoli inerenti al “Santo Natale”. Nel frattanto presso le chiese vengono preparati degli “Altari” che serviranno per una rappresentazione sulla “Nascita di Gesù Bambino” che si tiene ogni anno nella notte di Natale presso i sagrati di tutte le chiese ferlesi.

Un’altra usanza ferlese è quella di far girare per le strade cittadine dei musicanti che suonano per strada nenie natalizie popolari accompagnati da flauti, zufoli e zampogne; questa tradizione  nota come la “Novena”, poiché essa si svolge per nove giorni dal 17 Dicembre fino alla Vigilia del 24.

La Vigilia e il Giorno di Natale (24 e 25 Dicembre)

La Vigilia di Natale (24 Dicembre) è considerata come il giorno più importante dei festeggiamenti natalizi, esso viene festeggiata in casa tra parenti o amici. La giornata viene passata per lo più a preparare le pietanze per la sera e a giocare o a carte (Scopa, Scala 40, Briscola, Sette e Mezzo ecc…) o a Tombola. Arrivata la sera gli invitati si ritrovano tutti insieme per cenare come da tradizione con “Mpanati”, “Scacciati” (focacce farcite con formaggio, salsa di pomodoro, prosciutto, erbette aromatiche, broccoli, ricotta, patate, uova sode ecc…) e numerosi dolci tra i quali vanno giustamente citati i “Cassateddi” o “Nfigghiulati” (a base di ricotta dolce aromatizzata con rosso d’uovo e cannella), la “Cutugnata” (forma di confettura secca alle cotogne aventi forme diverse es. a stella ad alberello ecc…), e dolci al miele tipici di Ferla e Sortino come “I Sfinci” (simili alle “Zippule” di San Martino, ma insaporite con miele e zucchero granellato), i “Sanfurricchi” (striscioline di miele caramellato lavorato all’olio d’oliva)  la “Ciciurena” (torrone con miele e semi di sesamo affine alla “Cubbaita” avolese e netina), la “Mpagnuccata” (palline di semola dolce caramellate con miele e zucchero), i “Cuddureddi” (pani dolci ripieni con miele e noci) e i “Viscotti ‘Ncillipati” (glassati con miele e zucchero). Dopo aver mangiato la serata viene passata a giocare a carte o a Tombola fino a Mezzanotte, in cui viene fatta presso le chiese ferlesi la già citata rappresentazione scenografica della “Nascita di Cristo”.

L’indomani (25 Dicembre) gli invitati della sera prima si riuniscono a pranzo pranzando così come vuole la tradizione siciliana con la Pasta al Forno (timballo di lasagne o cannelloni ripieni di carne posti tra strati di sugo di carne, piselli, prosciutto, mozzarella, uovo sodo e besciamella) e con numerose portate a base di carne (cotolette di vitello, costate di manzo o maiale al forno o arrostite alla griglia, salsicce arrostite sulla brace, involtini ripieni come il “Falsomagro” ecc…); il gustoso pranzo termina poi con trionfali dolci di pasticceria (Cannoli e pasticcini assortiti) e con quelli natalizi ferlesi (elencati prima).

Il Presepe Vivente di Ferla

Nel pomeriggio inizia la rappresentazione in costume del “Presepe Vivente”. Esso si svolge in una vecchia casa rustica che funge da “Stalla della Natività”. Qui l’atmosfera ci fa ritornare indietro nel tempo nei secoli in cui nelle campagne del siracusano vi si praticava l’arcaico lavoro della pastorizia e dell’agricoltura di sussistenza. Bisogna dire che i figuranti sono vestiti con gli abiti popolari dei contadini settecenteschi e ottocenteschi e no con abiti palestinesi, proprio per risaltare il vecchio culto legato al Natale che si praticava nelle campagne aretusee. Innanzitutto presso questo “Presepe Vivente” troviamo le botteghe in cui rivivono gli antichi mestieri degli Iblei; tra i più importanti citiamo “U Pasturi” (il pastore), “U Ricuttaru” (colui che faceva i formaggi tra cui la ricotta), “U Cannistraru” (colui che intrecciava a mano le “Cavagne”, i “Cannistri” e i “Panari”, recipienti in vimini o canna), “U Furnaru” (colui che sfornava il pane), e l’immancabile “Massaru” (il contadino vero e proprio della Sicilia dell’ottocento). Poco più in là vi è la “Stalla” in cui vi viene rappresentata la “Natività di Gesù Bambino”; lì vi sono due ragazzi che recitano la parte di “San Giuseppe” e della “Madonna”. Al centro della “Mangiatoia” vi è un bambolotto che raffigura “Gesù Bambino”. Dietro di loro c’è una vera stalla con tanto di bue, asinello e ovini (capre e pecore) ricreando la “Stalla” così descritta nei quattro “Vangeli”. Questo “Presepe” durerà fino al 6 Gennaio, giorno dell’Epifania.

Il Capodanno, l’Epifania e la conclusione del periodo natalizio

Passato il Natale, dopo una settimana verrà festeggiato il Capodanno. La Vigilia di Capodanno (31 Dicembre) verrà passata sempre tra amici e parenti. Il pomeriggio e la serata sono simili a quelli trascorsi il 24, cambiano solo le pietanze; al posto delle “Impanate” troviamo pietanze rustiche come carne e salsicce cotte alla brace, pizze casereccie condite a fantasia (“Margherita”, “Capricciosa”, con le melanzane, con le acciughe, con tonno e cipolla ecc…) e il tradizionale Zampone con le lenticchie. Dopo aver mangiato si aspetta la Mezzanotte giocando sempre a carte o a Tombola. Appena scocca la Mezzanotte tra i festeggianti vi sono brindisi e urla di gioia; dopo si va tutti in strada a salutare l’Anno nuovo sparando giochi pirotecnici multicolori (a norma di legge), dopodiché o si ritorna a giocare fino all’alba o si va nei bar alla ricerca dei gustosi “Cornetti caldi” appena sfornati oppure si va a ballare nei locali notturni di Palazzolo, Floridia o Siracusa.

Il Giorno di Capodanno (1 Gennaio) il cui pranzo è uguale a quello del 25 Dicembre, verrà passato sempre insieme o giocando, o passeggiando per i Presepi cittadini o andando in altre località turistiche nelle provincia aretusea (Palazzolo Acreide, Sortino, Buscemi, Buccheri e Siracusa), in quella di Ragusa (nelle vicine Monterosso Almo, Chiaramonte Gulfi e Giarratana) o in quella catanese (in particolare nelle vicine città di Vizzini, Militello e Caltagirone).

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