*Frigintini, Area iblea di Contrada Cammaratini

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Frigintini
(Frazione di Modica)

*Area iblea di Contrada Cammaratini
(Cammaratini – Carrubi Secolari – Mandra Vecchia – Bosco della Gisira e Necropoli Rupestre)

Da Frigintini, tramite il tratto orientale della S.P. 23 “Ragusa Ibla – Noto II tratto” meglio nota come “Via Calanchi”, raggiungiamo la S.P. 28 “Modica – Favarotta” che collega la città modicana al territorio di Rosolini (Provincia di Siracusa) mediante la S.P. 17 “Favarotta – Ritillini” (quest’ultima posta in territorio siracusano).

Da questa strada imbocchiamo la S.P. 33 “Traversa Favarotta” andando in direzione “Contrada Ciaceri”, arrivando fino all’imbocco della S.C. “Cammaratini – Gisira”, il quale è delimitato dal cartello di indicazione riportante il toponimo della prima località.

Questa strada che funge da “confine” tra le Province di Ragusa e Siracusa (territori di Rosolini e Noto), collegandosi più ad est alla S.P. 28 “Gisira – Cammaratini” in Contrada Gisira Grande (territorio di Noto), per poi condurre anch’essa alla sopracitata S.P. 17. 

Da qui andiamo in direzione dell’azienda “Ecofaber”, costeggiando l’area iblea formata dalle Contrade Cammaratini, Mandra Vecchia e Bosco della Gisira (poste in territorio modicano), 

La Contrada Cammaratini è ubicata su un altopiano posto nella cuspide sudorientale del territorio limitrofo al centro urbano di Frigintini, che si erge tra la Cava Palombieri – Scalarangio a sud, e la Cava del Torrente Prainito a nord.

Il toponimo di quest’area dovrebbe derivare dall’arabo “Kammarat”, significante più o meno “Taverna”.

La Contrada Cammaratini, fu inoltre sede di un piccolo feudo il quale prima apparteneva alla famiglia Landolina (così come quello limitrofo di Frigintini), ma che poi passò alla famiglia dei baroni Settimo.

Oggi questa zona è divenuta sede di aziende agricole e di alcune strutture ricettive.

Dall’imbocco della S.C. “Cammaratini – Gisira”, andiamo in direzione est cominciando ad attraversare l’altopiano delimitato da muri a secco.

L’intera area risulta costellata da secolari alberi di carrubo, alcuni di essi risalenti addirittura al secolo 600 d.C. (per saperne di più clicca qui).

Oltre ad essi, vi sono anche olivi secolari.

In Contrada Cammaratini, la presenza di interessanti caseggiati rurali è cospicua.

Tra essi citiamo in particolare la masseria “Case Cammaratini” (ingresso alla nostra sinistra venendo dalla S.P. 33 delimitato da un albero d’olivo a destra e da un grosso palo elettrico a sinistra) che con molta probabilità era la sede “feudale” di quest’area mentre ora funge da azienda agricolo – zootecnica.

Proseguendo verso oriente oltrepassiamo l’azienda agricola “Ecofaber” entrando presso la località nota come “Mandra Vecchia”.

Quest’area iblea è posta a meridione della Cava del Torrente Prainito (tratti a ridosso delle aree di Spatacinta, Case Poidomani e Cozzo Tondo), e la si raggiunge o dalla traversa ad est della ditta “Ecofaber”, oppure da varie traverse poste alla nostra sinistra tra cui il sentiero posto a nord della masseria ottocentesca con annessa tenuta, nota come “Casa Schifitto”.

L’altopiano di Contrada Mandra Vecchia con molta probabilità doveva ospitare un insediamento abitativo alto medievale (epoca bizantina), e i conci murari di tipo megalitico sparsi per l’area ne confermerebbero la presenza.

L’area non è facile da raggiungere o esplorare, perché bisognerebbe avventurarsi per i terreni limitrofi e per il ciglio della cavità andando in direzione nord – nordest dai sopracitati sentieri (in particolare quello a nord della Casa Schifitto, posto ad occidente della costruzione).

A nordest di Contrada Mandra Vecchia vi è l’istmo che si collega al rilievo noto come “Cozzo Tondo” posto lungo la Cava del Torrente Prainito, sulla cui sommità sono posti i ruderi di una “Basilica” bizantina.

Proseguendo ancora più ad est, entriamo all’interno della contrada nota come “Bosco della Gisira”, posta lungo il confine tra le Province di Ragusa e Siracusa.

Arriviamo all’ingresso monumentale della tenuta aristocratica nota come “Villa Emilia”, a destra del quale è posto un interessante sito rupestre.

Esso comprende una piccola necropoli composta da circa novanta tombe di epoca neolitica scavate nella roccia affiorante, risalenti certamente al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (2300 a.C. – 1700 a.C.).

Al di sopra della necropoli, vi è un piccolo rilievo collinare su cui è posta la “Villa Emilia”, la tenuta più grande ed elegante di tutta questa area iblea.

Più ad est entriamo in territorio aretuseo in Contrada Gisira Grande (territorio di Noto) solcando la S.P. 28 “Gisira – Cammaratini”.

Quest’ultima area posta tra i tratti orientali delle Cave Prainito e Scalarangio, fu un tempo feudo delle famiglie Landolina, Trigona di Canicarao e Asmundo.

Qui possiamo ammirare la tenuta feudale settecentesca, e più a sud prima dell’imbocco della S.P. 17 “Favarotta – Ritilli” (che collega Frigintini alla SS 115 “Noto – Rosolini), la costruzione nota come “Fondaco della Gisira” (vedi sezioni di Noto e Rosolini per saperne di più).

Va detto infine che, se si ha intenzione di visitare l’area iblea di Cammaratini, va rispettato l’ambiente circostante in maniera assoluta.

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