*Ispica, Cava Salvia e aree archeologiche

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Ispica

*Cava Salvia e aree archeologiche
(Crocifia – Cava Minciucci – Cava Martorina – Cava Coda di Lupo – Cava Salvia – Garzalla – Palazzelli – Poggio Tremiglia)

L’area iblea ad ovest della città Ispica è delimitata da un sistema di cavità di tipo ibleo facenti capo alla come “Cava Salvia”.

Questa grande cava iblea è chiamata così per la notevole presenza dell’omonima pianta che cresce spontaneamente all’interno della cavità.

Si tratta della seconda cava rupestre di tipo ibleo per importanza del territorio ispicese dopo la ben più nota Cava d’Ispica, e che come quest’ultima funge da confine con i territori comunali di Ispica e Modica.

È in progetto una massiccia opera di antropizzazione della cavità per renderla fruibile quasi per intero ai turisti, facendola divenire parte di un’area naturalistico – archeologica simile alla limitrofa Cava d’Ispica.

L’interno della cava è inoltre oggetto di varie campagne di studi e scavi archeologici.

La Cava Salvia si origina da tre rami, la Cava Minciucci a nordovest, la Cava Martorina ad ovest e la Cava Santa Marta a sudovest che, congiungendosi in Contrada Coda di Lupo in territorio ispicese ad ovest dell’area nota come “Crocifia” in cui è posto il campo sportivo “Moltisanti” di Ispica, dando origine alla Cava Salvia.

Lo sbocco della cavità è posto presso la Contrada Palazzelli, ubicata a sudovest di Ispica.

Il tratto pianeggiante della cava attraversa l’area nota come “Poggio Tremiglia” per confluire nel basso corso del Torrente Favara (ossia del torrente della Cava d’Ispica) e sfociare in mare presso Santa Maria del Focallo.

Il fondo della Cava Salvia lo si può raggiungere da Ispica scendendo da Via Filippo Turati tramite uno scosceso sentiero, dalla S.P. 86 “Zappulla – Scorrione” (raggiungibile dalla S.P. 45 “Ispica – Pozzallo”) risalendo il corso secco del Torrente Salvia (che possiede un buon scorrimento idrico solo in caso di piogge forti).

Più ad ovest è posta l’area di Cava Martorina, che è considerata il tratto originario principale della Cava Salvia.

Essa la si raggiunge dalla S.C. “Busitta – Carranzonza” in territorio modicano, il cui imbocco è posto presso il bivio Modica – Pozzallo sulla SS 115 (all’altezza di un’area di rifornimento carburante dopo l’ingresso del ristorante Villa Real), andando in direzione dell’Agriturismo “Valle dell’Acanto” in Contrada Busitta – Muraglia Mandorle.

Il tratto più interno è infatti quello di “Cava Martorina”, cavità iblea circondata da appezzamenti racchiusi da muri a secco posta in territorio di Modica nell’area che un tempo era nota come “Feudo di Bugilfezza”.

L’imbocco della cava è posto in Contrada Busitta nell’area nota come “Muraglia Mandorle” in cui è posta una masseria abbandonata (Casa Giusti).

Qui troviamo il primo sito rupestre della cava formato da oratori di epoca bizantina aventi vari ambienti rupestri, che vennero probabilmente abitati da comunità eremitiche, o utilizzati come “galere rupestri” per tenere in quarantena coloro che sbarcavano negli approdi portuali della Sicilia sudorientale.

Esse però svolsero principalmente la funzione di “ovile fortificato” per proteggere maiali, capre e pecore dagli assalti di animali predatori.

All’interno di queste grotte, sono state rinvenute “Croci” incise nelle loro pareti rocciose.

Il sito rupestre si estende anche sotto l’Agriturismo Valle dell’Acanto, il quale ingloba alcune di queste caverne.

Scendendo più a sud da questa strada, imbocchiamo alla nostra sinistra la “Vanella 121” che conduce ad un caseggiato feudale comprendente una piccola Chiesa, posto all’intero di quello che era un feudo agricolo appartenuto alla famiglia ragusana dei baroni Arezzo.

A nordest di questa masseria feudale, scendiamo lungo un sentiero presso il limitrofo fondo cava, in cui troviamo altri siti rupestri di epoca altomedievale collocati in piccole caverne, anch’essi aventi croci intagliate nella roccia.

Vi sono anche antichi abbeveratoi rupestri intagliati nella roccia iblea.

Da qui si entra in territorio di Ispica nei pressi della confluenza con la piccola Cava Minciucci (oltrepassata dalla SS 115 “Ispica – Modica”) posta tra le Contrade Crocifia (Ispica) e appunto Minciucci (Modica).

In questa zona vi è collocata una necropoli rupestre di epoca neolitica formata da varie grotte artificiali, a cui si aggiunge un abitato di epoca paleocristiana ricavato da antichi ambienti sepolcrali neolitici, anch’essi marcati con fregi a forma di croce.

Sulle pareti rocciose dei rilievi iblei circostanti, troviamo tombe rupestri di epoca neolitica, e sepolcri ad “arcosolio” di epoca paleocristiana.

In territorio ispicese la cavità comincia ad essere nota come “Cava Salvia” e presenta nelle sue pareti vari siti rupestri di epoche varie, da necropoli di epoca protostorica ad ambienti sepolcrali del periodo altomedievale.

Qui è presente una folta macchia mediterranea formata da alberi di leccio.

Dalla confluenza tra la piccola Cava Lanzagallo e il tratto sud di Cava Martorina noto anche come “Coda di Lupo” (posto lungo il confine tra i territori di Ispica e Modica), la cavità assume il toponimo di “Cava Salvia”.

Essa lambisce l’area a sudovest di Ispica, sotto le Contrade Crocifia, Garzalla e Palazzelli (queste ultime due adiacenti al cimitero comunale raggiungibile dalla S.P. 45 “Ispica – Pozzallo”), 

In essa confluiscono altre piccole cavità rupestri poste nella parete nordest della cavità lungo il versante meridionale della Contrada Crocifia a sud del campo sportivo “Moltisanti” come ad esempio la piccola Cava Ficuzza, mentre ad ovest è posta l’area della suddetta Cava Lanzagallo.

Qui vi sono vari ruderi rupestri di epoche varie che vanno da quella neolitico – sicula a quella bizantino – altomedievale disseminati per buona parte delle pareti rocciose della cava.

Da segnalare la presenza di vari siti sepolcrali di epoca paleocristiana che formano vere e proprie “catacombe” rupestri con nicchie ad arcosolio e tombe a baldacchino che si presentano simili a quella della “Larderia” posta presso la poco distante “Cava d’Ispica”.

Altre tombe del medesimo tipo possiedono veri e propri “sarcofagi” rupestri scavati nella roccia (che però sono ormai compromessi).

Presso lo sbocco della Cava Salvia vi è il sito archeologico di Contrada Palazzelli (raggiungibile dalla traversa per il Cimitero di Ispica) in parte deturpato da una “cava di pietre” tuttora in funzione.

In questa zona, comprendente tra l’altro anche alberi secolari di olivo e carrubo, vi sono i ruderi di varie necropoli rupestri di epoca neolitica, e i resti di sepolcri a fossa di epoca ellenistico – romana.

La zona è adiacente ai siti di “Scalanuova” e dell’Albero dei Sospiri, facenti parte dell’area archeologica della Cava d’Ispica.

Tutta questa zona è raggiungibile dal ponte sotto la tratta ferroviaria Ispica – Pozzallo (facente parte della linea “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi”) risalendo il corso del Torrente Salvia, o scendendo da scoscesi sentieri posti a sudovest di Ispica raggiungibili dall’area di Via Sulla.

Da qui in poi, il Torrente Salvia scende verso sudest attraverso la breve piana ispicese, attraversando la Contrada Tremiglia in una zona circondata da campi coltivati ad agrumeto e da serre.

Il Torrente Salvia in quest’area in cui è posto il rilievo noto come “Poggio Tremiglia”, confluisce nel Torrente Favara, le cui acque sfociano nel Mare Mediterraneo presso la località balneare ispicese di Santa Maria del Focallo.

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