*Melilli, Cava del Torrente Cantera – Mulini e Siti Archeologici (Cava dei Ladroni – Cava Fontanella – Poggio Manchitta – Cucuzzedda – Cannizzoli – Timognosa – Motopompa – Cava dei Molini – Cucuzzaro – Bernardina – Para – Cugno Santa – Costa Arita – Cava Cantera – Costa Gigia)

Melilli

*Cava del Torrente Cantera – Mulini e Siti Archeologici
(Cava dei Ladroni – Cava Fontanella – Poggio Manchitta – Cucuzzedda – Cannizzoli – Timognosa – Motopompa – Cava dei Molini – Cucuzzaro – Bernardina – Para – Cugno Santa – Costa Arita – Cava Cantera – Costa Gigia)

Un tratto della Cava Cantera, in cui scorre l’omonimo torrente che sfocia nel Mare Ionio presso il sito archeologico di Megara Iblea.

La cava in cui scorre il Torrente Cantera nota anche come “Cava dei Mulini” è sicuramente la più importante cavità iblea posta nei territori limitrofi a Melilli per la ricchezza di siti archeologici rupestri, carsici e di numerosi insediamenti rurali quali i mulini che danno il nome a questa grande cava iblea, visitabile da diversi punti che vedremo più giù. In questa cava scorre il Torrente Cantera detto anche “Fiumara dei Mulini” poiché in passato alimentava numerosi mulini ad acqua durante il suo corso, difatti questa cavità iblea è nota appunto come “Cava dei Mulini” (un’altra cava iblea con questo nome è situata presso Palazzolo Acreide). Esso era anche il più importante corso d’acqua dell’antica città greca di Megara Iblea (che scorre a nord delle sue rovine) essendo noto col nome di “Alabon”. Nei tempi passati questo torrente aveva un’ottima portata idrica mentre oggi si presenta in prevalenza secco durante i mesi estivi mentre in inverno durante le piogge è interessato dallo scorrimento di acque meteoriche. Questa cava è la principale dei Monti Climiti ed è una delle più lunghe dei Monti Iblei; si presenta circondata da una folta vegetazione formata da macchia mediterranea di tipo ibleo di cui fanno parte molti arbusti e piante erbacee, nonché alberi di olivo, carrubo e mandorlo. Nell’entroterra la cava si presenta incontaminata mentre andando verso la foce del Torrente Cantera troviamo l’area molto più antropizzata data la vicinanza al petrolchimico siracusano nonché al principale asse viario della Sicilia sudorientale, l’autostrada Siracusa – Catania (ma che da Siracusa ad Augusta è ancora declassata al ruolo di superstrada).

Il Torrente Cantera nasce in territorio sortinese in Contrada Albinelli presso il rilievo montano noto come Monte Mussuto, scorrendo nel tratto iniziale della cava noto come “Cava dei Ladroni” (posta tra i territori di Sortino e di Melilli) che più a valle prenderà il nome di “Cava Fontanella”. Questa zona è la più interna del corso del Torrente Cantera raggiungibile da Sortino tramite la S.P. 60 che collega la città sortinese all’autostrada per Siracusa e Catania tramite alcune traverse. In questo tratto di cava sono poste numerose rovine rupestri riconducibili ad insediamenti neolitici e bizantini (con annessi siti sepolcrali) che in passato vennero molto probabilmente popolati da fuggitivi e delinquenti (da qui il nome di “Cava dei Ladroni”).

Più a nord è posta la confluenza col Vallone Cannizzoli (raggiungibile da due traverse poste sulla S.P. 60 prima del bivio per la “Valle di Piombo” cava iblea posta tra i territori di Sortino e Villasmundo), piccola cava iblea in cui scorre un piccolo corso d’acqua noto come Torrente Canizzoli che sorge presso l’omonimo rilievo montano collocato tra i territori sortinesi e melillesi. In questa cava (il cui fondo è raggiungibile da un sentiero collocato a nord della traversa posta prima dell’incrocio per “Valle di Piombo” sulla S.P. 60) vi sono anche qui alcuni siti rupestri (molto probabilmente di epoca neolitico – sicula) mentre sull’altopiano dominato dai rilievi noti come “Cucuzzedda” e “Poggio Manchitta” (rispettivamente a nordovest e a nordest della cava) vi sono tracce di insediamenti rurali. Dal Poggio Manchitta parte un altro piccolo vallone noto come “Cava Finocchio” (che si immette da nord sempre presso la Cava del Torrente Cantera) in cui sono collocate diverse caverne di formazione carsica note come “Grotte di Poggio Manchitta”, che formano un sito carsico ancora non del tutto esplorato formato da varie caverne note come “Grotte di Poggio Manchitta I, II, III, IV” (poste nel versante nord della Cava Finocchio) a cui si aggiungono altre due caverne, la “Grotta Finocchio” posta adiacente ad una masseria e la “Grotta del Cisternone”.

All’incrocio tra le Cave Fontanella (che è quella principale in cui è posto l’alto corso del Torrente Cantera) e le cavità note come “Vallone Fontanella”, “Cava Finocchio” e “Cava San Mauro” (altra interessante cavità iblea in cui sono collocati interessanti siti rupestri bizantini, vedi link nella pagina precedente per saperne di più) è posta la Contrada Timognosa, da cui comincia il tratto della Cava Cantera noto come “Cava dei Mulini”. Questa zona è raggiungibile dalla traversa che costeggia a sud il Vallone Cannizzoli però va detto che raggiungere il fondo cava da questa zona è difficoltoso e bisognerebbe o risalire la Cava dei Mulini da Melilli oppure scendere dal sentiero che si inoltra nel Vallone Cannizzoli costeggiandolo fino alla sua confluenza con il Torrente Cantera.

Presso la Contrada Timognosa, formata da alture imponenti come l’altopiano di Contrada Corte facente parte dell’area di San Mauro e la Costa Cosentino (rispettivamente ad ovest e ad est della cava) sorge un’importante sito rupestre di tipo sepolcrale formato da una vasta Necropoli neolitico risalente al periodo castellucciano riconducibile alla civiltà neolitica che si formò presso le alture di Castelluccio (presso Noto). Qui sono collocate molte tombe a grotticella artificiale di cui va citata di una tomba a pilastri formata da un camerone interno il cui accesso è posto in un vestibolo scavato nella roccia contornato da pilastri che fungono da vere e proprie “colonne”. All’interno della stanza sepolcrale sono stati rinvenuti vari “graffiti” incisi nella parete. Nelle vicinanze presso l’area nota come “Motopompa” (chiamata così per la presenza di pompe di sollevamento per le acque del sottosuolo) si presume vi siano i resti di un antico abitato neolitico.

Presso l’area di Timognosa è presente anche l’interessante sistema carsico delle Grotte di Cava dei Mulini, formato da circa 12 grotte di cui le più importanti (catalogate da vari speleologi locali) sono le “Grotte di Cava dei Mulini II (la prima è posta presso la Cava Cannatello più ad est del sito di Timognosa), III, IV, V, VI, VII. VIII. IX, X, XI, della Parete, Taddarita e del Rovetto”. Questo sistema di cavità carsiche (comprendenti anche le Grotte dei Molini I, del Nerofumo, del Cappero, della Frana, del Caprifico, dell’Antro, dei Gradoni e della Finestra poste rispettivamente presso i limitrofi siti di Cava Cannatello e Costa Cosentino) sono conosciute dagli speleologi locali ma non completamente dai turisti (volendo neanche dalla gran parte della popolazione locale), dovrebbero essere antropizzate, riconoscibili e soprattutto accessibili per quanto ne sia possibile.

A est di Timognosa, entriamo quindi nella vera e propria “Cava dei Mulini” (o dei Molini che dir si voglia), in parte antropizzata e raggiungibile dalla S.P. 95 Melilli – Villasmundo (dalla traversa che costeggia la Cava della Barriera finendo poi presso la Cava Cannatello oppure da un sentiero posto in Contrada Para posto alla nostra sinistra dopo il ponte sul Torrente Cantera.

La cava, che comincia man mano ad allargarsi scendendo verso valle, in questo tratto diventa un’interessante cavità formata da pietra calcarea in cui sono collocati diversi siti rupestri collocati lungo le pareti sud (Contrade Cucuzzaro, Bernardina) e nord (Contrada Para). In questo tratto vi è la presenza di antichi mulini ad acqua ormai caduti in rovina che servivano anticamente per macinare i cereali grazie allo scorrimento delle acque torrentizie la cui potenza faceva muovere le grosse macine interne. Ormai di gran parte di questi mulini restano solo i ruderi del “Mulino Nuovo” e del “Mulino Fiuminello” posti rispettivamente ad est e ad ovest della confluenza della Cava Cannatello col Fiume Cantera. Per visitare i ruderi di questi mulini nonché la cava bisogna seguire un “sentiero di mezzacosta” che va da Contrada Para fino a Timognosa. Il Mulino Nuovo è collocato presso un’ansa del torrente collocata ad ovest del ponticello della S.P. 95 nei pressi del sito di Bernardina, mentre il Mulino Fiuminello è collocato in un’insenatura posta a nord del rilievo noto come “Costa Cosentino”.

Proprio presso la confluenza tra i torrenti Cantera e Cannatello è posto un altro interessante sito archeologico, noto come “Cucuzzaro” dal nome dell’omonimo rilievo montuoso che delimita questo tratto della Cava dei Mulini. Questo sito archeologico (posto di fronte al sentiero che dalla Contrada Para scende presso la Cava dei Molini sulla sponda sud del Torrente Cantera) è formato da un’interessante Necropoli neolitico – sicula adiacente ad un insediamento abitativo della medesima epoca. Le tombe che si presentano scavate nella roccia che possono essere di tipo rupestre composte da grotte artificiali, oppure caratterizzate da fossi sepolcrali scavati nella roccia calcarea. Nelle vicinanze vi sono le rovine di un’interessante insediamento rupestre di epoca neolitica in cui sono stati rinvenuti profondi buchi che servivano da basamento per i pali che formavano le capanne abitative, ma anche i resti di una fornace (utilizzata presumibilmente per fondere i metalli).


Le rovine del sito archeologico di Contrada Cucuzzaro.

Verso sudest troviamo una cavità iblea che un tempo fungeva da inghiottitoio del Torrente Cantera, che man mano andò ad espandersi grazie all’azione erosiva delle acque, si tratta dell’area di Bernardina, che è oltrepassata dalla S.P. 95 mediante degli stretti tornanti da cui possiamo ammirare questa interessante area della Cava del Torrente Cantera. Anche qui è collocato un sito rupestre di tipo sepolcrale di epoca neolitico – sicula ma riutilizzato in epoca bizantina come insediamento abitativo (e molto probabilmente come “oratorio”). Il sito archeologico ubicato presso la Cava Bernardina è collocato presso la zona nota come “Pianazzo” ed è innanzitutto è molto interessante riguardo il punto di vista paleontologico per il ritrovamento di numerosi fossili (anche di animali marini). Nelle pareti di questa piccola ma interessante cavità iblea è collocata un’interessante Necropoli dell’Età del Bronzo formata da 50 grotticelle artificiali scavate nella roccia dentro le quali vi sono resti di loculi sepolcrali di cui alcune di aspetto monumentale formate da un nicchione in cui al centro è posto l’accesso alla catacomba interna. Come detto prima anche questa Necropoli venne riutilizzata in epoca bizantina come sito abitativo ma anche lavorativo vista la presenza di “Carcare” ossia di fornaci per la fabbricazione di calce. L’area divenne anche rifugio durante la II guerra mondiale vista la presenza di “bunker” e casematte circolari utilizzate come postazioni di guardia durante il periodo bellico. Da ammirare anche tracce di strade carraie che un tempo facevano parte di antiche “Trazzere” che mettevano in collegamento Melilli con altri centri limitrofi (tra cui Augusta, Villasmundo e Carlentini).


Il sito rupestre di Contrada Bernardina.

Il versante nord della Cava dei Mulini è invece interessato dalla Contrada Para, formata da un altopiano prevalentemente formato da terrazzamenti coltivati ad oliveto in cui sono posti anche interessanti caseggiati rurali come la grande Masseria Para, adiacente alla quale è collocata la caverna carsica nota come “Grotta Andrea” (raggiungibili dalla S.P. 95 andando in direzione Villasmundo da una traversa privata alla nostra sinistra delimitata da una sbarra di ferro). Presso le pareti a picco sulla Cava dei Molini sono posti vari siti rupestri riconducibili ad insediamento di epoca neolitico – sicula riconducibile alla Civiltà di Castelluccio, con annessi siti sepolcrali formati da tombe a grotticella artificiale.

Ad est del ponte sulla Cava dei Mulini sulla S.P. 95, la cavità prende ufficialmente il nome di “Cava Cantera” facendo così da confine territoriale tra il territorio melillese appartenente a Villasmundo e l’area meridionale del territorio comunale di Augusta che comprende le aree di San Cusumano e di Megara Iblea. In questa zona va menzionata l’area archeologica di Cugno Santa – Costa Arita posta in un’area ricoperta da una folta macchia mediterranea raggiungibile da alcune traverse poste alla nostra destra collocate dopo il ponte sul Torrente Cantera della S.P. 95 (andando in direzione di Villasmundo). In quest’area della cava dominata a nord dai rilievi noti come Cugno Santa e Costa Arita e a sud dalla Costa Trovata (raggiungibile dalla traversa posta immediatamente a sud del ponte sul torrente) in un’area in cui i tre rilievi sono posti l’uno di fronte all’altro, è posto un sito rupestre di epoca bizantina (molto probabilmente ricavato all’interno di un’antica necropoli neolitico – sicula) comprendente vari ambienti rupestri formati da cameroni. La grotta più grande ospitava invece una Chiesa rupestre il cui culto è ancora ignoto.

Dopo questo tratto, scendendo verso est, è posto il tratto finale della Cava Cantera ossia quello più antropizzato che è oltretutto oltrepassato dalla A 18 (SS114) Catania – Siracusa. In questa zona della cava, in cui il Torrente Cantera è circondato da agrumeti, vi sono ugualmente numerose rovine rupestri come tombe e grotte di epoca neolitico – sicula. Alla fine della cava il Torrente Cantera oltrepassa le Contrade Costa Gigia e Casulle di San Cusumano posta tra i territori di Melilli ed Augusta unendosi a nord alla Cava Baratta (che si immette presso il Torrente Cantera in Contrada Bagali) entrando quindi nell’area industriale facente parte del polo petrolchimico siracusano venendo quindi scavalcato anche dalle S.P. 96 Melilli – Augusta e dalla S.P. 114 (ex SS 114 ora asse attrezzato a due corsie che serve la zona industriale da Augusta a Priolo) immettendosi a sud della raffineria Esso di Augusta (comprendente anche una centrale elettrica) sfociando in mare a nord del sito di Megara Hyblaea presso la Contrada Punta Cugno in territorio comunale augustano. In questa zona vi sono le rovine del faro militare di Costa Gigia, della Torre di San Cusumano e della città greca di Megara Hyblaea (poste tutte in territorio augustano).

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