*Melilli, Pirrera Sant’Antonio

La Pirrera Sant’Antonio, chiamata così poiché sorge in una zona nota come “Costa di Sant’Antonio” (che a sua volta prende il nome per via di un Eremo ormai inesistente, consacrato a questo Santo), è ubicata nella parete meridionale della Cava della Barriera (o Cava di Melilli) ed è raggiungibile dalla strada che la costeggia posta a poca distanza dal Cimitero della cittadina; sulla nostra sinistra vi è una traversa che conduce ad un gruppo di ampie grotte scavate nella roccia; queste grotte formano la “Pirrera”. Si dice che questo sito rupestre sia stato anche attenzionato dall’Unesco per una sua possibile candidatura a “Patrimonio dell’Umanità”.

Essa è una profonda cavità artificiale (non dissimile alle “Latomie” greche poste presso Siracusa e nei suoi territori limitrofi) da cui per molti anni vennero estratti blocchi di pietra locale (detta “Pietra Bianca di Melilli” o “Calcare di Melilli”) utilizzati per costruire i principali monumenti cittadini ma anche di numerose città siciliane limitrofe e no (difatti con il nome “Pirrera” si intendono profonde caverne da cui si estraevano blocchi di pietra usati un tempo per la costruzione degli edifici; da non confondere con le “Latomie” che sono invece cave artificiali di epoca greca da cui si estraevano sempre i medesimi blocchi di pietra). La qualità di questa pietra era (ed è) altissima, tanto che questi blocchi di pietra venivano richiesti anche da altre città italiane e no.

La formazione di questa “Pirrera” risalirebbe al 1400, ma sarebbe stata sfruttata maggiormente a partire dagli ultimi anni del 1600 (periodo che va dal 1695 al 1699), che era il periodo posteriore al terremoto dell’11 Gennaio 1693 che, seminando distruzione in tutta la Sicilia sud orientale, colpì anche Melilli. Mano a mano si venne a creare una profonda caverna artificiale composta da un insieme di ampi corridoi delimitati da grandi pilastri in pietra che li delimitano, andando a formare una struttura semi perpendicolare. La “Pirrera” funzionò per quasi tre secoli (espandendosi sempre più in proporzione ai blocchi di pietra che venivano estratti) fino a quando, con la avvento della II guerra mondiale, essa venne utilizzata come riparo dall’esercito angloamericano. Dopo la guerra la “Pirrera” funzionò per quasi 20 anni, prima di chiudere i battenti nel 1962, visto che grazie all’industria petrolchimica, il commercio legato alla “Pietra di Melilli” era piuttosto deficitario (ma anche perché si riteneva che essa potesse crollare visto che i pilastri non erano stati messi in sicurezza). Da allora la “Pirrera Sant’Antonio” è stata abbandonata alla natura fino a quando l’ente che cura il Museo di Storia Naturale di Melilli non l’ha presa in consegna antropizzandola per renderla fruibile ai turisti che la vogliono visitare.


L’interno della Pirrera Sant’Antonio.

Le dimensioni complessive di quest’interessantissima grotta sono di circa 2,5 kmq (chilometri quadrati), in proporzione al volume di pietra che sarebbe stato estratto, essa conteneva più di 500000 mq (metri quadrati) di pietra calcarea (di cui ne sarebbero stati estratti circa 200000 mq). La lunghezza dei corridoi (le cui parete si presentano di colore bianco – giallastro), da cui si accede da ben tre ingressi, è di circa 270 metri per ognuno, presentandosi così in modo semiperpendicolare formando anche grandi stanze interne delimitate da monumentali pilastri la cui altezza è di circa 27 metri. Bisogna dire che la “Pirrera” lambisce buona parte del sottosuolo di Melilli, ma se il sito semiminerario sarebbe stato sfruttato fino ai giorni nostri, l’avrebbe senza dubbio oltrepassata formando grandi fendenti, poiché questa pietra calcarea va a formare buona parte del rilievo ibleo sopra cui sorge l’attuale città melillese (e con esso anche buona parte dei Monti Climiti).

All’interno della “Pirrera” vi è un’acustica molto particolare, infatti essa diviene scenario di concerti di musica classica e di varie rappresentazioni musicali che, essendo ambientate in questo ambiente “rupestre”, si presentano molto particolari.

Per ulteriori informazioni su come e quando visitare la “Pirrera Sant’Antonio”, consigliamo di  rivolgersi al Museo di Storia Naturale di Melilli (anche se si può facilmente raggiungere seguendo la segnaletica marrone riportante il nome di questo sito) i cui recapiti telefonici sono + 39 0931 552 166 (numero di telefono), +39 0931 552 168 (numero di fax) e +39 335 1834313, oppure si può mandare una mail all’indirizzo [email protected].

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