Modica, Area iblea di Contrada Bugilfezza

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Modica

*Area iblea di Contrada Bugilfezza
(Aree iblee di Bugilfezza, Bettola del Capitano e Beneventano – Rovine archeologiche di Contrada Bugilfezza
)

  • Indicazioni stradali da Modica per ingrandire la mappa clicca qui;

Descrizione generale

L’area del territorio comunale di Modica che comprende la Contrada Bugilfezza, è solcata per intero dalla SS 115 “Modica – Ispica”.

Essa, è un’area agricola posta su un vasto altopiano, nota per la presenza di insediamenti agroindustriali, aree commerciali e strutture ricettive.

Essa confina a nord con l’area denominata “Michelica”, ad est con le Contrade Catanese e Minciucci (ossia col territorio comunale ispicese), ad ovest con le Contrade Aguglie e San Filippo, e a sud con le Contrade Busitta e Muraglia Mendole (queste ultime facenti parte della località denominata “Zappulla”).

Questa zona è piuttosto importante dal punto di vista logistico, poiché vi sono vari assi di collegamento che dalla suddetta SS 115 si congiungono con:

  • limitrofa Contrada Crocevie e di conseguenza il versante nord di Cava d’Ispica, la frazione modicana di Frigintini e i limitrofi territori di Rosolini e Noto in Provincia di Siracusa, mediante la “Via Cava Ispica – Crocevie – Ciancia” (tratto sudest della S.P. 32 “Rocciola – Scrofani”);
  • Pozzallo (e SS 194 “Pozzallo – Modica” – svincolo A 18 “Siracusa – Gela” per Modica) mediante la S.P. 45 “Modica – Pozzallo”;
  • Scicli mediante le S.P. 96 “San Giovanni al Prato – Bugilfezza”, S.P. 43 “Modica – Mare” e S.P. 41 “Scicli – Ispica” (quest’ultima collegata anche alla suddetta S.P. 45 a sud di Contrada Aguglie in territorio di “Zappulla”);
  • Ispica e Rosolini (svincoli A 18 “Siracusa – Gela” di Rosolini e Ispica – Pozzallo) mediante la SS 115.

La prima documentazione riguardante l’area di Contrada Bugilfezza risale al 1303.

Riguardo al toponimo, secondo quanto citato dallo studioso modicano Raffaele Solarino nel suo libro “La Contea di Modica”, esso deriverebbe dall’arabo “Burj al Feiz” significando “Torre di Feiz”, molto probabilmente indicando un proprietario terriero o un nobile vissuto durante l’epoca della dominazione araba in Sicilia.

Infatti l’istituzione di un primo “feudo” la si ebbe sicuramente nel periodo corrispondente alla dominazione araba della Sicilia, prima che l’area appartenne alla Contea di Modica.

Ma la storia legata alla contrada, dati alcuni rinvenimenti archeologici, è certamente di epoca molto più antica.

Infatti qui sono stati rinvenuti i ruderi di un presunto Altare del periodo preistorico consacrato al culto della cosiddetta “Dea Madre”, a cui si aggiungono le rovine di insediamenti di epoca tardo romana con annessi siti sepolcrali, la cui datazione è sicuramente compresa tra i secoli V (401 – 500) e VI (501 – 600) d.C.

Dal periodo medievale, come detto prima, il territorio della contrada fu sede di un feudo in epoca araba, che poi successivamente durante il periodo della Contea di Modica venne lottizzato appartenendo a vari proprietari terrieri.

Tra essi va citata la nobile famiglia Scrofani, che era proprietaria di una tenuta feudale settecentesca oggi divenuta sede di una struttura ricettiva denominata “Agriturismo Bugilfezza”, posta lungo la S.P. 96.

Il vertice nord di Contrada Bugilfezza è denominato “Bettola del Capitano”, e corrisponde agli imbocchi sulla SS 115 “Modica – Ispica” della “Via Cava Ispica – Crocevie – Ciancia” in direzione “Cava d’Ispica – Frigintini” (alla nostra destra venendo da Modica), e della S.P. 96 “San Giovanni al Prato – Bugilfezza” (adiacente all’ingresso della struttura ricettiva “Borgo Don Chisciotte”, rispettivamente alla nostra sinistra).

Il toponimo “Bettola del Capitano” deriverebbe dalla presenza di un’osteria, che dovrebbe corrispondere all’edificio in stile rustico che oggi sede della struttura ricettiva denominata “La Vecchia Locanda”.

In questa zona, poco più a nord del suddetto Borgo Don Chisciotte (a nordovest del suddetto incrocio tra “Via Cava Ispica – Crocevie – Ciancia” e la S.P. 96), in un terrazzamento confinante con la Contrada Michelica sono state rinvenute delle tombe ipogeiche e a fossa, entrambe di epoca tardo romana – alto medievale.

A nordest della Contrada Bugilfezza, lungo la “Via Cava Ispica – Crocevie – Ciancia”, vi è ubicata un’area rurale che confina ad ovest con la propaggine meridionale della Contrada Michelica, e a nord con la Contrada Crocevie.

In questa zona vi sono dei ruderi che sono riconducibili ad insediamenti rurali del medesimo periodo, posti nel terreno a sinistra della suddetta via e appartenenti alla vasta area archeologica di Michelica (vedi link nella pagina precedente per saperne di più).

Qui è ubicata l’elegante “Villa Teresa”, appartenente un tempo alla famiglia dei baroni Polara.

L’area meridionale della Contrada Bugilfezza è denominata “Beneventano”, per via dell’omonima villa nobiliare ottocentesca, il cui ingresso monumentale è posto sulla SS 115 a nord del bivio con la S.P. 45 per Pozzallo.

Infatti l’estremo tratto meridionale “modicano” della SS 115, delimita per intero l’area di “Beneventano” formando una “L” che inizia pressappoco di fronte all’ingresso della suddetta villa (di fronte all’ingrosso alimentare “AG”), fino all’imbocco della S.C. “Crocevie – Catanese – Minciucci” (posto a nordest della struttura ricettiva “Villa Real”).

Si tratta di un’ampia area agricola che va appunto ad attorniare la “Villa Beneventano”, presentandosi come la tipica zona rurale della campagna modicana comprendendo appezzamenti agricoli delimitati da muri a secco, al cui interno vi sono villette residenziali o caseggiati rurali.

In uno di questi appezzamenti, lungo il tratto della SS 115 tra le Contrade Bugilfezza – Beneventano, Catanese e Minciucci (confine col territorio ispicese) a ridosso della Cava Martorina, sono stati localizzati i ruderi di un presunto altare preistorico consacrato al culto della cosiddetta “Dea Madre”.

I ruderi del presunto altare, sono raggiungibili dalla traversa che conduce alla Villa Beneventano dal tratto della SS 115 antistante alla “Villa Real”.

Essi sono delimitati da una serie di blocchi megalitici, presentando i resti di una presunta area sacra comprendente tre fosse, e due figure circolari concatenate raffiguranti con molta probabilità delle “mammelle”, che simboleggerebbero appunto questo primordiale culto legato alla “Madre della Terra”.

L’area è comunque in fase di studio per stabilire la veridicità di tutto ciò.

La Contrada Bugilfezza, ospita infine una vasta area rurale formata da vasti appezzamenti agricoli delimitati da muri a secco e da secolari alberi di carrubo, adiacenti a grandi e moderne aziende agricolo – zootecniche tra le più grandi e rinomate del territorio modicano.

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