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Modica
Territorio ibleo modicano
Foto della Contrada San Filippo, facente parte del vasto territorio ibleo modicano
Il vasto territorio ibleo appartenente a Modica, è uno dei più interessanti della Provincia di Ragusa per la presenza di aree naturalistiche, borgate rurali, edifici monumentali e aree archeologiche.
Esso è il secondo più vasto della provincia ragusana, dopo quello appartenente al capoluogo Ragusa; infatti esso ad oriente confina con un ampio tratto della limitrofa Provincia di Siracusa (territori di Rosolini, Noto, Palazzolo Acreide e Buscemi).
Il territorio ibleo modicano è composto in prevalenza da aree ampiamente antropizzate, divenute sede di vere e proprie “borgate rurali”, alcune delle quali divenute “frazioni” amministrative come ad esempio Frigintini (la più importante tra esse), Barco, Balata di Modica, Montesano e Zappulla.
Altre aree, specie quelle a ridosso delle tante cave iblee che costellano il territorio modicano, risultano invece scarsamente antropizzate, ma molto interessanti dal punto di vista archeologico e naturalistico.
Il territorio ibleo che circonda Modica è formato da vari rilievi collinari che, vanno appunto a delimitare le suddette aree.
La stessa città di Modica risulta delimitata da quattro siti collinari, che sono:
- “Colle Pizzo” a nord, il quale comprende anche l’area di “Modica Alta” con il “Castello dei Conti”, e la Necropoli neolitica detta del “Quartiricciu” ;
- “Colle Giganta” ad est, corrispondente alla periferia orientale di Modica (Contrada Serrameta), dove sono posti vari siti rupestri;
- “Colle Idria” ad ovest, sul quale sono posti alcuni quartieri appartenenti al centro storico di “Modica Bassa”, comprendendo le aree rupestri di Via Exaudinos e di San Giuseppe “u Timpuni”;
- “Colle Monserrato” a sud, il cui altopiano corrisponde all’area periferica di “Modica Sorda”, presso il quale sono posti varie aree archeologiche risalenti ad epoche varie.
Gran parte del territorio ibleo modicano risulta attraversato da fiumi e torrenti.
Tra quelli principali, va menzionato il corso d’acqua noto come “Fiumara di Modica”, che scorre in una cava delimitata dai sopracitati rilievi collinari, posti attorno al centro storico di “Modica Bassa”.
Questo fiume, noto anche come “Torrente Modica – Scicli”, si forma grazie alla confluenza tra i Torrenti Janni Mauro (Cava Margi, a nordovest di Modica) e Pozzo dei Pruni (Cava Passo Gatta, a nordest di Modica) posta a sud del Castello dei Conti di Modica (Piazza Principe di Napoli), e all’immissione del Torrente San Liberale poco più a sud (Piazza Corrado Rizzone – Via Tirella).
Un tempo questo bacino fluviale era “aperto”, comprendendo circa 17 ponti che mettevano in comunicazione i vari quartieri cittadini di “Modica Bassa”, che in base a ciò nel 1808 venne definita dallo storico palermitano Paolo Balsamo come la “città più singolare d’Italia, dopo Venezia”.
Ma in seguito alla catastrofica alluvione del 26 Settembre 1902 che, oltre a danneggiare gran parte di Modica Bassa uccise molti dei suoi abitanti, l’intero tratto cittadino di questo fiume venne completamente tombato assieme ai tre suoi affluenti.
A sud di Modica, il fiume “spunta” nuovamente in superficie scorrendo all’interno del Vallone Fiumelato, delimitando le aree della Chiesa di San Giacomo, di Contrada Caitina, del Cozzo Pirato, di Cava Maria formando poi un’alta cascata presso la cosiddetta “Conca del Salto”.
Il corso d’acqua attraversa poi il territorio di Scicli, sfociando nel Mare Mediterraneo nei pressi della località balneare sciclitana nota come “Arizza”.
Anche il Fiume Irminio, il principale corso d’acqua della Provincia di Ragusa, bagna un breve tratto del territorio modicano; si tratta dell’area in cui sono poste le Miniere di Asfalto di Contrada Castelluccio – Streppenosa (posta tra i territori di Ragusa, Scicli e Modica).
Nel territorio modicano tra le Contrade Gorgodaino e Cannizzara Ciancia, vi è situato inoltre il tratto iniziale della Cava Lazzaro, e quindi della “Cava Grande di Rosolini” rinomata per i suoi siti rupestri tra i quali va citata la “Tomba del Principe”, l’Eremo di Croce Santa e le varie necropoli rupestri (vedi sezione “Rosolini” per saperne di più).
A poca distanza vi è il tratto nord della “Cava d’Ispica” solcata dal Torrente Busaitone – Favara, che corrisponderebbe al sito riconducibile all’insediamento greco – romano noto come “Tyracina”.
All’interno di quest’area vi sono le Catacombe paleocristiane della Larderia (le più grandi della Provincia di Ragusa e seconde per estensione a quelle di Siracusa), del Camposanto e dell’Ipogeo degli Antonii, gli abitati rupestri delle “Grotte Cadute”, la Necropoli neolitica di Baravitalla, il “Castello Sicano”, la “Grotta della Spezieria” e i ruderi della Chiesa di San Pancrati, per citare i siti più noti.
A ridosso della frazione di Frigintini, vi sono invece ubicati i tratti iniziali di tre affluenti del Fiume Tellaro, i quali delimitano varie aree di confine tra il territorio di Modica e la Provincia di Siracusa (territori di Rosolini e Noto).
Si tratta del “Torrente Scalarangio” che scorre lungo la Cava Palombieri in cui sono poste varie necropoli di varie epoche, del “Torrente Prainito” che scorre all’interno della “Cava Paradiso” rinomata per la presenza di interessanti siti rupestri, e del “Fiume Tellesimo” comprendente l’area naturalistico – archeologica di “Cava dei Servi” (vedi area di Frigintini per saperne di più).
Lo stesso Fiume Tellaro va a delimitare il confine tra il territorio modicano e la vicina provincia aretusea (territori di Buscemi, Palazzolo Acreide, Rosolini e Noto).
Vanno citati inoltre il Torrente Salvia all’interno della Cava Martorina (vedi sezione “Zappulla”), le Cave Gisana e Petraro, e i tratti orientali delle Cave di Santa Maria la Nova e San Bartolomeo che più ad ovest delimitano il centro storico di Scicli.
Anche in gran parte di queste cavità iblee sono posti vari siti archeologici di tipo rupestre.
Altre aree archeologiche riconducibili a ruderi di epoca neolitica, greco – romana e medievale sono poste presso le Contrade (in ordine alfabetico) Bellamagna, Bosco, Bugilfezza, Camardemi, Catanese, Ciarciolo, Crocifia, Gisana, Gorgodaino, Mangiagesso, Michelica, Rossabia, San Valentino, Serra Meta e Serra Pero.
L’area iblea modicana inoltre risultava suddivisa in varie aree agricole sin dall’antichità, infatti la presenza di insediamenti agricoli è documentata durante i periodi protostorico, greco – romano e alto medievale – bizantino.
Gran parte di essi, di cui ancora restano alcuni basamenti formati da blocchi megalitici, vennero comprese all’interno di “feudi” sin dal periodo della dominazione araba della Sicilia.
Ciò lo si deduce dai toponimi delle contrade in cui essi avevano sede, la cui radice deriva appunto dall’arabo (ad esempio citiamo le Contrade Pirato, Macallè, Musebbi, Camardemi, Calamarieri, Bugilfezza ecc…).
Molti di queste aree agricole comprendevano inoltre varie tenute nobiliari, che un tempo appartenevano alle famiglie aristocratiche della città.
Le aree agricole modicane, rinomate per l’abbondante produzione di cereali, olive, carrube, mandorle, erbai da pascolo e vari tipi di frutta e verdura, sono ancora oggi piuttosto importanti per l’economia modicana in generale, e all’interno di esse troviamo varie aziende agricolo – zootecniche o agroalimentari.
La caratteristica di queste aree agricole è quella di presentare vari appezzamenti di terreno, i quali risultano divisi tra loro da “muri a secco”.
Ciò lo si deve al periodo in cui il Conte di Modica “Bernardo Giovanni Cabrera d’Aragona”, nel 1457 affidò in enfiteusi molti appezzamenti di terreno ai contadini locali, i quali appunto mediante la costruzione dei caratteristici muri a secco, andarono a delimitare l’area a loro affidata.
Gli altipiani iblei infatti, se visti dall’alto presentano un intricato reticolo di muri a secco.
Le aree che invece sono poste a ridosso di rilievi collinari o ai margini delle cave iblee, risultano delimitate da terrazzamenti, anch’essi formati da muri anch’essi costruiti con la medesima ancestrale tecnica “a secco”.
Tra le costruzioni a secco, vanno citati i cosiddetti “Muragghi”, ossia grandi cumuli di forma tronco conica a sezione circolare formati da blocchi di pietre, i quali sono provenienti da un limitrofo terreno soggetto ad opera di spietramento.
Molte aree agricole del modicano, sono contraddistinte dalla presenza di secolari alberi di olivo e carrubo.
Il territorio ibleo modicano, presenta anche vari impianti estrattivi nei quali si estrae la “Pietra di Modica”, utilizzata sin dall’antichità per costruire edifici, fabbricare elementi architettonici e costituire i suddetti “muri a secco”.
Per quanto riguarda la flora, le aree iblee modicane presenta una folta vegetazione che compone la cosiddetta “macchia mediterranea”, composta da varie specie di piante erbacee e arboree.
Tra le piante erbacee presenti va segnalata la presenza di: borragine, ortiche, coda di volpe, tarassaco, asparago selvatico, tamaro, senape dei campi, orchidee, malva, Fichi d’India ed erbe aromatiche tra le quali timo, origano, salvia e nepitella.
Tra le piante arboree, va citata la massiccia presenza di secolari alberi di ulivo e carrubo, a cui si aggiungono mandorli, roverelle, bagolari, olivastri, olmi ecc…
In alcune aree vi sono anche folti boschi di conifere, tra i quali va citato il “Bosco Mangiagesso”.
Le contrade iblee modicane presentano anche molti esemplari di Fico d’India.
Nel territorio modicano inoltre è possibile trovare varie specie di funghi, tra cui i pregiati “Funghi di Carrubo” che crescono sui medesimi alberi.
Per quanto riguarda la fauna, tra i rettili citiamo la presenza di lucertole e serpenti (di cui, della medesima specie citiamo il colubro leopardino, la biscia dal collare, il biacco e alcuni esemplari di vipere), insetti (api, bombi, libellule, farfalle, scarabei, gerridi ecc…), volatili (cornacchie, tortore, merli, colombacci, pettirossi, cardellini, poiane, civette, gufi ecc…), anfibi (rane e rospi), e mammiferi (volpi, faine, donnole, topi, istrici, porcospini ecc…).
Lungo i corsi d’acqua a scorrimento idrico perpetuo, troviamo vari esemplari di fauna ittica quali pesci di cui trote (iridee o della specie “Macrostigma Italiana”), rovelle, tinche, cagnetti fluviali e anguille; a cui si aggiungono chiocciole e granchi d’acqua dolce.
Per visitare il territorio ibleo di Modica, vanno seguite le seguenti regole valide per le aree iblee dell’intera Sicilia sudorientale:
- Avere un buono stato di salute non essendo soggetti a problemi psichici e motori o a malattie di qualsiasi genere;
- Avere una buona dimestichezza nel sapersi muovere presso aree montane;
- Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo/canyoning (riguardo ad arrampicate ed esplorazioni su pareti montane) o torrentismo (specie se si devono guadare fiumi e torrenti di qualsiasi portata);
- Si possono visitare i territori iblei durante tutto l’anno, preferibilmente nei periodi primaverile o estivo o durante le giornate soleggiate, non è consigliabile effettuare ciò durante le giornate piovose o ventose (autunno o inverno) poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi a causa degli agenti atmosferici (essendo roccia calcarea è soggetta a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
- Non lasciare rifiuti organici ed inorganici all’interno delle aree iblee (zone naturalistiche o meno);
- Non accendere fuochi di qualsiasi tipo specialmente in estate e non gettare mozziconi di sigaretta, poiché potrebbero svilupparsi dei focolai incendiari che potrebbero propagarsi colpendo le circostanti contrade iblee;
- Non disturbare la fauna;
- Non danneggiare la flora e tagliare alberi;
- Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
- La raccolta di funghi, la caccia e la pesca sono consentite solo grazie alle apposite autorizzazioni rilasciate dagli enti competenti, nelle aree in cui ciò è vietato tramite l’apposita segnaletica queste attività non sono assolutamente consentite;
- È possibile effettuare scampagnate, escursioni o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sopracitate e soprattutto non bisogna campeggiare in aree potenzialmente pericolose da visitare o all’interno di proprietà private;
- Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.
Sottosezioni
Area Nordovest
- Colle Pizzo
(Vignazza – Castello di Modica – Pizzo) - Area iblea di Contrada Gallinara
- Area iblea di Contrada Catagirasi – San Bartolomeo
- Area iblea di Contrada Margi – Monte Margi
(Ponte Margi – Contrada Margi – Monte Margi – Tribunella Madonna del Monte)
- Torre Margi
- Madonna del Monte
(“Tribunedda” e ruderi dell’ex Chiesa di Santa Maria ai Margi) - Masseria Papa di Monte Margi
- Area iblea di Sant’Antonio lo Piano
- Cava Margi e Torrente Janni Mauro
(Margi – San Bartolomeo – Sant’Antonio lo Piano – Pisciotto – Colle Pizzo – Colle Idria – San Giuseppe “U Timpuni” – Immissione sotterranea “Torrente Janni Mauro”)
Area nord
- Area iblea di Contrada Mauto
- Area iblea di Contrada Mola
- Villa Nobiliare di Contrada Mola
- Area iblea di Contrada Monte Milicucco
- Area iblea di Contrada Torre Chiavola
- Area iblea di Contrada Cinquevie
(Incrocio tra le “Cinque Vie” – Aree rurali – Base Scout “Cinque Vie”) - Area iblea di Contrada Passo Gatta
(Via Passo Gatta – Siti rupestri – Ponte Passo Gatta) - Area iblea Contrada Pennino San Silvestro – Fasana
(Aree iblee delle Contrade Pennino San Silvestro e Fasana – Sito dell’ex Chiesa di Santa Maria al Pennino – Chiesa Rupestre di San Silvestro) - Torre Fasana
- Area iblea di Contrada San Giurgiuzzo
- Cava Fazio
(Siti rupestri di Cava Fazio) - Ruderi dell’Eremo di San Fanzio
(Chiesa e Convento Eremitico di San Fanzio) - Cava Passo Gatta e Torrente Pozzo dei Pruni
(Aree iblee delle Contrade Rassabbia, Cipolluzze, Cava Fazio, Fasana, San Silvestro, Passo Gatta e Cannata – Cozzo Sant’Angelo e Massacroce – Altopiano di Contrada Violicce – Area delle Contrade Fontana, San Pancrazio e Vaccalina – Siti rupestri del “Quartiricciu”, dello “Sbalzo” e di “Contrada Mista” – Mulini ad acqua e Immissione sotterranea “Torrente Pozzo dei Pruni”)
Area nordest
- Area iblea di Contrada San Marco – Mista
(Siti delle ex Chiese di San Marco e di Santa Maria della Croce – Pirrera e Necropoli di Contrada Mista) - Area iblea di Contrada Creta – Violicce
(Altopiano di Contrada Violicce) - Area iblea di Cozzo Lupi
- Area iblea di Contrada Palazzelle
- Torre Palazzelle
- Villa Blandini
- Area iblea di Contrada Bosco
(Torre Bosco) - Area iblea di Contrada Butrano
- Area iblea di Contrada Pozzo Cassero
- Villa Castro – Grimaldi di Pozzo Cassero
- Chiesa del Sacro Cuore di Pozzo Cassero
- Serra Meta
- Area iblea di Contrada Sant’Ippolito
- Chiesa di Sant’Ippolito
- Area iblea di Contrada Tre Balate
- Area iblea di Contrada Marchesa
- Area iblea di Contrada Passo Parrino
- Area iblea di Contrada Muglifulo
(Muglifulo – Fondo Palermo – Fondo Mosche) - Torre Galfo
- Torre Ruta
- Torre De Leva
- Masseria Case Colombo
- Masseria Case Muglifulo – De Leva
- Tenuta Abremi
- Area iblea di Contrada Abremi – Ciaceri
(Ganzeria – Abremi – Lavinaro Polara – Ciaceri) - Area iblea di Contrada Gorgodaino
- Area iblea di Contrada Cannizzara
(Cannizzara – Catenacioppo – Baravitalla) - Ex Colonia Agricola Grimaldi e Chiesa di Santa Maria Immacolata
- Area iblea di Contrada Cannizzara Ciancia – Cava Lazzaro
(Cannizzara Ciancia – Porta di Ferro – Tratto iniziale “Cava Lazzaro – Cava Grande di Rosolini”)
Area Est
- Colle Giganta
(San Giuliano – Tirella – San Girolamo – Giganta – Ufra – Piedigrotta – Sant’Andrea – Catanzaro) - Area iblea di Contrada Ufra – Piedigrotta
(Siti rupestri e ruderi) - Chiesa Rupestre di Sant’Alessandra
- Area iblea di Contrada Pennino Catanzaro
(Catanzaro – Macallè – Pizzilli – Catanzarello) - Area iblea di Serra Pero – Colle Santa Margherita
- Area iblea di Contrada San Giuliano
- Cava Torrente San Liberale
(Sant’Elena – San Giuliano – Monserrato – San Liberale – Tirella – Immissione sotterranea “Piazza Corrado Rizzone – Fiumara di Modica”) - Area iblea di Contrada Sant’Elena
(Altopiano di Contrada Sant’Elena e Sorgente Cava San Liberale – Sito dell’ex Chiesa di Sant’Elena) - Masseria Case Scolaro
- Villa Salonia
- Villa Papa
- Chiesa di Sant’Elena
- Area iblea di Contrada Pietre Nere – San Zagaria
- Area iblea di Contrada Finocchiara
(Altopiano di Contrada Finocchiara – Torre Finocchiara – Masseria Finocchiara – Grotticelli) - Area iblea di Contrada Rocciola
(Rocciola – Balatazza – Tre Casuzze – Trapani – Cozzo Rotondo) - Area iblea di Contrada Torre Rodosta
(Torre Rodosta – Cappuccini) - Torre Rodosta
- Villa Cappuccina
- Area iblea di Contrada Gisirella
(Gisirella – Pernamazzoni – Lavinaro) - Villa Trombadore
- Area iblea di Contrada Calicantone
(Calicantone – Scale Piane – Torre Scaliciani)
Area sudest
- Area iblea di Contrada Musebbi
(Cisterna Salemi – Musebbi) - Area iblea e archeologica di Contrada Michelica
(Aree iblee di Michelica Malvagia, Michelica Crocevia, Michelica Palazzetti e Penninello Malvagia – Monumento in memoria del pilota Gigi Olivari – Case Giurdanella – Necropoli e ruderi bizantini) - Area iblea di Contrada Crocevie
- Villa Papanno
- Chiesa del Cuore Immacolato di Maria di Contrada Crocevie
- Villa Scucces
- Area iblea di Contrada Bugilfezza – Beneventano
(Aree iblee di Bugilfezza, Bettola del Capitano e Beneventano – Rovine archeologiche di Contrada Bugilfezza) - Villa Giunta
- Villa Teresa – Polara
- Villa Beneventano
- Area iblea di Contrada Catanese
(Catacombe rupestri di Contrada Catanese)
- Area iblea di Contrada Minciucci
(Masserie “Casa Savarini” e “Casa Ottaviano” – Cava Minciucci e rovine archeologiche)
Area sud
- Area iblea di Contrada Treppiedi
- Area iblea di Contrada Torre Cannata
(Area Sportiva “Green Club” – Masseria feudale “Torre Cannata”) - Area iblea di Contrada Raddusa
(Tratto iniziale della Cava San Bartolomeo) - Villa Tedeschi
- Area iblea di Contrada Serrauccelli
(Via Sorda Sampieri – Via Cava Gucciardo Serrauccelli – Tratto iniziale della Cava Gucciardo) - Area iblea di Contrada San Filippo
(Area iblea di San Filippo – Presunto sito della Chiesa di San Filippo e tenute nobiliari “Casa San Filippo le Manate” e “Casa San Filippo le Colonne” – Torre San Filippo – Ruderi e rovine archeologiche di Contrada San Filippo – Tratto iniziale della Cava San Bartolomeo) - Chiesa di San Filippo Neri
- Tenuta Feudale di San Filippo
(Presunto sito della Chiesa di San Filippo) - Masseria Case Nativo
Area sudovest
- Colle Monserrato
(Area iblea del Colle Monserrato – Pineta di Monserrato – Pareti rocciose collinari e presunto “Volto del Gigante di Modica” – Area dell’ex Chiesa di Santa Maria di Monserrato – Belvedere panoramico su Modica – Sentiero tra la vetta del Colle Monserrato e il Santuario della Madonna delle Grazie – Siti archeologici preistorici – Sacelli di Monserrato) - Area iblea di Contrada Caitina
(Altopiano e Cava di Contrada Caitina – Presunto Sito dell’ex Chiesa di Santa Maria alla Caitina) - Area iblea di Contrada Pirato
(Cozzo Pirato – Pirato Grande – Pirato Piccolo – Cava Maria – Spana) - Area iblea di Contrada Quartarella
(Contrada Fosso Tantillo – Attraversamento Cava Santa Maria la Nova – Area iblea di Quartarella – Cozzo Quartarella – Marafini)
- Villa Terranova
(Villa Matilde) - Villa Tantillo
(Masseria Quartarella) - Chiesa del Santissimo Redentore
- Area iblea di Calamarieri – San Giovanni lo Pirato
(Contrada Calamarieri – Area rurale di San Giovanni lo Pirato al confine tra i territori di Modica e Scicli – Torre Morana – “Carcare” di San Giovanni lo Pirato) - Cava Santa Maria la Nova – Tratto modicano
(Cava Gucciardo – Pirato – Spana – Quartarella – Borgo Marafini – San Giovanni lo Pirato – “Rutti Pirciati” – Tratto sciclitano) - Cava San Bartolomeo – Tratto modicano
(Raddusa – San Filippo – Calamarieri – Cava e Torrente San Bartolomeo – Tratto sciclitano)
Area ovest
- Colle Idria
(“U Timpuni” – Cartellone – Idria – Dente Crocicchia – Cappuccini – Gisirella – Cimitero – Torre Gesuiti) - Area iblea di Piano Ceci – Sant’Antonino di Modica
(Piano Ceci – Sant’Antonino di Modica – Sito dell’ex Chiesa di Sant’Antonino di Piano Ceci – Grotta dell’Acqua) - Masseria Casa Giardina
- Area iblea di Contrada Scardacucco e Cava di Pietro
(Altopiano di Scardacucco – Cava di Pietro – Necropoli) - Area iblea di Contrada Mangiagesso
(Contrada Partinico – Contrada Mangiagesso – Cozzo del Carmine – Area attrezzata “Bosco Mangiagesso” – Cava Mangiagesso e Cozzo Cavadduzzo) - Valle del Fiume Irminio – Tratto modicano
(Tratto Tribunella di Madonna del Monte, Costa del Diavolo, Mendolilli, Cafeo e Sant’Antonio Lo Piano – Piano Ceci, Sant’Antonino di Modica, Grotta dell’Acqua e Gufra – Cozzo Streppenosa, Miniere d’Asfalto di Contrada Castelluccio e Cava Streppenosa)