*Zappulla, Cava Gisana – Tratto “Cava Gisana – Cava Cella – Cava Giarrusso”

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Zappulla
(Frazione di Modica)

*Cava Gisana – Tratto “Cava Gisana – Cava Cella – Cava Giarrusso”
(Torrente Gisana – Ramo nord “Cava Gisana – Gisanella”; Ramo sud “Cava Cella – Camardemi – Cella superiore e Inferiore – Brizza – Serra d’Amenta”; “Confluenza “Cava Gisana – Pietrebianche – Cava Giarrusso”)

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Descrizione generale

La Cava Gisana è una delle principali cavità iblee del territorio comunale di Modica, posta a sudest della frazione extraurbana di Zappulla.

All’interno di questa cava scorre il Torrente Gisana, che è un corso d’acqua dalla scarsa (se non addirittura nulla) portata idrica, che però aumenta durante le forti precipitazioni lasciando talvolta degli accumuli d’acqua meteorica.

La Cava Gisana, è nota per la presenza di vari siti archeologici di tipo rupestre, ma anche per la cospicua presenza di vegetazione lungo i suoi margini, che va a comprendere anche i vari appezzamenti agricoli racchiusi da un vasto reticolo di muri a secco, in cui svettano secolari alberi di olivo e carrubo.

L’intera area solcata dalla cava comunque è caratterizzata da una folta vegetazione spontanea, formata da varie specie erbacee e arboree che danno ospitalità ad una variegata fauna, tra cui orchidee, erbe aromatiche, querce, roverelle ecc… 

Inoltre, l’area ai margini della Cava Gisana ha un’alta valenza agricolo – pastorale, e non è raro trovare animali che pascolano lungo la cavità.

La cava si origina appunto in Contrada Gisana, prendendone appunto il nome.

Essa solca le Contrade Forte, Scorrione e Gisanella (rispettivamente ad ovest, est e sud), per congiungersi poi con la Cava Cella in località Pietrebianche.

Il tratto meridionale a sud della confluenza tra le Cave Gisana e Cella, è denominato “Cava Giarrusso”, e solca l’area iblea a ridosso della frazione balneare di Marina di Modica.

Il tratto più a nord di questa cava lo si raggiunge dalla S.C. “Variante Zappulla” (che a nostra volta raggiungiamo tramite la S.P. 43 “Modica – Mare” o “Via Sorda Sampieri”, seguendo la segnaletica per la “Contrada Zappulla”), proseguendo poi lungo la S.P. 86 “Zappulla – Scorrione – Ispica”,  da cui dobbiamo andare in direzione della “Villa Gisana”.

Arriviamo ad un bivio, da cui a sinistra si va in direzione della S.P. 45 “Modica – Pozzallo” (e ovviamente la SS 115 “Modica – Ispica”, che si collega ad essa a nordest di Zappulla tra le Contrade Aguglie e Bugilfezza), mentre a destra proseguiamo in direzione della Villa Gisana.

Percorrendo questa ulteriore strada, vi troviamo un altro bivio dove, se andiamo a sinistra, raggiungiamo il tratto iniziale di Cava Gisana che lambisce la Contrada Forte, ma se proseguiamo alla nostra destra raggiungiamo appunto la Contrada Gisana e l’omonima Villa che appartenne un tempo alla famiglia Grimaldi di Calamezzana (vedi link “Villa Gisana – Grimaldi di Calamezzana” nella pagina precedente per saperne di più).

La Cava Gisana, il cui toponimo comune alla limitrofa contrada, dovrebbe derivare “dal termine arabo “Jazirah” significante “Isola”, che però indica anche un altopiano i cui margini sono delimitati da corsi d’acqua.

Toponimo per altro indicante altre contrade in territorio modicano, delimitate appunto da cavità o fiumi (l’area di “Gisirella” o “Gisarella” lungo la “Fiumara di Modica” nell’area nordoccidentale del territorio modicano, e le Contrade “Gisira”, “Gisirotta”, “Gisira Pagano” e “Gisira Albertini”, poste invece ad est di Modica, lungo le valli fluviali in cui scorrono il Torrente Prainito e i Fiumi Tellesimo e Tellaro).

Il tratto più a monte della cava, è posto ad est della suddetta Villa Gisana, tra le Contrade Forte e Scorrione.

In quest’ultima contrada è posta quella che doveva essere la “sorgente” del Torrente Gisana (ormai prosciugata).

In questa zona, che raggiungiamo dalla S.P. 86 che collega Zappulla alla S.P. 45 per Pozzallo tramite una mulattiera parallela all’ultimo tratto di questa strada (il cui ingresso principale è posto presso un cancello conducente ad una proprietà privata) percorrendola verso sudest, vi è il primo sito archeologico posto nell’estremo tratto iniziale della cavità, collocato a nord del tratto modicano dell’Autostrada A 18 “Siracusa – Gela”.

Si tratta di una necropoli rupestre di epoca tardo romana – bizantina, formata da quattro catacombe che risalgono al periodo tra i secoli V (401 – 500) e VI (501 – 600) d.C. e utilizzate fino al periodo che precede la conquista araba della Sicilia (anno 827).

Dentro queste tombe scavate nella roccia, oggetto per altro degli studi effettuati dai ricercatori dell’Università di Hradec Králové (Repubblica Ceca), sono stati rinvenuti vari resti umani.

Oggigiorno quest’area rimane sotto vincolo archeologico.

Scendendo verso sudovest, il letto della Cava Gisana comincia ad essere circondato da pareti di roccia calcarea, che vanno a stringersi man mano verso di esso.

Esso lo si può raggiungere volendo dalla sponda nord compresa tra le Contrade Forte e Gisana (a sud dell’omonima villa), in cui sono stati rinvenuti vari ruderi risalenti al V secolo d.C. (401 – 500), formati da vari blocchi megalitici di pietra, che appartenevano ad un insediamento rurale sempre di epoca tardo romana – bizantina.

Ma esso lo si può ammirare con comodità dalla S.C. “Aurnia – Brizza – Gisana”, strada raggiungibile dalla S.P. 45 “Modica – Pozzallo” (oltrepassando il sottopasso dell’Autostrada A 18 “Siracusa – Gela”) immediatamente a nord della struttura ricettiva “Il Giardino della Contea” (alla nostra sinistra venendo da Modica).

Da questa strada, costeggiamo appunto la sponda meridionale della cavità, che lambisce l’area nord della Contrada Cella.

Percorrendo la strada, possiamo ammirare i terrazzamenti sulla cava corrispondenti alle propaggini meridionali della sopracitata Contrada Gisana (e da essa raggiungibili), in cui troviamo vari siti rupestri.

Si tratta perlopiù di necropoli del periodo a cui appartengono i suddetti ruderi, comprendenti varie  catacombe rupestri e sepolcri a sezione trapezoidale.

Tra questa moltitudine di catacombe, ne troviamo una ebraica, riconoscibile per l’incisione dei candelabri tipici della religione giudaica denominati “Menorah” e “Chanukkya” (rispettivamente a sette e nove bracci).

Un’altra tomba ebraica è posta al confine tra i territori di Modica, Noto e Rosolini (tra le Province di Ragusa e Siracusa) all’interno della Cava Scalarangio (ad oriente della frazione modicana di Frigintini).

Vi sono anche sepolcri risalenti all’età del bronzo che, in base a vari ritrovamenti di reperti litici avvenuti all’interno di alcuni ripari rupestri della cavità, sarebbero state utilizzate fino al periodo denominato “Pantalica II” (1050 – 850 a.C.).

La cava compie una curva verso sudovest in località “Gisanella”, area attraversata dalla S.P. 43 “Modica – Mare” e raggiungibile da una traversa posta alla nostra sinistra (venendo da Modica), a circa 400 metri a sudest dell’accesso all’azienda “Tecnodesign Arredamenti”.

Qui raggiungiamo la “Fattoria Gisanella” (di proprietà privata), proseguendo lungo una mulattiera dalla quale raggiungiamo la parete occidentale della Cava Gisana.

Anche in questa zona vi sono vari terrazzamenti sulla Cava Gisana, in cui troviamo vari siti rupestri formati sempre da tombe risalenti ai sopracitati periodi.

Il fondo della Cava Gisana, raggiungibile da vari sentieri che si inerpicano lungo i suddetti terrazzamenti, risulta circondato da una folta vegetazione spontanea che cresce ai margini del letto in cui scorre il Torrente Gisana.

Come detto in precedenza, esso potrebbe presentare degli accumuli di acqua piovana ma non si dovrebbe trattare di aree particolarmente profonde data la scarsità di scorrimento idrico durante i periodi non piovosi.

Da ammirare comunque le particolari concrezioni rocciose, presenti lungo le strette pareti della cava.

A sud della Cava Gisana, vi è il suo ramo secondario denominato “Cava Cella”, che si origina a sudest di Contrada Zappulla in Contrada Camardemi.

Questa zona, è sempre raggiungibile o dalla S.P. 45 “Modica – Pozzallo” (oltrepassando il sottopasso della A 18 “Siracusa – Gela”) mediante la suddetta S.C. “Aurnia – Brizza – Gisana” se si ha intenzione di raggiungere la sponda nord (andando in direzione “Baglio Cella”); oppure dalla S.C. “Aurnia – Cella” (imbocco alla nostra destra venendo da Modica, a nord delle strutture ricettive “Fattoria Ruta” e “Cambiocavallo”) costeggiando direttamente la cavità in questione.

La cavità si origina in Contrada Camardemi, essendo lambita a nord dall’altopiano di Contrada Cella.

Quest’ultimo, che si divide in “Cella Inferiore” e “Cella Superiore”, va a frapporsi con la vicina Cava Gisana posta poco più a nord.

A meridione della Cava Cella, invece vi è l’area iblea di Contrada Zimardo.

Il tratto più interno della cava, come ben sappiamo si origina in Contrada Camardemi.

Quest’area, il cui toponimo dovrebbe derivare dal termine greco “Kamarda” che indica una fortificazione, sembrerebbe appunto esser stata sede di insediamenti risalenti al periodo tardo romano – bizantino con duplice funzione agricola – militare, che furono abitati fino al periodo precedente all’anno 827 (dal quale avvenne la conquista araba della Sicilia).

Questi ruderi, comprendenti pochissimi blocchi megalitici presso i quali sono stati ritrovati dei frammenti ceramici, sono posti a nord della cava, tra le aree denominate “Cisterna Comune” (area nordorientale di Contrada Camardemi) e appunto, l’altopiano di Contrada Cella.

Tornando a parlare della Cava Cella, raggiungibile dalle S.C. “Aurnia – Brizza – Gisana” a nord, e S.C. “Aurnia – Cella”, che si collegano entrambe al “Baglio Cella” adiacente all’elegante “Villa Giunta” (une delle tenute aristocratiche della campagna modicana più interessanti dal punto di vista architettonico).

La Cava Cella, è costeggiata dalla S.C. “Aurnia – Cella” che, lungo la sua parete nord, ci conduce presso l’area di “Cella Inferiore”.

La cavità si presenta stretta con ripide pareti di roccia calcarea di altezza medio – alta, il cui margine raggiungibile da brevi sentieri.

Da buona parte di questi ultimi, volendo (specie nel tratto iniziale) si potrebbe tentare di raggiungerne il limitrofo e stretto fondo cava.

Anche in questa cavità troviamo vari siti rupestri, di cui segnaliamo una “casa – grotta” con parete esterna in muratura ubicata proprio nel tratto iniziale della cava (ad ovest di un piccolo caseggiato), che è visibile anche dalla suddetta S.C. “Aurnia – Cella”, che prosegue verso ovest raggiungendo sia la Villa Giunta, che i margini occidentali della suddetta cava e con essi anche la villa che un tempo appartenne ai marchesi Tedeschi – Polara.

Più ad occidente, il fondo della cava va ad espandersi, essendo tra l’altro delimitato da vari terrazzamenti a strapiombo su essa.

Il fondo della cavità è anch’esso in prevalenza secco, ma in seguito a forti piogge potrebbe avere un cospicuo scorrimento idrico.

Ad occidente dell’altopiano di Contrada Cella vi è la Contrada Brizza, contraddistinta dal rilievo roccioso posto tra la confluenza delle Cave Gisana e Cella.

Questa zona è raggiungibile più comodamente dalla S.C. “Aurnia – Brizza – Gisana”, strada che termina presso le “Case Brizza”, masseria rurale divenuta sede di una struttura ricettiva.

A sudovest di questa masseria, troviamo un sentiero che ci conduce sulla propaggine meridionale di questo rilievo, posto in Contrada Pietrebianche.

 A sud di esso, vi è la confluenza tra le Cave Gisana e Cella, che da origine alla “Cava Giarrusso”.

La confluenza è raggiungibile più facilmente dalla dalla Contrada Serra d’Amenta tramite la S.C. “Mussalli – Giarrusso”, il cui imbocco è posto in Contrada Piano Lauro nel tratto sud della S.P. 43 “Modica Mare” (imbocco a nordest di un rifornimento di carburante).

L’area la si può raggiungere anche da est tramite la S.C. “Bellamagna – Giarrusso” (imbocco dalla S.P. 45 “Modica – Pozzallo” andando in direzione “Contrada Zimmardo – Contrada Bellamagna” superando l’area rupestre posta in quest’ultima zona, per poi dirigerci verso nord al termine della strada).

Comunque sia, raggiungiamo la confluenza tra le due cave, scavalcata appunto dalla S.C. “Mussalli – Giarrusso” tramite dei brevi viadotti.

Da questa strada, iniziano vari sentieri da cui poter raggiungere agevolmente il fondo di queste cavità.

In questa zona troviamo vari ruderi di costruzioni rurali, ma anche vari siti rupestri sud, tra i quali va citata una piccola necropoli posta a sud delle Case Brizza.

A sud di questa confluenza si origina la “Cava Giarrusso”, comprendente il tratto meridionale del Torrente Gisana.

Quest’ultima cavità è contraddistinta da basse pareti rocciose, ma il cui fondo risulta più ampio.

La Cava Giarrusso scorre verso sudovest lungo le Contrade Musalli, Dantona e Maganuco, sfociando nel Mare Mediterraneo in località “Regilione”, presso il “Pantano di Marina di Modica”.

L’intero tratto della Cava Gisana, comprendente anche le Cave Cella e Giarrusso, in alcuni tratti è antropizzato e facilmente visitabile, anche grazie a vari volontari che effettuano interventi di salvaguardia e manutenzione.

Ma va tenuto conto che la Cava Gisana non è molto facile da esplorare se non si ha una certa esperienza in torrentismo o canyoning, dato che alcune aree della zona descritta potrebbero essere difficoltose da raggiungere, e l’esplorazione delle medesime potrebbe essere anche pericolosa.

Volendo, si può usufruire di varie escursioni guidate organizzate da varie associazioni naturalistiche (siti web www.esplorambiente.it e www.cairagusa.org).

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