Zappulla, Cava Petraro

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Zappulla
(Frazione di Modica)

*Cava Petraro – tratto “Modica – Zappulla”
(Ramo “Cava Cugno – Fami Giurgia – Nacalino – Confluenza Cava Meli – Labbisi”; Ramo “Cava Meli – Gisanella – Cava di Mele – Liccio – Confluenza Cava Cugno – Labbisi” – Ramo “Cava Labbisi – Cugni Sant’Antonio – Piano Lauro – Petraro”)

  • Indicazioni stradali da Modica per ingrandire la mappa clicca qui;
  • Indicazioni stradali da Zappulla per ingrandire la mappa clicca qui;

Descrizione generale

La Cava Petraro è un’ampia cavità iblea posta a sud di Modica, la quale lambisce i territori ad occidente della frazione extraurbana denominata “Zappulla”.

Questa cava si origina appunto a nord della Contrada Nacalino, prendendo il nome di “Cava Cugno” che, dopo l’immissione con delle brevi cavità laterali separate da modesti siti collinari, più a sud in Contrada Liccio si congiunge con la “Cava Meli”.

Più a sud ancora, la cavità va a congiungersi con la Cava Labbisi in territorio sciclitano, per poi sfociare ad est di Sampieri nei pressi delle Contrade Fossa Samuele e Pisciotto.

I vari tratti della Cava Cugno sono raggiungibili dalla S.P. 43 “Modica – Mare” (Via Sorda Sampieri), da cui imbocchiamo o la S.P. 41 “Scicli – Ispica” andando in direzione della città sciclitana, oppure la S.C. “Cugni – Nacalino – Guadagna” (seguendo la segnaletica “Contrada Nacalino – Contrada Cava Cugno”), entrambe alla nostra sinistra venendo da Modica.

Questi tratti della cavità (Cava Cugno e Cava Meli), sono inoltre scavalcati tramite due alti viadotti dalla strada a scorrimento veloce SS 194 “Modica – Pozzallo”.

Il tratto nord della Cava Cugno, è raggiungibile dalla S.P. 41, dalla quale notiamo il viadotto della SS 194 che la supera.

Da qui possiamo raggiungere le basse pareti di questo tratto della cavità, in cui sono posti vari terrazzamenti agricoli in cui sono posti vari alberi di olivo e carrubo.

Da qui, la cava comincia ad essere più profonda, arrivando quindi al tratto centrale posto tra la Contrada Nacalino occupante la parete est della cava (territorio di Modica), e ad ovest le aree di Guadagna – Cozzo Chiesa (territorio di Scicli), presso la quale vi è la confluenza con una cavità minore.

Quest’area la si raggiunge dalla suddetta S.C. “Cugni – Nacalino – Guadagna” (strada che conduce anch’essa presso Scicli), da vari sentieri posti dopo un breve viadotto che scavalca la cavità.

In questo tratto della cava, possiamo ammirare varie concrezioni calcaree lungo le pareti rocciose, oltre al fondo cava circondato da una folta vegetazione in cui è posto il letto ormai secco del Torrente Petraro, il quale si riempie d’acqua solo in occasione di forti precipitazioni atmosferiche.

Lungo le pareti della cava vi sono vari siti rupestri, tra cui anche varie tombe scavate nella roccia risalenti al periodo dell’età del bronzo, o all’epoca tardo romana – bizantina.

Tombe simili sono poste anche nella cavità laterale che si immette nella Cava Cugno, anch’essa oltrepassata dalla S.C. “Cugni – Nacalino – Guadagna”.

La presenza di questi siti sepolcrali, farebbe presagire la presenza di insediamenti abitativi del medesimo periodo, posti sulle limitrofe alture.

Va inoltre detto che presso la Cava Cugno è posto un impianto estrattivo raggiungibile dal sentiero posto a nord del suddetto viadotto che oltrepassa la cavità, a ridosso del quale è posto un abitato rupestre di epoca altomedievale.

Dal territorio sciclitano, seguendo la suddetta strada, arriviamo all’incrocio con la S.C. “Sant’Antonello – Cugni” (strada che delimita il confine con i territori di Scicli ad ovest, e di Modica ad est), percorrendola verso sud in direzione “Sampieri”.

Alla nostra sinistra arriviamo all’imbocco della “Vanella 130”, strada senza uscita che conduce al fondo della cava raggiungendo l’area di Contrada Cugno posta a nord con la confluenza con la “Cava Meli”.

Più a sud vi è la zona denominata “Contrada Liccio”, in cui la Cava Cugno si immette nella Cava Meli, denominata anche “Cava di Mele”.

Questa cavità, che si origina sempre ad ovest della frazione modicana di Zappulla, la si può raggiungere da varie traverse poste sulla S.C. “Cugni – Nacalino – Guadagna” poste prima del viadotto che oltrepassa la Cava Cugno presso gli accessi delle strutture ricettive “Casa Natia” (traversa a sud della medesima struttura) e “Fattoria Cava Cugno”, raggiungendo una strada che lambisce la parete nord della cavità.

La parete meridionale della cava è raggiungibile dalla S.P. 43:

  • dalla “Vanella 129” di Contrada Gisanella (imbocco dalla S.P. 43 sulla nostra destra venendo a Modica, poco più a nordovest delle aziende “Mediterranea Mangimi” e “Orto dei Mangiasano”), strada che si congiunge a monte con la suddetta traversa posta presso la Contrada Nacalino;
  • da una strada sterrata alla nostra sinistra, posta dopo il cavalcavia sulla SS 194 “Modica – Pozzallo”;
  • da una traversa posizionata di fronte ad un rifornimento di carburante (sempre alla nostra sinistra venendo da Modica), che conduce alla masseria posta presso la confluenza con la Cava Cugno in località “Cugni Sant’Antonio”, da cui inizia un sentiero che ci permette di raggiungere il fondo della cavità.

La Cava Meli è meno estesa della Cava Cugno, ma non per questo meno interessante.

Essa è delimitata dai rilievi di Contrada Nacalino a nordovest, e dall’area rurale di Contrada Gisanella ad est, quest’ultima corrispondente al punto esatto in cui questa cavità si origina.

A meridione vi è il breve altopiano di Contrada Liccio, che tra l’altro delimita ad oriente anche la vicina Cava Gisana.

Lungo le pareti della cava vi sono interessanti concrezioni e anfratti rocciosi, mentre l’ampio fondo della cavità presenta degli appezzamenti agricoli in cui sono presenti vari alberi di olivo, raggiungibili da vari sentieri.

Sotto il rilievo denominato “Cugni Sant’Antonio” le Cave Cugno e Meli confluiscono dando origine alla Cava Petraro che lambirà ad oriente il sito collinare di “Piano Lauro”, e ricevendo poco più a l’immissione di un’altra cavità, la “Cava Labbisi”.

Questa zona la si raggiunge dal territorio sciclitano dalla suddetta S.C. “Sant’Antonello – Cugni”, proseguendo verso sud fino all’ingresso di un’azienda agricola serricola, seguendo da qui il sentiero verso sud.

In alternativa si può raggiungere il fondo della cava dalla suddetta “Vanella 130” costeggiando la Cava Petraro verso sud, oppure dalla S.P. 44 “Sampieri – Pozzallo” (che raggiungiamo dalla S.C. “Sant’Antonello – Cugni” dirigendoci verso sudovest), avventurandoci lungo il secco corso del torrente verso nord.

Lungo la Cava Labbisi vi sono vari ruderi rupestri, tra cui tombe di epoca neolitica risalenti al periodo della cosiddetta “Civiltà di Castelluccio” (2300 a.C. – 1700 a.C. circa), dentro le quali sono stati rinvenuti vari frammenti ceramici, e manufatti in osso del tipo “a globuli” di cui tuttora non si conosce la funzione precisa.

Con molta probabilità, sui limitrofi rilievi erano posti villaggi abitativi del medesimo periodo.

Da citare anche la presenza di abitati rupestri altomedievali, tra i quali quello posto nei pressi della “Casa Labbisi” posta presso la confluenza tra le due suddette cave.

Le caverne collocate nei pressi di questa costruzione rurale, oltre ad essere utilizzate come case abitative, avevano la funzione di magazzini e stalle rupestri.

In questa zona vi sono anche ruderi di edifici rurali, fornaci per la lavorazione della calce denominate “Carcare”, e di terrazzamenti agricoli, in alternanza ad antiche mulattiere delimitate da muri a secco, il tutto circondato da una fitta vegetazione.

In aggiunta a ciò, vi sono anche delle casematte difensive costruite durante il periodo della II guerra mondiale.

A sud la cava oltrepassa le Contrade San Valentino e Sparaceto, quest’ultima solcata dalla breve ed omonima cavità che si immette più a valle nel Torrente Petraro in località “Torre Samuele”, comprendendo altre tombe rupestri di epoca neolitica.

Poco più a meridione, tra le Contrade Fossa Samuele e Pisciotto (ad est della frazione sciclitana di Sampieri), il tratto finale del Torrente Petraro dà vita ad un pantano costiero, posto presso la foce situata a nordovest della spiaggia detta della “Mannara”, in adiacenza della quale vi è la “Fornace Penna “(per saperne di più vedi le sezioni riguardante “Marina di Modica” e “Scicli).

L’esplorazione della Cava Petraro e di tutte le aree annesse ad essa non è semplice, per cui essa è riservata a gente con una buona esperienza in speleologia e canyoning, e a chi gode di buono stato di salute non soffrendo vari tipi di patologie (articolari, circolatorie o neurologiche).

Inoltre è consigliabile esplorare la cava durante il periodo estivo, o in assenza di piogge, in quanto durante le precipitazioni l’esplorazione della cavità (pareti e fondo cava), potrebbe essere piuttosto pericolosa.

E infine, va detto che all’interno delle suddette aree è vietato lasciare rifiuti, accendere fuochi e alterarne la natura circostante in qualsiasi modo.

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