*Priolo Gargallo, Penisola Magnisi e Sito Archeologico di Thapsos; Rovine della città di Thapsos e Necropoli Rupestri (Centro urbano di Thapsos – Fortificazioni Militari – Necropoli Sud e Nord di Thapsos)

Priolo Gargallo

Penisola Magnisi e Sito Archeologico di Thapsos

*Rovine della città di Thapsos e Necropoli Rupestri
(Centro urbano di Thapsos – Fortificazioni Militari – Necropoli Sud e Nord di Thapsos)

A poca distanza dall’ex stabilimento della ES.PE.SI. imbocchiamo il sentiero che conduce al pontile Somicem ossia quello che costeggia la sponda ovest della Penisola Magnisi; appena dietro il vecchio impianto chimico sorge l’area archeologica in cui sono ubicate le rovine dell’antica città di Thapsos, capitale di un piccolo regno neolitico – siculo in cui si sviluppò la cosiddetta “Civiltà di Thapsos”.


Alcuni ruderi dell’antica città di Thapsos posta sulla sponda ovest della Penisola Magnisi.

Thapsos parola greca significante “Porto (o Posto) Sicuro” (vista la posizione riparata in cui è collocata) venne fondata da una tribù sicula scesa dai Monti Iblei e che presso la Penisola Manghisi trovò il luogo ideale in cui, nel XV secolo a.C. costruirono un piccolo villaggio che man mano divenne una fiorente città sicula, dotata di un fiorente porto mercantile posto tra la sponda ovest e l’istmo della Penisola Magnisi (presso l’area ex ES.PE.SI.). In epoca greca ospitò anche i coloni fondatori della limitrofa Megara Iblea svolgendo le funzioni di porto mercantile e peschereccio finché nel VIII secolo a.C. Thapsos non venne conquistata dai coloni greci provenienti da Siracusa divenendo colonia siracusana fino alla conquista romana della Sicilia. In epoca romana Thapsos divenne un fiorente porto militare fino a quando in seguito alle invasioni barbariche (che causarono la fine dell’Impero Romano) la popolazione si spinse verso l’entroterra, abbandonando l’antica città di Thapsos. Le rovine della città furono rinvenute dall’archeologo Luigi Bernabò Brea negli anni 60 del 900, e proseguiti dall’archeologo Giuseppe Voza dagli anni 70 in poi.

Oggigiorno l’area archeologica di Thapsos (che occupa un’area vasta circa un chilometro) è ancora sotto vincoli archeologici poiché vi sono ancora scavi in corso (difatti è visitabile solo sotto permesso della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa), ma oggigiorno possiamo distinguere l’antica città sicula in tre parti; 

  • La prima parte comprende le antichissime rovine del primo insediamento neolitico – siculo di Thapsos (risalenti al periodo che va dalla fine del XV secolo all’inizio del XIV secolo a.C.) comprendenti i resti delle primitive capanne in cui le popolazioni seminomadi di matrice sicula abitavano;
  • La seconda parte comprende le rovine del primo villaggio siculo (risalenti al periodo che va dal XIII al XII secolo a.C.) comprendente le prime abitazioni in pietra di forma circolare (con tracce di focolari); oltre ai resti delle abitazioni sicule (di struttura rettangolare) possiamo ammirare quello che resta di un’Anaktoron (ossia il palazzo del sovrano di Thapsos, affine alla più celebre Anaktoron di Pantalica) e di un’antica cinta muraria;
  • La terza parte comprende un’espansione urbana della città sicula di Thapsos (risalente al periodo che va dal XI al IX secolo a.C.) che divenne un vero e proprio centro strategico – commerciale della Sicilia meridionale. Si possono notare nuove cinte murarie ed edifici più grandi.

Questo era il “cuore” dell’antica Thapsos (che si arricchì anche di edifici greco – romani (di cui restano poche rovine) in cui sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici (statue, vasi, giare, armi ecc…) che sono posti tuttora nel Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa. Fuori dal perimetro in cui sorgeva l’antica città di Thapsos presso buona parte della Penisola Magnisi vi sono i resti di grandi mura difensive con i basamenti di bastioni di difesa a sezione circolare; molto probabilmente si tratta di una delle prime fortificazioni militari risalenti all’epoca neolitica (ma ampliato durante i secoli fino all’epoca romana) presente in Italia.

Al di fuori dell’area urbana, sparse per buona parte della Penisola Magnisi, sono poste molte Necropoli a fossa scavate nella roccia a grotta sotterranea o a pozzo formati da vari colombari o da tombe singole che si dividono in Necropoli Sud che è la più antica di epoca neolitico – sicula formata da varie tombe a “pozzo” con aperture singole o multiple (all’interno delle quali vi sono le camere sepolcrali) e Necropoli Nord che è quella relativamente più “moderna” ospitante sepolcri di epoca siculo – ellenistica formata da tombe a fossa scavate nella roccia o sempre a grotticella artificiale recante all’interno vari loculi. Le Necropoli sono raggiungibili dai sentieri principali della penisola e sono visitabili visto che costeggiano queste vie di accesso.


Alcune tombe rupestri facenti parte della vasta Necropoli dell’antica Thapsos.

Oltre alle necropoli, intorno a Thapsos sono stati rinvenuti anche interessanti pozzi e canali per l’irrigazione di epoca siculo – greca, e inoltre va citata la presunta area in cui sorgeva il grande Porto di Thapsos le cui rovine sono state probabilmente ed irrimediabilmente cancellate con la costruzione dello stabilimento ES.PE.SI. e dei suoi relativi fabbricati. Si presume che un altro approdo era posto nei presso dell’attuale pontile Somicem a sudovest della Penisola Magnisi (in cui fino al 1700 era collocata una tonnara che smise di funzionare vista la sua infruttuosità).

Va detto infine che sulla fondazione di Thapsos vi è una leggenda che vede protagonista il guerriero greco Lamis che si presume fondò Megara Iblea, per saperne di più vedi il link “Tradizioni popolari priolesi” nella pagina riguardante le feste e le tradizione di Priolo Gargallo.

Torna indietro

Torna alla pagina principale di Priolo Gargallo