Punta Secca, Torre di Mezzo e area marina limitrofa

Punta Secca

Torre di Mezzo e area marina limitrofa

Da Punta Secca arriviamo all’imbocco della S.P. 35 per Santa Croce Camerina, in cui troviamo la Via Torre di Mezzo (posta alla nostra sinistra venendo dalla frazione santacrocese) al cui imbocco è posto il cartello con le indicazione per l’Agricampeggio Capo Scalambri; percorriamo la strada delimitata da varie serre fino all’incrocio con Via Pietro Celestri (ultima traversa alla nostra sinistra venendo dalla S.P. 35) imboccando quest’ultima strada che ci conduce ai ruderi della “Torre di Mezzo” e alla sua limitrofa area marina.

La “Torre di Mezzo”, nota anche come “Torre di Pietro” o “Torre di Santa Croce”, di cui restano solo i basamenti, era un’antica torre di avvistamento marittima costruita nel 1602 sull’alta scogliera posta all’interno dell’area marina nota col medesimo nome che, aggiuntasi al vasto sistema di torri costiere fatte costruire dal Vicereame di Sicilia (dipendente dall’Impero di Spagna), servì per contrastare gli assalti dei saraceni presso le coste siciliane. Essa venne costruita per volere del Marchese Pietro IV Celestri in cooperazione col Vicereame di Sicilia, con l’intenzione di avere una maggiore protezione del Feudo di Rosacambra (facente parte di quello di Santa Croce) dagli assalti saraceni, andandosi ad affiancare alla Torre Scalambri di Punta Secca (costruita nel 1593) e alla futura “Torre Vigliena” che verrà invece terminata nel 1607, venendo appunto chiamata “Torre di Mezzo” perché era posta tra le due sopracitate fortezze marittime. La torre, armata di cannoni, venne inoltre dotata nel 1613 di bastioni fortificati che si affacciavano sul mare; molto probabilmente venne anche profondamente restaurata in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693. La Torre di Mezzo fronteggiò molti assalti dei saraceni di cui uno degli ultimi avvenuto nel 1750. Negli anni del 1800 la torre non ebbe più alcuna utilità militare e venne lasciata all’abbandono divenendo un vero e proprio “rudere”. Oggi della torre si salvano solo i basamenti, che hanno subito importanti interventi di restauro conservativo.

I basamenti della Torre di Mezzo sono a sezione trapezoidale e fungevano da sostegno alla struttura superiore ormai non più esistente, che molto probabilmente era simile alla “Torre di Manfria” posta lungo il litorale gelese (stessa cosa dicasi per la vicina Torre Vigliena). All’interno di essa era posta la sede della guarnigione difensiva. Nei dintorni della torre reca le rovine dei bastioni difensivi.

La limitrofa area marina della Torre di Mezzo è contraddistinta da un’alta scogliera facente capo ad un breve promontorio marino ricco di anfratti e calette rocciose e semi sabbiose, con fondali marini discretamente profondi e popolati da varie specie ittiche. Su questa scogliera vi sono i resti di un insediamento abitativo di epoca neolitico – sicula la cui datazione va dal XIX al XIV secolo a.C. che molto probabilmente venne soppiantato da un sito (sempre abitativo) di epoca greco – romana (data la vicinanza al sito di Kamarina) o bizantina, anche se l’area dovrebbe essere studiata più attentamente per poter far luce su ciò.

Va detto infine che dalla Torre di Mezzo e dalla sua limitrofa scogliera possiamo ammirare un ottimo panorama della frazione santacrocese di Punta Secca e delle sue spiagge limitrofe, oltre che delle vicine aree marine di Cannitello e di Punta Braccetto

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