Rosolini, Area iblea e archeologica della “Cava Grande di Rosolini”; Borgo Feudale di Cozzo Cisterna e Ex Convento Gesuitico

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Rosolini

Area iblea e archeologica della “Cava Grande di Rosolini”
(Territori di Rosolini e Modica)

Borgo Feudale di Cozzo Cisterna e Ex Convento Gesuitico

Da Rosolini imbocchiamo la S.P. 66 “Timparossa – Cozzo Cisterna” che si congiunge alla S.P. 32 “Cava Ispica – Crocevie” per Modica e Frigintini (imbocco da Via Perpetua o dall’asse viario noto come “Via Barbieri Granati Nuovi”, in ogni caso dalla rotatoria posta presso quest’ultima strada bisogna andare verso nordovest).

Percorrendo la S.P.66 oltrepassiamo il viadotto sul tratto orientale della Cava Grande di Rosolini (tratto “Timpa Rossa – Granati”) salendo sull’altopiano del rilievo ibleo noto come “Cozzo Cisterna”.

Si tratta di un sito collinare chiamato in dialetto “U Cuozzu ‘a Sterna” che si frappone tra la Cava Grande di Rosolini (e l’annesso l’Eremo di Croce Santa) a sud e la Cava Scalarangio a nord, il cui nome deriva dalle tante grotte (i resti di antiche necropoli di epoca neolitica o alto medievale) utilizzate come magazzini e cisterne rupestri (vedi link “Area iblea di Cozzo Cisterna” nella pagina precedente per saperne di più).


Il rilievo ibleo noto come Cozzo Cisterna.

Percorrendo la S.P. 66 in direzione ovest, superiamo un altro tornante in località “Case Mezzargento” dirigendoci sempre verso occidente solcando il punto più alto del rilievo da cui possiamo ammirare verso nord anche la cavità iblea di Scalarangio (sede di interessanti siti archeologici rupestri).

Superando una piccola azienda zootecnica (riconoscibile per la presenza di grossi silos), imbocchiamo alla nostra sinistra una traversa asfaltata che, dopo aver oltrepassato la sede del “Moto Club Rosolini” (per saperne di più clicca qui) prosegue verso sudovest conducendo al borgo feudale di Cozzo Cisterna.

Si tratta di un borgo medievale divenuto un piccolo parco naturalistico – archeologico – etnografico sito sull’altura del Cozzo Cisterna.

Si tratta di un’antico borgo contadino di epoca medievale che apparteneva al feudo di “Lufanini”, ubicato tra la Cava Grande di Rosolini e la Contrada Commaldo Superiore al confine con i territori di Noto e Modica.

L’area era comunque frequentata sin dal periodo neolitico data la presenza di vari ruderi (i resti di un villaggio con necropoli annesse); stessa cosa dicasi per l’epoca greco – romana in cui Cozzo Cisterna cominciava ad essere sede di vari insediamenti agricoli.

Dopo la caduta dell’Impero Romano di Occidente, l’area di Cozzo Cisterna ed in particolare le caverne poste lungo le pareti rocciose a strapiombo sulla cava detta di “Cansisina”, vennero abitate da eremiti che seguivano il modello di vita di “Sant’Ilarione da Gaza”.

In epoca arabo – normanna l’area cominciò a divenire sede di un vero e proprio “borgo” agricolo appartenente al sopracitato feudo di Lufanini, che apparteneva all’attuale territorio di Rosolini (città che come sappiamo si originò dal feudo di feudo di “Li Salini” il cui “nucleo” era posto nei presso del “Castello Platamone” i cui ruderi sono posti ad est dell’odierna cittadina rosolinese).

Durante i secoli successivi il borgo feudale di Cozzo Cisterna appartenne alle famiglie De Girgia, i De Apello, i De Podio, Platamone e Platamone – Moncada.

Durante la feudalità retta dalla famiglia Platamone, a partire dal 1669 il feudo di Cozzo Cisterna venne ceduto in enfiteusi a varie famiglie di “Massari” locali.

Inoltre presso il feudo, dal secolo 1600 dimorò una comunità di frati gesuiti provenienti dal convento di Santa Maria del Soccorso di Modica, che si interessavano in parte anche del sottostante Eremo di Croce Santa.

Il terremoto dell’11 Gennaio 1693 danneggiò il borgo feudale, che vide tra l’altro l’allontanamento dei frati gesuiti nel 1767 in seguito al decreto di espulsione contro il medesimo ordine monastico.

La borgata feudale continuò comunque ad ospitare famiglie che si dedicarono all’agricoltura e all’allevamento.

Nel 1935 a seguito di una tempesta, il borgo di Cozzo Cisterna venne danneggiato e vi furono anche diverse vittime (per saperne di più clicca qui).

Ad oggi il borgo di Cozzo Cisterna, che in parte espleta ancora funzioni di tipo agricolo – zootecnico, è divenuto sede di un sito culturale, le cui attività vengono curate dall’associazione culturale che prende il nome da questo interessante villaggio rurale della campagna rosolinese

Passiamo alla descrizione del borgo di Cozzo Cisterna.

Si tratta di una borgata rurale delimitato da una breve stradina formato da vari edifici restaurati in epoca settecentesca dopo il sisma dell’11 Gennaio 1693.

Questi edifici fungevano da abitazioni per i “Massari” comprendendo anche le stalle, i palmenti e i magazzini del borgo rurale che, assieme alle case dei contadini, vengono oggigiorno utilizzati come un grande museo etnologico in cui sono esposti attrezzi da lavoro e oggetti utilizzati dai contadini rosolinesi nel periodo che va dal 1700 agli anni 60 del 1900.

Da citare l’edificio abitato dai frati gesuiti in cui è inciso lo stemma dell’ordine monastico con la data (in parte cancellata) che si rifà al secolo 1600.

A sud del borgo feudale di Cozzo Cisterna è posto il sentiero scavato nella roccia noto come “Scala di San Teodoro”, che delimitando le pareti rocciose del rilievo in cui sono posti vari siti rupestri (perlopiù tombe), conduce al sottostante Eremo di Croce Santa. 


Scorcio del borgo medievale del Cozzo Cisterna.

Il Borgo rurale di Cozzo Cisterna svolge anche funzioni ricettive e turistiche di vario tipo, per informazioni visitate il sito web www.cozzocisterna.it e le relative pagine facebook (per accedere clicca sui numeri 1 e 2).

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