Rosolini, Territorio ibleo rosolinese

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Rosolini

Territorio ibleo rosolinese

Il territorio ibleo rosolinese è compreso tra la città rosolinese e i territori di Noto, Ispica, Modica e Ragusa.

Esso è uno dei più particolari e interessanti di tutta la provincia aretusea per la presenza di interessanti siti archeologici, ampie cavità iblee al cui interno scorrono corsi d’acqua tra cui va citato il Fiume Tellaro (uno dei più importanti corsi d’acqua della Provincia di Siracusa), e aree rurali comprendenti anche tenute feudali e ville aristocratiche.


Uno scorcio del territorio ibleo di Rosolini (Cozzo Cisterna).

Il principale sito ibleo ubicato in territorio di Rosolini è rappresentato dalla “Cava Grande di Rosolini” solcata dal Torrente Granati, colma di siti rupestri e aree funerarie studiate da importanti archeologi e studiosi (tra i quali va citato il roveretano Paolo Orsi).

All’interno di questa cavità posta poco più a nord della città rosolinese possiamo ammirare il monumentale Acquedotto Cansisina di epoca settecentesca, l’Eremo di Croce Santa che assieme al Santuario del Sacro Cuore è considerato come uno dei principali luoghi sacri di Rosolini in quanto qui venne venne rinvenuto il venerato “Santissimo Crocifisso” venerato presso la città rosolinese, e varie necropoli rupestri tra cui va citata la “Tomba del Principe” (nota anche come “Tomba Paolo Orsi”) di epoca neolitica. 

Della Cava Grande di Rosolini fanno anche parte le limitrofe Contrade Granati Vecchi, Granati Nuovi, Cozzo Cisterna, Cozzo Pernice, Ternulla e Commaldo.


La Cava Grande di Rosolini.


L’Eremo di Croce Santa.


La “Tomba del Principe”.

L’estrema area nordoccidentale dell’area iblea rosolinese (confinante con il territorio di Modica) comprende:

  • l’area naturalistico – archeologica di della Cava Paradiso compresa tra le Contrade Prainito, Gisira, Ritillini, Cozzo Tondo, Povere Donne, Spatacinta e Favarotta, all’interno della quale scorre il corso d’acqua noto come “Torrente Prainito” noto per la presenza di trote della varietà “Salmo Cettii” denominata “Trota Macrostigma Italiana”;
  • l’area iblea di Scalarangio – Cava Palombieri in cui sono poste necropoli di varie epoche tra cui va citata una tomba rupestre ebraica;
  • il sistema fluviale formato dalle valli in cui scorrono rispettivamente i Fiumi Tellaro e Tellesimo, comprendendo anche interessanti aree archeologiche tra cui quella nota come “Cava dei Servi”, quest’ultima considerata una delle più interessanti aree iblee della Sicilia sudorientale.

Ad esse si aggiungono anche altre aree poste all’estremità settentrionale del territorio di Rosolini poste tra le Contrade Carbonara e Bellocozzo (poste al confine con il territorio di Ragusa).


La Cava del Prainito.


La Valle del Fiume Tellesimo.

A nordest di Rosolini vi sono le aree delle Contrade Vignale e Coda Lupo poste al confine col territorio di Noto, l’area di Contrada Zacchita, in cui i torrenti Granati e Scalarangio confluiscono nel Vallone Stafenna (corso d’acqua che affluisce in territorio netino presso il Fiume Tellaro), lungo il quale è posto un interessante sito archeologico di epoca paleocristiana.

A sud di Rosolini (al confine con i territori di Noto e Ispica) vanno citate:

  • la Contrada Masicugno in cui è posta la Cava Ristallo che più ad est si immette presso la Saia Randeci (canale irriguo che si immette in territorio netino nel Fiume Tellaro);
  • la Cava Scardina, altra interessante cavità iblea in cui sono posti vari siti archeologici che si immette in territorio ispicese presso il Torrente Favara);
  • l’area rurale di Contrada Cipolla confinante con i territori di Noto e Ispica;
  • il breve tratto “siracusano” della Cava di Ispica posto in Contrada Grotticelli presentante un abitato di tipo rupestre denominato “Grotte Capreria” con l’attigua presunta Chiesa di Sant’Isidoro, posto di fronte al luogo in cui secondo la tradizione locale sarebbe posto il cosiddetto “Sacello di Sant’Alessandra” (Contrada Scale Piane in territorio di Modica).

Le aree iblee rosolinesi sono note anche per la presenza di tre interessanti chiese che sono:

  • la Chiesa della Madonna di Fatima posta in Contrada Commaldo Superiore;
  • la Chiesa della Sacra Famiglia posta in località “Cozzo Rose” (lungo il corso del Torrente Prainito);
  • la Chiesa del Santissimo Salvatore in Contrada Carbonaro.

La Cava Scardina.

Per quanto riguarda la flora del territorio ibleo rosolinese, possiamo trovare piante erbacee e “grasse” quali la coda di volpe, l’avena selvatica, l’asparago selvatico, l’agave, l’aloe e il Fico d’India, varie specie di ortiche (alcune di esse senza peli urticanti), senape dei campi, bietole selvatiche e borragine, e varie specie di orchidee selvatiche.

Tra le piante arbustive e arboree vanno citati rovi, la “Spina di Cristo”, l’oleandro, il carrubo del quale i frutti sono divenuti il “Simbolo di Rosolini”, il mandorlo, il melograno, la roverella, il bagolaro ecc..

Non è raro trovare varie specie di funghi anche commestibili, tra cui quelli principali sono i “Funghi di Carrubo” (che si trovano sulla corteccia degli alberi di carrubo).

Per quanto riguarda la fauna troviamo:

  • tra i mammiferi volpi, donnole, penici, faine, topi, conigli selvatici, lepri, ricci e istrici;
  • tra i rettili lucertole tra cui i ramarri, serpenti tra cui il biacco, la biscia dal collare, il colubro leopardino e la vipera, e infine tartarughe di terra;
  • tra gli insetti scarabei, libellule, farfalle, api, bombi (simili alle api ma dal corpo tozzo e ricoperto da peluria), vespe e gerridi (insetti che riescono a camminare a pelo d’acqua);
  • tra gli anfibi citiamo rane e rospi;
  • tra la fauna ittica in generale citiamo varie specie di trote (iridee o “Macrostigma Italiane”), tinche, cagnetti fluviali, anguille, rovelle e granchi d’acqua dolce;
  • tra i volatili citiamo infine passeri, cardellini, pettirossi, tortore, colombe, gazze, merli, poiane, falchi, civette, gufi, barbagianni e allocchi.

Le regole per visitare il territorio ibleo rosolinese sono le seguenti:

  • Avere un buono stato di salute non essendo soggetti a problemi psichici e motori o a malattie di qualsiasi genere;
  • Avere una buona dimestichezza nel sapersi muovere presso aree montane;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo/canyoning (riguardo ad arrampicate ed esplorazioni su pareti montane) o torrentismo (specie se si devono guadare fiumi e torrenti di qualsiasi portata);
  • Si possono visitare i territori iblei durante tutto l’anno, preferibilmente  nei periodi  primaverile o estivo o durante le giornate soleggiate, non è consigliabile effettuare ciò durante le giornate piovose o ventose (autunno o inverno) poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi a causa degli agenti atmosferici (essendo roccia calcarea è soggetta a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici all’interno delle aree iblee (zone naturalistiche o meno);
  • Non accendere fuochi di qualsiasi tipo specialmente in estate e non gettare mozziconi di sigaretta, poiché potrebbero svilupparsi dei focolai incendiari che potrebbero propagarsi colpendo le circostanti contrade iblee;
  • Non disturbare la fauna;
  • Non danneggiare la flora e tagliare alberi;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • La raccolta di funghi, la caccia e la pesca sono consentite solo grazie alle apposite autorizzazioni rilasciate dagli enti competenti, nelle aree in cui ciò è vietato tramite l’apposita segnaletica queste attività non sono assolutamente consentite;
  • È possibile effettuare scampagnate, escursioni o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sopracitate e soprattutto non bisogna campeggiare in aree potenzialmente pericolose da visitare o all’interno di proprietà private;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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