*Rosolini, Area iblea e archeologica della “Cava Grande di Rosolini”; Cava Cansisina – Croce Santa

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Rosolini

Area iblea e archeologica della “Cava Grande di Rosolini”
(Territori di Rosolini e Modica)

*Cava Cansisina – Croce Santa
(Strada di Sant’Alessandra – Acquedotto Cansisina – Cava Cansisina “Cava Santa” – 
Sorgente Cansisina e Mulino – Necropoli e Oratorio Rupestre di Cava Cansisina)

La Cava Cansisina è una cavità di tipo ibleo posta a meridione del tratto della Cava Grande di Rosolini noto come “Cava Santa”, fungendo probabilmente da inghiottitoio dell’ormai prosciugato Torrente Granati.

Essa è raggiungibile dalla S.P. 27 “Rosolini – Sant’Alessandra – Grotticelli” dalla “Traversa Cansisina” che imbocchiamo seguendo le indicazioni per l’Eremo di Croce Santa, del ristorante “A Cava” e del Parco Avventura “Cava Park”.

Questa strada che è l’unica percorribile in auto da cui possiamo raggiungere il fondo della Cava Grande di Rosolini, è posta presso la piccola ma interessante cavità iblea prospiciente al tratto noto come “Cava Cansisina” (o “Cava Santa”).

Essa ricalca la strada di presunta origine tardo romana detta di “Sant’Alessandra” che collegava il sottostante “Eremo di Croce Santa” col cosiddetto “Sacello di Sant’Alessandra”, posto in territorio di Modica (RG) presso la limitrofa Cava di Ispica in Contrada Scale Piane (vedi link nella pagina precedente).

Non si sa con molta precisione se il tratto più a monte di questa strada corrisponderebbe alla carraia posta a meridione della Contrada Commaldo Inferiore (vedi link “Area iblea di Contrada Commaldo Inferiore – Case Castellano” nella pagina precedente per saperne di più).

Un buon tratto di questa strada è inglobato proprio all’interno della Traversa Cansisina, potendone notare un tratto della medesima lastricato con blocchi di basalto posti lungo questo sentiero ritenuto “storico”.

Proprio da questa strada possiamo accedere al tratto centrale della Cava Grande di Rosolini noto come “Cava Cansisina”, fungendone da principale “sentiero di accesso”.


La Strada di Sant’Alessandra, posta all’interno della Cava Cansisina.

Dalla sopracitata strada possiamo ammirare il fondo della Cava Cansisina e le limitrofe pareti rocciose circondate da una folta macchia mediterranea oltre che da antichi muri a secco, che delimitavano (e delimitano tuttora) terrazzamenti agricoli posti tra le Contrade Zacco Miccio e Ternulla (rispettivamente ad est e ad ovest della cavità).

Nel tratto meridionale di questa breve cavità sono poste delle catacombe rupestri appartenenti alla limitrofa Necropoli di Contrada Zacco Miccio.


La Cava Cansisina percorsa dalla Strada di Sant’Alessandra (foto inviateci da Roberto Capozio).

Il tratto settentrionale di questa breve cavità è solcato da un monumentale acquedotto ad arco, considerato come uno dei principali monumenti di Rosolini.

Questo acquedotto che convogliava le acque della limitrofa “Sorgente Cansisina” all’interno della città rosolinese, venne progettato nel 1713 per volere della della famiglia Platamone – Moncada.

L’opera, che venne ultimata nel 1736, presenta cinque arcate delimitate da robuste pilastri, che sostengono la condotta idrica sopraelevata.

Essa convogliava le acque prelevate dalla sopracitata sorgente per incanalarle presso la città di Rosolini tramite una condotta sotterranea che oltrepassava l’odierna Piazza Garibaldi, confluendo presso “U Cavittuni” ossia la “Saia Randeci”, un lungo canale irriguo costruito in epoca araba che si immette nel Fiume Tellaro a sud delle rovine della città greca di Eloro.


L’Acquedotto della Cava Cansisina.

Al termine della strada, arriviamo presso un ampio spiazzale posto all’esatto centro della “Cava Grande di Rosolini” presso il quale si affaccia l’Eremo di Croce Santa” risalente al periodo bizantino, posto nel tratto di questa cavità iblea noto appunto come “A Cava Santa” per la presenza di questo interessante luogo sacro (vedi link “Eremo di Croce Santa” nella pagina precedente per saperne di più).

In questo punto della cava è posto un ristorante utilizzato anche come discoteca all’aperto, e un “parco avventura” comprendente un’area picnic e attrazioni di vario tipo (per saperne di più visita la pagina facebook).

Ad ovest è posto il tratto noto come “Cava Cansisina”, lungo il quale è ubicato l’Acquedotto Comunale di Rosolini anch’esso alimentato dalla Sorgente Cansisina.

Esso comprende una moderna condotta idrica costeggiata da un sentiero adiacente al corso ormai prosciugato del Torrente Granati.

Le pareti di questo tratto della Cava Cansisina sono colme di grotte e anfratti utilizzati in epoca neolitico – sicula come tombe, ma riadattate in epoca bizantina per ospitare un villaggio rupestre (comprendente anche il limitrofo Eremo di Croce Santa).


Le pareti della Cava Cansisina.

Arriviamo presso l’area in cui sono posti gli sbocchi delle Cave Ternulla (sud), Lazzaro (ovest, facente parte della Cava Grande di Rosolini) e “Ruta – Martello – Marchesa” (nord), ad ovest dei quali troviamo una conca prospiciente alla “Sorgente Cansisina”.

Quest’ultima area la si può raggiungere anche dalle masserie note come “Casa Ruta” e “Casa Marchesa” (vedi link “Area iblea di Cava Ruta – Martello – Marchesa” nella pagina precedente per saperne di più).

Questa sorgente idrica, posta nel versante settentrionale della sopracitata conca, alimentava l’acquedotto settecentesco “Cansisina” mentre oggi va ad alimentare quello comunale cittadino.

Essa è racchiusa all’interno di un caseggiato il cui accesso è permesso solo al personale autorizzato.

Nei pressi di questa sorgente è posto un piccolo stagno, che non ha la forza di alimentare per intero il prosciugato Torrente Granati.

Lungo il corso del torrente è posto un mulino ad acqua, ormai ridotto allo stato di rudere.

Presso le pareti rocciose limitrofe alla sorgente è posto un oratorio rupestre di epoca bizantina frequentato molto probabilmente fino al secolo 1300.

Varcato l’accesso in muratura troviamo la grotta artificiale sede della chiesa scavata nella roccia, in adiacenza della quale vi è un altro ambiente rupestre all’interno del quale era posta una tomba a baldacchino di cui rimangono solo i quattro vertici dei pilastri che la componevano.


Una Chiesa Rupestre posta nei pressi della cava.

Le pareti rocciose limitrofe presentano i resti di tombe a grotticella risalenti al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (2300 a.C. – 1700 a.C.), nonché di catacombe bizantine scavate nella roccia e tombe ad arcosolio.

Inoltre vi sono resti di edifici rurali semi rupestri abitati fino alla metà del secolo 1800 circa, e di ovili scavati nella roccia.

A seconda di quanto ricercato dallo studioso rosolinese Salvatore Spadaro, questa cava fu teatro di una tragica vicenda amorosa (per saperne di più clicca qui).

Va detto infine che questo tratto della Cava Grande di Rosolini presenta una folta macchia mediterranea, che va a ricoprire interessanti concrezioni rocciose tipiche delle cavità iblee della Sicilia sudorientale.

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