*Rosolini, Area iblea e archeologica della “Cava Grande di Rosolini”; Cava Granati – Timpa Rossa – Stafenna

Homepage – RosoliniTerritorio ibleoCava Grande di RosoliniCava Granati

Rosolini

Area iblea e archeologica della “Cava Grande di Rosolini”
(Territori di Rosolini e Modica)

*Cava Granati – Timpa Rossa – Stafenna
(Tratto orientale del Torrente Granati – Cava Timpa Rossa – Aree Rupestri di Contrada Barbieri, Timpa Rossa, Granati Nuovi e Granati Vecchi – Area iblea di Contrada Incallebba e inizio Vallone Stafenna)

L’estremo tratto orientale della Cava Grande di Rosolini è noto come “Cava Granati”.

Si tratta dell’area più vasta di questa interessante cavità iblea rosolinese, anch’essa interessata dalla presenza di vari siti rupestri.

Complessivamente questo è anche il tratto relativamente più facile da esplorare di tutta la Cava Grande di Rosolini dato che le pareti rocciose che la delimitano sono più lineari e basse (e quindi molto più “facili” da raggiungere), presentando vari accessi agevolmente raggiungibili dal centro urbano di Rosolini.

Va anche detto che il fondo di questa cava è molto più “largo” rispetto ai tratti più occidentali (Cava Cansisina e Cava Lazzaro).

Possiamo raggiungere il tratto di “Cava Granati” dalla S.P.66 “Timparossa – Cozzo Cisterna” per Modica dall’imbocco da Via Perpetua a nordovest del centro urbano rosolinese (raggiungibile dalle Vie Gonzaga, Manzoni e Sipione – Fava) o dal tratto dell’asse viario composto dalla Via Cavalier Domenico Marina e dai Viali della Libertà e della Pace noto come “Via Barbieri Granati Nuovi”.

In ogni caso arriviamo alla grande rotatoria imboccando la strada a settentrione che si immette nella S.P. 66 che conduce al versante settentrionale della Cava Grande di Rosolini.

Da qui arriviamo ad una serie di tornanti che scendono lungo questo tratto della Cava Grande di Rosolini, fungendone anche da importante punto panoramico.

Arriviamo quindi presso il fondo della cavità scavalcato da un breve viadotto.

Lungo questo tratto della S.P. 66 vi sono vari accessi a sentieri che solcano quasi per intero il fondo di questo tratto della cava.

La cavità solca la contrada nota come “Granati” cui toponimo è di origine araba derivante probabilmente dal termine “Rummân” o dal latino “Malum Granatum” termini che indicano il frutto del melograno, pianta che con molta probabilità era molto presente lungo questo tratto della Cava Grande di Rosolini.

Essa suddivide la Contrada in “Granati Nuovi” a sud e “Granati Vecchi” a nord.

La Contrada Granati Nuovi si affaccia immediatamente a nord di Rosolini andando a delimitarne l’estrema periferia settentrionale che prende il nome dalla medesima area iblea.

Ad ovest del piccolo viadotto sul Torrente Granati della S.P. 66, è posta l’area iblea di Contrada Barbieri, caratterizzata da alte pareti rocciose in cui sono posti anche vari siti rupestri; questa zona confina ad ovest con la Contrada Zacco Miccio e le sue catacombe (vedi link “Area iblea di Contrada Zacco Miccio – Barbieri” nella pagina precedente per saperne di più).

La zona la si può raggiungere da varie traverse poste ad ovest del Viale della Pace.

A meridione è posta la breve Cava di Timpa Rossa che solca l’omonima località chiamata così per la presenza di concrezioni rocciose di colore rossastro tra l’altro presenti in questo tratto della Cava Grande di Rosolini (infatti il termine dialettale “Timpa” in italiano significa “Pietra”).

Questa cavità è scavalcata da un viadotto posto lungo il sopracitato asse viario denominato “Via Barbieri Granati Nuovi”.


Tombe rupestri poste presso la Cava Granati.

Tornando sulla S.P. 66 in Contrada Timparossa, all’altezza del viadotto sul Torrente Granati, possiamo già notare interessanti anfratti rocciosi dalla particolare colorazione rossastra.

Dai sentieri che possiamo imboccare prima e dopo il viadotto sulla S.P. 66 raggiungiamo agevolmente il fondo della cava o i terrazzamenti a strapiombo su di essa. 

Da questi sentieri possiamo raggiungere le pareti rocciose della cavità che comprendono anche  delle caverne carsiche o artificiali molte delle quali hanno svolto in passato funzioni funerarie (catacombe di epoca neolitica o bizantina), essendo in gran parte dei casi adibite ad ovili rupestri fortificati per proteggere i capi di bestiame dagli animali predatori.

Una di queste è “A Rutta ro Ficu” (“La Grotta del Fico”) ubicata in Contrada Timpa Rossa a meridione della cavità in cui scorre il Torrente Granati.

Le pareti meridionali della cava ubicate lungo la Contrada Granati Nuovi le si possono raggiungere anche dalla “Traversa Vignalelli – Pianazzo” (a nordest del Cimitero di Rosolini lungo il Viale della Pace), e dalla Via Salvatore Quasimodo (incrocio tra Via Cavalier Domenico Marina e Via Solferino), andando in direzione “nord” venendo da Rosolini.

Tra le aree di Granati Nuovi e Vecchi, è posto il tratto finale del torrente ormai prosciugato che solca la Cava Grande di Rosolini.

Esso si presenta come una secca distesa di sassi, che però si riempie di acqua durante le forti piogge (in quest’ultimo caso non è consigliabile esplorare la cavità).

L’area in cui esso scorre è piuttosto ampia, essendo circondata da una folta macchia mediterranea formata da alberi secolari di carrubo, mandorlo e olivo.

A settentrione del viadotto che scavalca la cavità, lungo i tornanti della S.P. 66 è posta una piccola “Latomia” all’interno della quale è stato ricavato un Altare votivo consacrato alla “Madonna”.

A nord è posta l’area nota come “Granati Vecchi”, che dal punto di vista archeologico è la più interessante.

Infatti lungo l’estremo tratto nordorientale della Cava Grande di Rosolini è posta una necropoli rupestre di epoca neolitica 

Essa è collocata in Contrada Granati Vecchi, località posta al confine col territorio comunale di Noto (Contrada Scalarangio) raggiungibile dalla traversa posta alla nostra sinistra (venendo da Rosolini) SS 115 “Noto – Rosolini” andando in direzione dell’azienda agricola “Bioverde”.

Lungo questa strada oltrepassiamo una vasta area agricola posta presso un pianoro caratterizzato da vari “livelli” simili a dei gradini.

Qui si affaccia l’ultimo tratto della cava che raggiungiamo da un sentiero che delimita un impianto serricolo.

L’area presenta varie tombe rupestri di epoca neolitica riconducibili al periodo della Civiltà di Castelluccio (secoli 2300 – 1700 a.C.) con loggiato interno e annessi loculi sepolcrali.

Sull’altopiano solcato dalla sopracitata strada sono state rinvenute le rovine di un insediamento abitativo del medesimo periodo, in cui sono stati rinvenuti annesse tombe a fossa.

Volendo quest’area la si può raggiungere dal sopracitato sentiero che solca il tratto orientale della Cava Grande di Rosolini (basta percorrere la strada costeggiante il torrente andando verso nord est fino a quando le pareti rocciose non si “addolciscono”).

Oltrepassata l’area di Granati Nuovi e Granati Vecchi, il torrente che da il nome alle medesime contrade poste allo sbocco della Cava Grande di Rosolini compie un’ansa immettendosi presso la Contrada Incallebba situata a nordest di Rosolini.

Qui il Torrente Granati, oltrepassato dalla SS 115 per Noto, si immette più ad est in una breve ma interessante cavità fluviale nota come “Vallone Stafenna” ubicata in territorio netino tra le Contrade Zacchita e Padro (raggiugibile dalla S.B. 19 “Stafenna – Padro”).

Il Torrente Granati, che ora assume il nome di “Vallone Stafenna”, dopo aver oltrepassato questa cavità anch’essa colma di siti rupestri di varie epoche (in particolare bizantina), confluisce più a nord nel Fiume Tellaro in territorio di Noto presso l’area agricola delimitata dalle Contrade Cozzo San Giovanni, Belludia e Bonfallura (vedi link “Area iblea di Contrada Stafenna – Zacchita” nella pagina principale di Rosolini per saperne di più).

Torna indietro

Torna alla pagina “Territorio ibleo rosolinese”

Torna alla pagina “Rosolini”

Torna all’homepage