*Rosolini, Tratto Rosolinese della Cava di Ispica

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Rosolini

*Tratto Rosolinese della Cava di Ispica
(Area iblea di Contrada Grotticelli – Grotte Capreria – Chiesa Rupestre di Sant’Isidoro – Sacello di Sant’Alessandra)

A sud ovest di Rosolini è posto il breve tratto della “Cava d’Ispica”, una delle più importanti aree  archeologico – naturalistiche dei Monti Iblei.

Essa è una vasta cavità iblea posta tra tra i territori di Ispica, Modica e Rosolini ed è interessata dallo scorrimento del Torrente Favara (in passato noto come Fiume Busaitone), corso d’acqua in prevalenza secco per gran parte del suo tratto che va dal territorio modicano a quello ispicese, il cui scorrimento idrico viene alimentato più a valle dalla “Sorgente Favara” (quest’ultima posta ad est di Ispica), a meridione della quale i corsi dei torrenti Scardina, Sulla e Salvia.

Il Torrente Favara sfocia nel Mar Mediterraneo ad occidente della frazione balneare ispicese di Santa Maria del Focallo.


Il tratto rosolinese della Cava di Ispica posto presso la Contrada Grotticelli.

La porzione rosolinese della Cava d’Ispica è posta in Contrada Grotticelli, mentre quella posta di fronte tra i territori di Ispica e Modica (per la precisione a sudovest) è chiamata “Scale Piane” (localmente “Scaliciani” ) in cui vi è posto il Convento Rupestre di Cava d’Ispica, un’interessante complesso rupestre comprendente anche il “Sacello di Sant’Alessandra”.

La zona è raggiungibile tramite la S.P. 27 “Rosolini – Sant’Alessandra – Grotticelli” (che possiamo imboccare da Rosolini tramite la Via Sant’Alessandra o dalla S.B. 7 “Ristallo – Masicugno” all’altezza del mobilificio “Pulino” andando in direzione dell’Eremo di Croce Santa) oppure imboccare la S.P. 48 “Conocchielle – Scorsone” (raggiungibile dalla SS 115 in territorio ispicese seguendo le indicazioni per la “Contrada Scorsone”).

Da quest’ultima strada bisogna imboccare la traversa per la Contrada Grotticelli (posta nei pressi del cartello che segnala il confine tra le Province di Siracusa e Ragusa) tramite la quale oltrepassiamo l’area iblea di Contrada Grotticelli in cui possiamo ammirare oltre a vari caseggiati rurali, anche le Ville Scorsone e Favi.

Alla fine della strada troviamo una masseria rurale antistante ai terrazzamenti posti a strapiombo su questo tratto della Cava d’Ispica in cui è ubicato il complesso rupestre denominato “Grotte Capreria”.

Dalla sponda modicana della cavità, possiamo raggiungere l’area tramite la S.P. 27 entrando in territorio modicano immettendoci sulla S.P. 32 “Crocevia – Cava Ispica” andando in direzione “Modica” seguendo la strada fino al ponte di Contrada Larderia superando il viadotto sulla Cava d’Ispica presso il tratto in cui sono poste le “Catacombe della Larderia”, proseguendo in direzione “Ispica” fino alla rotatoria con in cui troviamo l’incrocio con la S.P. 109 “Musebbi – Calicantone” (raggiungibile anche dalla SS 115 “Ispica – Modica” sempre dalla S.P. 32 in direzione “Cava Ispica – Frigintini”, imbocco di fronte al ristorante “La Vecchia Locanda”).

Da questa rotatoria dobbiamo imboccare la “Traversa Calicantone – Scalepiane” (strada posta ad oriente alla nostra sinistra venendo dalla S.P. 27, e alla nostra destra venendo dalla SS 115), al termine della quale percorriamo un sentiero che conduce sul fondo della Cava d’Ispica proprio davanti al sito di Contrada Grotticelli.

L’esplorazione diretta di questo sito rupestre posto tra le Contrade Grotticelli e Finocchiara è piuttosto pericolosa in quanto esso è posto a strapiombo sulle pareti della cavità anche se vi è uno scosceso sentiero che si collega al fondo della cava, ed è ovviamente consigliata ad esperti in speleologia, alpinismo o canyoning.


Il Convento Rupestre della Cava di Ispica in cui è posto anche il “Sacello di Sant’Alessandra”.

Comunque sia possiamo ammirare lungo le pareti di questo tratto della Cava d’Ispica una moltitudine di grotte dette della “Capreria” facenti parte di un interessante sistema abitativo rupestre di epoca bizantina, abitate durante il periodo alto medievale da varie comunità eremitiche che qui vivevano in maniera ascetica.

Questo interessante complesso rupestre è molto simile ai cosiddetti “Dieri” ossia sistemi abitativi collegati all’interno da gallerie ipogeiche scavate nella roccia.

Siti simili sono posti presso la Cava d’Ispica nei pressi dei ruderi del “Castello Sicano” e delle “Grotte Giardina”, ubicati presso la sponda opposta della cava in Contrada Calicantone.

Nella parte inferiore di questo abitato rupestre, troviamo una grande grotta dove sono presenti molte nicchie, che con molta probabilità aveva la funzione di magazzino.

Nella parete prospiciente di Contrada Scale Piane (in territorio di Modica) è posto il Convento Rupestre di Cava d’Ispica, dalla struttura simile ai sopracitati siti, recanti scalinate scavata nella roccia.

Esso possiede varie stanze rupestri riconducibili a quello che era il “Convento Rupestre di Sant’Alessandra”.

Infatti qui è posto l’oratorio rupestre noto come “Sacello di Sant’Alessandra”, all’interno del quale era praticava il culto verso l’omonima e misteriosa “Santa”, molto probabilmente una Martire Predicatrice.

La più accreditata sarebbe “Sant’Alessandra di Amiso” (martirizzata assieme alle sue compagne nel 310 d.C.), ma è molto probabile che il nome di questa figura religiosa sia frutto di credenze popolari della comunità rurale che nel periodo alto e basso medioevale popolava e lavorava presso queste aree a ridosso della Cava d’Ispica.

Potrebbe anche trattarsi dello storpiamento del nome di una “Santa” esistita veramente (martire o meno).

Si ipotizza che il “Sacello di Sant’Alessandra” era collegato all’Eremo di Croce Santa posto presso la Cava Grande di Rosolini da una strada di epoca tardo romana o bizantina, identificata con la traversa d’accesso scavalcata dall’Acquedotto “Cansisina” (vedi sezione “Cava Grande di Rosolini” per saperne di più).

Comunque sia il culto a “Sant’Alessandra” venne meno in seguito all’abbandono di queste zone in seguito alla conquista araba della Sicilia avvenuta nel secolo 827.

L’area comunque continuò ad essere nota come “Sant’Alessandra”, proprio per la presenza del sopracitato sistema abitativo rupestre comprendente questa chiesa scavata nella roccia.

L’oratorio rupestre di divide in due stanze.

La prima è la vera e propria chiesa rupestre dove è posto il “Sacello di Sant’Alessandra” ossia l’Altare caratterizzato dall’affresco raffigurante l’ipotetica figura di questa “Santa”.

L’altra stanza è nota come “A Rutta ‘a Rugna” (“La Grotta della Rogna”), poiché presenta una sorgente sulfurea i cui fanghi erano utilizzati anni fa per curare le malattie della pelle.

A poca distanza è posta un’altra chiesa rupestre, consacrata molto probabilmente a “Sant’Isidoro”.

Va detto infine che l’area di “Sant’Alessandra” e della limitrofa Contrada Grotticelli, ha una notevole importanza naturalistica e paesaggistica dato che dalle alture limitrofe possiamo ammirare un ottimo panorama della cavità caratterizzata da una folta presenza di “macchia mediterranea” che la circonda. 

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