*Rosolini, Area fluviale di Cava Prainito; Tratto “Case Prainito – Gisira – Confluenza Fiume Tellaro”

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Rosolini

Area fluviale di Cava Prainito
(Territori di Rosolini, Noto e Modica)

*Tratto “Case Prainito – Gisira – Confluenza Fiume Tellaro”
(Altopiano di Contrada Case Prainito – Feudo del Prainito – Gisira – Necropoli rupestri – Passo della Mandria e Confluenza tra il Torrente Prainito e il Fiume Tellaro)

Il tratto più a valle del Torrente Prainito è posto tra i territori comunali di Rosolini, Noto e Modica, tra le aree feudali della Gisira e delle Case Prainito.

Quest’area è raggiungibile dalla S.P. 17 “Favarotta – Ritillini” (imbocco dalla SS 115 “Rosolini – Noto” andando in direzione “Modica – Frigintini”) arrivando all’altezza del piccolo ponte che scavalca il tratto più a valle del Torrente Prainito, nei pressi di un impianto estrattivo che ha ovviamente deturpato questo tratto della cavità iblea.

Da qui possiamo raggiungere le limitrofe aree feudali della “Gisira” posta in territorio di Noto (S.P. 28 “Gisira – Cammaratini” il cui imbocco è posto lungo lungo la S.P. 17 presso la traversa a sudovest dell’Oleificio Spataro “Padre Pio” a sud del sopracitato ponte sul Torrente Prainito), e delle “Case Prainito” sull’omonimo altopiano che si frappone tra l’area di Ritillini a nord e il Torrente da cui prende il nome a sud.

Il Feudo detto appunto del “Prainito”, un tempo apparteneva alla famiglia netina dei Baroni Velona – Di Stefano.

Questo feudo agricolo era uno dei più importanti situati all’interno dell’attuale territorio comunale di Rosolini, ancora oggi sede di campi e terrazzamenti coltivati, dove nei pressi dei quali non di rado vi sono mandrie di bovini e ovini al pascolo.

Il suo fulcro principale ha sede presso la masseria nota come “Case Prainito”, oggi sede di un agriturismo.

Esso lo si raggiunge da una traversa riportante la dicitura “Agriturismo Pirainito” posta sulla S.P. 17 “Favarotta – Ritillini” per Modica.

Venendo da Rosolini, bisogna superare il ponte sul Torrente Prainito all’altezza della cava di pietre, oltrepassare il tornante posto poco più a nord, e di conseguenza imboccare alla nostra sinistra la traversa in cui è posta l’indicazione per la struttura agrituristica.

L’antica masseria feudale, appartenente un tempo alla famiglia baronale netina dei Velona – Di Stefano come detto in precedenza, è posto sull’altopiano noto appunto come “Case Prainito”.

Esso è formato da un’elegante residenza, dalla sconsacrata Chiesa e dai vari locali rurali annessi (magazzini, stalle, palmenti ecc…), nonché dalle abitazioni di coloro che lavoravano all’interno della struttura feudale o nei limitrofi appezzamenti agricoli.

Degno di nota è il cortile interno (“Bagghiu” ), il quale è posto al centro dell’ex struttura feudale.

Per saperne di più visita il sito web www.notoagriturismo.it.

A sud dell’agriturismo è posto il tratto della vicina Cava Prainito confinante a sud con la Contrada Gisira, che possiamo raggiungere solo da una mulattiera che conduce ad un tortuoso sentiero (poco antropizzato, che va quindi percorso con estrema attenzione) posto alle spalle della struttura ricettiva.

Si tratta dell’area della cavità meno antropizzata e in parte inesplorata (e quindi la più difficile da poter esplorare), data la presenza di pareti rocciose piuttosto scoscese e la scarsità di sentieri più o meno praticabili.

Un’altra area relativamente più facile da esplorare è posta immediatamente a nordovest del ponte sul Torrente Prainito, lungo la S.P. 17 “Favarotta – Ritillini”.

Qui troviamo un antico edificio rurale ormai ridotto allo stato di rudere, alle spalle del quale inizia un sentiero che va a costeggiare l’area occupata dalla limitrofa cava di pietre (il cui ingresso ai non addetti ai lavori è ovviamente vietato).

Le pareti rocciose che delimitano il torrente presso l’area di Case Prainito, presentano siti funerari risalenti probabilmente al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (esistita tra i secoli 2300 e 1700 a.C.), contraddistinti da camere scavate nella roccia i cui accessi sono anche di tipo “monumentale”.

A ciò si aggiungono nicchie e arcosoli sepolcrali di epoca paleocristiana. 

Nicchie sepolcrali poste presso la Contrada Case Prainito.

A meridione è posta l’area di Contrada Gisira posta tra i territori di Noto, Rosolini e Modica, un tempo sede di un feudo appartenente a varie famiglie (tra cui i Landolina, i Trigona di Canicarao e gli Asmundo).

L’area situata in territorio siracusano è nota come “Gisira Grande” (da non confondere con l’area di “Gisira Pagna” o “Gisira Pagano” posta poco più a nord nei pressi della confluenza tra i Fiumi Tellesimo e Tellaro), ed è costeggiata dalla sopracitata S.P. 28 “Gisira – Cammaratini” da cui si raggiunge anche l’ex tenuta feudale settecentesca (vedi sezione di Noto per saperne di più).

Il toponimo “Gisira” deriva dall’arabo “Jazira” ossia “Isola” o “Luogo circondato dalle acque”, facendo riferimento all’area collocata tra le vallate in cui scorrono il Torrente Prainito, il Fiume Tellaro e la limitrofa Cava Palombieri – Scalarangio.

A settentrione della S.P. 28 è posta l’area nota come “Bosco della Gisira” (posta in territorio di Modica), nei pressi della quale è posto un vallone secondario che confluisce a nord nella Cava del Prainito (a sudovest del sopracitato impianto estrattivo), nei pressi di un mulino ad acqua poco noto e tra l’altro diruto.

All’interno del vallone (difficile da raggiungere sia da sud provenendo dall’area di Contrada Gisira, che da nord dal corso del Torrente Prainito), è stato localizzato un ipogeo rupestre di epoca paleocristiana.

Presso quest’area sono posti varie tombe di epoca neolitica scavate nelle rocce affioranti, poste a settentrione delle varie aziende agricole.

Di esse citiamo le tombe poste sotto la traversa che conduce all’Azienda Agricola “Villa Emilia”, visibili dalla S.P. 28 che in territorio modicano è nota come S.C. “Cammaratini – Gisira”.

Gran parte di queste tombe sono poste alla nostra destra (venendo dalla S.P. 17), presentando al loro interno anche minuscoli frammenti di ossa umane.

In quest’area vanno ammirate inoltre varie costruzioni fondiarie in stile rustico, e numerosi carrubi secolari.

Va inoltre detto che a meridione dell’area della “Gisira” lungo il versante nord della Cava Palombieri – Scalarangio, è posta un’altra necropoli rupestre composta da tombe di epoche varie.

Essa comprende anche sepolture di tipo ebraiche scavate nella roccia, tra cui va menzionato un ipogeo il cui ingresso riporta simboli giudaici incisi sulla roccia (vedi link “Cava Palombieri – Scalarangio” nella pagina principale di Rosolini per saperne di più).

L’estremo tratto orientale del Torrente Prainito solca il versante nordest della Contrada Gisira tra il le propaggini dell’altopiano di Ritillini e l’area netina detta “Passo della Mandria”, dove il corso d’acqua confluisce nel Fiume Tellaro.

Esso è costeggiato a nord da un sentiero sterrato, il cui imbocco è posto a nordest del ponte sul torrente della S.P. 17 (alla nostra destra venendo da Rosolini).

Da qui possiamo ammirare l’ultimo tratto della Cava del Prainito che presenta una conca delimitata da pareti rocciose, sulle quali sono posti alcuni siti rupestri.

La poco distante confluenza tra il Torrente Prainito e il Fiume Tellaro, è raggiungibile dalla prima traversa alla nostra destra (venendo da sud) posta dopo il tornante della S.P. 17, dalla quale si comincia a risalire l’altopiano di Contrada Ritillini.

Percorriamo questa traversa andando sempre dritto e, dopo aver superato vari appezzamenti agricoli con annesse costruzioni rurali (ancora utilizzate dagli agricoltori locali), raggiungiamo l’esatto punto in cui il Torrente Prainito va a confluire nel Fiume Tellaro in località “Passo della Mandria”.

Qui il Torrente Prainito si unisce alle acque di questo corso d’acqua, il quale solca gran parte della zona sud appartenente alla provincia aretusea.

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