*Rosolini, Area fluviale di Cava Prainito; Tratto “Ritillini – Cozzo Tondo – Povere Donne”

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Rosolini

Area fluviale di Cava Prainito
(Territori di Rosolini, Noto e Modica)

*Tratto “Cava Paradiso Nord – Cozzo Tondo – Povere Donne”
(Area iblea di Contrada Ritillini – Cava Paradiso Nord – Cozzo Tondo, tombe rupestri e ruderi della Basilica Bizantina – Sorgenti di Povere Donne Soprana e Sottana – Grotte Carsiche di Cava Prainito – Necropoli rupestri di Contrada Povere Donne)

Il tratto della Cava del Prainito presso l’area del Cozzo Tondo.

Il tratto della Cava Prainito posto tra le Contrade Ritillini e Povere Donne, è uno dei principali di tutta la cavità iblea per la sua valenza naturalistica e archeologica.

Infatti in quest’area solcata dal Torrente Prainito che corrisponde al tratto settentrionale della cosiddetta “Cava Paradiso” comprendente anche il rilievo ibleo di “Cozzo Tondo”, sono poste le sorgenti sotterranee di Contrada Povere Donne considerate come le “principali” per portata idrica del corso d’acqua affluente del Fiume Tellaro.

Oltre a ciò, qui vi sono interessanti ruderi risalenti ad epoche varie.

L’area è raggiungibile dalla S.P. 17 “Favarotta – Ritillini” (imbocco dalla SS 115 “Rosolini – Noto” andando in direzione di Modica e Frigintini) superando il ponte sul Torrente Prainito posto presso la cava di pietre di Contrada Gisira.

Da qui percorriamo la strada verso nord superando una serie di tornanti, raggiungendo così l’altopiano di Contrada Ritillini lambito a meridione dal Torrente Prainito, il quale scorre all’interno del tratto noto appunto come “Cava Paradiso”. 

Questo altopiano è contraddistinto dalla presenza di terreni agricoli delimitati da muri a secco, all’interno dei quali vi sono vari casali rurali di tipo feudale.

Dopo aver superato l’ingresso delle aziende agricole “Terre di Ritillini” e “Giasira” alla nostra destra, continuiamo a percorrere la strada provinciale fino a quando notiamo alla nostra sinistra l’imbocco di una mulattiera, il quale risulta da paletti di ferro.

Da questa strada che in realtà è un vero e proprio “sentiero” (anch’esso delimitato da muri a secco), cominciamo a scorgere il rilievo di Cozzo Tondo; dirigendoci verso di esso raggiungiamo il tratto nord della cosiddetta “Cava Paradiso”.

Lungo questo sentiero, incontriamo a meridione una piccola catacomba ipogeica di epoca bizantina.

Al termine della stradina arriviamo a meridione del suddetto rilievo dalla caratteristica forma tondeggiante, dovuta principalmente all’azione di scavo delle acque del Torrente Prainito che qui forma un’ansa lambendo il sito montuoso da nordovest a sudest.

La sommità del Cozzo Tondo non è molto facile da raggiungere, e per certi versi potrebbe essere anche pericolosa (infatti la sua esplorazione è altamente sconsigliata a chi ha un pessimo stato di salute o problemi motori di vario tipo), ma l’unico accesso è posto a sud del medesimo rilievo lungo uno stretto istmo che si frappone tra i tratti del Torrente Prainito, separati dalla suddetta ansa.

Comunque sia, se si ha intenzione di salire sulla cima del Cozzo Tondo bisogna tenere come riferimento l’istmo posto a sudovest del medesimo.

Inerpicandoci tra i vari terrazzamenti, possiamo tra l’altro ammirare anche tombe rupestri di epoca neolitica, riutilizzate in epoca alto medievale e basso medievale sia come sepolcro che come rifugio.

Riuscendo a salire sulla sommità del rilievo, possiamo notare un “Muragghiu”, una costruzione rurale avente sezione circolare formata da pietre a secco.

Esso ingloba i resti di una “Basilica” di epoca bizantina, la cui collocazione va dal IV (301 – 400) al VI secolo d.C. (501 – 600).

Questo edificio sacro apparteneva con molta probabilità ad un non più esistente insediamento abitativo, sorto tra il Cozzo Tondo e l’altopiano posto a meridione di esso (Contrada Mandra Vecchia – Case Schifitto in territorio di Modica).

Di esso rimangono alcuni conci murari di tipo megalitico, i quali comprendono i resti dell’ingresso all’edificio sacro e dell’Abside.

A ciò si aggiungono i resti di uno degli Altari, e un blocco su cui è incisa un iscrizione in greco antico molto riconducibile ad un’invocazione verso “Gesù Cristo”.


I resti della Basilica bizantina di Cozzo Tondo.


Iscrizione rupestre di lingua greca posta presso i ruderi della Basilica di Cozzo Tondo.

Dal Cozzo Tondo, possiamo infine ammirare un ottimo panorama sulla cosiddetta “Cava Paradiso”.

Il nome di questa cavità lo si deve proprio al corso del Torrente Prainito, che come detto in precedenza, lambendo il Cozzo Tondo compie una profonda ansa.

A sud di essa, il corso d’acqua comincia ad avere una discreta portata idrica, essendo di fatti un ottimo habitat per varie specie ittiche di tipo fluviale (trote macrostigma italiane, trote iridee, tinche, cagnetti fluviali, anguille e granchi d’acqua dolce).

Il corso d’acqua è ovviamente circondato da una folta macchia mediterranea, la quale va a formare un vero e proprio “paradiso” terrestre ancora incontaminato.

A meridione del Cozzo Tondo, possiamo cominciare ad esplorare il tratto settentrionale della “Cava Paradiso”, raggiungendo l’area nota come “Povere Donne”.

Il toponimo deriverebbe da una curiosa leggenda popolare che ha come protagonista delle povere ragazze, le quali vennero rapite da dei briganti che le rinchiusero dentro una caverna denominata “A Rutta re Poviri Ronni” (ossia la “Grotta delle Povere Donne”), in cui vi era nascosto anche un ricco tesoro.

Il termine dovrebbe però derivare dall’arabo “Ayn” significante “sorgente”, da cui derivano vari toponimi presenti in Sicilia (ad esempio Donnalucata da “Ayn al Aqwat”, Donnafugata da “Ayn al Sihh At”, Canicattini Bagni da “Ayn at Tin”, Aidone “Ayn Dun” ecc…).

Infatti a sudovest del Cozzo Tondo (sponda occidentale del Torrente Prainito), sono poste le Sorgenti “Povere Donne Soprana” e “Povere Donne Sottana”.

La sorgente “Povere Donne Soprana”, è posta presso un cuneo roccioso ubicato a sudovest di Cozzo Tondo.

Essa si presenta come una fenditura carsica al cui interno possiamo vedere l’acqua che, sgorgando dalla sottostante falda acquifera tramite un cunicolo ipogeico (creatosi grazie all’azione erosiva delle acque provenienti dal sottosuolo), poco più ad est va ad alimentare il corso del Torrente Prainito.

Sopra questa sorgente, è posta la sopracitata cavità carsica detta appunto “delle Povere Donne”.

Poco più a sud è posta la sorgente “Povere Donne Sottana”, piuttosto simile a quella “Soprana” ma ubicata all’imbocco di un breve vallone secondario, il quale si apre ad occidente del Torrente Prainito.

Questo tratto della Cava Prainito è notevolmente interessante anche dal punto di vista carsico, data la presenza di varie caverne poste sulle pareti rocciose limitrofe alla sorgente di “Povere Donne Soprana”, formatesi grazie all’azione erosiva delle acque .

Tra queste vanno citate le più grandi che sono la “Grotta dei Cento Cavalli” (che ha in comune il nome con una caverna posta lungo la valle del Fiume Alcantara che delimita il confine tra le aree di Catania e Messina), la “Grotta dei Camini”, e la sopracitata “Grotta delle Povere Donne”.

La visita di queste cavità è preferibilmente riservata a chi ha una certa esperienza in speleologia o torrentismo, per cui se si ha intenzione di esplorarle bisogna rivolgersi a varie associazioni speleologiche locali che compiono varie escursioni all’interno di esse (siti web www.speleoclubibleo.orgwww.cairagusa.org).

Lungo le pareti rocciose antistanti alla cavità che solca la Contrada Povere Donne, sono poste tombe neolitiche risalenti al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (2300 – 1700 a.C.), particolare tipo di organizzazione urbana protostorica originatasi presso l’omonima località iblea situata in territorio di Noto (tra l’altro poco distante dal territorio rosolinese).

Di esse vanno citate varie tombe “a grotticella” scavate nella roccia, aventi apertura rettangolare e contenenti al loro interno la camera sepolcrale, che tra l’altro vennero riutilizzate in epoche successive come “rifugio rupestre”.

Necropoli neolitica posta presso la Contrada Povere Donne.

A meridione della Contrada Povere Donne, il Torrente Prainito compie un’ulteriore ansa verso est, entrando nell’area di “Case Prainito – Mulino Grotte”.

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