*Rosolini, Valle del Fiume Tellesimo – Cava dei Servi; Tratto “Cozzo Croce – Cava dei Servi – Cozzo di Manzio”

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Rosolini

Valle del Fiume Tellesimo – Cava dei Servi
(Territori di Rosolini, Noto, Modica e Ragusa)

*Tratto “Cozzo Croce – Cava dei Servi – Cozzo di Manzio”
(Cozzo Croce – Cava dei Servi, area naturalistica e ruderi archeologici – Cozzo di Manzio)

Dal tratto stradale composto dalle S.P. 18 e S.P. 55 “Noto – Giarratana” (imbocco posto lungo la SS 115 “Rosolini – Noto” a nord del ponte sul Fiume Tellaro, seguendo la segnaletica in direzione della cittadina giarratanese), percorriamo parte dei territori di Noto e di Rosolini arrivando presso l’area di Contrada Carbonaro.

Arriviamo al bivio in cui alla nostra destra proseguiamo per Giarratana, Ragusa e la località rurale di “San Giacomo Bellocozzo” tramite “Via del Tellesimo”, mentre a sinistra raggiungiamo l’area iblea nota come “Cava dei Servi”.

Da questa strada costeggiamo il tratto più a nord del Fiume Tellesimo che si immette lungo la breve cavità nota come “Cava Milispina”, dove poco più a sud confluiscono la Cava Bellocozzo da nordovest, e la Cava Calamezzana da sudovest.

Dalla confluenza di queste cavità, inizia il tratto della valle solcata dal Fiume Tellesimo noto come “Cava dei Servi”, posto tra i territori comunali di Rosolini e Modica (fungente per l’appunto da confine tra le Province di Siracusa e Ragusa).

La sopracitata strada asfaltata, conduce più a sud in territorio di Modica alla S.P. 107 “Marchesello – Balata” (che collega le due frazioni modicane di Frigintini e Balata di Modica) mediante un sentiero sterrato che oltrepassa un bosco posto in Contrada Pesciarello, il quale si affaccia lungo il tratto terminale della Cava Calamezzana (territorio di Modica).

Il tratto in cui è posta la confluenza tra queste tre cave iblee, lo si può ammirare da un breve ponte posto sulla suddetta strada.

Ad ovest di esso, vi è l’area in cui confluiscono le Cave Bellocozzo e Calamezzana, all’altezza dei rilievi “Cozzo Croce” e “Monte Castigo di Dio” (rispettivamente a sudovest e a nordovest).

A oriente è ubicata la confluenza con la Cava Milispina, posta sotto il rilievo noto come “Cozzo di Manzio”.

A meridione di questo piccolo ponte, troviamo l’ingresso all’area iblea di Cava dei Servi.

L’accesso è garantito da un cancello aperto durante le ore diurne.

Varcato il cancello, raggiungiamo tramite un sentiero il fondo della “Cava dei Servi”, divenuta sede di un “Parco Forestale” curato dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia, al quale appartiene anche una costruzione in stile rustico che funge da “rifugio”, posta a ridosso della riva sud del Fiume Tellesimo.

Il nome completo di questa cavità iblea è “Cava dei Servi di Dio”, poiché durante il periodo medievale presso i suoi anfratti in cui sono posti vari siti rupestri, vi dimorarono appunto diverse comunità religiose di tipo eremitico.

Quest’area della valle all’interno della quale scorre il Fiume Tellesimo, dal punto di vista naturalistico è considerata come la più interessante del territorio di Rosolini (anche se confina col territorio comunale di Modica), possedendo anche un’alta valenza storico – archeologica.

La Cava dei Servi è delimitata dai rilievi montuosi noti come “Cozzo Croce” a sudovest, e “Cozzo di Manzio” a nordest.

Altri rilievi marginali sono il Monte Castigo di Dio posto a nordovest, e i rilievi delle Contrade Pesciarello, Marchesello e Fegotto ubicati a sudest.

Le pareti calcaree della cava sono caratterizzate da vari “gradoni” e da interessanti concrezioni, le quali si sono formate grazie all’azione erosiva condotta dalle acque di scorrimento.

Ancor più interessante è la presenza di vari siti archeologici, collocati all’interno della cavità e nei dintorni di essa.

Tra essi, va citata innanzitutto la presenza di due costruzioni megalitiche che formano il “Dolmen di Cava dei Servi”.

Esso è risalente alla prima età del bronzo (2100 – 1400 a.C. circa), ed è collocato presso l’altura del Cozzo Croce (alla nostra destra dopo aver varcato l’ingresso principale).

Il Dolmen di Cava dei Servi doveva avere funzioni funerarie in base al rinvenimento di frammenti ossei e ceramici, il cui studio ha potuto far luce sulla datazione del rudere. 

Sulla sommità del Cozzo Croce, invece era ubicato il villaggio neolitico risalente al medesimo periodo, a cui appartenevano anche le limitrofe tombe rupestri.

I siti sepolcrali sono posti a strapiombo sulle pareti a gradoni della cavità iblea, dislocate a nordest presso il Cozzo di Manzio e a sudovest sul Cozzo Croce.

La necropoli di Cozzo di Manzio risulta essere la più antica, essendo riconducibile al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (2700 – 1300 a.C.), mentre quella di Cozzo Croce risalirebbe alla tarda età del bronzo (periodo della civiltà “Pantalica I” tra i secoli 1270 e 1050 a.C.).

In queste aree e presso il limitrofo Monte Castigo di Dio, negli anni 1970 sono state rinvenute inoltre delle sepolture del tipo ad “Enchytrismòs“, formate da sepolcri all’interno dei quali erano poste grosse anfore che fungevano da “sarcofago”.

Mediante questo tipo di sepoltura, venivano di solito inumati cadaveri di “giovane” età.

Un’altra necropoli rupestre di epoca neolitica è collocata a sud della Cava dei Servi, sotto il rilievo di Contrada Fegotto (posto a nord di Frigintini).

In questa medesima zona vi è un sentiero che collega la Cava dei Servi all’area nord di Frigintini, conducendo alla strada nota come “Vanella 192” che a sua volta si collega alla “Via Frigintini – Gianforma – Ponte Margione”.

Da ammirare anche le zone note come “Scala Vacca” e “Scala dei Giganti”, due sentieri scavati nella roccia molto probabilmente in periodo bizantino.

Infine, va citata la presenza di un abitato rupestre di epoca alto medievale posto nel versante sud del Cozzo di Manzio, caratterizzato da caverne collegate da cunicoli interni.

Questo sistema abitativo trogloditico era sicuramente abitato da varie comunità eremitiche, dalle quali deriverebbe il sopracitato nome di “Cava dei Servi di Dio”.

Alcuni dei siti sopracitati sono difficili da esplorare, e per questo l’esplorazione diretta di essi è consigliata solo ad esperti in speleologia o in arrampicate.


Le rovine di un insediamento rupestre posto presso la Cava dei Servi.

Lungo il fondo della cava sono poste inoltre varie costruzioni rurali, mentre sulle sulle limitrofe alture sono posti antichi terrazzamenti agricoli.

Il fondo cava, oltre al “rifugio” demaniale raggiungibile dal sopracitato sentiero fungente da “area attrezzata”, è ovviamente caratterizzato dallo scorrimento delle acque del Fiume Tellesimo.

Il corso d’acqua in alcuni tratti risulta incanalato all’interno di “condotte naturali”, le cui pareti di pietra calcarea sono state appunto scavate dallo scorrimento idrico fluviale.

Il fiume forma inoltre piccole cascatelle note come “Marmitte”, e “laghetti”  aventi profondità medio – alte noti come “Urve”.

Il più importante è quello noto come “Urva Campana”, caratterizzato da una considerevole profondità.

Un altro piuttosto simile ad esso è noto come “Urva Scala Vacca”.

Da qui, si può provare a seguire verso sudest il corso del Fiume Tellesimo per avventurarsi all’interno della sinuosa “Cava Utilissima”, contraddistinta da una serie di profonde anse.

Se si ha intenzione di fare ciò, bisogna tenere a mente che si tratta di un area non antropizzata la cui esplorazione richiede una buona esperienza in torrentismo e canyoning, e ovviamente un ottimo stato di salute (per saperne di più visualizzate il link “Tratto Cugna – Cozzo Pancari – Cava Utilissima”).

Le acque del Fiume Tellesimo sono popolate da una consistente fauna ittica, formata da granchi d’acqua dolce, e pesci quali trote (tra cui la “Macrostigma Italiana”), tinche, anguille, cagnetti fluviali e rovelle.

Sono presenti ovviamente anche varie specie animali tra cui: anfibi (rane e rospi), insetti (gerridi, libellule, api, bombi, farfalle ecc…), rettili (serpenti quali bisce acquatica e colubri leopardini, varie specie di lucertole e tartarughe di terra), volatili (poiane, falchi, gufi, civette, passeriformi ecc…), e mammiferi (volpi, donnole, istrici, porcospini, lepri ecc…).

Dal punto di vista floreale la Cava dei Servi, che come sappiamo possiede una rigogliosa e intatta macchia mediterranea, ospita numerose specie erbacee e arboree (vedete la pagina precedente per saperne di più).

Possiamo notare la presenza di un folto bosco di lecci, il quale va a “circondare” la macchia mediterranea che delimita il corso del Fiume Tellesimo.

L’area della Cava dei Servi è aperta tutto l’anno, e per visitarla bisogna godere di un buono stato di salute psicomotoria, rispettandone l’ambiente circostante e le testimonianze del passato poste all’interno di essa.

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