Siracusa, Festa di Santa Lucia delle Quaglie

Siracusa

Festa di Santa Lucia delle Quaglie

La Festa di Santa Lucia delle Quaglie (“Santa Lucia re Quagghi” in siciliano), che viene celebrata la prima e seconda Domenica di Maggio, è la “festività primaverile” nonché seconda festività dell’anno consacrata alla “Santa Siracusana”. Questa festa è detta “delle Quaglie” poiché davanti al suo Simulacro posto in Piazza Duomo vengono fatte volare delle quaglie. La festività è nota anche come “Festa del Patrocinio di Santa Lucia” poiché durante i festeggiamenti la città viene affidata alla protezione della “Santa Siracusana”.

La festività di “Santa Lucia delle Quaglie”, al pari della “Festa del 13 Dicembre”, è molto sentita dai siracusani e no, che accorrono in massa a festeggiare la loro “Santa Protettrice” ed è anche la principale ricorrenza primaverile che si tiene all’interno della città aretusea.

Storia di Santa Lucia

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In un quartiere imprecisato dell’antica città di Siracusa (forse Ortigia) la giovane Lucia (nome di chiara ispirazione romana) sarebbe nata intono al 290 d.C.

A quel tempo la Sicilia e in particolare Siracusa erano sotto il dominio romano, per cui l’attuale capoluogo aretuseo era una città nettamente divisa due schieramenti; pagani e cristiani.

Nel frattempo la giovane Lucia (che doveva avere 16 o 17 anni) era già in età da marito e sua madre, di nome Eutichia (che secondo alcune dicerie apparterrebbe alla stessa famiglia del celebre scienziato aretuseo Archimede) dopo esser rimasta vedova (del padre di Lucia non si sa quasi niente, ma si mormora che il suo nome fosse Lucio e che fosse un’importante esponente di spicco della politica siracusana di allora) accettò la proposta di matrimonio di un giovane che voleva sposare la giovane Lucia. La giovane accettò anche se in segreto andava alle “Messe Cristiane” che si tenevano nelle Catacombe sotto Siracusa (più precisamente nelle “Catacombe di San Marziano”, altro martire siracusano).

Dopo un certo periodo di tempo Eutichia contasse una strana malattia chiamata allora “Emorroissa” (malattia simile all’Emofilia) che le faceva perdere sangue in continuazione fino a farle perdere i sensi. Questa malattia era incurabile e Lucia pensò di portare sua madre a Catania, presso la “Tomba di Sant’Agata” (altra illustre “Santa Siciliana” martirizzata il 5 Febbraio del 251 d.C. che secondo alcuni storici aveva un certo grado di parentela con “Santa Lucia” anche se le fonti non sono attendibili). Arrivati a Catania presso il “Sepolcro di Sant’Agata” (ubicato tutt’ora dentro le mura della Chiesa di Sant’Agata la Vetere, situata all’interno del centro storico di Catania), Lucia si mette a pregare davanti alla lapide dentro la quale riposava il corpo della “Vergine Catanese”. Durante la Funzione che si teneva nelle catacombe attorno al “Sepolcro di Sant’Agata”, il celebrante lesse un passo del “Vangelo di Matteo” in cui si parlava della guarigione di una donna affetta da Emorroissa, che quando toccò la tunica di “Cristo” guarì completamente. Lucia capì che “Sant’Agata” aveva ascoltato le sue preghiere, così fece toccare ad Eutichia la lastra tombale dentro la quale riposavano le martoriate spoglie della “Martire Catanese”, dopodiché Lucia ebbe una visione; vide “Sant’Agata” assieme a due “Angeli”. La “Martire Catanese” le disse queste parole “Lucia sorella mia, perché chiedi a me quel che tu sei in grado di ottenere per altri? Ecco, tua madre sarà sana per la tua fede. E come per mezzo mio viene beatificata la città di Catania, così per mezzo tuo sarà salvata la città di Siracusa”. Dopo questa visione la Madre di Lucia guarì e tutte e due si rimisero in cammino per ritornare a Siracusa. Cammin facendo, Lucia confessò a sua madre di essere Cristiana e che voleva consacrarsi totalmente a “Cristo”. La madre Eutichia comprese la volontà della figlia e la rassicurò dicendole che non l’avrebbe ripudiata come figlia (così come facevano le famiglie pagane nei confronti dei familiari divenuti Cristiani) e che la sua dote sarebbe stata donata interamente ai poveri.

Tornata a Siracusa, Lucia diede tutti i suoi beni ai poveri e ripudiò immediatamente la mano del suo pretendente, che la denunciò al Prefetto Pascasio, che allora teneva il controllo della città di Siracusa e dei suoi territori limitrofi (comprendenti gran parte dell’attuale provincia aretusea).

Pascasio non ebbe esitazioni e fece arrestare la giovane Lucia strappandola dalle braccia della madre Eutichia (che probabilmente venne anche uccisa ma non si hanno fonti del tutto certe) per processarla. Lucia non ebbe paura e, dopo essere stata condotta innanzi a Pascasio, fece subito capire al console che mai si sarebbe piegata al paganesimo dicendogli queste parole “Io obbedisco alla legge del mio Dio, come te (riferito a Pascasio) a quelle dei Cesari; tu porti rispetto ai tuoi superiori, io rendo omaggio al mio Signore; se tu non vuoi offendere i cesari, vorrò forse io offendere Iddio? Tu ti studi di piacere agli imperatori, io voglio piacere solo a Dio; fa dunque quello che credi sia giusto per te, io opero secondo l’animo mio e secondo i miei principii”. Sentito questo Pascasio andò su tutte le furie e minacciò la giovane Lucia dicendole che se continuava così sarebbe stato costretto a torturarla, ma Lucia gli disse che dentro di lei c’era lo “Spirito Santo”, per cui non si spaventava minimamente delle sue minacce. All’irriverente domanda di Pascasio “Allora dentro di te c’è lo Spirito Santo?” Lucia rispose con una frase di “San Paolo” che recitava queste parole “Coloro che vivono castamente e piamente sono Tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi”.

Pascasio andò su tutte le furie e decise di farle perdere la verginità. Lucia veniva spinta violentemente verso una gabbia piena di soldati che dovevano “eseguire l’ordine di Pascasio”, ma Lucia restò immobile grazie ad un prodigioso intervento divino. Si decise di passare alle torture; Lucia venne legata a due carretti trainati dai buoi per essere trascinata per le sassose vie dell’antica Siracusa, ma un nuovo prodigio fece si che la giovane siracusana restasse inchiodata a terra. Pascasio pensò allora di gettare della pece bollente e di farla morire tra le fiamme, ma l’ennesimo miracolo di “Cristo” la lasciò illesa. Pascasio sempre più incredulo pensava che era una maga e le chiese quali arti magiche utilizzasse per sbeffeggiarlo davanti al popolo siracusano (che nel frattempo si era stancato di tutte queste giovani vittime sottoposte ad inaudite torture qualunque religione essa sia e stava pensando di scatenare una rivolta per cacciare i Romani dalla loro città una volta per tutte). Lucia gli disse che era “Cristo che si opponeva”. Pascasio perse la pazienza e la condannò a morte, ma Lucia gli disse “Cadranno mille alla tua destra e diecimila alla tua sinistra ma nessuno potrà accostarsi a te”.

Lucia venne condotta di nuovo in carcere e qui forse avvenne il “Miracolo degli Occhi”. Il giovane che la voleva in sposa andò a dirle che se accettava la sua proposta di matrimonio, poteva ancora salvarla, ma lei non accettò anzi lei si cavò gli occhi e li diede al suo spasimante (che si sarebbe innamorato di Lucia per via dei suoi occhi probabilmente di colore celeste) ma subito dopo avvenne il “Miracolo”, gli occhi sono miracolosamente ricomparsi e il suo spasimante si rese conto che aveva sbagliato a farla condannare (questo avvenimento non è documentato nella biografia ufficiale di “Santa Lucia”, ma è comunque considerato come il miracolo più importante della “Santa Siracusana”).

Venne il giorno della condanna e Pascasio diede l’ultima opportunità a Lucia per ripudiare il Cristianesimo, ma lei rispose con queste parole “E giunta la mia ora. Colpisci Pascasio e io morrò. Ma ti annunzio che la pace sarà restituita alla Chiesa di Dio; Diocleziano e Massimiano passeranno e il Cristianesimo continuerà a diffondersi”. Accecato dall’ira Pascasio la fece uccidere immediatamente per decapitazione. Un profondo fendente al collo uccise la giovane Lucia, ma si dice che in punto di morte “Sant’Agata” apparse a Lucia alleviando così le sue sofferenze e condurla direttamente nel “Regno dei Cieli”; dopodiché la sua testa venne recisa dal corpo con brutale forza. Tutto questo avvenne il 13 Dicembre del 304.

I siracusani nel frattempo si erano tutti convertiti al Cristianesimo e portarono in trionfo il corpo della giovane Lucia in corteo per tutte le strade cittadine per poi tumularlo presso l’attuale Basilica di Santa Lucia al Sepolcro (ubicata nel rione siracusano chiamato “Borgata di Santa Lucia”). Lucia venne proclamata “Santa” dopo pochi mesi dalla sua morte.

Il “Corpo di Santa Lucia” (rimasto miracolosamente incorrotto) è stato sottratto a Siracusa dal guerriero Maniace nel 1025 e dopo secoli di peregrinazioni venne portato nel 1204 a Venezia dal Doge Enrico Dandolo. A Siracusa sono toccate reliquie irrilevanti (pezzettini di ossa, capi di vestiario appartenuti alla “Santa” e altre minutaglie varie) e dopo lunghi millenni, il “Corpo di Santa Lucia” è stato riportato a Siracusa nel 2004 e nel 2014 per pochissimi giorni; in futuro non si sa se riportare il corpo perennemente nella città siracusana.

“Santa Lucia” è una delle più importanti figure mistiche femminili che hanno reso onore alla Chiesa con il Martirio. Il suo culto si è diffuso in tutto il mondo, infatti non c’è città che non veneri “Santa Lucia”, autrice di notevoli miracoli sia a Siracusa (vedi il link riguardante la “Festa di Santa Lucia” nella sezione riguardante il capoluogo aretuseo) sia in tutto il mondo.

La “Santa Siracusana” è considerata come la “Protettrice” della vista, degli ottici e degli oculisti (riguardo al “Miracolo degli Occhi”), ma lo è anche degli elettricisti e dei fuochisti (riguardo al prodigio in cui la “Vergine Siracusana” rimase illesa quando venne arsa viva). Un cenno va fatto anche sul significato del nome “Lucia”, che significa “Portatrice di Luce”; difatti “Santa Lucia” è considerata come la “Portatrice della Luce di Cristo”.

In Sicilia, oltre a Siracusa (l’unica città in provincia in cui è ampiamente venerata è Carlentini, dove secondo la tradizione si trova l’olivo sotto cui si riposò mentre da Catania faceva ritorno a Siracusa), “Santa Lucia” viene fastosamente festeggiata anche ad Acicatena e Belpasso (CT), a Enna e Catenanuova (EN), a Comiso (RG), a Savoca e Santa Lucia del Mela (ME), a Corleone (PA) e a San Giovanni Gemini (AG); mentre in altre città siciliane vi sono solo celebrazioni eucaristiche che si tengono il 13 Dicembre. Nel resto d’Italia, “Santa Lucia” è venerata a Napoli, nella Provincia di Bergamo, in alcune città dell’Abruzzo, nel Brindisino e infine nel Veneto (in particolare a Venezia). Bisogna dire che “Santa Lucia” è particolarmente venerata in alcune città della Svezia, poiché è considerata come “La Santa che porta la Luce” nel profondo buio del Nord Europa; ma è considerata anche come la “Santa che porta i regali ai bambini”.

[riduci]

Origine della Festa di Santa Lucia delle Quaglie

L’origine di questa festività legata alla “Santa Patrona” di Siracusa risale all’anno 1646 quando la città aretusea venne colpita da una terribile carestia che ridusse alla fame i suoi abitanti. L’allora Arcivescovo di Siracusa fece esporre il Simulacro della “Martire” presso l’Altare Maggiore della Cattedrale (che pochi decenni dopo verrà danneggiata dal terremoto del 1693) affinché i siracusani potessero pregarla affinché alleviasse questa carestia. Il 13 Maggio di quell’anno mentre vi era una preghiera collettiva, nel Duomo entra una colomba che si posa sul capo di “Santa Lucia”. Pochi minuti dopo una grossa nave, preceduta da tante Quaglie (da qui il nome “Santa Lucia delle Quaglie”), carica di frumento si fermò presso il “Porto Grande” e si gridò subito al miracolo poiché questo veliero, seppur carico di grano, non aveva equipaggio. I siracusani presero quel grano e lo bollirono senza preoccuparsi di mondarlo o di macinarlo per ricavarne la farina sfamandosi dopo un lungo periodo di fame e da qui nacque la “Cuccìa”, il dolce a base di grano bollito e ricotta dolce che viene preparato in occasione dei festeggiamenti legati alla “Santa Patrona di Siracusa”.

I festeggiamenti in onore di “Santa Lucia delle Quaglie”

Il periodo preparatorio della festa del “Patrocinio” (ultimo fine settimana di Aprile – primo fine settimana di Maggio)

Il periodo che comprende gli ultimi giorni di Aprile e il primo fine settimana di Maggio (a seconda dei giorni ricadenti all’interno del calendario annuale) che precedono la “Festa del Patrocinio di Santa Lucia”, si tengono solenni Messe e riti sacri vari consacrati alla “Patrona” presso la Cattedrale di Siracusa che vengono celebrati di solito verso le ore 18.00. In questo periodo avviene la “Svelata” del Simulacro di “Santa Lucia” tra le urla di invocazione al cui appello recitante le parole “Sarausana è” (“Siracusana è”) i fedeli risponderanno dicendo “Viva Santa Lucia”.

Il “Volo delle Quaglie” (prima Domenica di Maggio)

La mattina della prima Domenica di Maggio (ore 08.00 circa) la città di Siracusa viene svegliata dal forte sparo di colpi di cannone che avverte la cittadinanza dell’arrivo dei festeggiamenti consacrati alla “Santa Patrona”. In mattinata vi saranno delle solenni Messe in Cattedrale , tra cui va citata quella solenne che si tiene intorno alle 10.30 – 11.00 di mattina, che sarà presieduta dall’Arcivescovo di Siracusa e dalle maggiori autorità cittadine.

Alle ore 12.00 il Simulacro di “Santa Lucia” esce dalla Cattedrale (venendo salutato dai cittadini siracusani che con urla di invocazione e applausi danno onore alla loro “Patrona”) per essere portato nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia (che secondo la tradizione sorgerebbe nel punto in cui vi era collocata la casa in cui vi nacque “Santa Lucia”) tramite una brevissima Processione. Durante questo breve corteo (a cui partecipa molta gente devota) il Simulacro della “Martire Siracusana” viene posto davanti il Palazzo Arcivescovile venendo appunto salutato dal volo di numerose quaglie e colombe per rievocare il sopracitato miracolo del 1646. Dopo il volo delle quaglie, “Santa Lucia” viene fatta entrare nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, dove rimarrà esposta alla devozione dei fedeli per una settimana. Nel pomeriggio si terranno solenni Celebrazioni Eucaristiche sia nella Cattedrale sia nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia con cui si concluderà questa Domenica di festa.

La “Festa Esterna” del “Patrocinio di Santa Lucia (seconda Domenica di Maggio) 

Processione del Simulacro di “Santa Lucia” per le vie di Ortigia

Passata la solennità di “Santa Lucia delle Quaglie”, dopo un periodo preparatorio comprendenti solenni Messe in Cattedrale e presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, la seconda Domenica di Maggio viene celebrata l’Ottava di Santa Lucia delle Quaglie ossia la “Festa Esterna” del “Patrocinio di Santa Lucia”.

Al mattino verso le ore 08.00 circa, la città di Siracusa viene sempre svegliata dallo sparo di bombe. Seguiranno sempre durante la mattinata solenni Messe sia in Cattedrale, sia nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia alla presenza del Simulacro della “Patrona” di cui la celebrazione più solenne si tiene verso le ore 10.00 – 11.00.

Di pomeriggio verso le 18.00 vi è la solenne Celebrazione Eucaristica che si tiene presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia alla presenza dell’Arcivescovo di Siracusa nonché delle maggiori autorità cittadine.

Al termine della Messa verso le 19.00 inizia la storica “Processione di Ortigia” in cui la “Santa Patrona” girerà per la vecchia città aretusea; dapprima avviene la “Sciuta” del Simulacro di “Santa Lucia” che, oltre alle invocazioni dei fedeli, viene salutato dal trionfale sparo di fuochi artificiali.

Dopo l’uscita dalla chiesa “Santa Lucia” e la sua pesante “Vara” argentea vengono faticosamente a spalla per le ripide e strette vie del centro storico di Ortigia dalla “Confraternita dei Portatori di Santa Lucia” i cui membri hanno fatto il voto di portare la “Santa” fino a quando avranno salute per “grazie” ricevute dalla “Patrona di Siracusa”. La Processione dapprima passerà dalla Fonte Aretusa per poi dirigersi verso il Castello Maniace fermandosi poi presso la Chiesa dello Spirito Santo, per poi inoltrarsi nei quartieri della Cannamela, della Giudecca e della Maestranza passando davanti alle Chiese di San Giuseppe, San Filippo Apostolo e Santa Maria Immacolata (presso quest’ultima Chiesa si effettua una breve sosta). La Processione si dirigerà infine verso la Piazza Duomo, presso cui il Simulacro di “Santa Lucia” verrà salutato da un sontuoso spettacolo pirotecnico. Dopo lo sparo dei fuochi d’artificio, la Processione rientra in Cattedrale, dove si terrà il toccante rito della “Velata di Santa Lucia”. Il Simulacro della Patrona verrà richiuso nella sua nicchia tra le commoventi grida di invocazione dei fedeli siracusani, che rivedranno la loro “Patrona” a Dicembre nei festeggiamenti invernali che commemorano il “Martirio di Santa Lucia” (che è la vera e propria festività consacrata alla “Patrona di Siracusa”) che si terranno a Dicembre, oppure in occasioni straordinarie che vedono l’esposizione del Simulacro durante il periodo estivo.

Per informazioni più dettagliate visitate il sito www.santaluciaweb.it e la pagina facebook della Deputazione della Cappella di Santa Lucia di Siracusa.

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