Siracusa, Festa di Santa Lucia di Aprile

Siracusa

Festa di Santa Lucia di Aprile

La ricorrenza di “Santa Lucia di Aprile” è una piccola ma importante festività che si tiene l’ultimo Sabato di Aprile di ogni anno per commemorare il miracolo della “Sudorazione di Santa Lucia” avvenuto nel 1735 in seguito all’assedio spagnolo di Siracusa. Si tratta della ricorrenza dell’anno consacrata in onore della “Martire Siracusana” che si tiene all’interno della città aretusea.

Storia di Santa Lucia

Clicca qui per aprire la storia

In un quartiere imprecisato dell’antica città di Siracusa (forse Ortigia) la giovane Lucia (nome di chiara ispirazione romana) sarebbe nata intono al 290 d.C.

A quel tempo la Sicilia e in particolare Siracusa erano sotto il dominio romano, per cui l’attuale capoluogo aretuseo era una città nettamente divisa due schieramenti; pagani e cristiani.

Nel frattempo la giovane Lucia (che doveva avere 16 o 17 anni) era già in età da marito e sua madre, di nome Eutichia (che secondo alcune dicerie apparterrebbe alla stessa famiglia del celebre scienziato aretuseo Archimede) dopo esser rimasta vedova (del padre di Lucia non si sa quasi niente, ma si mormora che il suo nome fosse Lucio e che fosse un’importante esponente di spicco della politica siracusana di allora) accettò la proposta di matrimonio di un giovane che voleva sposare la giovane Lucia. La giovane accettò anche se in segreto andava alle “Messe Cristiane” che si tenevano nelle Catacombe sotto Siracusa (più precisamente nelle “Catacombe di San Marziano”, altro martire siracusano).

Dopo un certo periodo di tempo Eutichia contasse una strana malattia chiamata allora “Emorroissa” (malattia simile all’Emofilia) che le faceva perdere sangue in continuazione fino a farle perdere i sensi. Questa malattia era incurabile e Lucia pensò di portare sua madre a Catania, presso la “Tomba di Sant’Agata” (altra illustre “Santa Siciliana” martirizzata il 5 Febbraio del 251 d.C. che secondo alcuni storici aveva un certo grado di parentela con “Santa Lucia” anche se le fonti non sono attendibili). Arrivati a Catania presso il “Sepolcro di Sant’Agata” (ubicato tutt’ora dentro le mura della Chiesa di Sant’Agata la Vetere, situata all’interno del centro storico di Catania), Lucia si mette a pregare davanti alla lapide dentro la quale riposava il corpo della “Vergine Catanese”. Durante la Funzione che si teneva nelle catacombe attorno al “Sepolcro di Sant’Agata”, il celebrante lesse un passo del “Vangelo di Matteo” in cui si parlava della guarigione di una donna affetta da Emorroissa, che quando toccò la tunica di “Cristo” guarì completamente. Lucia capì che “Sant’Agata” aveva ascoltato le sue preghiere, così fece toccare ad Eutichia la lastra tombale dentro la quale riposavano le martoriate spoglie della “Martire Catanese”, dopodiché Lucia ebbe una visione; vide “Sant’Agata” assieme a due “Angeli”. La “Martire Catanese” le disse queste parole “Lucia sorella mia, perché chiedi a me quel che tu sei in grado di ottenere per altri? Ecco, tua madre sarà sana per la tua fede. E come per mezzo mio viene beatificata la città di Catania, così per mezzo tuo sarà salvata la città di Siracusa”. Dopo questa visione la Madre di Lucia guarì e tutte e due si rimisero in cammino per ritornare a Siracusa. Cammin facendo, Lucia confessò a sua madre di essere Cristiana e che voleva consacrarsi totalmente a “Cristo”. La madre Eutichia comprese la volontà della figlia e la rassicurò dicendole che non l’avrebbe ripudiata come figlia (così come facevano le famiglie pagane nei confronti dei familiari divenuti Cristiani) e che la sua dote sarebbe stata donata interamente ai poveri.

Tornata a Siracusa, Lucia diede tutti i suoi beni ai poveri e ripudiò immediatamente la mano del suo pretendente, che la denunciò al Prefetto Pascasio, che allora teneva il controllo della città di Siracusa e dei suoi territori limitrofi (comprendenti gran parte dell’attuale provincia aretusea).

Pascasio non ebbe esitazioni e fece arrestare la giovane Lucia strappandola dalle braccia della madre Eutichia (che probabilmente venne anche uccisa ma non si hanno fonti del tutto certe) per processarla. Lucia non ebbe paura e, dopo essere stata condotta innanzi a Pascasio, fece subito capire al console che mai si sarebbe piegata al paganesimo dicendogli queste parole “Io obbedisco alla legge del mio Dio, come te (riferito a Pascasio) a quelle dei Cesari; tu porti rispetto ai tuoi superiori, io rendo omaggio al mio Signore; se tu non vuoi offendere i cesari, vorrò forse io offendere Iddio? Tu ti studi di piacere agli imperatori, io voglio piacere solo a Dio; fa dunque quello che credi sia giusto per te, io opero secondo l’animo mio e secondo i miei principii”. Sentito questo Pascasio andò su tutte le furie e minacciò la giovane Lucia dicendole che se continuava così sarebbe stato costretto a torturarla, ma Lucia gli disse che dentro di lei c’era lo “Spirito Santo”, per cui non si spaventava minimamente delle sue minacce. All’irriverente domanda di Pascasio “Allora dentro di te c’è lo Spirito Santo?” Lucia rispose con una frase di “San Paolo” che recitava queste parole “Coloro che vivono castamente e piamente sono Tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi”.

Pascasio andò su tutte le furie e decise di farle perdere la verginità. Lucia veniva spinta violentemente verso una gabbia piena di soldati che dovevano “eseguire l’ordine di Pascasio”, ma Lucia restò immobile grazie ad un prodigioso intervento divino. Si decise di passare alle torture; Lucia venne legata a due carretti trainati dai buoi per essere trascinata per le sassose vie dell’antica Siracusa, ma un nuovo prodigio fece si che la giovane siracusana restasse inchiodata a terra. Pascasio pensò allora di gettare della pece bollente e di farla morire tra le fiamme, ma l’ennesimo miracolo di “Cristo” la lasciò illesa. Pascasio sempre più incredulo pensava che era una maga e le chiese quali arti magiche utilizzasse per sbeffeggiarlo davanti al popolo siracusano (che nel frattempo si era stancato di tutte queste giovani vittime sottoposte ad inaudite torture qualunque religione essa sia e stava pensando di scatenare una rivolta per cacciare i Romani dalla loro città una volta per tutte). Lucia gli disse che era “Cristo che si opponeva”. Pascasio perse la pazienza e la condannò a morte, ma Lucia gli disse “Cadranno mille alla tua destra e diecimila alla tua sinistra ma nessuno potrà accostarsi a te”.

Lucia venne condotta di nuovo in carcere e qui forse avvenne il “Miracolo degli Occhi”. Il giovane che la voleva in sposa andò a dirle che se accettava la sua proposta di matrimonio, poteva ancora salvarla, ma lei non accettò anzi lei si cavò gli occhi e li diede al suo spasimante (che si sarebbe innamorato di Lucia per via dei suoi occhi probabilmente di colore celeste) ma subito dopo avvenne il “Miracolo”, gli occhi sono ricomparsi e il suo spasimante si rese conto che aveva sbagliato a farla condannare (questo avvenimento non è documentato nella biografia ufficiale di “Santa Lucia”, ma è comunque considerato come il miracolo più importante della “Santa Siracusana”).

Venne il giorno della condanna e Pascasio diede l’ultima opportunità a Lucia per ripudiare il Cristianesimo, ma lei rispose con queste parole “E giunta la mia ora. Colpisci Pascasio e io morrò. Ma ti annunzio che la pace sarà restituita alla Chiesa di Dio; Diocleziano e Massimiano passeranno e il Cristianesimo continuerà a diffondersi”. Accecato dall’ira Pascasio la fece uccidere immediatamente per decapitazione. Un profondo fendente al collo uccise la giovane Lucia, ma si dice che in punto di morte “Sant’Agata” apparse a Lucia alleviando così le sue sofferenze e condurla direttamente nel “Regno dei Cieli”; dopodiché la sua testa venne recisa dal corpo con brutale forza. Tutto questo avvenne il 13 Dicembre del 304.

I siracusani nel frattempo si erano tutti convertiti al Cristianesimo e portarono in trionfo il corpo della giovane Lucia in corteo per tutte le strade cittadine per poi tumularlo presso l’attuale Basilica di Santa Lucia al Sepolcro (ubicata nel rione siracusano chiamato “Borgata di Santa Lucia”). Lucia venne proclamata “Santa” dopo pochi mesi dalla sua morte.

Il “Corpo di Santa Lucia” (rimasto miracolosamente incorrotto) è stato sottratto a Siracusa dal guerriero Maniace nel 1025 e dopo secoli di peregrinazioni venne portato nel 1204 a Venezia dal Doge Enrico Dandolo. A Siracusa sono toccate reliquie irrilevanti (pezzettini di ossa, capi di vestiario appartenuti alla “Santa” e altre minutaglie varie) e dopo lunghi millenni, il “Corpo di Santa Lucia” è stato riportato a Siracusa nel 2004 e nel 2014 per pochissimi giorni; in futuro non si sa se riportare il corpo perennemente nella città siracusana.

“Santa Lucia” è una delle più importanti figure mistiche femminili che hanno reso onore alla Chiesa con il Martirio. Il suo culto si è diffuso in tutto il mondo, infatti non c’è città che non veneri “Santa Lucia”, autrice di notevoli miracoli sia a Siracusa (vedi il link riguardante la “Festa di Santa Lucia” nella sezione riguardante il capoluogo aretuseo) sia in tutto il mondo.

La “Santa Siracusana” è considerata come la “Protettrice” della vista, degli ottici e degli oculisti (riguardo al “Miracolo degli Occhi”), ma lo è anche degli elettricisti e dei fuochisti (riguardo al prodigio in cui la “Vergine Siracusana” rimase illesa quando venne arsa viva). Un cenno va fatto anche sul significato del nome “Lucia”, che significa “Portatrice di Luce”; difatti “Santa Lucia” è considerata come la “Portatrice della Luce di Cristo”.

In Sicilia, oltre a Siracusa (l’unica città in provincia in cui è ampiamente venerata è Carlentini, dove secondo la tradizione si trova l’olivo sotto cui si riposò mentre da Catania faceva ritorno a Siracusa), “Santa Lucia” viene fastosamente festeggiata anche ad Acicatena e Belpasso (CT), a Enna e Catenanuova (EN), a Comiso (RG), a Savoca e Santa Lucia del Mela (ME), a Corleone (PA) e a San Giovanni Gemini (AG); mentre in altre città siciliane vi sono solo celebrazioni eucaristiche che si tengono il 13 Dicembre. Nel resto d’Italia, “Santa Lucia” è venerata a Napoli, nella Provincia di Bergamo, in alcune città dell’Abruzzo, nel Brindisino e infine nel Veneto (in particolare a Venezia). Bisogna dire che “Santa Lucia” è particolarmente venerata in alcune città della Svezia, poiché è considerata come “La Santa che porta la Luce” nel profondo buio del Nord Europa; ma è considerata anche come la “Santa che porta i regali ai bambini”.

[riduci]

Origine della Festa di Santa Lucia di Aprile

Dopo il terremoto del 1693, Siracusa era in piena ricostruzione e si respirava una certa tranquillità, ma durante un conflitto tra gli imperi di Austria e Spagna, Siracusa venne messa sotto assedio dal 1734 al 1735 vivendo così un anno di terrore. Durante questo assedio nel Maggio 1735 presso il Sepolcro di Santa Lucia avvenne un evento miracoloso, la statua raffigurante “Santa Lucia” morta posta al suo interno cominciò a trasudare uno strano liquido profumato ma incolore alla presenza di tre ufficiali spagnoli che andarono a ispezionare il Convento di Santa Lucia al Sepolcro. Il fenomeno era miracoloso (e si presentava molto simile a quello della “Madonna delle Lacrime” avvenuto a Siracusa nell’anno 1953) e si gridò al miracolo. “Santa Lucia” sudò per alcune settimane fino a quando al termine del Maggio 1735 cessò l’assedio di Siracusa.

Questo miracolo cominciò ad essere celebrato nell’ultimo mese di Aprile (visto che a Maggio si tiene la Festa di Santa Lucia delle Quaglie) con una piccola ricorrenza che all’inizio si celebrava l’ultima Domenica di Aprile e prevedeva una Processione di un piccolo Simulacro (copia della statua di “Santa Lucia” posta nella Cattedrale di Siracusa) lungo le vie del quartiere Borgata. Dall’Aprile 2011 la festività è stata spostata all’ultimo Sabato di Aprile e prevede una Processione che dalla Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro arriva fino in Cattedrale.

I festeggiamenti di Santa Lucia di Aprile (ultimo Sabato di Aprile)

I riti preparatori e lo svolgimento dei festeggiamenti

Dopo un breve periodo preparatorio, l’ultimo Sabato di Aprile, presso la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro si tengono solenni Messe mattutine e pomeridiane (ore 10.00 e 16.00 circa). Al termine dell’ultima Messa, il piccolo Simulacro di “Santa Lucia” (come scritto prima è una copia di quello posto presso il Duomo di Ortigia) segue il tragitto che di solito è previsto durante l’Ottava di Santa Lucia (20 Dicembre) prevedendo un tragitto che dalla Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro arriva presso la Cattedrale aretusea.

La Processione viene seguita da molti fedeli che ogni tanto gridano l’invocazione in dialetto “Sarausana è” a cui rispondono “Viva Santa Lucia”. All’arrivo presso la Cattedrale vi è un breve momento di preghiera.

Al termine di questa piccola celebrazione in onore di “Santa Lucia” inizieranno i riti di “Santa Lucia di Maggio” meglio nota come “Santa Lucia delle Quaglie”.

Per informazioni più dettagliate visitate il sito www.santaluciaweb.it e la pagina facebook della Deputazione della Cappella di Santa Lucia di Siracusa.

Torna alla pagina “Feste consacrate a Santa Lucia”

Torna indietro