*Frigintini, Cava del Torrente Prainito – Tratto modicano

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Frigintini
(Frazione di Modica)

*Cava del Torrente Prainito – Tratto modicano
(Sorgenti Torrente Prainito – Tre Pizzi – Torrente Cava Cucco – Torrente Fosso Margione – Rossolillo – Favarotta – Grotta della Gatta Monaca – Favarottella – Carrubi Secolari – Cava Paradiso – Confluenza Fiume Tellaro)

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Descrizione generale

La Cava del Torrente Prainito è una delle più importante cavità iblee della Sicilia sudorientale, che delimita il confine tra le Province di Ragusa (territorio di Modica) e di Siracusa (territori di Noto e Rosolini).

Essa è posta a sudest di Frigintini e la si raggiunge dalla S.P. 28 “Modica – Favarotta”, a sua volta raggiungibile dal centro urbano frigintinese dalla “S.P. 23 “Ragusa Ibla – Noto II tratto” nota come “Via Calanchi”.

In ogni caso dobbiamo andare in direzione “Noto – Rosolini” raggiungendo il confine tra le due province, coincidente con l’inizio della S.P. 17 “Favarotta – Ritillini” (posta in territorio aretuseo).


La Cava del Torrente Prainito.

La Cava Prainito o Pirainito ha un’alta valenza naturalistico – archeologica per la presenza di un ecosistema incontaminato, arricchito dalla presenza di vari siti archeologici, molti dei quali di tipo rupestre.

All’interno di questa cava scorre il “Torrente Prainito”, corso d’acqua che più ad est (tra i territori di Noto e Rosolini), confluisce nel Fiume Tellaro.

Il toponimo della cava, che indica anche il torrente che scorre al suo interno, deriva da “Pirainu” ossia il nome siciliano del “Perastro” (o “Pero Selvatico”), pianta piuttosto presente all’interno della cavità.

Un altro toponimo con cui essa è chiamata è “Cava Paradiso”, per via della sua alta valenza naturalistica.

Il Torrente Prainito si origina ad est del centro abitato di Frigintini.

Esso prende vita dalla confluenza tra il Vallone Cucco e il Fosso Margione, cavità iblee ubicate ad ovest e ad est del corso principale del torrente.

Il Vallone Cucco, noto anche come “Cava Cucco” o “Tre Pizzi”, è considerato come il principale tratto “più a monte” del Torrente Prainito.

La sorgente più ad ovest del corso d’acqua, è raggiungibile da Frigintini tramite la strada denominata “Vanella 181”.

Da qui la cavità comincia a scendere verso sudest lambendo a nord il rilievo noto come “Monte Frigintini”.

La Cava Cucco presso la Contrada Saitta viene inoltre scavalcata tramite un viadotto dalla S.C. “Saitta – Martisiello”, i cui imbocchi sono posti lungo la S.P. 23 (a nord di un bar – tabacchi posto presso l’incrocio con la S.C. “Palazzelle – Scalonazzo”), e a sud dell’incrocio tra la “Via Gianforma – Margione” e la S.P. 79 “Frigintini – Margione” (all’altezza della Chiesa di San Giuseppe Lavoratore).

Il tratto iniziale della Cava Cucco lo si può raggiungere anche da varie traverse poste alla nostra sinistra sulla S.P. 23 lungo le Contrada Saitta e Calanchi, note rispettivamente come “Via Calanchi – Saitta”,“Vanella 8”, “Vanella 7” e “Via Calanchi – Favarotta” (ad est dell’imbocco della S.C. “Saitta – Martisiello”).

Le sopracitate strade costeggiano il tratto della Cava Cucco, all’interno del quale è compreso buona parte dell’intero tratto “modicano” del Torrente Prainito.

Presso le pareti di questa cava vi sono i ruderi di un insediamento neolitico della media età del bronzo, comprendente una necropoli rupestre.

Lungo le pareti della cava vi sono anche vari terrazzamenti, di cui buona parte di essi vanno ad inglobare ciò che resta di antichi insediamenti alto medievali (epoca bizantina), di cui rimangono solo grossi blocchi megalitici.

Alcuni di essi sono posti lungo la S.C. “Saitta – Martisiello”.

A nord della Cava Cucco, vi è la cavità nota come “Fosso Margione”, che si origina a nordovest di Frigintini in Contrada Marchesello.

Buona parte del tratto più a monte di questa cavità è delimitato dalla S.P. 79 “Frigintini – Margione” (raggiungibile dal centro abitato frigintinese tramite la “Via Frigintini – Gianforma – Ponte Margione”).

Lungo questa strada, arrivando all’altezza dell’autodemolizione “Cicero”, a sud della presso una rotatoria è posto l’imbocco di sentiero sterrato, il quale costeggia il tratto principale del Fosso Margione.

Da questo sentiero possiamo raggiungere la confluenza tra la Cava Cucco e il Fosso Margione di Contrada Rossolillo (territorio di Modica), dalla quale prende forma il corso principale del Torrente Prainito.

Nell’area posta presso la confluenza tra la Cava Cucco e il Fosso Margione, delimitata dalle Contrade Saitta, Calanchi, Rossolillo e Favarotta, vi sono varie rovine archeologiche.

Si segnala la presenza di un abitato di epoca tardo romana – bizantina, i cui ruderi sono rappresentati da vari blocchi megalitici; alcuni di essi sono divenuti parte di muri a secco che vanno a delimitare i limitrofi terrazzamenti.

Vi sono anche i basamenti di edifici rurali.

L’area presenta anche una catacomba rupestre del medesimo periodo chiamata “Grotta della Gatta Monaca”, al cui interno vi sono i resti di vari loculi mortuari ad arcosolio.

Nei paraggi vi sono altri ipogei sepolcrali.

Il Torrente Prainito va a delimitare a sudest la Contrada Favarotta, raggiungibile dalla S.P. 17 in territorio rosolinese presso il rilievo noto come “Cozzo Rose” sul quale è posta la piccola Chiesa della Sacra Famiglia.

Tramite un breve viadotto sulla S.P. 17, scavalchiamo il Torrente Prainito arrivando presso il cartello indicante il confine tra le Province di Ragusa e Siracusa, da cui imbocchiamo un sentiero sterrato posto alla base del Cozzo Rose.

Il toponimo “Favarotta” deriva dal termine arabo “Fawwara” che significa “Fontana – Sorgente”, riferendosi a due sorgenti che alimentano proprio in questo punto il Torrente Prainito.

Queste due sorgenti sono appunto note come “Favarotta” e “Favarottella”.

La sorgente di Favarotta è posta a sudest di Frigintini, essendo collegata tramite un breve vallone al corso del Torrente Prainito.  che si può raggiungere dalla traversa posta a nord dell’azienda “Pulino Marmi” lungo la S.P. 23 nota come “Vanella 7”, al termine della quale vi è un sentiero da cui raggiungiamo il corso d’acqua.

La sorgente di Favarottella è posta in Contrada Calanchi (ad ovest del Cozzo Rose), ed è posta in Contrada Calanchi dove è costeggiata dalla S.C. “Calanchi – Favarotta” (imbocco delimitato dal cartello riportante il nome della medesima via), che va a collegarsi più a valle con la S.P. 17.

La medesima strada provinciale scavalca il breve corso d’acqua simile a quello della Sorgente Favarotta, tramite un breve viadotto posto proprio all’imbocco orientale della suddetta strada comunale, dal quale possiamo ammirare anche la confluenza col Torrente Prainito.

Nei pressi della Sorgente Favarottella vi è una necropoli di epoca neolitica, la quale risale al periodo che va dal XIX (1900 – 1801) al XIV (1400 – 1301) secolo a.C.

A sud del Cozzo Rose, il Torrente Prainito comincia a delimitare l’area di confine tra le Province di Ragusa (territorio di Modica) e Siracusa (territori di Rosolini e Noto), scorrendo più a valle all’interno della cosiddetta “Cava Paradiso”.

L’area di Contrada Favarotta è caratterizzata anche dalla presenza di carrubi secolari, tra i quali va citato appunto il “Carrubo di Favarotta”.

Esso è posto all’interno dell’appezzamento di terreno di proprietà privata appartenente alla cosiddetta “Tenuta Caschetto” (imbocco alla nostra destra prima del tornante della S.P. 28 che conduce all’area di “Cozzo Rose”), ed è riconoscibile per il tronco di grosse dimensioni.

Questo carrubo è considerato come uno dei più grandi (se non addirittura il più grande) d’Italia, essendo tra l’altro considerato come uno degli alberi secolari della medesima specie tra i più antichi al mondo.

Secondo alcuni studi, il Carrubo di Favarotta avrebbe circa 2000 anni di vita.

A sud dell’area di Favarotta, la cava solcata dal Torrente Prainito viene delimitata a nord dalla S.P. 17 “Favarotta – Ritillini” in territorio rosolinese, presso la quale sono posti i principali punti d’accesso che conducono ad essa.

A sudest del Cozzo Rose, il torrente oltrepassa l’area di Contrada Spatacinta, raggiungibile da una traversa secondaria parallela alla S.P. 17, tramite la mulattiera che si collega alla “Casa Tontillo” (secondo tornante a sud del Cozzo Rose),  

Volendo si può raggiungere anche dalla S.C.”Cammaratini – Gisira” (imbocco dalla S.P. 33 “Traversa Favarotta” per Contrada Ciacieri), tramite il sentiero posto ad est dell’azienda “Ecofaber”.

In Contrada Spatacinta troviamo un’altra sorgente del corso d’acqua, una piccola necropoli rupestre di epoca neolitica avente tombe “a forno”, e i ruderi (presunti) di un insediamento del medesimo periodo posti sulle limitrofe alture di Spatacinta, Case Cannata, Cammaratini e Mandra Vecchia.

Il Corso del Torrente Prainito presso la Necropoli di Spatacinta.

Poco più ad est vi è l’area di “Case Poidomani” in cui è posta una necropoli rupestre di epoca neolitica, in parte riadattata in epoca tardo romana – bizantina.


La Necropoli di Contrada Case Poidomani.

Il torrente scorrendo verso sudest lungo le Contrade Ritillini e Povere Donne, continua a delimitare il confine tra il territorio modicano e la provincia aretusea, lambendo il rilievo denominato “Cozzo Tondo”.

L’area è raggiungibile dalla S.P. 17 “Favarotta – Ritillini” tramite una mulattiera da cui si può ammirare il sito collinare, il cui ingresso è delimitato da paletti di ferro.

Da qui raggiungiamo il tratto settentrionale di “Cava Paradiso” in cui sono ubicate le due sorgenti dette delle “Povere Donne”, il “Cozzo Tondo” posto nel mezzo di un’ansa del Torrente Prainito sulla cui sommità vi sono i ruderi di una basilica bizantina risalente al peridoo tra il IV (301 – 400) e il VI secolo d.C. (501 – 600), caverne di origine carsica e varie tombe rupestri di epoca neolitica.


I resti della Basilica bizantina di Cozzo Tondo.

Necropoli neolitica posta presso la Contrada Povere Donne.

Scendendo sempre verso meridione, il Torrente Prainito solca il tratto sud della “Cava Paradiso” posto tra le Contrade Ritillini e Mulino Grotte, raggiungibile da due sentieri i cui imbocchi principali sono posti  lungo la S.P. 17 “Favarotta – Ritillini” a sudovest e a sudest dell’azienda “Giasira”.

Dal primo sentiero costeggiamo un antico acquedotto sopraelevato e alcuni edifici rurali diruti (tra cui anche una fornace per la produzione di calce nota localmente come “Carcara” ), guadando il fiume arrivando presso il “Mulino Grotte” che è un impianto molitorio ormai ridotto allo stato di rudere.

In questa zona vi è la catacomba rupestre paleocristiana nota come “Grotta dell’Icona”, nella quale vi sono tracce di affreschi.


La Catacomba Paleocristiana nota come “Grotta dell’Icona”.

Quest’area presenta vari siti rupestri, al cui interno vi sono tombe di epoca neolitica o paleocristiana

Necropoli neolitica posta presso la zona “Mulino Grotte”.

A sud del “Mulino Grotte”, la “Cava Paradiso” scorre all’interno di marmitte e laghetti di medio – alta profondità noti come “Urvi”, in cui la presenza di fauna ittica è considerevole.

Il tratto della “Cava Paradiso” termina presso l’area di confine tra le Contrade Case Prainito e Gisira, laddove è posto un impianto estrattivo che ha in buona parte deturpato l’area più a valle in cui il torrente scorre.

Il corso d’acqua delimita le feudali della Gisira (“Gisira Grande” in territorio di Noto, e “Bosco della Gisira” in quello di Modica) e di Case Prainito (territorio di Rosolini).

Il Torrente Prainito qui entra completamente in territorio siracusano in Contrada Gisira Grande, delimitando un impianto estrattivo.

In quest’area vi sono siti funerari di tipo rupestre di epoca neolitica e paleocristiana.

Nicchie sepolcrali poste presso la Contrada Case Prainito.

All’altezza della cava di pietre, il Torrente Prainito che viene nuovamente scavalcato dalla S.P. 17 “Favarotta – Ritillini”, si incanala nel suo tratto finale fino alla località nota come “Passo della Mandria” dove si immette nel Fiume Tellaro.

Per informazioni più dettagliate sulla Cava del Torrente Prainito, visita la sezione di Rosolini.

Le acque del Torrente Prainito presentano un’alta concentrazione di fauna ittica; infatti esse risultano popolate dalla “Trota Macrostigma Italiana” (“Salmo Cettii”), da trote iridee, anguille, tinche, cagnetti fluviali, chiocciole e granchi d’acqua dolce.

Troviamo inoltre varie rettili (serpenti, lucertole e testuggini terrestri), volatili (falchi, poiane, gufi, pettirossi ecc…), insetti (i gerridi che camminano a pelo d’acqua, libellule, api, bombi e farfalle) e mammiferi (volpi, lepri, conigli selvatici, donnole, faine, topi, porcospini e istrici).

La flora è contraddistinta dalla presenza di molte piante erbacee e arboree, che formano una vasta ed incontaminata macchia mediterranea di tipo ibleo, che va a delimitare il corso del Torrente Prainito.

Da citare anche la presenza di masserie e insediamenti rurali ancora utilizzati da agricoltori e allevatori locali, localizzati sugli altipiani che delimitano la cavità fluviale.

Per poter visitare la Cava Prainito vanno seguite le seguenti regole valide per tutti i territori iblei della Sicilia sudorientale:

  • Avere un buono stato di salute non essendo soggetti a problemi psichici e motori o a malattie di qualsiasi genere;
  • Avere una buona dimestichezza nel sapersi muovere presso aree montane;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo/canyoning (riguardo ad arrampicate ed esplorazioni su pareti montane) o torrentismo (specie se si devono guadare fiumi e torrenti di qualsiasi portata);
  • Si possono visitare i territori iblei durante tutto l’anno, preferibilmente  nei periodi  primaverile o estivo o durante le giornate soleggiate, non è consigliabile effettuare ciò durante le giornate piovose o ventose (autunno o inverno) poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi a causa degli agenti atmosferici (essendo roccia calcarea è soggetta a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici all’interno delle aree iblee (zone naturalistiche o meno);
  • Non accendere fuochi di qualsiasi tipo specialmente in estate e non gettare mozziconi di sigaretta, poiché potrebbero svilupparsi dei focolai incendiari che potrebbero propagarsi colpendo le circostanti contrade iblee;
  • Non disturbare la fauna;
  • Non danneggiare la flora e tagliare alberi;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • La raccolta di funghi, la caccia e la pesca sono consentite solo grazie alle apposite autorizzazioni rilasciate dagli enti competenti, nelle aree in cui ciò è vietato tramite l’apposita segnaletica queste attività non sono assolutamente consentite;
  • È possibile effettuare scampagnate, escursioni o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sopracitate e soprattutto non bisogna campeggiare in aree potenzialmente pericolose da visitare o all’interno di proprietà private;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

La visita di buona parte della Cava Prainito è preferibilmente riservata a chi possiede una certa esperienza in speleologia, quindi è consigliabile rivolgersi a varie associazioni speleologiche locali (siti web www.speleoclubibleo.orgwww.cairagusa.org).

Per vari approfondimenti sulla Cava Prainito clicca qui.

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