*Marina di Modica, Cava Petraro – Tratto “Marina di Modica – Sampieri”

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Marina di Modica
(Frazione di Modica)

*Cava Petraro – Tratto “Marina di Modica – Sampieri”
(Confluenze Cava Cugno – Cava Meli – Cava Labbisi – Cava del Torrente Petraro – Piano Lauro – Sparaceto – Valentino – Sampieri)

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Descrizione generale

La Cava Petraro, è un’importante cavità iblea che a sudovest di Modica delimita buona parte del confine col territorio comunale di Scicli, lungo il territorio della frazione modicana di Zappulla (per saperne di più vedi il link “Cava Petraro – Tratto “Modica – Zappulla” nella pagina principale di Modica).

La cavità è solcata dal Torrente Petraro, corso d’acqua che si presenta secco in gran parte dell’anno ma che in occasione di forti precipitazioni può avere una discreta portata idrica.

Il tratto terminale di questa cava, che si forma tramite confluenza tra le Cave Cugno, Meli e Labbisi, comincia dal rilievo ibleo di Contrada Piano Lauro (raggiungibile dalla S.P. 43 “Modica – Mare”, la strada che congiunge la città modicana alla sua frazione balneare).

Questa zona la si può raggiungere dalla traversa per l’Agriturismo Terranova, posta di fronte al distributore di benzina sulla S.P. 43 (ubicato a sud del cavalcavia sulla SS 194 “Modica – Pozzallo”), nei pressi della vecchia sede stradale della medesima strada.

Questa zona è denominata “Cugni Sant’Antonio”, e comprende alcuni antichi sentieri e mulattiere che costeggiano il ciglio della cava.

A sudovest vi è la confluenza con la piccola Cava Labbisi, che si può raggiungere dal territorio sciclitano mediante la S.P. 44 “Sampieri – Pozzallo” (incrocio con la S.P. 43 andando in direzione “Scicli”) dalla Contrada San Valentino, da cui risaliamo il fondo della cava accedendo ad ovest del breve ponte che scavalca la cavità.

In ogni caso, il tratto che dalla confluenza tra le suddette Cave Cugno, Meli e Labbisi, lambisce appunto le Contrade di Sparaceto e San Valentino situate ad est del torrente in prevalenza secco, mentre ad ovest vi sono le Contrada Scalonazzo e Trippatore (territorio di Scicli).

In queste aree comprese tra la Cava Labbisi e le suddette contrade, troviamo una moltitudine di siti rupestri.

Essi comprendono varie tombe di epoca neolitica poste lungo l’area di Cava Labbisi, che risalgono al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (2300 a.C. – 1700 a.C. circa), appartenenti certamente a villaggi posti nelle limitrofe alture.

Ad esse si aggiungono altre tombe sempre rupestri poste in Contrada San Valentino nei pressi della “Via Punta Sampieri” (imbocco a sud del ponte ferroviario su cui la linea “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi” è disposta in parallelo alla S.P. 44, proprio nei pressi del viadotto sulla suddetta cava).

La datazione di queste tombe, modificate in epoca tardo romana, risulterebbe collocata al periodo tra i secoli XIX (1900 – 1801) e XIV (1400 – 1301) a.C. 

Dentro queste tombe vennero rinvenuti frammenti ceramici, e manufatti in osso del tipo “a globuli”.

A ciò si aggiungono abitazioni rupestri alto medievali poste in prossimità dell’area di Cava Labbisi, “Carcare” (fornaci utilizzate per la produzione della calce), ruderi di antiche costruzioni rurali, terrazzamenti, mulattiere e casematte risalenti al periodo della II guerra mondiale.

Le caverne collocate nei pressi di questa costruzione rurale, oltre ad essere utilizzate come case abitative, avevano la funzione di magazzini e stalle rupestri.

In questa zona vi sono anche ruderi di edifici rurali, fornaci per la lavorazione della calce denominate “Carcare”, e di terrazzamenti agricoli, in alternanza ad antiche mulattiere delimitate da muri a secco, il tutto circondato da una fitta vegetazione.

A sud della Contrada San Valentino, vi è la confluenza tra il Torrente Petraro e la piccola Cava Sparaceto (che si origina a nordest nell’omonima contrada ed è lambita a sud dalla S.C. “Fondo Marta – Ciarciolo” che raggiungiamo da Marina di Modica tramite andando in direzione dell’Oasi del Re tramite le Vie Madrid, Siviglia e Granada, o a immediatamente a sudovest dell’incrocio tra il tratto meridionale della S.P. 43 per Marina di Modica e la S.P. 44 per Scicli),

Qui il tratto terminale del Torrente Petraro solca l’area sciclitana denominata “Torre Samuele”, poiché qui era ubicata un’antica torre di avvistamento ormai non più esistente, in cui sono poste altre tombe neolitiche di tipo rupestre.

Qui, l’estremo tratto terminale del Torrente Petraro forma l’interessante Pantano posto in località “Fossa Samuele”.

Esso fa parte di un’area umida corrispondente alla foce del Torrente Petraro, situata a nordovest della spiaggia di Contrada Pisciotto, località balneare posta a metà strada tra Sampieri (territorio di Scicli) e Marina di Modica.

A sudovest di questo pantano, è posta la spiaggia detta della “Mannara”, sulla cui limitrofa scogliera troviamo la “Fornace Penna”.

Essa comprendeva al suo interno uno stabilimento di laterizi ormai ridotto allo stato di rudere, la cui notorietà la si deve ad alcune scene del famoso telefilm “Il Commissario Montalbano” le cui riprese sono state effettuate nei pressi di questo edificio.

L’esplorazione del tratto terminale della Cava Petraro e delle sue aree annesse non è semplice, specie per il tratto quello più a monte.

Difatti la medesima è riservata a gente con una buona esperienza in speleologia e canyoning, oppure a chi possiede di buono stato di salute non presentando varie patologie (articolari, circolatorie o neurologiche).

È inoltre ottimale esplorare la cava nel periodo estivo, o in assenza di piogge, poiché durante le precipitazioni l’esplorazione della cavità (pareti e fondo cava), potrebbe divenire pericolosa.

infine, è doveroso far notare che che all’interno delle suddette aree è vietato lasciare rifiuti, accendere fuochi e alterarne la natura circostante in qualsiasi modo.

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