*Modica, Area iblea di Contrada Mangiagesso

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Modica
*Area iblea di Contrada Mangiagesso
(Contrada Partinico – Contrada Mangiagesso – Cozzo del Carmine – Area attrezzata “Bosco Mangiagesso” – Cava Mangiagesso e Cozzo Cavadduzzo)

  • Indicazioni stradali da Modica per ingrandire la mappa clicca qui;

Descrizione generale

L’area di Contrada Mangiagesso, rappresenta l’estremo punto meridionale del vasto altopiano che si frappone tra le valli in cui rispettivamente scorrono Fiumara di Modica a sud e il Fiume Irminio a nord, confinando con i territori di Modica, Ragusa e Scicli ed essendo sede di un’importante area naturalistica nota come “Bosco Mangiagesso”.

Da Modica, la Contrada Mangiagesso è raggiungibile dalla rotatoria di Contrada Dente Crocicchia (che possiamo raggiungere da Modica tramite la Via Dente Crocicchia o dalla SS 115 per Ragusa a nord del Ponte Guerrieri andando in direzione “Modica Dente”), dalla quale poi dobbiamo seguire le segnaletiche per “Contrada Scardacucco”.

Qui possiamo imboccare la S.C. “Dente Crocicchia” (prolungamento dell’omonima via posto ad ovest della rotatoria), oppure la Via Ragionier Orazio Giorgio Pluchino e  (imbocco a sud della suddetta rotatoria), dalla quale possiamo proseguire dritto, oppure percorrere la S.C. “Scardacucco” (imbocco a sudovest del Vivaio Frasca).

In ogni caso, da queste strade raggiungiamo la contrada solcata dalla strada denominata “Vanella 74”, in cui è posto l’ingresso del “Bosco Mangiagesso”.

La Contrada Mangiagesso, al pari delle limitrofe aree iblee modicane tra cui la vicina Contrada Scardacucco con la quale confina a nord, è anch’essa una zona rurale piuttosto antropizzata in quanto sede di vari appezzamenti agricoli delimitati da muri a secco oltre che da alberi secolari di olivo o carrubo.

Qui si sono vari caseggiati rurali, a cui si aggiungono anche aziende agricolo – zootecniche.

Questa zona comprende anche varie villette residenziali, alcune di esse divenute sede di strutture ricettive.

Il margine settentrionale di quest’area è rappresentato dalla Contrada Partinico, attraversata da una strada poderale che collega il tratto sud della S.C. “Scardacucco” (ad est) e la “Vanella 74” (ad ovest) .

La Contrada Partinico presenta varie costruzioni rurali tra cui piccole masserie, e diverse costruzioni a secco note come “Muragghi” nei limitrofi appezzamenti agricoli.

A meridione vi è l’area di Mangiagesso, dalla quale possiamo ammirare la sottostante Fiumara di Modica, che scorre all’interno della valle denominata “Vallone Fiumelato”, in particolare il tratto compreso tra le aree di Caitina, Cava Maria e Conca del Salto.

Anche qui vi sono vari “Muragghi”, ma anche ruderi di antichi muri a secco, e con molta probabilità di antichi insediamenti agricoli.

Proseguendo lungo la “Vanella 74”, raggiungiamo l’ingresso all’area attrezzata di Bosco Mangiagesso, segnalato dall’apposito cartello indicativo.

Da qui seguiamo una traversa che conduce al cancello d’ingresso dell’area naturalistica.

Sempre sulla “Vanella 74”, poco più a nord, vi è un accesso secondario che conduce sempre all’interno del bosco.

Un altro accesso è posto ad ovest in territorio sciclitano ungo la S.P. 94 “Cimitero Modica – Mangiagesso” per Scicli (imbocco a nordovest della rotatoria di Piano Ceci lungo il tratto iniziale della SS 194 “Modica – Ragusa Ibla”, posto alla nostra sinistra venendo da Modica), al terzo tornante dopo la “Casina Rossa” lungo una breve traversa ubicata alla nostra sinistra (venendo da Modica), prima del proseguimento della strada lungo la S.P. 38 “Betlem – Piano Ceci”.

In ogni caso, accediamo al “Bosco Mangiagesso”, sede dell’omonima area attrezzata appartenente al demanio forestale della Regione Sicilia.

Il bosco è ubicato tra i rilievi denominati “Cozzo del Carmine” (nordovest) e “Cozzo Cavadduzzo” (sudest), lungo la linea di Scicli e Modica solcata dalla breve cavità iblea, denominata appunto “Cava Mangiagesso”.

Esso è formato in prevalenza da alberi di varie specie tra cui conifere (Pini d’Aleppo o Marittimi e Cipressi), carrubi, eucalipti ecc…

Lungo i sentieri che solcano il bosco, possiamo raggiungere l’interno dell’area attrezzata comprendente un’area di ristoro comprendente anche vari bracieri per il barbecue,  un parco giochi per bambini, fontanelle d’acqua (non potabile), e servizi igienici disponibili anche per persone disabili.

A sudovest dell’area attrezzata, vi è ubicato il “Rifugio Mangiagesso”, un edificio rurale che prende il nome dall’omonimo bosco, che per l’appunto lo circonda quasi interamente.

A sudovest del rifugio, tramite un sentiero si raggiunge la suddetta “Cava Mangiagesso”, che si immette ad ovest lungo la Fiumara di Modica.

Questa cavità, risulta delimitata ad ovest e ad est dai rilievi di Cozzo del Carmine e Cozzo Cavadduzzo, posti entrambi in territorio sciclitano.

Il “Cozzo del Carmine”, è solcato dalla suddetta S.P. 94 ed è l’altopiano che per l’appunto si frappone tra la Cava Mangiagesso (e più ad est con la Fiumara di Modica), e la limitrofa valle solcata dal Fiume Irminio, in particolare con le Contrade Castelluccio e Streppenosa, sede di importanti miniere di asfalto sfruttate fino alla prima metà del 1900.

Il Cozzo Cavadduzzo, che in pratica corrisponde al versante sudorientale del Bosco di Mangiagesso,  è un ottimo punto panoramico da cui poter ammirare ad oriente il tratto della Fiumara di Modica che oltrepassa la “Conca del Salto” e la vicina Cava Maria (ad est), mentre a sud vi sono le aree detta di “Sant’Antonino” e “Ronna Fridda” situate allo sbocco della Cava Mangiagesso.

Sulle pareti del Cozzo Cavadduzzo, vi è posta una necropoli di tipo rupestre che risale al periodo dell’età del bronzo situato tra i secoli XIV e XII a.C. (1400 – 1100 a.C.).

Essa comprende varie tombe a grotticella con apertura rettangolare, dislocate sulle rocciose pareti del rilievo, il quale ovviamente si frappone tra la breve Cava Mangiagesso e la limitrofa Fiumara di Modica.

Sicuramente, in corrispondenza di questa necropoli, doveva esserci un sito abitativo del medesimo periodo posto tra le aree di Mangiagesso e la vicina Contrada Scardacucco, per altro sede di un’altra necropoli (vedi link “Area iblea di Contrada Scardacucco” nella pagina precedente per saperne di più).

Dal sentiero che costeggia la Cava Mangiagesso, raggiungiamo la suddetta area di “Sant’Antonino”, posta in territorio sciclitano ad ovest della linea ferroviaria “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta – Xirbi” che collega Modica a Scicli.

Questa zona è anche nota col toponimo “Ronna Fridda” in quanto qui vi era localizzata una sorgente (“Ronna” deriva dall’arabo “Ayn” significante “Sorgente”).

Qui vi è posta una breve cavità posta a sud della Cava Mangiagesso, in cui scorreva un breve torrente immissario anch’esso della limitrofa Fiumara di Modica, nei pressi della quale è posta una necropoli rupestre di epoca paleocristiana del IV secolo d.C. (301 – 400 d.C.).

Essa è formata da varie grotte che ospitano delle catacombe con loculi a “doppia camera” o ad arcosolio, che vennero riutilizzate in epoche successive come ovili rupestri o magazzini (vedi sezione di Scicli per saperne di più).

Allo sbocco della Cava Mangiagesso, vi è una vasta conca corrispondente alla sua immissione nella Fiumara di Modica, che si può ammirare per altro dalla S.P. 54 “Modica – Scicli” dal breve ponte che scavalca il corso d’acqua scorgendo verso ovest.

Va detto che gran parte delle sopracitate aree limitrofe alla Cava Mangiagesso (esterne all’area attrezzata), e ai rilievi Cozzo del Carmine e Cozzo Cavadduzzo non sono di facile esplorazione, e la medesima è riservata a chi ha un buono stato di salute, e preferibilmente ad esperti in arrampicate, canyoning e speleologia.

Infine, all’interno del Bosco di Mangiagesso o lungo le suddette aree, è vietato lasciare rifiuti, accendere fuochi, danneggiare la flora e molestare la fauna locale.

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